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Recensione

Dead Reefs

di Ivan Vailati  

il nostro voto
65
il vostro voto (4 votanti)
76
In breve

Ambientato nel tumultuoso diciottesimo secolo, impersonerete Amadeo Finvinero, inviato dal re a scoprire di tutto il male che sta piagando l'isola di Dead Reefs, sulla costa inglese.

 

Recensione Completa del 21 Luglio 2007
Gli Streko-Graphics sono tornati e cambiano proprio direzione: lasciate le fantasiose e fantastiche terre di AURA, i nostri amici sviluppatori russi si sono buttati a capofitto in un avventura horror-thriller investigativa a tinte scure. Vediamo insieme cosa sono riusciti a combinare. Prima di iniziare la nostra recensione è giusto fare una doverosa citazione anche al publisher The Adventure Company e al distributore Atari, sempre attenti alle esigenze di noi avventurieri incalliti: iniziamo pure. Dead Reefs, che tradotto in italiano vuol dire qualcosa come “Scogli della morte”, ci porterà a vivere un avventura al tempo dei pirati, proprio in pieno diciottesimo secolo. Il vostro nome è Amedeo Finvinero e siete stato mandato da Sua Maestà in persona a investigare sugli omicidi che ogni 9 anni infestano l’isola inglese di Dead Reefs. Una volta arrivati a destinazione vi accorgerete da subito che c’è qualcosa di più forte, di più pauroso, di più spaventoso che va oltre la vostra immaginazione: riuscirete a portare e termine il vostro compito?

La primissima cosa che salta agli occhi una volta iniziato a giocare è il curioso incrocio di fisionomia e carattere del nostro protagonista che sembra essere un mix tra Johnny Deep e Sherlock Holmes. Dopo il primo impatto sconcertante, possiamo dire che graficamente ci troviamo di fronte ad un ottimo prodotto, le ambientazioni, i paesaggi e gli effetti luce sono ben realizzati e danno un tocco in più per creare quella atmosfera che serve sempre in questo genere di titoli: tutto questo è condito da un effetto fogging (per chi non lo sapesse il fogging è un effetto nebbia usato nei giochi 3D, praticamente, permette alla CPU del computer di lavorare con più facilità, visto che non è costretta a visualizzare gli oggetti più lontani) che può piacere o non piacere. A mio parere è una scelta azzeccata per 2 sostanziali motivi: uno, perché siamo su un isola inglese, non può mancare la nebbia e comunque è una componente essenziale per ricreare la tensione giusta, e due perché permette anche ai computer di fascia medio bassa di gustarsi il gioco in piena risoluzione. L’accuratezza si vede anche nei dettagli: non saremo costretti a girare in un mondo statico, ma anzi, potremo assistere al movimento del mare, al volo dei gabbiani, al fuoco che arde e ad altre piccole cose che fanno sempre piacere: peccato che non si possa dire la stessa cosa dei personaggi poligonali che mi sono sembrati poco dettagliati e che inoltre soffrono della sindrome da manichino, durante i movimenti e le espressioni facciali.

Prima di fare partire Dead Reefs è importante sistemare le regolazioni che si trovano nel menù a tendina del computer: all’interno di queste potrete selezionare le 3 risoluzioni che avrete a disposizione, la 800 x 600, la 1024 x 768 o la 1280 x 1024, selezionare le texture bilineari, trilineari o anisotropiche, oppure se azionare la luminosità. Una volta dentro vi ritroverete la visuale di una scrivania e sulla parte in alto a sinistra ci saranno le voci selezionabili, potrete iniziare, caricare, salvare o uscire da una partita, vedere le informazioni (che poi sarebbero i crediti) o controllare le impostazioni dove potete decidere se attivare i sottotitoli o no, se scegliere il livello dell’audio o se decidere di impostare i tasti che preferite per la gestione di Finvinero.

Ma veniamo alle note dolenti, l’interfaccia è di una scomodità terribile, i tasti sono troppi e i controlli sono gestiti esclusivamente tramite la tastiera: ma andiamo per gradi, partiamo dalla cosa peggiore, il controllo del personaggio è qualcosa di insensato, non è possibile che ogni volta che si prema il pulsante per lo spostamento, Finvinero si muova con almeno un secondo di ritardo e che quando poi si cerchi di farlo fermare questi se ne vada per i fatti suoi, magari arrestandosi molto più distante da dove ci si sarebbe dovuti fermare. Potete immaginare la frustrazione di chi gioca. Fosse solo per questo ci sarebbe da stare felici, mettiamoci anche l’assenza del tasto per indietreggiare, gli sviluppatori hanno ben pensato di sostituirlo con il giro di 180 gradi, ma se io devo solo spostarmi più lateralmente di poco perché devo girarmi per rigirami di nuovo? Per fortuna c’è un tasto essenziale che vi consiglio di usare spesso e volentieri, una volta premuto questa piccola ancora di fortuna, la visuale cambierà in soggettiva e voi potrete girare lo sguardo in cerca di oggetti utili, quando ne troverete uno apparirà un'icona occhio e voi saprete che in quel posto c’è una zona attiva, sostanzialmente sarà utile perché almeno saprete dove andare con il personaggio senza farlo girare di qua e di la mandandolo dove ne ha voglia lui. Per il resto avremo a disposizione altri tasti, uno per leggere i documenti raccolti durante l’investigazione, uno per entrare nel diario e leggere gli sviluppi della trama, uno per camminare o correre, uno per la mappa e uno per interagire negli enigmi o interagire con i documenti per aprire un libro o altro.

Ma non finisce qui, in basso a destra avrete 4 icone, chi di voi ha giocato a BROKEN SWORD 3 o a LARGO WINCH le riconoscerà subito, quando vi avvicinerete a una zona interattiva Finvinero girerà lo sguardo in quella direzione e all’interno di queste 4 icone appariranno le azioni possibili che tra l’altro sono abbinate ad altrettanti tasti (ma li avete contati quanti sono?): potrà apparire l’icona occhio per esaminare, una mano per interagire o prendere qualcosa oppure delle frecce (una che va in su e una che va i giù), queste frecce appariranno solo quando cercherete di abbinare gli oggetti dell’inventario, che per la precisione, pur potendo contenere molti oggetti, ve ne mostretà solo uno alla volta. L’azione di abbinamento come se non bastasse è complessa, dovete cercare l’oggetto che vi serve e con la freccia in su far rimpicciolire l’icona, poi cercare il secondo oggetto e interagire con il tasto di abbinamento per eseguire l’azione. Come potete vedere anche in questo caso il tutto risulta complesso.

Adesso tocca al sonoro, tranquilli, da questo punto di vista va tutto bene, le musiche fanno sfoggio di melodie evocative, capaci di fare amplificare il pathos nei momenti importanti e di essere rilassanti (ma mai cosi tanto) nei momenti tranquilli, gli effetti ambientali fanno egregiamente la loro parte e il parlato è ottimamente caratterizzato. Il gioco è tutto in inglese e a noi non rimane che buttarci sui sottotitoli, che, purtroppo soffrono di errori grammaticali e di grossolane sviste ortografiche che per fortuna non inficiano sul proseguimento dell’avventura.

La storia che si aprirà di fronte al nostro monitor è incredibilmente interessante, ogni volta che parlerete con qualcuno, scoprirete sempre qualcosa di nuovo che vi costringerà a ragionare e stare sempre attenti alla trama, molto interessante e intrecciata, piena di sfaccettature e di punti interessanti. Anche gli enigmi sono stati ben studiati e di difficoltà crescente, se all’inizio i primi saranno facili, nel proseguo inizieranno a essere un poco più complicati ma mai impossibili: il vero problema sta in un paio di occasioni. Non posso esserne certo, ma o la traduzione in italiano è stata fatta male o i 2 enigmi sono stati impostati in modo errato dagli sviluppatori: fatto sta che sarà molto difficile riuscire a proseguire. Proprio in base a quello che ho detto poco fa, non me la sento di dare una valutazione sulla longevità: io sono fiducioso, speranzoso, in una patch risolutiva che possa sistemare i problemi che ho descritto fino ad adesso. A proposito di BUG, devo fare presente che mi è capitato di rimanere bloccato perché nella mappa non si riusciva a visualizzare un luogo, sono dovuto ricorrere a un save precedente per poi sbloccarmi.

Veramente un peccato, cosa emerge dopo aver analizzato il gioco? Una grossa occasione persa, sono deluso, questo è il tipico esempio di come si possa rovinare un’avventura, da una grafica e una trama coinvolgente e decisamente accattivante, per colpa di una realizzazione tecnica imperfetta: bastava curare meglio l’interfaccia e fare un beta testing più minuzioso per dare nelle mani degli utenti un gioco dalle grandi potenzialità.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Streko-Graphics
Publisher: The Adventure Company
Distributore: Atari
Data Rilascio: Q3 2007
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Horror
Visuale: Terza Persona
Controllo: Tastiera
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: Windows 2000/XP/Vista
Processore: Pentium IV 1.8 Ghz
RAM: 512 MB
Scheda Video: nVidia® GeForce® 5200fx or ATI® Radeon® 9200 o superiore
Hard Disk: 850 MB
Supporto: 1 DVD
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