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Recensione

Phoenix Wright: Ace Attorney - Trials and Tribulations

di Arianna Vacca  

il nostro voto
80
il vostro voto (1 votanti)
95
In breve

Terzo capitolo della saga del piĂą famoso avvocato del Nintendo DS, impersonerete di nuovo Phoenix Wright in nuovi appassionanti casi che faranno anche luce sul passato del brillante difensore.

 

Recensione Completa del 07 Novembre 2008
Abbiamo storto insieme il naso, noi avventurieri uniti dal potere del DS, nell’appurare che questo Trials and Tribulations, terzo e conclusivo capitolo della saga che vede come protagonista Phoenix Wright, il più amato nonché unico avvocato difensore dai capelli a porcospino, sarebbe sbarcato sulle nostre console solo in seguito all’uscita del gioco che sancisce la nascita di un nuovo eroe dei tribunali, Apollo Justice.
Ora però non è tempo di crogiolarsi nel baratro della delusione iniziale. Tutto ciò che invece dovreste fare è afferrare con forza il pennino del vostro DS, riscaldare la voce per prepararvi ad urlare “Obiezione!”, aguzzare vista e ingegno e gettarvi a capofitto nella risoluzione dei cinque casi che compongono Phoenix Wright: Ace Attorney - Trials and Tribulations. E voi, amanti della saga, sapete già perfettamente che, per quanto cercherete di stargli lontano, questo gioco vi trascinerà inesorabilmente in una spirale giudiziaria che non vi lascerà neppure respirare finchè non giungerete alla fine.
Allora? Avete preparato il pennino?
Possiamo dare inizio alle danze.

La fine di una leggenda
Se qualcuno di voi ancora non ne fosse a conoscenza, la saga di Phoenix Wright vide la luce nell’ormai lontano 2001 con il primo Ace Attorney, arrivando al 2004 con Trials and Tribulations passando per Justice For All, il secondo capitolo. Il gioco di cui stiamo parlando, esattamente come i due precedenti, è un’esatta trasposizione per DS dell’omonima versione per GameBoy Advance.
Eh si, quando dico “esatta trasposizione” sto anche conseguentemente affermando che non potete nella maniera più assoluta aspettarvi sfavillanti scintille per quanto concerne grafica e gameplay.
Ma arrivo subito a consolarvi dicendovi che per quanto possa sembrare strano o paradossale, è verosimile pensare che un gameplay differente non farebbe altro che causare danni a un gioco come questo. Phoenix Wright è la formula di cui è composto. E, credetemi, è una formula vincente.
I primi tre giochi – fatta eccezione per il quinto caso del capitolo d’esordio – non lasciano spazio alcuno alla manifestazione delle potenzialità della console portatile nintendo, e, sebbene questa notizia possa lasciare dell’amaro nella bocca di molti, non smetterò di affermare che vale la pena dare un’occhiata a questo prodotto che, sebbene non sia portatore di innovazioni o stravolgimenti nel mondo videoludico, è un esponente più meritevole, e qui mi sbilancio, di altri di stampo meno classico.
Vi consiglio quindi di affrettarvi ad agguantare il vostro DS, soprattutto se l’avvocato dai capelli a porcospino è già nei vostri cuori avventurieri. E se non lo è, correte a recuperare i primi due giochi per poi dedicare le vostre doti investigative a quest’ultima, piccola perla che pone la parolina fine alla gloriosa parentesi Phoenix Wright.

Chiara e decisa, ma non è Sambuca.
Ma di cos’è, esattamente, che stiamo parlando?
Phoenix Wright: Ace Attorney - Trials and Tribulations non è un'avventura grafica nell'accezione più "occidentale" del termine, ma, volendoci attenere ai fatti, un’avventura in prima persona di stampo prettamente nipponico. L’interfaccia estremamente semplicistica quanto efficacemente geniale, aiuterà sin dall’inizio il giocatore a prendere confidenza con l’ambiente di gioco e le tipologie di interazione.
Il gioco si suddivide in due fasi principali che si ripetono ciclicamente, relativamente al caso che stiamo trattando. Mi riferisco alla fase investigativa, nella quale, nei panni di Phoenix - ma, sorpresa delle sorprese, non solo nei suoi – dovremo raccogliere indizi e interrogare potenziali testimoni, e la fase in tribunale, che ci vedrà impegnati nel controinterrogare testimoni e\o imputati e presentare prove alla corte. Acquistare familiarità con le dinamiche di gioco è davvero un gioco da ragazzi. L’interazione – di qualsiasi tipo, relativamente alle potenzialità del gioco – è presente in dosi massicce, sebbene i metodi di interazione siano molto limitati. Mentre ambientazioni ed eventuali personaggi appariranno sullo schermo in alto del vostro DS, i pulsanti – solo quattro principali – che indicano le azioni che potete compiere in quel momento, sono situati nello schermo in basso. Un tocco del pennino e Phoenix si sposterà in un'altra ambientazione, parlerà di un argomento con la fida Maya, mostrerà una prova al detective Gumshoe, oppure inizierà ad esaminare la locazione. Qualora sceglieste quest’ultima azione, l’immagine del luogo in cui vi trovate scorrerà in basso verso lo schermo meridionale e grazie al fido pennino potrete scegliere oggetti o prove da analizzare o raccogliere. La fase processuale sarà principalmente incentrata su una lettura attenta dei dialoghi e una minuziosa analisi delle prove agli atti, in modo tale da potersi districare efficacemente tra i vari controinterrogatori al fine di trovare le contraddizioni per smontare le affermazioni dei testimoni. Un pizzico di varietà è aggiunto dal sistema dei lucchetti (già presente in Justice For All), tramite il quale dovrete impegnarvi a distruggere le barriere che spingono un personaggio a tenervi nascosta una o più informazioni. Anche gli Psyche Locks sono strutturati in modo molto semplice, similmente alle sezioni in tribunale, con la presentazione di prove e risposte a domande inerenti all’argomento.
Il gioco si presenta dunque in maniera immediatamente limpida al giocatore che non si troverà mai nella condizione di domandarsi come fare per compiere un’azione o in che modo presentare una prova in tribunale.
E’ tutto semplicemente chiaro… e deciso.

Questione di Stile
Sarete certo giunti alla conclusione, oramai, che la giocabilità di quest’avventura si basa su presupposti di facile comprensione e applicazione. Ma cosa c’è da dire sul resto?
Beh, il resto segue anch’esso il percorso dell’immediatezza.
In particolare gli aspetti squisitamente grafici di PW sono incredibilmente semplici, e forse sì, non sarebbe errato affermare che sono poveri. Ambienti e personaggi sono tutti caratterizzati da una realizzazione grafica in due dimensioni stilisticamente fumettosa. Sebbene il tutto appaia sicuramente piacevole alla vista di qualsiasi giocatore, poiché comunque creato splendidamente, l’eccessiva staticità grafica del prodotto finale potrebbe far storcere il naso a più di qualcuno. Sia chiaro, sono presenti diverse animazioni per ogni personaggio, ma il numero è davvero esiguo e per quanto gradevoli possano essere - e lo sono – i vari movimenti di avvocati e testimoni diventano ben presto ripetitivi e, al peggio, stancanti.
I filmati che introducono ogni nuovo caso, dal canto loro, donano un po’ di freschezza e varietà, sebbene non facciano sgranare gli occhi dalla meraviglia.
E’ doveroso accennare alla grafica, ma vorrei ricordare ancora una volta che PW è solo una trasposizione di un gioco per Gameboy Advance, indi per cui sta a voi non essere ingenui nel crearvi aspettative illusorie riguardo questo titolo.
Consiglierei di prendere in considerazione Trials and Tribulations e in generale la trilogia PW cercando di non focalizzare la vostra attenzione sulla qualitĂ  estetica del prodotto. In tal modo sarĂ  certamente piĂą facile innamorarsi del gioco.
Soprattutto perché…

Un Attimo!
…contenutisticamente parlando, così come anche i predecessori, T&T ha davvero molto da offrire.
La realizzazione dei casi e dei risvolti narrativi che circondano vicende e personaggi è curata maniacalmente e segue un filo tematico principale che si snoda dal primissimo all’ultimo caso, accompagnato da altri nodi tematici, esattamente come accadeva nel primo Ace Attorney. A dispetto dell’essenza fondamentalmente ironica di cui il gioco e soprattutto i personaggi sono caratterizzati, gli argomenti che si celeranno dietro le varie trame saranno il più delle volte profondi e interessanti. Le storie che dovrete seguire e che vedrete svilupparsi su schermo, infatti, saranno tutte originali, sempre ricche di colpi di scena che lasceranno senza parole, ed è esattamente questo motivo che rende il gioco potenzialmente molto difficile da portare a termine.
Se non sarete in grado di entrare all’interno della storia, provare a guardare le vicende da altri punti di vista – Mia insegna – potreste restare bloccati in men che non si dica durante un processo o persino durante la fase investigativa. Per portare avanti il gioco avrete bisogno di capire, di sviluppare un quadro sempre il più possibile chiaro del caso nella vostra testa, oppure vi perderete per un nonnulla… per non aver mostrato una prova a un testimone, o per non aver capito che dovevate parlare di quell’argomento e non dell’altro con il detective. Per facilitarvi il compito, accertatevi di controllare spessissimo il registro processuale per esaminare prove e profili con attenzione. Tranquilli comunque. Se il gioco vi appassionerà, e lo capirete da subito, state pur certi che non avrete difficoltà ad immedesimarvi e ad entrare nell’ottica dell’avvocato difensore.
State in guardia però, perché T&T è capace di dare dipendenza. Per smettere, comunque, basterà consultare il vostro medico o il vostro farmacista di fiducia.
In alternativa, un buon deterrente all’attaccamento morboso a questo gioco è l’elemento musicale, che, se vi siete svegliati storti, potrebbe persino farvi saltare i nervi.

Processo al Sonoro
Si, è vero, il comparto sonoro del gioco non è certamente la punta di diamante del lotto, ma tanto vale dire due paroline al riguardo.
Se conoscete i capitoli precedenti a T&T saprete piĂą o meno cosa aspettarvi: nulla di originale o particolarmente interessante, anzi.
Soprattutto gli effetti sonori risultano noiosi e ripetitivi, gli stessi che avete imparato ad amare (od odiare) in Ace Attorney e Justice For All.
Un po’ più di luce illumina il nostro cammino se pensiamo ai temi che accompagnano la presenza di ognuno dei personaggi principali e secondari nel vari casi da prendere in esame, proprio nella tradizione PW.
Anche qui, molti dei temi sonori li conoscerete già. Tra quelli originali inseriti per i personaggi inediti presenti, alcuni sono davvero piacevoli da ascoltare. Peccato che altri siano stancanti ed altri ancora quasi snervanti. Ma tant’è, questo non è certo un motivo valido per mettere da parte il povero Phoenix.
D’altronde, potrete sempre musicalmente bearvi del tono della vostra stessa voce durante le sedute in tribunale. Tramite la pressione di un tastino del DS, infatti, all’occorrenza potrete attivare il microfono e gridare a squarciagola OBIEZIONE! E, credetemi, è un’esperienza a dir poco esaltante.

Ultima Udienza
E’ tempo di raccogliere le idee e riepilogare brevemente gli elementi che il terzo capitolo della saga Phoenix Wright ci presenta.
In primis, ribadisco che sarà inutile aspettarsi innovazioni, sia rispetto al mondo videoludico, che rispetto alla saga, in quanto T&T è stilisticamente, tecnicamente, graficamente e in parte musicalmente identico ai due giochi precedenti. Perché mai comprarlo, allora?
Se conoscete la saga, il perché dovreste saperlo. Phoenix Wright sarà uno zircone in apparenza, ma è un diamante nei contenuti. La varietà estetica, anche per limitazioni tecniche dovute alla data di uscita del gioco, è quasi nulla, ma la qualità complessiva è alta, specie se andiamo ad analizzare i cinque episodi presenti, concepiti in bilico tra dramma e ironia; e poi i personaggi, numerosi, meravigliosamente caratterizzati – tra vecchie conoscenze e nuove figure che difficilmente riuscirete a dimenticare – e molto ben contestualizzati.
Aggiungete numerosissimi dialoghi sempre interessanti e ben strutturati, a volte impegnativi, altre divertenti e utili per stemperare l’atmosfera creata dai risvolti tematici. In più tenete in conto la possibilità di interpretare per la prima volta nella saga non solamente Phoenix, bensì altri due personaggi tra i più conosciuti. Mischiate anche la possibilità che T&T vi dà di svelare finalmente alcuni dei misteri che circondavano vicende avvenute nel passato. Non dimenticate poi che questo gioco può vantare una longevità non solo non indifferente, ma davvero ottima. Ognuno dei cinque casi avrà una lunghezza variabile che andrà a braccetto anche con la difficoltà degli stessi episodi, in un piacevole ordine crescente che vi dà la possibilità di prendere confidenza nei primissimi casi, per poi mettervi davvero d’impegno nell’ultimo, apocalittico episodio.
Credo sia questa la formula magica che rende la saga Phoenix Wright incredibilmente facile da apprezzare, nonostante la presenza di difetti, o piuttosto mancanze, dovuti principalmente alla tipologia di gioco – ricordiamo sempre che abbiamo a che fare con un adventure dal gameplay tipicamente "japan" – alla data d’uscita e alla console a cui originariamente appartiene. Con la solita schiettezza vi dirò di evitare questa saga come la peste se siete amanti del bello e della qualità grafica; per i giocatori che invece hanno voglia di divertirsi, trascinati dall’ironia che caratterizza atmosfera e personaggi – anche nel design - spremere le meningi e scoprire i contenuti che il gioco ha da offrire, certamente la saga Ace Attorney e questo terzo capitolo nella fattispecie, risulta un prodotto consigliabile. Inutile dire che sarebbe un’eresia, per coloro che hanno già giocato i due capitoli precedenti, lasciarsi sfuggire Trials and Tribulations, gioco che, oltre a concludere più che degnamente le vicissitudini dell’impareggiabile “Nick” Wright, ostenta con vigore una verità sotto gli occhi di tutti. Talvolta tornare indietro – in questo caso verso un gioco convertito da una piattaforma più vecchia – è molto meglio che andare avanti e, soprattutto, innovare non è sempre sinonimo di migliorare. Lo è forse di provare a migliorare, ma se la Capcom è d’accordo, sarà Apollo Justice, nato per DS e promesso successore di Phoenix Wright, a confermarlo.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Capcom
Publisher: Nintendo
Data Rilascio: Q1 2004
Piattaforma: iPad, iPhone, 3DS, NDS, WII, PC, PS4, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Poliziesco
Visuale: Soggettiva
Controllo: Touchscreen / Stylus
Doppiaggio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
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