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Recensione

Penumbra: Black Plague

di Ivan Vailati  

il nostro voto
80
il vostro voto (3 votanti)
83
In breve

In questo secondo e conclusivo episodio ritroveremo il povero Philip alla ricerca di un segreto sepolto in una terra ghiacciata. Si troverà infatti intrappolato in un complesso sotterraneo, pieno di mostri e figure inquietanti, dove dovrà raccogliere indizi e risolvere enigmi, per riuscire a scoprire i misteri che si celano dietro la morte del padre.

 

Recensione Completa del 14 Luglio 2008
Ho seguito fin dagli albori lo sviluppo di tutti i Penumbra: ho sviscerato tutti gli aspetti del tech demo dimostrativo (che è disponibile freeware), ho recensito e spulciato per bene il primo capitolo di quello che si considerava essere una trilogia (in realtà gli episodi sono stati ridimensionati e questo sarà il secondo e ultimo capitolo della serie ad uscire in versione boxed: è prevista, però, un’espansione in digitale, intitolata Requiem – per ora solo in lingua inglese) e ora dopo un lungo anno di attesa mi appresto a tornare nei meandri oscuri del complesso sotterraneo situato nella Groenlandia, per dare una risposta alle tante domande che assillano Philip: dalla morte del padre a cosa veramente è successo in questo luogo dimenticato.

Se ben vi ricordate, il primo Penumbra era finito in modo rocambolesco [ATTENZIONE: SPOILER]: Philip stava percorrendo un corridoio della base quando veniva inaspettatamente aggredito da qualcuno, forse una presenza occulta. Dopo una veloce colluttazione il nostro eroe era aveva la peggio e veniva trascinato via. Black Plague comincia proprio da questo punto: al vostro risveglio vi ritroverete rinchiusi in una stanza, appena riuscirete a trovare una via di fuga la vostra ricerca del papà e dei segreti che si celano in quel posto riprenderanno. Praticamente la trama è la diretta prosecuzione di Overture, non è cambiata di una virgola, e la storia prosegue nel suo sviluppo con crescente interesse. Purtroppo, però, si avverte un generale senso di dejà vu: infatti come per ogni seguito ci si aspetta sempre di più di quanto in realtà venga offerto, ed è possibile rimanere con l’amaro in bocca, ormai i cliché del genere sono stati spremuti all’osso e trovare qualcosa di originale non è assolutamente facile.

Graficamente, invece, ci sono delle ottime novità: l’engine 3D che sorregge il gioco è stato ottimizzato e adesso è molto più snello e funzionale, inoltre c’è stato un grosso miglioramento nelle textures e nelle ambientazioni. Anche i pochissimi mostri (ce ne sono di tre tipi) sono stati rivisti e adesso non saranno più delle strane ombre fatte malaccio e male animate, ma dei modelli poligonali realistici e più credibili. Ci sono una marea di risoluzioni da scegliere (c’è solo l’imbarazzo della scelta), e tutti gli effetti messi a disposizione saranno un ottimo corredo per chi può usufruirne grazie ad un computer ben pompato. Non ci sono filmati in full motion, ed è stato (come era ovvio attendersi) mantenuto lo stesso motore fisico denominato Newton game Dynamics. Il menù iniziale e l’interfaccia di gioco sono inalterati e quindi non ci metterete molto a riadattarvi, vi invito a leggere la recensione di Overture se volete maggiori dettagli.

Questa recensione verterà sostanzialmente sulle numerose novità introdotte in questo seguito: prima di tutto a livello di publisher, al posto della Lexicon Entertainmet, sono arrivati i ragazzi della Paradox Interactive, e anche la distribuzione italiana è passata dalle mani di Atari a quelle della Blue Label. Sostanziali novità ci sono anche a livello di gameplay e faranno gridare di gioia i vari avventurofili incalliti: pur mantenendo e non snaturando la natura in stile FPS, il gioco è stato oggetto di enormi modifiche: basta armi bianche o da fuoco, basta bombole da fare esplodere o oggetti da incendiare o tirare ai nemici (gli oggetti si possono lanciare ma non saranno mai letali), da adesso in poi tutto sarà affrontato senza l’utilizzo di alcuna arma o oggetto di offesa. L’approccio dovrà in ogni caso essere ragionato e ben pensato, in alcuni casi ci possono anche essere due soluzioni ai vari problemi, l’importante è guardarsi sempre in giro e usare la materia grigia, quindi tutti gli attacchi che subiremo potranno essere evitati con un po’ di ingegno.

Per quanto riguarda gli enigmi ne abbiamo di quattro tipi: possiamo sfruttare la fisica e quindi usare, alzare, utilizzare o modificare i vari oggetti che troviamo in giro, possiamo usare gli oggetti nell’inventario, unendoli, esaminandoli o utilizzandoli quando è necessario, possiamo cercare, raccogliere, leggere i vari fogli sparsi in giro, che sono sempre prodighi di buone informazioni e possiamo infine utilizzare i vari computer per reperire informazioni, trovare e utilizzare codici di apertura e attivare meccanismi.

Altra piacevole novità, è la presenza di una voce fuori campo, scelta alquanto azzeccata che ci permetterà di rendere meno monotono il nostro girovagare tra i vari corridoi e locali: di conseguenza c’è molto più parlato, anche se il nostro personaggio non spiaccicherà mai una parola nei dialoghi (in inglese ma sottotitolati nel nostro idioma) che sono numerosi e ben realizzati.Ggli effetti ambientali, come le musiche, non hanno subito un grosso cambiamento ma si assestano comunque su altissimi livelli: calme e rilassate quando siete soli e incitanti, adrenaliniche quando il momento lo richiede. Ultima novità da annotare è l’inserimento di 10 manufatti segreti nascosti nei vari ambienti: non mi è chiaro se alla fine trovandoli si possa accedere a qualche premio particolare (purtroppo ne ho trovati 9 su 10) ma una cosa è certa: questa ricerca servirà a fare migliorare e completare le statistiche finali. Seppur sia stata annunciata ai quattro venti una longevità maggiore, che avrebbe dovuto superare almeno del doppio l’episodio precedente, non mi sento di poter confermare questa informazione: è vero che la durata complessiva sarà superiore, ma non di molto, diciamo che in una decina di ore ve la potete cavare, comunque alcuni enigmi ben congegnati possono far aumentare il tempo di gioco.

Penombra: Black Plague non delude le attese, con una mossa coraggiosa apporta sostanziali modifiche, migliora tutti gli aspetti tecnici e si discosta in modo abbastanza marcato dall’episodio precedente: il gameplay rinnovato è azzeccato per noi amanti delle avventure e quindi per gli appassionati dell’horror o degli ibridi, questo titolo non può che essere consigliato.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Frictional Games
Publisher: Paradox Interactive
Data Rilascio: 12/02/2008
Piattaforma: Linux, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Horror
Grafica: 3D
Visuale: Soggettiva
Controllo: Mouse/Tastiera
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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