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Recensione

Monkey Island 4 - Fuga Da Monkey Island

di Paolo Novarese  

il nostro voto
79
il vostro voto (30 votanti)
74
In breve

Eccoli qui, intrighi e scimmie a volontà! Quando l'eterno aspirante pirata Guybrush Threepwood e la sua neo-sposa, il Governatore Elaine Marley-Threepwood, ritornano a Melee Island, scoprono che Elaine è stata dichiarata morta, che la villa del Governatore sta per essere demolita, e che un viscido ma terribilmente familiare uomo politico sta per prendere il posto di Elaine. Qui comincia il nuovo, esilarante capitolo della celebre serie di avventure "Monkey Island".

 

Recensione Completa del 18 Luglio 2006
Signore e signori ci apprestiamo a presentare il gioco che ha diviso milioni e milioni di videogiocatori: neofiti, veterani, conservatori e progressisti e mi fermo qui che è meglio… ESCAPE FROM MONKEY ISLAND!!! (mi prendo io questo compito infausto!). Ci ritroveremo ad impersonare il nostro beneamato Guybrush Threepwood in un’avventura senza eguali!!! “Evviva, gioia, tripudio e giubilo!” direte voi… (si l’ho fatto anche io, lo confesso!) ma non è tutto oro quello che luccica. Giocheremo si ad un’avventura senza eguali specie in confronto ai capitoli precedenti - è del tutto vero - ma per il fatto che, per dirlo il più semplicemente possibile, Monkey Island IV è un gioco davvero deludente per chi ama da sempre questa stupenda saga. Ma andiamo con calma e passiamo in rassegna i vari punti, forti e deboli, di questo gioco.

Partiamo subito con la storia: Il nostro eroe Guybrush Threepwood è di ritorno dalla sua luna di miele con Elaine. I due piccioncini se la sono spassata per 3 mesi, ma al loro ritorno a Melee Island troveranno una cattiva sorpresa: sono stati dati per morti e la loro splendida casetta sta per essere rasa al suolo. Che c’entri l’avversario politico di Elaine, Charles L. Charles, intenzionato a diventare il nuovo governatore? Un buon inizio che velocemente ci porta a riscoprire tante vecchie conoscenze e vecchi luoghi a cui tutti noi siamo affezionati, come Melee, ma anche delle nuove interessanti isole. La storia continua, ma non voglio svelarvi altro, perché altrimenti dove sta il bello (?) di poterla giocare?

Graficamente parlando, devo ammettere che Guybrush in 3D non è assolutamente niente male, anzi... davvero ben curato. D'altronde si sta parlando di uno dei punti forti di Monkey IV. Dunque vi è il passaggio ad un motore in 3D , come quello già utilizzato in Grim Fandango (ma quella è un’altra storia in tutti i sensi!), rispetto ai capitoli precedenti. Non sono una cima nel campo della grafica, anzi diciamo anche che ne capisco ben poco. Per quanto posso dire, però, è evidente che si utilizzano degli sfondi prerenderizzati, e che in questi sono inseriti personaggi e oggetti in 3D. I movimenti dei personaggi sono abbastanza realistici e Guybrush è goffo come sempre. Le locazioni sono coloratissime e dettagliate, i personaggi altrettanto e gli oggetti utilizzabili, sebbene come in Grim Fandango si possano distinguere dagli altri oggetti in un preciso ambiente, sono realizzati con cura e meticolosità. Tutto ad altissima risoluzione e tutto molto bello ma vi consiglio, se giocato con un PC, di considerare anche la potenza della vostra scheda grafica. Ribadisco di non essere un esperto in campo grafico, ma prendendo sempre Grim Fandango come esempio, è davvero una realizzazione egregia e ciò incide tantissimo sul gioco.

La saga di Monkey Island si è sempre distinta per una egregia qualità di musiche e suoni. Purtroppo Micheal Land non è più il compositore in questo capitolo ma le musiche sono affidate a Clint Bajakian. Ho già elogiato Land nella recensione di “The Dig” e per chi segue la Lucas non ha bisogno di presentazioni. Tuttavia Bajakian non si è comportato male nella composizione dei brani musicali, sebbene molte musiche siano ovviamente riprese dai precedenti capitoli. Il sistema i-Muse (utilizzato da sempre) è stato adattato egregiamente e concepito per le schede audio di nuova generazione. Ovviamente si fanno passi avanti e si abbandona il formato midi per il più moderno MP3. Ogni ambiente presenta una sua traccia musicale e passando da una locazione ad un’altra, le tracce audio vengono mixate in maniera impeccabile e senza che si noti la minima pausa. Musiche che si rivelano azzeccatissime in base all’ambientazione e devo riconoscere con piacere che alcune tracce in particolare sono davvero belle. Il doppiaggio è tutto sommato buono anch’esso e mantiene quelli che sono gli accenti demenziali caratteristici del gioco, grazie ad un bravo Massimo Antonio Rossi, doppiatore per serie tv, pubblicità, radio, cartoni animati e naturalmente videogame (tra le non AG ricordiamo Splinter Cell 4) che darà la voce al nostro Guybrush e non solo. I dialoghi sono ben curati e, in pieno stile Lucas, mantengono quel loro umorismo e demenzialità che li caratterizza. Ogni occasione è buona per una battuta esilarante ed alcune lasciano davvero di stucco. Per il resto, più o meno, si mantengono negli standard senza esagerare.

Parlando di 3D, putroppo (o per fortuna?), bisogna abbandonare il vecchio concetto di “punta e clicca”. Non giocheremo più, infatti, col mouse ma con la tastiera (o eventualmente col pad). Questo si era già verificato in Grim Fandango, avventura più volte citata in questa recensione, perché è l’unica altra AG in 3D (finora) della Lucas, e bisogna dire che rispetto a quest’ultima, ci sono state diverse migliorie. Ad esempio vi sarà un determinato tasto per uscire da un ambiente chiuso (che potrete anche decidere a vostro piacimento), così da non aver paura ad avvicinarsi ad una porta ed uscire dallo scenario in cui si stanno svolgendo le vostre azioni, dovendo aspettare in maniera fastidiosa, che si carichi per poi rientrare con ulteriore attesa. Innovazione semplice ma efficace. Ad ogni modo, anche se siete amanti del sistema di gioco tradizionale, vi abituerete dopo qualche oretta pure a questo sistema di controllo, che ormai sembra essersi affermato in numerose avventure grafiche.

Ma allora, direte voi, che cos'ha che non va questo Fuga da Monkey Island? In poche parole vi basti soltanto questo, e mi sto rivolgendo ai fan accaniti della saga. Ricordate l’atmosfera piratesca? Le vecchie isole per come le avete lasciate nei vecchi episodi? Il vecchio temibile pirata Threepwood e il perfido pirata zombie Le Chuck? E ancora, ricordate le fantastiche gag, l’umorismo demenziale che permeava durante TUTTA l’avventura e vero trademark della serie “Monkey Island”? La storia epica quanto assurda? Bene scordateveli! In questo capitolo sono soltanto un lontano ricordo, segno di come ormai non vi è più lo stesso interesse a curare i particolari e i dettagli dell’intreccio come un tempo. L’ironia allusiva non esiste, è tutto lì spiattellato sul monitor: insomma c’è un mondo che non appartiene al personaggio e su cui quest’ultimo non potrà mai fare un’allusione perché tutto è rappresentato e niente potrà essere intuito. Beh peccato perché le allusioni sono il pane quotidiano di MI. Volevano fare una critica nei confronti dei parchi formato famiglia: beh sono andati parecchio fuori strada a mio parere. Sarò troppo viziato? Forse. Ma questo capitolo mi ha profondamente deluso, probabilmente proprio per il fatto che, in passato, ero abituato a ben altro. La stessa Lucas ha d'altronde dichiarato il completo disinteresse nei confronti dei giochi classici come le AG ed invece un pieno interesse per una tipologia di giochi completamente diversa. Monkey Island IV è un chiaro esempio di come questa sia la dura e triste realtà.

Analizzando i personaggi tra l'altro, li ho trovati davvero poco credibili. Avrebbe dovuto essere il grande ritorno di Le Chuck, fantasma pirata e successivamente simpatico zombie dall'alito infuocato, che non avrebbe dovuto avere null'altro in mente se non vendicarsi dell’affronto di un Guybrush ormai sposato con Elaine. La nemesi non-morta, però, in questo capitolo non fa che da comparsa e da co-antagonista, visto che il vero nemico, almeno di facciata, è Ozzy Mandrill. Vengono ripresi, inoltre, alcuni personaggi storici del primo capitolo della saga come Otis, Carla e Meathook. Beh io ero raggiante quando li vidi all’inizio del gioco e pensai “finalmente, era ora che ritornassero alcuni dei vecchi personaggi!” anche per sapere che fine avevano fatto. Beh, non sono altro delle mere comparse e che non danno nulla allo svolgimento della trama. Altro discorso per Herman Toothrot, la cui figura è alquanto ambigua e sulla quale si potrebbero fare milioni di supposizioni e di concatenamenti quasi illogici, per capire se gli autori di “Escape from Monkey Island” abbiano giocato ai precedenti capitoli (e secondo me non l’hanno fatto: nel caso in cui l'abbiano fatto invece la cosa è ancora più grave).

Mi è molto dispiaciuto vedere molti di questi personaggi quasi gettati lì senza un ruolo ben preciso, ma ci si poteva passare sopra se non si fosse snaturata la storia PIRATESCA che contraddistingue l’intera saga. Sì è vero: è il gioco con più scimmie di tutti i precedenti capitoli, ma è anche quello con meno pirati…L’idea di una sorta di parco di divertimenti per famiglie, creato da un imprenditore australiano (mah) che soppianta l’intera pirateria con un “insulto”… no, non mi è piaciuta per niente. Rimango dell’opinione che si sia snaturata l’intera idea di fondo della saga, e si riprende lo stereotipo dell’uomo che ritorna, dopo tanto tempo, nel luogo da dove era partito e trova tutto cambiato. Beh, poteva anche essere una buona idea ma con certi limiti (che non ci sono stati). Tralascio errori ed incongruenze con gli avvenimenti passati, altrimenti non finiamo più. Basti dire che un giocatore che conosce bene la saga si renderà presto conto che gli sceneggiatori di MI 4, come ho già accennato, non hanno tenuto conto assolutamente di importanti particolari dei giochi precedenti.

Parlando di enigmi se ne possono trovare di diversa fattura: alcuni del tipo classico (usa oggetto con altro oggetto, dai la risposta giusta etc etc.) usando anche oggetti tra di loro nello stesso inventario. Altri sono puzzle basati sulla logica. Beh, che dire, non sono tutti irresistibili ma devo dire che si mantengono su una buona media e che alcuni, anche se pochi, sono davvero ostici ma divertenti. In questo frangente non si può non affrontare il discorso riguardo il Monkey Combat: è chiaro il riferimento all’ “antico” e stupendo gioco di lotta “Mortal Kombat”. L’espediente di inserire dei combattimenti stile arcade, cosa che non c’entra assolutamente nulla in un’avventura grafica, mi lascia molto pensare. Bisogna anche venire incontro alle esigenze di chi non è un vero e proprio purista e vuole anche qualche elemento diverso dagli enigmi, ma non mi sento di accettare questo espediente, come invece avevo accettato i combattimenti di spada in rima e non, nei precedenti capitoli. Perché? Beh il fatto è per quanto riguarda questi ultimi vi era una logicità nelle battute a “botta e risposta”, nel Monkey Combat assolutamente no. Si tratta di un meccanismo completamente illogico e per riuscire a vincere non si richiede il minimo cervello o ragionamento, anche perché le mosse cambiano di partita in partita.

Ho sentito molti punti di vista riguardo la longevità: alcuni reputano MI 4 un gioco con bassa longevità, altri dicono il contrario. Beh io mi mantengo in una opinione mediana: non è sicuramente un gioco che si finisce in poche ore ma sicuramente neanche si sta davanti al monitor passando notti insonni. La longevità è una cosa che ritengo in qualche modo soggettiva in base al videogiocatore. Personalmente io l’ho finito intorno alle 10 ore. Pochino per un gioco di questo calibro che tra l’altro ha già altri punti deboli, estranei fino a quel momento ai giochi precedenti della saga. Il gioco è uscito in 2 Cd-rom ed è disponibile sia per PC sia per console (PS2).

Concludendo “Escape from Monkey Island” è un gioco piacevole e sicuramente valido, purtroppo però nel titolo contiene le paroline magiche "Monkey" ed "Island" e perciò ci si aspettava molto ma moooooooolto di più. Doveva essere il primo episodio della saga in 3D, ma invece di seguire le orme di “Curse of Monkey Island”, suo predecessore, che, nonostante l’assenza di Gilbert, si è dimostrato un gioco molto bello e soprattutto degno di appartenere a questo glorioso brand, e che con poche incongruenze si atteneva allo spirito piratesco, questo quarto capitolo non è assolutamente degno di far parte della serie. Peccato perché sarebbe stato un buon gioco con un altro titolo ed avrebbe avuto anche un voto più alto. Consigliato a chi non ha giocato ai capitoli precedenti per delle ore di divertimento assicurato. Consigliato ai fan della saga per capire come si sia rovinata quest’ultima.

Poi vale sempre la regola del : "non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace". Quindi fate un po' voi...

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Lucas Arts
Distributore: CTO
Data Rilascio: Q4 2000
Piattaforma: PC, PS2
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Tastiera
Doppiaggio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: Windows 95/98
Processore: 200 Mhz
RAM: 32 MB
Scheda Video: 4 MB
Hard Disk: 40 MB
Supporto: 2 CD
Ricerche
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