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Recensione

Monkey Island 2 - Le Chuck's Revenge

 

il nostro voto
95
il vostro voto (43 votanti)
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In breve

Monkey Island 2 comincia intorno a un falò. L’eroe di Meleé Island, un Guybrush Threepwood mai così in forma, si trova sulla tetra isola di Scabb alla ricerca del leggendario tesoro di Big Whoop. Ma, come abbiamo detto, l’isola è tetra; troppo tetra per un uomo solo. Neanche il tempo di sistemare i bagagli che il boss locale, Largo La Grande, svaligia il nostro di tutte le ricchezze e lo lascia, tutto solo e senza neanche un soldo, ad affrontare la notte. Come se non bastasse il succitato criminale ha posto l’intera isola sotto embargo impedendo di fatto a chiunque di lasciarla.

 

Recensione Completa del 01 Giugno 2004
Devo ammettere che un po’ mi tremano le mani. Questa è la mia prima recensione, ed esordire con quella che, a detta di molti, è la migliore avventura di sempre, genera inevitabilmente un po’ di ansia. Bene, prepariamoci una bella dose di Diazepam (Solid Snake docet) e buttiamoci a testa bassa in questo pezzo di storia videoludica.

Correva l’anno 1991. Io avevo otto anni e trascorrevo le mie giornate corteggiando tutte le bambine della scuola elementare. I Pokémon non erano ancora nati e le Tartarughe Ninja allietavano l’ora della merenda. Dall’altra parte del mondo un simpatico dipendente della LucasArts, tale Ron Gilbert, aveva appena concluso la sua ultima fatica e si preparava a spremere i 10 (si, proprio 10) mHz dei PC dell’epoca con un esplosivo cocktail a base di pirati, tesori e maledizioni voodoo…

Monkey Island 2 comincia intorno a un falò. L’eroe di Meleé Island, un Guybrush Threepwood mai così in forma, si trova sulla tetra isola di Scabb alla ricerca del leggendario tesoro di Big Whoop. Ma, come abbiamo detto, l’isola è tetra; troppo tetra per un uomo solo. Neanche il tempo di sistemare i bagagli che il boss locale, Largo La Grande, svaligia il nostro di tutte le ricchezze e lo lascia, tutto solo e senza neanche un soldo, ad affrontare la notte. Come se non bastasse il succitato criminale ha posto l’intera isola sotto embargo impedendo di fatto a chiunque di lasciarla.

Beh, potrebbe esserci un posto migliore per una stravagante maga voodoo e per la sua modesta attività commerciale? Ovviamente no e, ancora una volta, questa misteriosa donnona verrà in aiuto di Guybrush, aiutandolo a cacciare dall’isola Mister La Grande. E qui avviene il fattaccio. Con un colpo di scena degno del miglior Hitchcock, prima di andarsene Largo ruba a Guybrush il trofeo preso della sua ultima vittima, la barba del pirata fantasma LeChuck. Inutile dirvi che l'amabile bucaniere tornerà ad essere l’incubo del nostro eroe e che la ricerca di Big Whoop si renderà decisamente più complessa di quanto preventivato.

MI2 riprende ed eleva al cubo la formula resa celebre dall’illustre predecessore: situazioni al limite dell’incredibile condite da un umorismo e da una goliardia che non hanno pari nella storia del videogioco. I momenti degni di essere menzionati sono talmente tanti che meriterebbero un libro a parte; vi basti sapere che da quando cliccherete sull’eseguibile del gioco, sarete vittime di un frenetico susseguirsi di situazioni esilaranti che metteranno a dura prova i vostri muscoli facciali.

Monkey 2 è un gioco folle, e gli enigmi che dovrete risolvere sposano pienamente questa filosofia, richiedendo una buona dose di fantasia per essere risolti. Purtroppo nella traduzione italiana si sono persi diversi giochi di parole che a volte sono del tutto innocui (il nome di Phatt Island, chiaro riferimento alla stazza del governatore), ma che, in alcune occasioni, rappresentano dei veri e propri indizi per la risoluzione di certi enigmi. L’esempio più lampante l’avrete quando dovrete usare la scimmia Jojo come chiave inglese (dai, tanto se siete su questo sito ci avete già giocato tutti). Nella versione inglese questo è un chiaro gioco di parole (chiave inglese si dice "monkey wrench"), ma nella versione italiana perde totalmente di significato. Poco male, comunque. L’avventura risulta sempre godibilissima e, pur presentando enigmi non facilissimi, non si rivelerà mai frustrante.

Dal punto di vista grafico il gioco utilizza in maniera straordinaria i 256 colori permessi dalle VGA dell’epoca presentando come fondali delle digitalizzazioni di disegni fatti a mano. L’effetto è eccezionale (per l’epoca, ovviamente). Tutti gli elementi a schermo trasudano sapore di caraibi, sfoggiando un cromatismo perfetto che, con i suoi colori caldi, rende ancora più vive le isole in cui si svolge tutta la vicenda. Le animazioni si fanno notare per una buona fluidità e, soprattutto, per una "espressività" che ancora deve trovare riscontro nei moderni motori tridimensionali (forse solo l’ultimo Zelda per GameCube è in grado di giocarsela).

L’audio si avvale dell’innovativo sistema iMuse (interactive Music and Sound Effects) che "modella" le musiche sulla base di quello che avviene sullo schermo. L’opera dei due musicisti (Michael Land e Peter McConnel) è entrata nella storia e sono sicuro che tutti ricorderete a memoria il tema principale della serie. Da notare che i due compositori hanno messo in musica TUTTO il gioco, non solo le "scene salienti" e hanno prodotto una vera e propria colonna sonora che varia per ogni ambiente incontrato.

Insomma, come avrete già capito Monkey 2 è IL gioco d’avventura. E’ bello da vedere, piacevole da sentire e, soprattutto, è maledettamente divertente da giocare (e rigiocare). Solitamente non riprendo mai un’avventura grafica una volta che l’ho finita, ma Monkey 2 è uno dei pochi giochi perennemente installati sul mio hard disk che gioco ogni volta con lo stesso spirito del ’91 e che riesce sempre a divertirmi come fece tredici anni fa.

Per concludere permettetemi una breve digressione sulla storia dei Monkey Island. Se consideriamo il progetto che Ron Gilbert (creatore della serie) aveva in mente, la storia di Guybrush finisce proprio con questo capitolo. I successivi episodi della serie sono frutto della mera speculazione economica della LucasArts che ha prodotto un gioco decisamente bello (Monkey 3) e un gioco decisamente meno bello (Monkey 4). Comunque delle peculiarità di questi episodi parleremo nelle rispettive recensioni. Quello che mi premeva sottolineare è che tutte le vicende che vengono dopo Monkey 2 rappresentano un’eresia dal punto di vista narrativo e svuotano di significato lo straordinario finale di questo secondo capitolo.

-------ATTENZIONE SPOILER--------

Come saprete, infatti, Monkey 2 si conclude con un Guybrush bambino che si trova con la famiglia (padre, madre e fratello LeChuck) in un parco di divertimenti. L’avete notato il nome del parco? Si? Esatto è proprio Big Woop. Cosa vuole significare tutto questo? Posso dirvi la mia idea: tutto quello che avete visto nei primi due Monkey non è mai successo. E’ stato tutto un sogno. Un sogno del piccolo Guy che, entrato in questo parco di divertimenti, si abbandona alle proprie fantasie piratesche e si perde nei meandri del parco all’inseguimento di una bambina di cui sì è probabilmente invaghito (la piccola Elaine). Insomma, il senso è questo: Monkey Island è un sogno e, questo vuole dirci Gilbert chiamando il parco Big Whoop, non c’è tesoro più grande dei meravigliosi sogni di cui sono capaci solo i bambini.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Lucas Arts
Distributore: CTO
Data Rilascio: Q3 1991
Piattaforma: Amiga, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: DOS
Processore: 286
RAM: 640 Kb
Scheda Video: VGA
Hard Disk: 6 MB
Supporto: 4 Floppy
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