Adventure's Planet
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Recensione

Memoria

di Daniele Picone  

il nostro voto
86
In breve

Geron, il giovane cacciatore di uccelli, farà un accordo con un mercante per riuscire a far tornare alla forma umana la sua ragazza, la fata Nuri. Geron dovrà risolvere i cinque secolari misteri di Sadja, una principessa della lontana terra di Fasar, che un tempo si era avventurata in una guerra per combattere dei pericolosi demoni e poi scomparsa in circostanze misteriose. Tutto questo però innescherà una pericolosa catena di eventi che andranno ad abbattersi sulla terra natia di Geron, richiamando un oscuro passato dimenticato da secoli.

 

Recensione Completa del 23 Settembre 2013
Quando lancio un gioco dei Daedalic Entertainment, contemporaneamente so e non so cosa aspettarmi. Sono conscio di averli ormai inquadrati nel loro mondo di vibranti sfondi 2D, animazioni un po’ legnose, gameplay mutuato dall’età d’oro, ma sono altrettanto consapevole che, pur forti di realizzazioni di sicura competenza e di concept interessanti, scoprire se ne è stato esplorato il pieno potenziale è un salto nel buio, per quanto sia rassicurante costatare che, anche quando si esce dal più confortevole orticello umoristico, gli sviluppatori tedeschi stiano progressivamente aggiustando il tiro.

La coppia di giochi integrati nell’universo di uno Sguardo nel Buio, un gdr da tavolo alla D&D con quasi 30 anni di storia e che ha spopolato in Germania, rappresenta per me una felice contraddizione; dopo aver difatti archiviato il predecessore Chains of Satinav come giochino valido ma non adatto ai miei gusti, confesso che non mi aspettavo granché da Memoria, ma questa nuova visita ad Aventuria (o Atlantide, nel caso giochiate alla versione italiana del gdr) mi ha poco a poco conquistato.
Quando si realizzano ambientazioni epico-fantasy c’è da fronteggiare lo scoglio intrinseco dell’esposizione, poiché la descrizione del substrato culturale, razziale e teologico potrebbe distrarre dal racconto. É però assolutamente necessario instaurare un sistema di regole per evitare che l’utente si senta gabbato dall’ennesimo deus ex machina e questo lavoro certosino sembra assicurare il successo in saghe letterarie molto lunghe. Sebbene The Dark Eye abbia decenni di storia da cui attingere, l’esigenza ludica impone un paradigma narrativo snello, quindi gli sviluppatori sono costretti ad approfondire solo un sottoinsieme del suo folklore magico/medievale, lasciando il resto come contentino per gli appassionati ruolisti.

Gli autori delle due avventure su Aventuria sembrano essere interessati a differenti sfaccettature di questo vasto panorama di scelte; Kevin Mentz, leader del progetto Memoria e già sceneggiatore di A New Beginning, preferisce in particolare allontanarsi dalle fate e mettere in secondo piano il rapporto tra i vecchi protagonisti Geron e Nuri, ma i numerosissimi richiami al precedente episodio sconsigliano di saltarlo a piè pari. Di suo, Geron non è perfettamente integrato nel flusso narrativo principale e il tutorial mette subito in chiaro la sua funzione di puro risolutore di enigmi. É un ruolo che forse non gli calza a pennello, dato che Memoria usa la sua natura ingenua da acchiappa-uccelli come scusa per fargli chiedere delucidazioni e lasciare al giocatore libertà di dettare il ritmo durante gli eventi chiave. Da amante di narrazioni stringate, ho preferito tagliare corto, ma in caso vogliate ulteriori informazioni sono anche disponibili numerose descrizioni approfondite col classico click destro del mouse.
Sono comunque le donne che fanno la parte del leone. Memoria si sviluppa su due piani temporali visitati a turno attraverso eventi scriptati. L’epoca passata, più arcana ma non altrettanto civilizzata, è il teatro delle imprese dell’altro personaggio giocabile, la principessa guerriero Sadja, animata dal desiderio di tramandare il suo nome ai posteri, che solo a 500 anni di distanza compiono un lavoro di ricerca storica per ricostruirne le gesta ormai dimenticate. Mentre Geron è implicato in questa ricerca solo per fini personali, Bryda, una talentuosa apprendista maga ridotta ai lavori più umili, è innamorata di quell’antico splendore; questa coppia di donne che si sentono fuori dal loro tempo formano il motivo centrale di Memoria.

Passando agli enigmi, avevo notato che in Chains of Satinav c’era una specie di invisibile muro ludonarrativo che separava quasi del tutto la fase di risoluzione da quella di progresso della trama. Lungi da me dare ad intendere che questo problema sia stato risolto in Memoria, tuttavia è stato fatto qualche passo nella direzione giusta, ad esempio legando le caratteristiche di un particolare cimelio alla possibilità o meno di utilizzo dei poteri magici, oppure con l’illuminante presentazione del Giardino dell’Oblio, un microsistema frutto di beghe politeiste di cui non posso rivelare troppo, ma la cui rigida canonica fornisce un’ottima premessa per potenziali scontri dialettici.
Come già accennato, Sadja e Geron possono lanciare una serie di piccole magie, utilizzabili quasi tutte alla stregua di oggetti d’inventario, a parte quello di “Invio visione”, il cui funzionamento tramite selezione di immagini dallo scenario è simile al potere di proiezione introdotto nel primo episodio di Cognition. Al classico format di enigmi da inventario, in cui i Daedalic sono ormai maestri, è qui affiancato a qualche indovinello in tema non sempre brillantissimo. Una sezione di labirinto alla Zak McKracken in cui, da novelli Hänsel e Gretel, è possibile orientarsi lasciando bacche sul sentiero, è reminiscente di quelle sessioni gdr con carta e penna, ma può costringere i giocatori con poca pazienza allo skip. La necessità di svelare nuovi dettagli a intervalli ben definiti impone di frazionare la buona decina di ore di gameplay in blocchi di lunghezza variabile, che forse non raggiungeranno il picco enigmistico della zona delle fate in CoS, ma sono logicamente consistenti e mai banali.

Il doppiaggio in lingua inglese soffre anch’esso di una separazione temporale; avrei fatto volentieri a meno dell’eredità del doppiatore di Geron e Bryda, che rimane comunque il mio personaggio preferito, non ha un tono in linea con la sua personalità accademica. Di tutt’altra pasta invece l’interpretazione dei personaggi del passato, cioè di Sadja e soprattutto del suo partner, il bastone magico, sorprendente tanto nei dialoghi quanto nell’interpretazione, la cui inflessione vocale mi ha vagamente ricordato Wheatley di Portal 2. Le musiche della colonna sonora sono ricche di mistero e incanto, ma mettono da parte una maggiore differenziazione forse a vantaggio di un’atmosfera più coerente.
I fondali mozzafiato parlano da soli, specialmente quando ci troviamo di fronte alla maestosa architettura magica, ma i tempi di caricamento non sono sempre velocissimi; le animazioni stick figure sono in netto miglioramento rispetto agli standard Daedalic e danno quasi l’illusione di essere in 3D, sebbene le articolazioni umane nei controlli ancora non siano emulate perfettamente. Interessante anche il tocco di classe di differenziare l’interfaccia utente tra i due personaggi giocanti, sebbene la ruota di selezione dell’opzione di dialogo abbia una zona morta centrale non cliccabile più estesa del dovuto; approvo inoltre la rimozione di tutte le penalità per l’uso del rivelatore di hotspot, il simpatico giornale delle quest per fare il punto della situazione e le cutscene video che stavolta conservano il look del gioco principale.

Memoria è un’avventura che richiede grossa attenzione ai testi e, mio malgrado, una padronanza più che buona della lingua d’Albione (al momento non ci sono notizie di una quantomai imprescindibile versione italiana). I tasselli della storia sono introdotti spesso contro-intuitivamente e il vero significato viene rivelato molto più avanti; non è cioè una narrazione che “acchiappa” dal primo istante e rimane sempre sullo stesso livello come potrebbe essere un equivalente fantasy tipo Dreamfall, ma la partenza in sordina è ampiamente ricompensata dallo svelamento del mistero che circonda ognuno dei suddetti tasselli quando si incastrano nel posto che compete loro. É questa la vera evoluzione rispetto agli altri giochi Daedalic: il finale non è soltanto a sorpresa, ma è anche la naturale sbocciatura di tutti i semi piantati lungo il percorso.
Memoria è un’avventura speciale, che restituisce tanto di più quanto si investe nella conoscenza delle sue minuzie; non posso consigliarlo ai fruitori di avventure immediate e a chi non vuole impegnarsi anche fuori dal contesto ludico, ma sono tanto sicuro che qualcuno tra voi lettori lo conserverà con affetto nella memoria almeno quanto lo sono che non concluderò la prossima recensione con un pessimo gioco di parole.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Daedalic Entertainment
Publisher: Deep Silver
Distributore: Zodiac
Data Rilascio: 31/08/2013
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Fantasy
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
Ricerche
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