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Recensione

Mata Hari

di Matteo Inzaghi  

il nostro voto
40
il vostro voto (1 votanti)
55
In breve

Europa, inizio del ventesimo secolo: la danzatrice Mata Hari conquista uomini e fama nel periodo della Belle Epoque grazie alle sue suggestive coreografie orientrali. Le sue audaci movenze attraggono magnati dell'industria e politici tra cui lo svizzero Oscar Samsonet. L'uomo capisce rapidamente che questa bellezza esotica può essere utilizzata per i suoi scopi. Spinta dal suo desiderio di avventure e dalla prospettiva di soldi facili, Mata Hari diventa una spia. Grazie ai suoi "convincenti" modi e con l'arma della seduzione Mata Hari viene a conoscenza di molti segreti mentre la Prima Guerra Mondiale si profila all'orizzonte.

 

Recensione Completa del 24 Aprile 2009
Da avventuriero di vecchia data, attendevo con trepidazione l’arrivo sugli scaffali di questo nuovo punta e clicca targato Cranberry Production. Soprattutto perché nel progetto sono stati coinvolti due mostri sacri: Noah Falstein e Hal Barwood, i “papà†di quella meraviglia intitolata Indiana Jones and the Fate of Atlantis.
I ricordi di quel capolavoro targato LucasArts di ormai diciotto anni fa, i primi screenshot del gioco e, appunto, le due illustri firme in calce, facevano ben sperare in un ritorno in grande stile e in un’avventura con la “A†maiuscola. Mata Hari è un personaggio storico dotato di un fascino e di un carisma incredibile, un progetto così ambizioso non poteva non attirare l’attenzione dei giocatori. Se avete già letto il numerello con il voto lì in alto, però, avrete intuito che qualcosa è andato storto.

Dopo una breve introduzione che ci mostra che tutta la storia che andremo a ripercorrere è in realtà la stesura di un libro dedicato alla vita della famosa ballerina, ci ritroveremo nei panni della nostra eroina al suo arrivo a Parigi. Mata Hari gode di un discreto successo, ma ha bisogno di un impresario che le faccia fare il salto di qualità e le permetta di diventare una stella della danza. Riuscirà nell’intento grazie all’aiuto di Oscar Samsonet, ma l’aver conosciuto quest’uomo le cambierà completamente la vita. Monsieur Samsonet, infatti, trasformerà Mata Hari in una spia e la coinvolgerà in missioni sempre più rischiose in cui metterà a repentaglio la propria vita. Avremo a che fare con intrighi internazionali, omicidi ed entreremo in contatto con alcuni dei personaggi storici più influenti dei primi anni del novecento, nel periodo appena antecedente alla guerra del 1915-1918.

Per quanto riguarda l’interfaccia, il gioco si presenta come un punta e clicca classico: il cursore si trasforma automaticamente in una manina o in un fumetto spostandolo sugli oggetti e sui personaggi con cui è possibile interagire e l’inventario a scomparsa è posto nella parte inferiore dello schermo. Meno classica invece è la gestione dei dialoghi: quando Mata è a colloquio con qualcuno, colleziona nel proprio inventario una serie di idee che sfrutterà né più e né meno come un oggetto. Poteva essere una proposta interessante, ma il fatto che dopo aver raccolto “un oggetto idea†questo venga presentato nei dialoghi successivi solo se e quando serve, elimina qualsiasi tipo di sfida. Se, per esempio, parliamo con il personaggio X ed entriamo in possesso di tre “ideeâ€, quando interrogheremo Y, non le avremo a disposizione tutte, ma vedremo solo “l’oggetto idea†corretto. Nel caso non ne fossimo in possesso, non potremo dire nulla al personaggio in questione. Idem con patate anche per quanto riguarda gli oggetti “normaliâ€: non è possibile provare ad utilizzare “tutto con tutto†quando si è a corto di idee. L’oggetto giusto s’illumina automaticamente appena la sua iconcina viene fatta passare sopra lo scenario. È impossibile sbagliare qualcosa perché non è nemmeno permesso provarla! Gli enigmi, in pratica, si risolvono da soli: si seleziona un oggetto, si fa scorrere sullo scenario e… “Toh, qui s’illumina! Vabbè, non ne ho capito il motivo ma tanto sono sicuro che questo coso va messo qui!â€.
Per facilitare ancora di più tutto quanto (come se ce ne fosse bisogno), premendo la barra spaziatrice vedremo tutti gli hotspot e avremo anche a disposizione un diario. Quest’ultimo non si limita solamente a dirci qual è il nostro obiettivo come in tutti gli adventure games del pianeta, ma spiega quasi passo per passo le azioni da compiere. Una sorta di soluzione in game, insomma. Nel diario sono presenti anche i nostri punteggi per quanto riguarda lo spionaggio, la ricchezza e l’abilità, che rappresentano l’unica vera sfida che il gioco presenta. Per aumentare i vari punti, è necessario superare con successo più minigiochi possibile tra quelli proposti.
In cosa consistono questi minigiochi? Ce ne sono tre principali più un paio di varianti. Il minigame del ballo consiste in un filmato in cui vedremo Mata danzare e quattro cerchietti posti negli angoli dello schermo. Alcune note musicali passeranno per la schermata e noi dovremo toccarle con il cursore del mouse nel momento in cui attraversano i cerchi.
Il minigioco del viaggio in treno, invece, è una sorta di percorso su una mappa in cui dovremo raggiungere la città di destinazione senza farci acchiappare dalle spie nemiche.
Dulcis in fundo (si fa per dire), il gioco con i pannelli elettrici prevede il sabotaggio di fili componendo dei circuiti elettrici diversi da quelli iniziali.
Fortunatamente i minigame sono bene implementati nella storia e non sono messi a caso, non sono obbligatori e si possono tranquillamente saltare, ma se volete incrementare i vostri punti (che serviranno per vedere un finale migliore) dovrete cercare di vincerne il più possibile. Peccato solamente che sia più divertente prendersi a martellate un piede o tirare delle testate contro un muro, piuttosto che perdere tempo con questi giochini insulsi.

La grafica è l’unico aspetto degno di nota di Mata Hari. Gli scenari sono bellissimi, curati in ogni dettaglio e animati con maestria. I personaggi hanno un abbigliamento storicamente perfetto e la nostra protagonista possiede un vestito diverso per ogni occasione. Lasciano perplessi però i pochissimi poligoni utilizzati per i protagonisti e le animazioni non fanno certo gridare al miracolo. In qualche occasione, i presunti balli “sensuali†della nostra eroina mi hanno fatto scappare qualche risatina per via di movimenti non proprio leggiadri.

Il sonoro è costellato di musichette ripetitive fino alla nausea e fastidiose come poche, mentre il doppiaggio in lingua inglese è piacevole. Al posto dei sottotitoli, sono visualizzati sullo schermo dei balloon in stile fumetto contornati da una cornice “retròâ€. Molto bella l’idea, visto che si sposano benissimo con l’ambientazione storica del gioco.

L’avventura punta e clicca in Mata Hari, altro non è che una specie di contorno a quello che è il gioco vero e proprio, ovvero la serie di minigames di cui scrivevo pocanzi. Sapremo SEMPRE DOVE andare, SEMPRE COSA fare e SEMPRE COME fare. Tutto è una scusa per farci fare un altro inutile balletto o una fastidiosissima caccia al ladro con il giochino della stazione. Già, perché, tra le altre cose, poiché la storia è eccessivamente breve, gli autori hanno ben pensato di allungare il brodo facendo girare la nostra spia per tutta l’Europa ogni quindici secondi. Chiacchieriamo con un tizio a Berlino, andiamo a fare qualche cosa a Madrid perché lui ce lo chiede (minigioco della stazione), torniamo a Berlino per riferire di aver eseguito il compito (altro minigioco della stazione) e poi andiamo a Parigi (ENNESIMO minigioco della stazione) per organizzare uno spettacolo (minigioco del ballo).
La tanto decantata “non linearità†di cui afferma di pregiarsi il gioco, non è composta da nient’altro che dai finali alternativi visibili in base ai punteggi dei minigames. La storia sarà guidatissima fino in fondo e non esistono scelte che influenzino il proseguimento della vicenda.
Anche “l’arte della seduzioneâ€, caratteristica che doveva essere un’altra delle novità assolute dell’avventura, non è che un’iconcina da scegliere in una lista di quattro. Ogni personaggio ha il proprio carattere e per sedurlo Mata dovrà utilizzare la tecnica giusta: osare, cedere, respingere oppure adulare. Se sbaglieremo, basterà ricominciare, per cui al posto di perdere tempo a pensare a quale sia la frase giusta, basta provare a casaccio un paio di volte e il gioco è fatto.
Un altro aspetto che ho detestato è stata l’eccessiva banalizzazione di quello che sarebbe stato un protagonista fantastico. La nostra spia è spinta all’avventura solo dai soldi. Nessun ideale, nessuna voglia di giustizia, nessun sentimento. A Mata basta portarsi il fesso di turno nel proprio letto per sottrargli le informazioni che le servono e basta. Si sarebbe potuto dire moltissimo su un personaggio così, invece non è stato fatto assolutamente nulla. Al posto della bella ballerina, avrebbero potuto utilizzare CHIUNQUE come protagonista, vista la scarsa caratterizzazione, non ci avremmo assolutamente fatto caso.

Se l’obiettivo di Falstein e Barwood era di creare un’adventure rigiocabile o di accontentare sia gli avventurieri sia i casual gamers, hanno floppato su tutta la linea.
L’avventuriero rimarrà deluso dall’eccessiva banalità e semplicità del gioco, il casual gamer si farà molto più volentieri una partita a Peggle o a Zuma piuttosto che fracassarsi i Paesi Bassi ad acchiappare le note durante i balletti di Mata.
Una volta terminato (se mai abbiate il coraggio di cominciarlo), non toccherete il DVD di Mata Hari nemmeno con un bastone.

Attenzione: cliccando qui è possibile scaricare una patch non ufficiale, che corregge qualche errore di traduzione e modifica alcune situazioni di gioco poco coerenti con la storia. (Ringraziamo Diduz di Lucasdelirium per la segnalazione)

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: 4Head Studio
Publisher: Anaconda Games
Data Rilascio: 30/03/2009
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
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