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Recensione

Lydia

di Emanuela Ocello  

il nostro voto
72
In breve

Una storia su una piccola bambina calata in un mondo di adulti. Come si può affrontare un mostro che non puoi vedere?

 

Recensione Completa del 06 Settembre 2017
Le avventure grafiche hanno dato molte volta prova di poter trattare, in modo credibile, tematiche estremamente delicate.
Tra i tanti esempi, di recente abbiamo visto come A Normal Lost Phone sia riuscito a raccontare, con rispetto ed acume, argomenti spinosi quali l'identità sessuale e la relativa espressione ed accettazione.

Oggi scopriamo insieme Lydia, punta e clicca 2D dell'indipendente Platonic Partnership Ltd., uscita lo scorso 2 giugno per Pc e Mac, interamente focalizzata sull'abuso di sostanze, alcol principalmente, e le sue conseguenze in ambito familiare.
Una scelta forte, che gli autori dicono provenire dalle loro dirette esperienze di vita: circostanza, questa, difficile da dubitare, una volta messi di fronte alla lucidità e all'efficacia dell'avventura che hanno portato su schermo.

La Bambina e il Mostro

Come succedeva in A Normal Lost Phone, e altrettanto saggiamente, il titolo dei Platonic Partnership non sembra avere la pretesa di trattare in modo esaustivo, ed universalmente vero, il tema dell'abuso di sostanze alcoliche.
Sgomberato il campo da qualsiasi sterile didascalismo, lo sguardo ravvicinato al dramma dell'alcolismo conferisce alla storia un'efficacia figlia dell'empatia per una vicenda umana credibile.
La prospettiva, in concreto, è quella intima di una singola famiglia distrutta dal vizio e, più precisamente, della piccola Lydia, bambina costretta in un mondo di adulti schiavi delle loro stesse debolezze.

Ogni sera, chiusa nella sua stanza, la piccola ascolta impotente gli assordanti rumori provenienti dal piano di sotto, dove infernali baccanali si ripetono come veri e propri rituali.
L'unico conforto le viene dal suo orso di peluche, Teddy.
Si tratta, però, di una consolazione momentanea: non c'è scampo, infatti, dal Mostro.
Nascosto nel buio del suo armadio, in un lugubre reame di fantasia, questa terrorizzante presenza altro non è che una rappresentazione infantile della dipendenza dall'alcolismo, che Lydia ha dovuto necessariamente materializzare, nell'illusione di poterla contrastare.
Ecco quindi che, impotente nei confronti del reale, la bimba si fa audace nel fantasticare missioni alla ricerca dell'abominevole creatura, affiancata dal fidato animale di pezza. Forse esiste un modo per rimettere le cose al loro posto!
Il mondo oltre l'armadio, però, non sembra essere meno spaventoso, e deludente, di quello al di qua dello stesso, e la realtà spinge per entrare e contaminarlo.

Lydia è un'avventura eminentemente story driven, lineare e di durata contenuta, un'ora circa.
Sul versante ludico, le meccaniche punta e clicca sono proposte in veste semplificata, con a schermo il solo puntatore che reagisce, con un'animazione, ai pochi punti d'interesse.
Manca del tutto un inventario e gli enigmi, sempre contestuali, non spiccano per particolare estro o complessità.

Discorso non dissimile può essere rivolto alle scelte che scandiscono le conversazioni, limitate al tono della risposta e, salvo una manciata di rompicapo di dialogo, apparentemente prive di particolari implicazioni al di là di quelle legate a coinvolgimento ed immedesimazione.
In questo quadro, la narrazione costituisce naturalmente la pietra angolare dell'esperienza, raccogliendo egregiamente la difficile sfida insita nelle premesse della trama.
Saggia la scelta di collocare la storia in un frequente alternarsi, e sovrapporsi, di realtà ed immaginazione, verità e metafora, che asseconda e valorizza la particolare prospettiva conferita all'avventura dall'impersonare una bambina che tenta di decifrare, a sua “misura”, un mondo di adulti.
Se, infatti, non è difficile per il giocatore leggere il vero significato degli eventi riscritti, o alterati, dall'immaginazione di Lydia, questi escono decisamente amplificati dal contrasto con la loro fantasiosa rappresentazione e dallo stacco con le sezioni più stabilmente ancorate alla realtà, “presenti” e “future”, per una storia che segue la protagonista attraverso varie fasi della sua vita.

Lontane, comunque, le fastidiose esasperazioni che spesso accompagnano questo genere di racconti, in un profondo rispetto della tematica. Soccorre, in tal senso, la scrittura, che non cerca il virtuosismo o l'enfasi forzata, mantenendosi semplice, colloquiale e, per questo, efficace. Anche nella gradevole traduzione italiana.

Stesso dicasi, in termini diversi, per il comparto grafico, che strizza l'occhio al fumetto e utilizza uno stile sfumato e stilizzato per evidenziare solo i dettagli realmente significativi, in modo che nessuno passi inosservato, complice il buon lavoro su luci e ombre.
Anche qui, la fantasia di Lydia si traduce in una differente percezione della realtà, che diventa spesso teatro di figure alterate e di improbabili prospettive.
Apprezzabile, poi, la scelta del bianco e nero, solo a tratti rotto da macchie di colore che sottolineano, a livello emotivo, determinati passaggi o figure.

Ne risulta un comparto artistico che non punta ad una compiaciuta gratificazione dello sguardo, bensì alla stessa essenziale efficacia che contraddistingue quello narrativo.
Meno memorabile il comparto sonoro, che non colpisce nonostante abbia i suoi bei “momenti”.
Interessante, infine, la scelta di compensare l'assenza di doppiaggio facendo emettere ai personaggi dei versi che, pur non sostituendo in alcun modo una buona recitazione, rendono l'idea di toni e atteggiamenti.

Commento conclusivo

La forza di Lydia sta nella sua intensità: un'ora durante la quale si sviluppa, in crescendo, una tematica delicata come quella dell'alcolismo, inscrivendola con acume nella malinconica storia di una bambina in conflitto con una realtà di adulti viziati ed indifferenti.

Per mantenere costantemente a fuoco questo ambizioso obiettivo, gli autori hanno rinunciato al superfluo, sposando un'essenzialità che, nel caso del comparto narrativo e di quello artistico, è risultata vincente. Così come per la longevità: minima, se si guarda solo all'orologio, ma giusta nella percezione.

Diverso il discorso sul versante ludico, dove la semplificazione, pur comprensibile, è forse risultata eccessiva, soprattutto per scarsità di estro ed inventiva. Leggendo nell'interattività un veicolo d'immersione, e non il motore dell'avventura, è comunque possibile godere a pieno dell'esperienza, meritevole di trattare un argomento tanto spinoso con lucidità e senza compromessi, lontano dalle fanfare della sensibilizzazione e della denuncia ad ogni costo. Scelta, questa, che nulla toglie al coinvolgimento, conferendo ulteriore spessore ad un lavoro che merita di essere provato e supportato.
Il vantaggio sarà tutto vostro.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Platonic Partnership
Data Rilascio: 02/06/2017
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Psicologico
Grafica: 2D
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Inglese
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