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Recensione

The Franz Kafka Videogame

di Emanuela Ocello  

il nostro voto
68
In breve

Il gioco è basato sugli scritti di Franz Kafka e vi farà vestire i panni di un anonimo eroe, K., che a seguito di un'offerta di lavoro si trova costretto a partire per un lungo viaggio. In questo suo peregrinare scoprirà che il mondo non è come lo aveva sempre immaginato, vivendo un'avventura sul confine dell'assurdo, in un'atmosfera di totale incertezza.

 

Recensione Completa del 07 Giugno 2017
L'autore di The Franz Kafka Videogame, il russo Denis Galanin, in arte mif2000, non è nuovo alle sperimentazioni in bilico tra letteratura e videogioco.
Il suo primo lavoro, Hamlet or the Last Game without MMORPG Features, Shaders and Product Placement, è un peculiare punta e clicca liberamente ispirato all'opera Shakespeariana, che ha raccolto un discreto consenso rivelando al mondo la lucida follia del suo autore.

Oltre alla contaminazione letteraria e all'impostazione da puzzle game in terza persona, con enigmi a schermate fisse, The Franz Kafka Videogame riprende dal suo predecessore proprio la mano creativa di Galanin, fautore di un approccio che de-costruisce le comuni regole del game development.



Per sua stessa ammissione, infatti, il designer russo adotta una metodologia “improvvisataâ€, senza documenti di design preventivi che, nella sua ottica, rischierebbero di imbrigliare la creatività.
Nel caso di The Franz Kafka Videogame, il risultato di questa doppia sperimentazione, letteraria e di sviluppo, è un titolo fatto di luci e ombre: a tratti incantevole, nel modo in cui reinterpreta la simbologia kafkiana in chiave ludica, a tratti straniante, per la sua fugacità e per una curva di difficoltà altalenante.

Allegorie senza carri

A livello di stretta trama, il giocatore si trova a vestire i panni di K., psicoterapeuta in ristrettezze economiche, che dalla Boemia si imbarca per l'America a seguito di una misteriosa offerta di lavoro. La speranza è quella di sistemarsi, vincendo così l'ostilità della famiglia della sua amata, Felice.

Ad attenderlo, un lungo viaggio fatto di luoghi e incontri surreali, narrato in modo lineare e con una limitata interattività. In particolare, non esistono dialoghi a risposta multipla o bivi di sorta.
Più che una storia d'intreccio, The Franz Kafka Videogame vuole proporre un racconto dalle forti suggestioni allegoriche, che riprende liberamente tematiche e contesti dell'opera kafkiana, stemperandone i toni con una gradevole vena ironica.

Tra tutte, a bucare lo schermo è soprattutto l'incomprensibilità dell'esistenza, animata da leggi e forze che non sta all'uomo decifrare, nonostante si affanni in tal senso. Lungo il racconto del gioco, questa impenetrabilità diventa essa stessa messaggio, in un alternarsi di situazioni e personaggi sempre più ermetici e decontestualizzati.

Non c'è dubbio che una discreta conoscenza delle opere dello scrittore praghese possa aiutare, ma credo che anche digiuni si possa godere della forte valenza metaforica del percorso intrapreso da K; l'invincibilità dell'assurdo è poi scritta anche tra le righe dei pregevoli dialoghi, egregiamente tradotti in italiano e privi di doppiaggio. Ciò nonostante, il protagonista tenta di resistere al non senso, delegando al giocatore la battaglia vera e propria, da combattersi a suon di enigmi.
Sul fronte strutturale, infatti, il titolo intervalla le sezioni narrative con puzzle a schermata fissa.
L'interfaccia punta e clicca è sempre essenziale e non prevede alcun inventario, ma ciascun rompicapo rappresenta quasi una dimensione a sé stante per la diversità degli approcci logico-deduttivi richiesti.

Si passa da giochi di luci e ombre a particolari rivisitazioni del gioco dell'oca, con una varietà ed una scioltezza che mantengono vivo il coinvolgimento e costituiscono la faccia positiva dello sviluppo spontaneo e improvvisato.
L'integrazione con il contesto narrativo è comunque garantita, soprattutto dalla simbologia e dal gusto dell'assurdo di cui anche gli enigmi sono permeati. Più in ampio, dalla particolare forma mentale che si sviluppa giocando.
Nel passare dalla narrazione ai puzzle, infatti, si ha la sensazione di restituire ordine al caos, riportando la logica in carreggiata e, sostanzialmente, facendosi carico della lotta di K.
La struttura del gioco diventa dunque allegoria della visione esistenziale kafkiana, e il giocatore sperimenta sulla propria pelle l'illusorietà di una vittoria che non dura che lo spazio di una schermata, salvo poi cedere nuovamente all'inspiegabile.

Ne risulta un interessante esercizio di meta-narrazione, che conferisce fascino e ragione ludica ad un omaggio letterario che, altrimenti, rischiava di restare fine a se stesso.
A dispetto del loro valore estrinseco, i rompicapo difettano di un reale mordente: sono piacevoli, a tratti spiccatamente ingegnosi, ma mai realmente in grado di lasciare il segno.

Manca anche un bilanciamento efficace della curva di difficoltà, che sembra viaggiare sulle montagne russe, con passaggi repentini tra il semplice e il frustrante e qualche accenno di scarsa leggibilità. Probabile rovescio della medaglia dell'improvvisazione di cui sopra.

Soccorre, comunque, un sistema di aiuti a doppio livello, attivabile dopo un tot di tempo dall'inizio di ciascun enigma.

Non giova all'esperienza neanche la precocità dell'epilogo, che giunge dopo circa tre ore, proprio quando si è finalmente addentro il particolare spirito del gioco. Il problema non è la durata in senso stretto, quanto piuttosto la fugacità percepita.


Funziona molto bene, invece, lo stile visivo, che interpreta correttamente la matrice surreale dell'opera, confezionando schermate bidimensionali in cui lo sfumato delle tinte pastello enfatizza i molteplici simbolismi. Più definiti gli sprite dei personaggi, che staccano dallo sfondo anche per il gradevole taglio cartoonesco. Pregevoli anche gli intermezzi puramente narrativi, con diverse variazioni sul tema del racconto per testi ed immagini.

Piacevole, infine, la colonna sonora, che riporta in note la malinconia dell'esperienza.

Chiudendo il cerchio

Pubblicato su PC da Daedalic Entertainment il 6 aprile 2017, The Franz Kafka Videogame non è un titolo che si vede tutti i giorni. L'integrazione tra videogioco e letteratura era già stata tentata prima, ma il nuovo lavoro di mif2000 ne estremizza le conseguenze, facendo dell'intera struttura di gioco una metafora della poetica kafkiana.

Non solo, il risultato buca la quarta parete, immedesimando il giocatore nella vana lotta esistenziale del protagonista. Peccato per una difficoltà mal gestita e per una preparazione non sempre accurata dei singoli enigmi, che spiccano comunque per varietà, pur non riuscendo a proporre soluzioni realmente incisive. Convincente la direzione artistica, che reinterpreta bene lo spirito dell'opera, confermandone l'organicità espressiva.

Complessivamente, si tratta di un gioco originale, che ha da dire molto più di quanto la sua impenetrabilità vorrebbe lasciare intendere, nonostante la fine giunga prematuramente.
Consigliato a chi apprezza le sperimentazioni “meta†e vuole cimentarsi in un'avventura diversa dal consueto. Meno, a chi ricerca soprattutto la profondità dell'interazione e dell'intreccio.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: mif2000
Publisher: Daedalic Entertainment
Data Rilascio: 06/04/2017
Piattaforma: Android, iPad, iPhone, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Puzzle
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Italiano
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