Adventure's Planet
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Recensione

The Infinity String

di Pietro Lietti  

il nostro voto
78
il vostro voto (7 votanti)
74
In breve

Il tuo nome è Yerik Elnar. Sei uno scienziato che lavora per gli Stati Uniti. Alla fine del 2009 sono state scoperte delle rovine in Antartide da esploratori russi. Nel 2010 è stato costruito un elaborato complesso di ricerca per studiare i ritrovamenti. La squadra è costituita da 7 russi, 5 americani e 2 tedeschi. Un anno dopo, gli Stati Uniti ti hanno spedito alla base per dare un aiuto aggiuntivo. Sei arrivato in elicottero. Ma strane cose cominciano ad accadere...

 

Recensione Completa del 01 Febbraio 2010

Mi sembra opportuno aprire la recensione con una breve ma necessaria premessa: The Infinity String è un gioco amatoriale e per questo motivo presenta particolari caratteristiche e al contempo evidenti limiti rispetto alle produzioni commerciali. Di conseguenza, l’analisi e la valutazione finale del gioco saranno strettamente correlate al mondo delle avventure grafiche amatoriali/freeware. Inoltre, vorrei ricordare che solo grazie alla buona volontà di tre intrepidi utenti del nostro forum (cinfa, Gnupick e asterix777) potremo goderci il gioco ottimamente localizzato in italiano, pertanto mi pare giusto citarli e ringraziarli dell’ottimo lavoro svolto. Chiusa questa doverosa premessa, passiamo dunque ad analizzare il gioco.

The Infinity String nasce dalla mente di un giovane ragazzo sloveno, che si nasconde dietro lo pseudonimo di Sektor 13, già noto per lo sviluppo di altre due AG freeware: Stargate Adventure e Project Xenophobe. Non proprio un principiante quindi, considerando che già con Stargate Adventure si era aggiudicato il premio AGS per i migliori fondali 2005.


Il gioco, di genere Sci-fi, ci teletrasporterà nel 2011, calandoci nelle vesti di Yerik Elnar, uno scienziato al servizio degli USA spedito in Antartide per studiare delle misteriose rovine, che si scopriranno essere di origine aliena. La nostra permanenza nella base scientifica non sarà però delle migliori. Al nostro arrivo, troveremo difatti un’accoglienza piuttosto freddina e non mi riferisco al freddo dell’antartico ma al fatto che nella base sono rimaste solo tre persone. Il resto degli scienziati e dei militari è misteriosamente sparito, probabilmente ucciso da un mostro che si aggira furtivamente nel complesso scientifico. Man mano che ci addentreremo nella base porteremo alla luce delle rivelazioni sconvolgenti, finché, anche noi, saremo braccati dal mostro e… Beh, il resto lo scopriremo solo giocando. Questa è la “parte facile†della trama (che oltretutto ha un vago sapore lovecraftiano). Esiste difatti tutto un contorno narrativo, notevolmente interessante e originale dal punto di vista fantascientifico, che però è un po’ troppo complicato e ingarbugliato. Probabilmente troppe idee, seppur interessanti, sono state concentrate in un gioco troppo corto per realizzarle adeguatamente. Comunque, il finale, o meglio, i due ending disponibili, lasciano aperta la possibilità di un probabile sequel, quindi incrociamo le dita nella speranza che un giorno i nostri dubbi potranno essere dissipati.

La grafica di gioco, si presenta in un 2D “duro e puro†davvero ben curato, dal sicuro “effetto nostalgia†e che strizza continuamente l’occhio a quei capolavori che hanno segnato la storia delle avventure grafiche, The Dig in testa, ovviamente. Certamente notevole è la cura riservata agli scenari, in particolare quelli esterni: evocativi, colorati e, considerando la natura amatoriale del gioco, nemmeno poco numerosi. Non a caso, The Infinity String ha vinto il premio AGS per i migliori fondali 2007, premio indubbiamente meritato. La risoluzione grafica punta al semplice ma dignitoso 640x480 con profondità di colore a 32 bit.

L’interfaccia di gioco è molto semplice. Tutto può essere gestito dal nostro fedele mouse. Con il tasto sinistro potremo utilizzare e interagire con gli oggetti e l’ambiente circostante, mentre il tasto destro sarà utile per ottenere delle descrizioni e per attivare un paio di strumenti nell’inventario. Per spostarci nell’ambiente basta cliccare con il tasto sinistro del mouse sul punto desiderato. È possibile velocizzare il passaggio nelle varie locazioni grazie al doppio click. Nella parte bassa del monitor troveremo il nostro inventario, dove sarà possibile sia esaminare gli oggetti raccolti sia combinarli fra loro. Il menu è accessibile cliccando sull’icona in basso a sinistra oppure premendo il tasto F1. Qui sarà possibile modificare le impostazioni audio, salvare (16 slot disponibili), caricare oppure uscire dal gioco.

Il comparto audio è un altro aspetto interessante di quest’avventura. La colonna sonora del gioco è composta di vari brani ripresi da film (L’Ultimo Samurai, Alexander, Batman Begins, X-Men 2, Il labirinto del fauno), videogiochi (Prey) e da opere del noto compositore Vangelis. Grazie a questo espediente, The Infinity String può vantare una colonna sonora avvolgente e sempre azzeccata nel porre l’accento sulle varie fasi di gioco. Buoni anche gli effetti ambientali, che sono piacevoli e mai invasivi, dal rumore della bufera di neve in Antartide al cinguettio degli uccellini nella foresta. Tutto renderà l’esperienza di gioco notevolmente immersiva. Potremo apprezzare piccoli particolari come il rumore dei passi che cambia secondo la superficie che si calpesta, o quello prodotto dai macchinari e dai vari oggetti che useremo. Gli ottimi dialoghi, ben costruiti, interessanti e mai prolissi, non sono doppiati per ovvi motivi ma solamente sottotitolati in italiano.

Gli enigmi consistono unicamente nel cercare, raccogliere e utilizzare oggetti, che possono essere anche combinati fra loro nell’inventario. Nonostante la loro natura molto classica, sono comunque ben congegnati, logici e inseriti nella trama con un certo criterio. Fortunatamente, la ricerca dei vari oggetti non è troppo compromessa dal temibile problema del pixel hunting. Ad ogni modo, non troveremo nulla di particolarmente complicato, il gioco si assesta su una difficoltà medio-bassa e riusciremo a portarlo a termine nel giro di sei ore. Segnalo infine che in una determinata occasione è possibile morire, quindi salvate con una certa regolarità, poiché se dovessimo lasciarci le penne, ripartiremo dall’ultimo salvataggio utile.

The Infinity String è un’avventura grafica che nella sua semplicità merita di essere giocata. Semplicità da non confondere con banalità, considerando che la trama si presenta notevolmente interessante e intricata, forse anche troppo, tanto da avere bisogno di un sequel o di un prequel per essere compresa e sviluppata sino in fondo. Semplicità qui intesa come genuinità, come un abile ritorno alle origini, un vero e proprio tuffo nel passato, che sicuramente farà la gioia dei nostalgici. The Infinity String è il classico esempio che dimostra come idee originali e buone capacità siano sufficienti per creare una buona avventura grafica.

 

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Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Sektor 13
Data Rilascio: Q3 2007
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Inglese/Italiano
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Requisiti minimi
OS: Win; Linux
Processore: 100 Mhz
RAM: 32 MB
Scheda Video: 64 MB
Hard Disk: 60 MB
Supporto: Online Download
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