Adventure's Planet
Martedì, 19 Marzo 2024 03:11
Benvenuto ospite
Demo
Patch
Salvataggi
Risoluzione Problemi
Extra
end

Recensione

Her Story

di Andrea Dresseno  

il nostro voto
80
In breve

Her Story è l'ultima, originale, opera di Sam Barlow, designer e sceneggiatore di Silent Hill: Shattered Memories. Sullo schermo si susseguono le numerose testimonianze rilasciate da una donna dopo la scomparsa del marito. Dall'analisi incrociata dei filmati contenuti nel database della polizia emerge la (presunta) verità dei fatti. Sta al giocatore improvvisarsi investigatore, estrapolare le keyword giuste per addentrarsi nel racconto.

 

Recensione Completa del 02 Luglio 2015
Her Story fa alcune cose molto bene. Partiamo dalla cosa più semplice: incuriosisce. È un'opera piccola, indipendente, di nicchia. Costa pochi spicci, la puoi trovare su Steam, se ne parla di frequente negli ambienti giusti. Non è l'ennesimo Call of Duty, per fare un esempio banale, ma non è nemmeno la tipica avventura (grafica o non grafica che sia). Volendo catalogarlo, Her Story finirebbe dalla parte dei puzzle game, perché il gameplay è solo superficialmente basato sulla narrazione. In fondo si tratta di “risolvere” un mistero facendo attenzione ai dettagli.

Il giocatore diventa osservatore, indagatore: uno schermo nello schermo (meta) dà accesso a un database che contiene le testimonianze rilasciate da una donna dopo la scomparsa del marito. Quel database può essere esplorato come si farebbe con un normale motore di ricerca: usando le keyword giuste. I filmati in FMV ci riportano agli anni Novanta, sia perché i fatti risalgono al 1994, sia perché – e qui facciamo un salto fuori dallo schermo – erano gli anni dei cosiddetti film interattivi, interpretati da attori in carne e ossa. Her Story non può che incuriosire, visto che è costruito con attenzione certosina e con un gusto che denota consapevolezza storica.

Il titolo di Sam Barlow funziona molto bene anche sul versante narrativo. Sam Barlow non è famosissimo, ma ha alle spalle alcuni lavori importanti. È stato designer e sceneggiatore di Silent Hill: Shattered Memories, reboot del primo capitolo della celebre saga Konami, un gioco che si è ritagliato una sostanziosa fetta di estimatori. Se fai la ricerca più semplice, quella su Wikipedia, vieni a scoprire che Barlow è uno che punta in alto: non si può dire altrimenti di un autore che cita Hitchcock, Buñuel e Cronenberg tra le sue fonti di ispirazione.

Her Story racconta una storia (banale) con maestria (non lineare). Si è presa una narrazione canonica, la si è scomposta, fatta a pezzi e gettata in un database. Sta al giocatore ricomporre quei tasselli, capire quanto accaduto districandosi tra una fitta rete di estratti video che hanno smarrito ogni riferimento non tanto cronologico, quanto di causa ed effetto. Ogni spezzone è infatti precisamente datato, dopo qualche decina di minuti capisci esattamente quando quella testimonianza è stata rilasciata, lo si può cogliere anche dai vestiti indossati dalla donna. Nel momento in cui i singoli pezzi del racconto vengono però decontestualizzati, prelevati a forza e resi indipendenti ma parziali, sta al giocatore ricostruire la presunta verità dei fatti incrociando le informazioni in suo possesso.

Con la giusta keyword si può arrivare al cosiddetto colpo di scena in mezz'ora, ma il punto è che Her Story non si regge sulla rivelazione, al contrario. In una narrazione frammentata, la logica del colpo di scena per forza di cose si perde; emerge piuttosto un'idea sommaria, un'opinione sui fatti, una visione personale delle cose. C'è una bella differenza tra fatti e racconto dei fatti. Certo, se il punto è capire cosa è accaduto al marito della donna, lo si può scoprire praticamente subito. Ma in Her Story non è questo il dettaglio che conta: l'obiettivo è ascoltare quella donna e la sua storia, finché lo si ritiene opportuno.

Nell'analisi incrociata dei filmati si rivela il gameplay del titolo. Si dà in genere per scontato che un gioco introduca al suo mondo. Her Story non lo fa e contemporaneamente lo fa bene. Supponiamo di aver vissuto su Marte fino a ieri e di non sapere nulla del gioco. Qualcuno ci regala un PC. Sullo schermo c'è un desktop fittizio e un database che ha già una parola chiave (Murder). Nessuna premessa, nemmeno narrativa. La ricerca offre quattro risultati, quattro video. Li guardiamo. Dai filmati emergono alcuni dettagli, per esempio il nome del marito della donna, Simon. Il giocatore allora digita Simon e compaiono sessanta risultati, troppi. Forse definendo meglio la ricerca, digitando Simon e Murder, si restringerà il campo. Funziona. Poi ti cade l’occhio su un file Readme abbandonato sul desktop, che in effetti queste istruzioni base te le dà. Qualcuno ancora li legge i file Readme? Il giocatore scopre che può aggiungere tag ai filmati per renderli più facilmente rintracciabili in futuro; che può salvare a parte alcuni spezzoni che ritiene più importanti e così via. Indicazioni (diegetiche) sommarie. Perché ci troviamo di fronte a quello schermo nello schermo? Non si sa, ma vengono offerti i mezzi per scoprirlo.

Her Story fa alcune cose molto bene, si diceva. Incuriosisce. Narra bene la sua storia, concedendo al giocatore modalità del tutto personali di esplorazione del racconto: ognuno può costruirsi un proprio percorso e farsi una propria idea di quanto avvenuto. Perché c'è un evento molto chiaro, ma tutto il resto non è affatto chiaro.

Sul versante del game design il titolo sfrutta un'idea semplice – a voler essere cinici, Her Story altro non è che la simulazione di un motore di ricerca – con arguzia e competenza. Sam Barlow dimostra di saperci fare, di aver eseguito il compitino alla perfezione (con qualche riserva sulle modalità, comunque interessanti, utilizzate dall'autore per chiudere il gioco e condurre ai titoli di coda).

Her Story ha forse un limite: dal punto di vista del “come” è un'opera perfetta, quasi da manuale; dal punto di vista del “cosa” risulta fredda, priva del guizzo. La storia appassiona per come è raccontata, ma quel che viene raccontato è anonimo, talvolta soporifero. Persino la recitazione di Viva Seifert risulta artificiosa, poco naturale, penalizzata probabilmente dalla necessità di assecondare la visione di Barlow. Ci si è talmente concentrati sulla struttura e sui suoi meccanismi di funzionamento che si è persa un po' di quell'emozione che dovrebbe far parte di ogni racconto. In ogni caso, ce ne fossero di giochi simili.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Sam Barlow
Data Rilascio: 25/06/2015
Piattaforma: iPad, iPhone, MAC, PC
Caratteristiche
Genere: Poliziesco
Grafica: FMV
Visuale: Mista
Controllo: Mouse/Tastiera
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
Ricerche
Sito internet
Giochi dello stesso genere
Giochi dello stesso sviluppatore