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Recensione

Gabriel Knight 2: The Beast Within

di Claudio Del Monte  

il nostro voto
93
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In breve

Che dalla penna di Jane Jensen escano fuori sempre delle cose mirabolanti non è certo una novità per gli appassionati di avventure grafiche. Non fa di certo eccezione il secondo capitolo di una delle serie più amate di sempre: Gabriel Knight. The Beast Within è l’ennesima dimostrazione, se davvero ce ne fosse ancora bisogno, di come avventura e mistero storico si possano fondere in un qualcosa di unico ed irripetibile capace di regalare fortissime sensazioni ed emozioni. Se a tutto questo aggiungiamo anche un pizzico di horror ed un’ottima ambientazione, di sicuro ci renderemo subito conto di essere di fronte ad una delle migliori avventure di sempre.

 

Recensione Completa del 30 Agosto 2005
Che dalla penna di Jane Jensen escano fuori sempre delle cose mirabolanti non è certo una novità per gli appassionati di avventure grafiche. Non fa di certo eccezione il secondo capitolo di una delle serie più amate di sempre: Gabriel Knight.
The Beast Within è l’ennesima dimostrazione, se davvero ce ne fosse ancora bisogno, di come avventura e mistero storico si possano fondere in un qualcosa di unico ed irripetibile capace di regalare fortissime sensazioni ed emozioni.
Se a tutto questo aggiungiamo anche un pizzico di horror ed un’ottima ambientazione, di sicuro ci renderemo subito conto di essere di fronte ad una delle migliori avventure di sempre.


Cronologicamente è passato circa un anno da quando Gabriel, nel precedente capitolo della serie, indagando su misteriosi omicidi vodoo in quel di New Orleans, ha scoperto ben più di quello che desiderasse sapere… Nuove e sconcertanti scoperte riguardo le sue origini hanno cambiato per sempre il suo destino. Infatti Gabriel è venuto a conoscenza di essere l’ultimo discendente della nobile famiglia tedesca Von Ritter, famiglia dedita per tradizione alla lotta contro il male. Ogni membro della famiglia si forgia del titolo di Shattenjager (cacciatore di ombre) ed il nostro Gabriel, ricevuto tale titolo dallo zio Wolfgang, non può certo esimersi da questo arduo e trascendentale compito…
Oltre ai vari titoli nobiliari, il nostro cacciatore di ombre riceve in eredità anche dei beni materiali tra i quali vi è il favoloso castello di famiglia, Schloss Ritter, situato nel mite villaggio di Rittersberg (Germania), dove Gabriel decide di trasferirvisi al fine di trovare l’ispirazione per il suo nuovo libro.
Nel maniero vi trascorre circa un anno, fino a quando, inaspettatamente, in una tenebrosa notte di luna piena, il destino suona inesorabilmente alla sua porta.
La misteriosa scomparsa di una bambina in Baviera, apparentemente ad opera di semplici lupi, mette in allarme la popolazione del luogo, convinta però che vi sia sotto qualcosa di più scuro ed inspiegabile...
Da anni si verificano tali sparizioni e le autorità sembrano brancolare nel buio, chi meglio dello Shattenjager può districare questo intricato mistero?


E’ da qui che ha inizio una delle avventure più emozionanti di sempre che trapassa i confini del tempo interagendo magistralmente con la Storia e con l’occulto, al punto che risulterà difficile distinguere la realtà dalla finzione.
Sfondo di questa magistrale avventura è la meravigliosa terra di Baviera, ricca di monumenti, paesaggi mozzafiato e affascinanti leggende.
La ricerca di Gabriel dovrà, infatti, confrontarsi ben presto con qualcosa di molto più complesso e straordinario di un semplice caso di sparizione: egli dovrà indagare camminando su quel sottile filo che separa la realtà dalla leggenda, facendo luce sulle vicende di un grande personaggio storico: Ludwig II, re di Baviera. La storia di Ludwig II è assai controversa e molto discussa: tuttora, a distanza di molti anni dalla sua scomparsa, è intrisa del più profondo mistero.
A detta dei suoi stessi sudditi, mai altro sovrano della Baviera fu più grande di lui ed ancora oggi è un personaggio amatissimo. E’ considerato una sorta di icona, un simbolo imprescindibile della tradizione bavarese. Molti suoi ritratti sono ancora appesi nelle case e nei locali comuni a dimostrazione della stima che ancora riscuote. Aveva una personalità molto particolare e spesso i suoi atteggiamenti erano alquanto strani. A lui si deve l’edificazione di meravigliosi castelli da favola, tra i più belli ed affascinanti del pianeta: sembra avesse una vera e propria mania per tali mastodontiche opere.

Ed aveva un forte legame di amicizia con il compositore Richard Wagner, con il quale intratteneva una fitta corrispondenza. Molte voci si sono rincorse nel corso degli anni riguardo le sue stranezze ed i suoi presunti disturbi psichici. Si racconta ad esempio che per interi giorni amava rintanarsi nei suoi castelli, rifiutandosi di vedere qualsiasi essere umano, compresa la sua servitĂą piĂą stretta. Inoltre si dice che, nelle notti di luna piena, egli amasse fare delle cupe e solitarie escursioni attraverso i boschi bavaresi dai quali si udivano strani e terrificanti lamenti.
Non è difficile, allora, immaginare che i più acerrimi nemici del Re non si fecero affatto degli scrupoli nel trarre a proprio vantaggio questi strani comportamenti: con una congiura il re fu destituito dal potere, ed essendo stato etichettato come pazzo fu rinchiuso in un manicomio.
Misteriosa fu la sua morte, avvenuta nel lago di Starnberg, dove fu ritrovato annegato in compagnia del suo dottore di fiducia nonché unico vero amico rimastogli. Tale misfatto venne classificato inspiegabilmente come suicidio.
Quali verità cela la leggenda di Ludwig? Cosa c’entra in tutto ciò il grandissimo compositore R. Wagner? E soprattutto: come si collega il tutto con un “banale” caso di sparizione? Beh, starà a voi scoprirlo, naturalmente con l’aiuto del cacciatore di ombre!!!


Passando ad analizzare l’aspetto tecnico del gioco, si evince una realizzazione complessiva molto soddisfacente. Basti pensare che per la realizzazione di questo capolavoro è stato necessario il lavoro di un ingente mole di personale, quali attori e comparse (circa 80), registi, grafici, ecc… Difficilmente (probabilmente per questioni di budget) per la realizzazione di un videogioco si è mai visto un tale dispiegamento di forze.
Infatti il gioco è completamente realizzato in Full Motion Video (FMV). Per chi non lo sapesse, il FMV, è una tecnica molto particolare che consiste nell’usare veri e propri filmati cinematografici realizzati con attori in carne ed ossa (al pari di un vero film) e resi interattivi dal lavoro dei programmatori attraverso l’utilizzo del blue screen.
Tale scelta risulterà molto azzeccata alla luce del fatto che sarà particolarmente suggestivo visitare “dal vivo” le magnifiche ambientazioni (qualitativamente molto ben realizzate) quali: la famosa Marienplatz a Monaco di Baviera, Schloss Neuschwanstein, il museo dedicato a Ludwig ad Herrenchiemsee, il museo dedicato a Wagner, il lago di Starnberg ed altri stupefacenti monumenti e paesaggi naturali.


E’ infatti innegabile che queste ambientazioni “reali” coinvolgano molto il giocatore trasportandolo magicamente al loro interno rendendolo maggiormente partecipe. A detta di molti l’interattività, a causa dell’uso del FMV, risulta complessivamente limitata (visto anche il pessimo risultato riportato da altre produzioni analoghe), ma in realtà i programmatori hanno fatto un ottimo lavoro in questo senso e l’interazione con gli ambienti è più che soddisfacente.
Gli splendidi scenari prerenderizzati, a telecamera fissa, sono sormontati da convincenti animazioni ambientali quali, ad esempio, il volo di un uccello, che rendono il paesaggio ancor piĂą dinamico e realistico.
Un’importanza molto rilevante viene data anche all’elemento horror, forse ancor di più che negli altri due episodi della trilogia. Un sottile ed affascinate brivido che corre lungo la schiena è riscontrabile in ogni frangente del gioco e culmina in apoteosi in certi particolari momenti. L’aria che si respira profuma profondamente di occulto.


Di buona fattura sono i filmati di intermezzo, anche se la qualità, specialmente se confrontata con gli standard attuali, non è certamente strabiliante: infatti il gioco è stato a suo tempo concepito per funzionare con un modesto 640x480 su macchine molto meno potenti di quelle attuali.
Il sistema di controllo è il solito punta e clicca, ormai familiare a tutti gli avventurieri. Il cursore passando su un punto di interesse prende la forma di un pugnale indicandoci l’interattività dell’oggetto in questione. Saremo forniti del solito inventario nel quale deporre gli oggetti raccolti ed eventualmente riusarli per risolvere gli enigmi. Da rilevare la presenza di un particolare registratore vocale che si rivelerà molto utile nel corso dell’avventura.
Come si dice spesso: due è meglio di uno. Infatti vestiremo sia i panni di Gabriel che quelli di Grace, sempre utilissima nella sua attività di topo da biblioteca.
Gli attori nel complesso sono abbastanza bravi. Si elevano sopra la media gli interpreti di Gabriel (Dean Erickson), di Von Glower (Peter Lucas) e di Grace (Joanne Takahashi).


Il sonoro, realizzato anche questa volta dal solito R. Holmes, è di ottima qualità. Ai noti temi musicali della serie si aggiungono, in questo episodio, nuove melodie dai toni più cupi che si adattano a meraviglia nel contesto del gioco. Particolarmente geniale è la composizione della misteriosa opera perduta di Wagner. Anche i suoni ambientali sono ben realizzati ed avvolgenti. Un particolare plauso merita il doppiaggio delle voci in Italiano realizzato a livello professionale: le voci risultano addirittura migliori di quelle della versione originale.


Gli enigmi, vero e proprio cuore pulsante delle avventure, sono, come da tradizione Sierra, molto ben realizzati: hanno sempre un filo logico ben preciso da seguire e non rasentano mai l’assurdità. L’avventura ne trae considerevole vantaggio risultando quindi scorrevole e mai frustrante. Nonostante questo l’avventura è comunque molto impegnativa e longeva (il gioco è pur contenuto all’interno di 6 CD!!!).


Anche questo capolavoro però, ahimè, non è esente da difetti. Innanzitutto su alcune versioni del gioco è stato riscontrato un bug che lo fa andare in blocco (fortunatamente pare che la versione in italiano sia esente da questo bug), inoltre alcuni effetti speciali, alla luce dei nuovi progressi tecnologici, possono risultare obsoleti, ed alcune scene d’intermezzo, specialmente per i meno pazienti, potrebbero risultare un po’ lunghe e noiose.
Tutto sommato però questi sono difetti che passano assolutamente in secondo piano rispetto a quelle che sono la vere e proprie colonne portanti del gioco nonché dell’intera serie Gabriel Knight: la trama e l’ambientazione.
Sicuramente un’avventura da consigliare a scatola chiusa a chiunque, neofiti e non. DA AVERE A TUTTI I COSTI.


Purtroppo al giorno d’oggi reperirne una copia risulta particolarmente difficile, specialmente la versione in lingua italiana. Inoltre qualche difficoltà potrebbe esserci nel giocare con sistemi operativi recenti, ma con qualche tool reperibile su internet ed un po’ di buona volontà questo dovrebbe essere un problema assolutamente superabile. Una volta iniziato il gioco non potrete più tornare indietro: la sete di verità si impadronirà presto di voi rendendovi schiavi del mistero.

Preparati ad affrontare The Beast Within… inspira profondamente ed espira lentamente. Spegni la luce, accendi una candela… sei solo? Ne sei sicuro?

Quando le tenebre scendono , la caccia ha inizio... ...

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Sierra
Distributore: Leader
Data Rilascio: Q1 1996
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Thriller/Horror
Grafica: FMV
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: DOS/Win95
Processore: 486/66 Mhz
RAM: 8 MB
Scheda Video: SVGA
Hard Disk: 20 MB
Supporto: 6 CD
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