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Recensione

Captain Morgane e la Tartaruga d'Oro

di Alberto Semprini  

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In breve

Nuova avventura della Wizarbox dedicata a Morgan Castillo, uno dei comprimari incontrati in “So Blonde”. Dopo una difficile infanzia turbata dalla morte della madre, Morgan s’imbraca sulla nave del padre, il capitan Castillo, che sceglie il mare per lenire il suo dolore. All’età di diciassette anni, la nostra eroina, per dimostrare al padre di essere in grado di comandare la nave, si troverà ad affrontare due grandi sfide: reclutare tre uomini per l’equipaggio e portare a termine una missione degna di un vero pirata: recuperare la leggendaria tartaruga d’oro.

 

Recensione Completa del 12 Settembre 2012
Pirati, umorismo, enigmi e Caraibi: ormai gli avventurieri si sono assuefatti a questo genere di ambientazione e gli omaggi alla saga di Monkey Island non si contano più. Potrà quindi essere originale l’ennesima avventura grafica con questo setting narrativo? Lo scopriremo presto!
Captain Morgane parte “svantaggiata” (o avvantaggiata dipende dal vostro punto di vista) anche dal fatto di essere uno spin off, (o forse prequel) di So Blonde, punta e clicca a sfondo piratesco uscito nel 2010. Lo sviluppatore continua ad essere Wizarbox e game desinger è sempre Steve Ince, che ha contribuito (non scordiamocelo) alla sceneggiatura di diverse avventure grafiche targate Revolution Software, come Beneath a Steel Sky, Broken Sword e In Cold Blood.

Qui la protagonista non è più la svampita Sunny ma, logicamente, la piratessa Morgane che era già apparsa nel gioco precedente. In So Blonde, parte dell’originalità derivava proprio dalla caratterizzazione della biondina. Infatti parecchie situazioni comiche e umoristiche scaturivano dal contrasto tra l’ingenuità di Sunny e la praticità del mondo piratesco con cui aveva a che fare. Morgane ne è il completo opposto: anche lei bellissima e indiscutibilmente sexy (grazie anche al particolare accento latino), questa ragazza pirata affronta tutte le situazioni con irriducibile sicurezza e padronanza, proprio quello che ci si aspetta da un vero capitano. La cosa è in perfetta sintonia con il personaggio ma rispetto al prototipo si perde quel elemento di originalità che contraddistingueva l’intera produzione.
La Tartaruga d’oro si concentra molto sulla storia personale di Morgane, focalizzandosi particolarmente sul rapporto della protagonista con i due genitori, soprattutto con il padre al quale la ragazza deve in continuazione dimostrare la propria abilità e affidabilità. Sarà importante, nell’economia della storia, anche il superamento del lutto per la perdita della madre. Una delle missioni di Morgane infatti è proprio quella di aiutare il suo padre/capitano a superare il dolore derivato dalla morte della bellissima moglie. Una cosa abbastanza inusuale in un’avventura dall’aspetto e dai toni così scanzonati come questa Captain Morgane!

Nel complesso, però, ambientazione e personaggi mancano un po’ di mordente. Si avverte un certo sforzo nel dare a quest’ultimi una dimensione in più ma, a nostro modesto parere, essi non riescono ad rimanere particolarmente impressi nell’immaginario dell’avventuriero comune. Il risultato è quello di una pletora di volti e personalità molto anonime, nonostante le evidenti pretese di renderle memorabili o caratteristiche. La stessa Morgane, malgrado i tentativi di approfondire la sua storia personale, non è dotata del necessario carisma per ricoprire il ruolo di protagonista, tradendo così la sua natura di comprimario. Pure l’umorismo non è per niente incisivo, risultato un po’ blando e superficiale. Si nota una complessiva mancanza di coraggio nel tratteggiare i personaggi e nel raccontare storie intime anche in uno stile scanzonato e leggermente demenziale.

Ma passiamo ad esaminare gli aspetti prettamente ludici di Captain Morgane. L’impostazione è la più classica possibile. L’interfaccia è la stessa di So Blonde. Cliccando sugli hotspot con il tasto sinistro potremo scegliere se esaminarli o interagire con essi. Nel caso di personaggi non giocanti potremo invece conversare con loro. I dialoghi sono composti dalle classiche risposte multiple. L’inventario è richiamabile in qualsiasi momento con il tasto destro e da esso potremo anche accedere ad una praticissima mappa che ci permetterà di spostarci velocemente per l’isola in cui saremo al momento. Insomma avremo un’interfaccia e un sistema di controllo molto canonici ma allo stesso tempo parecchio efficienti. Parlando con i personaggi non giocanti potremo far partire delle piccole quest che verranno elencate in una apposita sezione dell’inventario. Si tratta di un semplice elenco degli obbiettivi che dovremo portare a termine per progredire nella trama. Nulla di particolare ma il fatto di poterne portare avanti più di uno alla volta restituisce all’esperienza una piccola illusione di non linearità che non guasta mai.

Come il sistema di controllo, anche gli enigmi saranno davvero molto canonici. Parecchi di essi saranno basati sul classico recupero, combinazione e riutilizzo degli oggetti. Nulla di originale e tutto anche abbastanza facile. In più risulteranno molto tirati per i capelli i mini giochi ereditati da So Blonde. In varie situazioni infatti potremo risolvere delle situazioni attraverso dei giochini molto simili ai vari flash game che si possono trovare in giro per la rete. Slot Machine, combinazioni di chiavi e altre prove simili basate tutte sulla velocità di esecuzione e sui riflessi. Questa feature sembra inserita un po’ a forza nell’organico del gioco, forse nel tentativo di variare l’esperienza, ma l’avventuriero classico potrebbe non gradire queste divagazioni un po’ troppo fuori tema e fuori contesto. In realtà, come succedeva in So Blonde, potremo saltare tali sezioni, anche se questa decisione potrebbe portare ad alterare il finale della storia. Ci sarà anche qualche enigma basato sulle risposte multiple dei dialoghi, e altri invece saranno a tempo, ma non basteranno a spezzare la monotonia dell’esperienza.

Grafica e sonoro sono sicuramente i punti più accattivanti. Come succedeva per So Blonde, i fondali disegnati a mano sono a dir poco stupendi e molto d’impatto, risultando l’elemento più riuscito in assoluto dell’intera produzione. I personaggi però non sono della stessa fattura. Si tratta di modelli poligonali non sempre all’altezza e animati in maniera un po’ approssimativa. Senza contare la fastidiosa abitudine di far compiere ai personaggi stessi delle animazioni durante i dialoghi rendendo questi ultimi più lenti e meno dinamici.
Il sonoro si difende bene con un ottimo doppiaggio (ad iniziare dalla bellissima voce ispanica della protagonista) e musichette di stampo reggae sono azzeccate ma non molto varie (infatti ce ne saranno due o tre per tutto il gioco). Nel complesso, l’impatto estetico di Morgane è sicuramente bello e rende l’esperienza quanto meno piacevole. Purtroppo nei minigiochi tutto viene vanificato da una grafica 2D un po’ tirata via, degna solo dei peggiori scaccia pensieri che si possono trovare in giro per la rete.

Allora questo Captain Morgane nel suo complesso come andrebbe giudicato? L’impianto estetico è sicuramente incoraggiante, con bellissimi sfondi e ottimo schizzi dei personaggi, ma purtroppo tutto il resto rimane un po’ troppo superficiale, anonimo e poco originale. Gli enigmi sono molto triviali e facili, in qualche punto Ince sembra voler tentare qualche strada alternativa con qualche enigma basato sui dialoghi o a tempo, ma ciò non è sufficiente per innalzare il gioco sopra la media. Invece i minigiochi flash occasionali risultano solamente fastidiosi e completamente fuori contesto. Dal lato della trama non abbiamo personaggi veramente incisivi o memorabili, la stessa Morgane si fa ricordare più per il suo bel aspetto che per il dramma interiore che dovrà affrontare confrontandosi con i suoi genitori. L’umorismo è molto blando e all’acqua di rose, non ci saranno momenti particolarmente divertenti e tutto ha un po’ il sapore di buonismo forzato. Tutti questi fattori contribuiscono c rendere Captain Morgane e la Tartaruga d’Oro un’avventura molto canonica e drasticamente sotto la media. Malgrado questo, forse l’avventuriero con poche pretese potrebbe trovare questo gioco un decente passatempo, anche se le atmosfere caraibiche dell’immortale capolavoro Lucas sono davvero molto lontane.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Wizarbox
Distributore: Zodiac
Data Rilascio: 24/04/2012
Piattaforma: NDS, WII, PC, PS3
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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