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Recensione

Nikopol

di Arianna Vacca  

il nostro voto
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In breve

Un'avventura in prima persona sviluppata dalla White Birds Productions (la software house di Benoit Sokal), ambientata nella Parigi del 2023 in un mondo caratterizzato dalla difficile convivenza tra uomini e Dei Egizi. Adattamento della trilogia a fumetti di Enki Bilal denominata appunto "Trilogia Nikopol".

 

Recensione Completa del 12 Ottobre 2008
Un’attesa come poche altre e aspettative alquanto elevate hanno circondato a lungo il nuovo titolo della White Birds Productions (Sokal vi dice niente?) fin dalle primissime news. Ora il famigerato Nikopol è alla portata di tutti noi, avventurieri assetati di potenziali capolavori. Saprà essere all’altezza? Prima di scoprirlo, direi di procedere con ordine, partendo dalle origini...

Dalla matita ai poligoni...
Il personaggio che dà il titolo a questo gioco è figlio della mente e della matita del fumettista di origini jugoslave Enki Bilal, particolarmente noto proprio per la cosiddetta Trilogia Nikopol, da lui creata tra il 1980 e il 1992. Sebbene a molti Bilal e la sua trilogia non suoneranno affatto familiari, ben prima del gioco di cui stiamo per parlare, nel 2004, vide la luce Immortal ad Vitam, il film tratto dal fumetto, che riscosse un considerevole successo in Francia (ed è tra l’altro disponibile anche in Italia, per chi volesse...).
E’ così che giungiamo al 2008, con lo sbarco di Nikopol nel panorama videoludico. Occhi fissi sul monitor preparatevi ad immergervi nelle più che promettenti nonché lugubri atmosfere d’ispirazione Bilaliane, fondamenta di quest’avventura.

Impersoneremo tal Alcide Nikopol, un giovane artista che par dilettarsi nella Parigi di un futuro prossimo, nel 2023. Una Parigi decadente e tutt’altro che accogliente, almeno per gran parte della sua popolazione. L’ambizioso regime dittatoriale di stampo fascista, guidato dal governatore Choublanc, infatti, ha concretizzato la suddivisione della città in due zone ben distinte e diversamente strutturate: la prima, situata nel centro di Parigi, che dà residenza ai cittadini benestanti e alla classe dirigente; e la seconda zona, più estesa, che circonda la prima ed è riservata a tutti gli altri residenti, compresi – eh, si – gli extraterrestri. In tutto ciò la sicurezza e l’equilibrio sono costantemente in mano alla milizia governativa.
Le vicende che affronteremo si collocano nel periodo di tempo che precede di poco le nuove elezioni e che coincide con il clamore suscitato dalla comparsa di una misteriosa piramide sospesa sulla cittadina francese, i cui “inquilini” sono niente meno che degli Dei Egizi, tra cui l’enigmatico Horus che avrà un’importanza cruciale all’interno della storia.
Quale sarà il ruolo del nostro Nikopol? E cosa si cela dietro l’avvento della criptica nave spaziale dalla forma piramidale?

Un punto di forza: la grafica
Poiché i risvolti della trama, se gradirete, andrete a scoprirli da soli, sarebbe anche il caso di iniziare con l’analisi di questa avventura grafica in soggettiva, entrando magari nel dettaglio per capire quanto le speranze sono state ben riposte e in che misura invece hanno creato solamente aspettative inutili.
Partirei con l’esaminare l’elemento che salta immediatamente all’occhio del giocatore: mi riferisco alla grafica, e quella di Nikopol è davvero un’ottima prova artistica. Il gioco è estremamente bello da guardare. Partendo da ciò che concerne le ambientazioni, tutte di ottima fattura e condite di dettagli piacevolissimi alla vista, e continuando per gli splendidi filmati di intermezzo, sui quali gradirei spendere qualche parolina. Tralasciando anche il fatto che ce ne sono in numero discreto, e non guasta, le cut-scene hanno davvero stile e riprendono spudoratamente l’artistico ramo d’origine delle avventure di Nikopol, tramite il saggio utilizzo di riquadri d’ispirazione fumettistica che danno un tocco di classe che davvero non dispiace. In quanto a bellezza, anche i modelli dei personaggi non sfigurano affatto, nonostante tradiscano alle volte le loro radici, ricordando, specie in quanto a proporzioni, un fumetto. Sulle animazioni di questi ultimi, però, mi sento di dire che si sarebbe potuto fare molto di più, non tanto nella cura delle stesse, quanto nella varietà, che è risibile. Restando in tema, stupiscono invece in positivo le animazioni in game che numerose volte avrete la possibilità di osservare: gradevoli, molto ben fatte e splendidamente fluide, qualità che sono accentuate anche dall’impostazione in soggettiva del gioco stesso, che permette di apprezzarle maggiormente.

Tra l’altro, la semplicistica – per ragioni che vedremo in seguito – ma efficace interfaccia di gioco, permette di godere al massimo della fattura grafica delle ambientazioni, occupando uno spazio praticamente nullo. Quando avrete necessità, vi basterà richiamare l’inventario tramite la pressione del tasto destro, selezionare un oggetto se ne avete bisogno, oppure leggere un documento per risolvere, magari, un enigma. Per il resto, le icone di interazione con l’ambiente sono poche e di comprensione immediata, ma tenete in conto che potreste dovervi preparare a sedute di pixel hunting. Niente di troppo drammatico, comunque.

Il gameplay e il problema della varietĂ 
Avrete capito che la fattura grafica è uno dei punti di forza di Nikopol, ma quello che lascia perplessi sta nel fatto che si tratta forse dell’unico punto di forza di questo gioco. Ma vediamo di approfondire.
I personaggi e le ambientazioni saranno (e lo sono) sì belli da vedere, difficile negarlo, ma... sono presenti in numero limitatissimo. Il vero problema non sarebbe neppure questo, se le locazioni presentassero magari una buona varietà, ma così non è. I primissimi capitoli di giochi tendono ad illudere il giocatore, presentando luoghi anche abbastanza suggestivi e molto diversi tra loro. Quello che seguirà, però, sarà solo un susseguirsi di ambientazioni che differiscono l’una dall’altra per pochissimi elementi, e, sebbene siano ben curate e dettagliate, riescono già a rendere l’avventura meno entusiasmante di quanto potrebbe essere. I personaggi presenti in gioco, poi, possono contarsi sulle dita di una mano... ma cosa dico? Sulle dita di mezza mano. La naturale conseguenza di questo aspetto è una pochezza di dialoghi che vi farà rimpiangere a gran voce le tesi di laurea che si scambiavano i protagonisti di The Longest Journey. Sarà per questo che gli autori non hanno inserito neppure la possibilità di skippare i suddetti dialoghi, e lo credo bene, visto che l’udire anche solo una voce vi farà venire quasi voglia di piangere di gioia.
D’accordo, forse sto esagerando, anche perché in effetti la voce del buon Nikopol vi giungerà alle orecchie spesso e volentieri. Alcidino bello infatti sarà sempre ben pronto a commentare gli oggetti afferrati, le ambientazioni, le situazioni si troverà invischiato, donandovi indizi spesso preziosissimi per la risoluzione dei puzzle, in special modo quando vi capiterà – e, credetemi, potrebbe accadere moooolto spesso - di morire.
Sì, belli di zia, avete capito bene: in Nikopol esiste, concreta, la possibilità di morire, e in diversi modi per giunta. Tutto ciò non ha però a che fare con le pseudo (perché pseudo sono) fasi action presenti nel gioco. Spesso, infatti, vi troverete ad affrontare delle situazioni con possibilità di risoluzione in un tempo limitato, durante il quale dovrete cavarvela come meglio potrete per non essere acciuffati – leggasi uccisi – dalle guardie della milizia parigina, agendo il più velocemente possibile. Altre volte invece non si tratterà di soluzioni a tempo, ma dovrete semplicemente effettuare l’azione giusta in un dato momento. Anche lì, qualora non riusciste nell’intento, morirete simpaticamente. Alcune di queste situazioni possono venire davvero a noia, anche perché saranno decisamente più d’una. Di buono c’è che non saranno mai particolarmente difficili in linea generale e soprattutto, qualora doveste morire, oltre a ricevere il commento/consiglio di Nikolino, inizierete esattamente nel momento in cui è iniziata la fase a tempo, senza sorbirvi lo stesso percorso mille volte di fila. Di negativo c’è invece che, sebbene in qualche modo questo tipo di esperienza di gioco apporti varietà all’avventura, in realtà lo fa in modo troppo poco incisivo. Sarà molto difficile, infatti, che il presentarsi di una delle suddette sequenze faccia sorgere in voi, che so, tensione, angoscia, o comunque sensazioni che dovrebbero essere legate a momenti simili, favorendo l’immedesimazione nel personaggio principale. Nella migliore delle ipotesi vi innervosirete e basta. Esperimento ben poco riuscito insomma, ma da apprezzare, se non altro per il tentativo di variare almeno il gameplay.
Una bella bocciatura anche per la componente action – se cosi si può chiamare – presente in alcuni capitoli di Nikopol. E credetemi, non sto dicendo una cosa del genere solo perché questi momenti sono assolutamente insulsi; il punto è che queste fasi sono curate pessimamente. Per farvi comprendere meglio, vi dico solo che in un dato momento, in una data ambientazione, il mio baldo Nikopol doveva stendere a fucilate un soldato della milizia. Perfetto: afferro il fucile, dirigo il puntatore dritto sul bersaglio; per sbaglio effettuo un brusco movimento con le dita e il puntatore si sposta. Sta di fatto che sparo e in teoria non dovrei colpire affatto il soldato visto che il puntatore non è su di lui; in pratica il soldato casca lo stesso. E io che pensavo che la potenza fosse nulla senza controllo mi sono pure dovuta ricredere.

Per il bene delle mie drammatiche memorie di videogiocatrice e per il vostro, direi di cambiare un attimino direzione, lasciar perdere fucili e miliziani, e tornare a esaminare altri aspetti del gameplay.
Il resto sarà tutto un puntare e cliccare, cliccare e puntare, almeno fino a quando non ci imbatteremo in uno degli enigmi del gioco. Ancora una volta devo dire che lì alla White Birds devono avere qualche problema a rapportarsi con quell’aspetto chiamato “varietà”, ne avete mai sentito parlare? In Nikopol, infatti, ci troveremo a dover risolvere sempre lo stesso enigma – solamente appena più complicato – più di una volta, per la gioia di tutti i giocatori. Salvo questo però c’è da dire che, in generale, l’aspetto enigmi non è mal strutturato. Tutti piuttosto improntati sulla logica e zero frustrazioni. Con ciò non intendo dire che si tratti di enigmi semplici, bensì che, per i più, una volta compresa la logica del puzzle, basterà dedicare un po’ di tempo e pazienza, e tutto sarà risolto (se resterete bloccati sarà con ogni probabilità perché siete un po’ pigri!).

Quando un buon sonoro fa da cornice ad un quadro incompleto
Per quanto riguarda il sonoro e le musiche, non ci sono molte parole da spendere, ma quelle poche che ci sono, risultano certamente positive. Gli effetti sonori non sono moltissimi, ma tutti molto ben integrati non solo all’interno delle ambientazioni, ma anche in relazione alle situazioni in cui si presentano. No, neppure il fattore soundtrack presenta molta varietà, ma in questo caso non è motivo di delusione, poiché è il gioco stesso a non necessitare particolari variazioni musicali. Il doppiaggio dal canto suo non fa una pessima figura, anzi si configura come un'operazione ben riuscita - nei limiti quantitativi del gioco - allontanando lo spettro di recitazioni orride come quella di The Moment of Silence o francofone come quella di Destinazione: L'Isola del Tesoro.

E poi, ragazzi miei, c’è la trama. No, forse dovrei puntualizzare. Una trama non c’è, però c’è qualcosa che le somiglia a grandi linee. Sono sicura – a dire la verità è più una speranza che altro – che tutti voi, e spero siate in molti, che conoscete bene l’opera di Enki Bilal non avrete problemi a ricrearvi un quadro ben chiaro delle vicende narrate e rappresentate, nonché dei personaggi presenti in game. Ma quello che concretamente viene posto dinanzi alle fatiche di un comune giocatore è solo un abbozzo di trama; solamente spunti, letti, ascoltati, lanciati qua e là, neppure troppo ordinatamente. Una costruzione della trama di base che lascia confusi e a tratti anche disinteressati alle vicende stesse, visto che ogni qual volta che si apprenderà qualcosa di nuovo difficilmente lo si potrà ricollegare ad altro. Il giocatore sarà insomma in balia di quel poco che il gioco saprà dirci, magari più motivato che mai a proseguire e raggiungere una fine che risolverebbe tutti gli interrogativi sollevati, donando una degna conclusione. E ovviamente non andrà così.

Tirando le somme
In tutto questo ben dire del gioco, concludendo, se può consolare qualcuno – non saprei come, ma non si sa mai – pare che non siano presenti bug di sorta, o almeno questo è quanto può affermare la mia credibile – mi auguro - testimonianza. Ma in un'ottica di pessimismo mi verrebbe da dedurre che l’assenza di bug sia dovuta al semplice fatto che Nikopol non dà neppure il tempo a eventuali magagne tecniche di presentarsi al giocatore, data la longevità veramente ridicola che va ad aggiungersi ai numerosi punti deboli del gioco...

E con questo, siamo arrivati alla fine, amici avventurieri. E’ stato un percorso difficile e denso di ostacoli, ma ci siamo. La conclusione non è certamente tra le più positive e l’avrete capito se vi siete presi il tempo di leggere la recensione. Per rispondere alla domanda che ho posto nelle primissime righe, direi che, no, Nikopol non ha saputo reggere in alcun modo le aspettative che noi tutti riponevamo da tempo.
In maniera del tutto spassionata, la sottoscritta consiglia questo gioco a tutti gli amanti di Bilal e della trilogia Nikopol, che saranno gli unici privilegiati che potranno apprezzare le dinamiche soprattutto contenutistiche del gioco, ma è altamente consigliabile anche, e soprattutto a tutti quei giocatori che desiderano avventurarsi in un gioco che sia bello da vedere, e che poco si curano della bellezza del resto.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: White Birds Productions
Publisher: Got Game Entertainment
Distributore: Halifax
Data Rilascio: 01/10/2008
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza
Visuale: Soggettiva
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Italiano
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Requisiti minimi
OS: Windows XP/Vista
Processore: 1,7 Ghz
RAM: 512 MB
Scheda Video: compatibile DirectX 9
Hard Disk: 3 GB
Supporto: DVD-ROM
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