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Recensione

Life is Strange - Episodio 1: Chrysalis

di Andrea Dresseno  

il nostro voto
80
il vostro voto (4 votanti)
98
In breve

Max, studentessa e appassionata di fotografia, scopre improvvisamente di essere in grado di riavvolgere il tempo; sceglierà così di usare il suo potere per salvare la vita di Chloe, una sua amica d'infanzia che non vede da parecchi anni. Per Chloe è stato un periodo turbolento e alla deriva dopo la tragica morte del padre; Chloe non riesce ancora a perdonare a Max il fatto di averla abbandonata in un momento di così grande difficoltà. Nel frattempo, una catastrofe imminente sembra minacciare la cittadina di Arcadia Bay e un mistero da risolvere coinvolge l'intera comunità.

 

Recensione Completa del 13 Febbraio 2015
L’ispirazione, per certi versi, è un atto d’amore (quando non è un plagio, ovviamente). Per altri versi significa andare sul sicuro. Se omaggi un’opera che è venuta prima della tua, prendendone in prestito alcuni temi, le cose sono due: o ti va di approfondire quei temi, perché li hai trovati interessanti, oppure quell’opera ha venduto talmente tanto ed è stata così lodata dalla critica che desideri fare il bis.

Nella fattispecie, l’opera originaria sarebbe Gone Home, quella che s’ispira Life Is Strange. Poi però leggi un’intervista a Jean-Maxime Moris, direttore creativo di Life Is Strange, e scopri che Dontnod Entertainment stava già lavorando al gioco prima della pubblicazione di Gone Home. Una coincidenza, insomma. Il fatto che entrambi i titoli condividano un cast al femminile e affrontino, presumibilmente e in parte, tematiche analoghe è solo una coincidenza.

Diciamo presumibilmente perché Life Is Strange, per adesso, deve ancora sviluppare il suo racconto. Il primo episodio è stato pubblicato, ma ne mancano altri quattro. Ecco, a proposito di episodi, chissà se il Walking Dead di Telltale era già stato pubblicato mentre Dontnod lavorava a Life Is Strange: non tanto per la struttura a episodi, quella mica l’ha inventata Telltale, quanto per l’accento posto sul tema della scelta. Quel che fate o dite, in Life Is Strange, ha ripercussioni nel medio e lungo termine su eventi e relazioni coi personaggi. Solo che in Walking Dead la scelta contestuale ha valore definitivo, in Life Is Strange no, perché Maxine può riavvolgere il tempo.

Maxine è fissata con la fotografia, si è persino trasferita da Seattle alla sua cittadina d’origine, Arcadia Bay, per frequentare la prestigiosa Blackwell Academy. Maxine ascolta buona musica, a lezione sente parlare di Louis Daguerre e Diane Arbus. Sventa persino l’omicidio della sua vecchia amica, Chloe, grazie a quel misterioso potere. All’inizio dell’avventura ha un incubo: un tornado si abbatte sulla cittadina, la catastrofe è vicina. In Life Is Strange si respira aria di Gone Home e The Walking Dead, vero, ma c’è anche tanta, tanta personalità.

Qualcuno potrebbe definire furbetta l’opera di Dontnod Entertainment. Prendi una scuola, ci ficchi dentro un cast di personaggi adolescenti o post-adolescenti in apparenza stereotipati (la smorfiosa, il tamarro, il bullo, la secchiona, lo sfigato e così via), aggiungi della buona musica, un potere speciale a scelta, un mistero da risolvere e hai ottenuto il prototipo del gioco furbetto, quello che piace un po’ a tutti. Con una spruzzata di Gone Home, poi, adeschi pure i radical chic e diciamocelo, il tema scelta/conseguenze tira sempre.

Non bisogna però fermarsi alla superficie, perché Life Is Strange ha molto da dire se si guarda al dettaglio. I personaggi, per esempio, sembrano sì stereotipati, eppure nascondono tutti qualcosa. C’è sempre qualcosa di non detto o di non chiaro. La comunità di Arcadia Bay ha due volti: ogni personaggio interpreta un ruolo ma sembra celarne un altro. Emerge l’idea di comunità come organismo in cui tutte le parti sono in relazione: qualcosa di simile si è visto recentemente in Broadchurch, interessante serie tv made in UK. Altro dettaglio: il gioco si ambienta ai giorni nostri, eppure l’atmosfera che si crea sembra quasi cristallizzare Arcadia Bay in un non-luogo e in un non-tempo. Potrebbero essere gli anni Ottanta, per dire. Sospesi nel tempo. Tra i ricordi della protagonista, che riaffiorano a contatto con oggetti che riportano ai primi anni dell’adolescenza, come quella moquette macchiata di vino. Tra i sogni, premonitori, di qualcosa che forse sarà. In un presente incerto, come può esserlo quello di una ragazza che torna al paese d’origine e, ormai estranea, deve ripartire da zero. In Life Is Strange pensieri e parole hanno lo stesso peso: in un luogo che non ti appartiene più, ogni parola va calibrata, molti pensieri non vedranno mai la luce. Ogni parola a suo tempo, verrebbe da dire.

È il tempo la costante di Life Is Strange, nella narrazione come nel gameplay. Tutta l’avventura ruota intorno al potere speciale di Maxine. La ragazza può infatti riavvolgere il tempo all’occorrenza; non sa perché, non sa come, eppure ci riesce. Se solo l’avessi saputo, non l’avrei fatto. Se solo l’avessi saputo, non l’avrei detto. In Life Is Strange potete rifarlo o ridirlo. Ogni interazione con i personaggi può essere riavvolta, letteralmente, qualora l’esito non sia di vostro gradimento. E tuttavia, non sempre l’esito vi sarà chiaro, almeno nell’immediato. Per cui certo, comodo poter riavvolgere il tempo e cambiare frase o decisione, ma l’impatto a lungo termine vi sarà comunque oscuro.

Trattandosi del primo episodio è difficile dire in che modo le vostre scelte andranno a influenzare gli esiti del racconto, ma la meccanica è curiosa. È come se il gioco fosse un eterno bivio ripetibile. Eppure, sebbene sia possibile cambiare direzione in tempo reale, tornando sui propri passi più e più volte, una volta incamminati non si torna più indietro. Se il meccanismo risulta affascinante sulla carta, in pratica non è esattamente chiaro e intuitivo da gestire. Talvolta si riavvolge troppo, o troppo poco; si ripete un’azione che non si vorrebbe ripetere o non è chiaro in che punto preciso del continuum spazio-temporale si sia giunti. Inoltre, non si capisce perché su alcuni snodi narrativi non si possa esercitare alcuna influenza. O meglio, si capisce e va bene così: Life Is Strange è pur sempre un racconto che ha un suo autore; al giocatore viene solo concessa l’illusione del controllo, ma è pur sempre un’illusione.

In ogni caso, l’opera dei francesi di Dontnod Entertainment mostra un potenziale notevole. Ha atmosfera da vendere e il primo episodio, in circa tre ore, suggerisce al giocatore temi per niente banali: rapporti familiari problematici, relazioni sentimentali sospese, sogni premonitori o allegorie? C’è poi un mistero da risolvere ad Arcadia Bay, tassello dopo tassello. Questo primo episodio getta basi considerevoli, resta da vedere se i prossimi riusciranno a reggere le aspettative e a sviluppare a dovere le tematiche qui introdotte. Nota a margine: la colonna sonora, da sola, vale metà del gioco.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: DONTNOD Entertainment
Publisher: Square Enix
Data Rilascio: 30/01/2015
Piattaforma: PC, PS3, PS4, XBOX360, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Thriller
Grafica: 3D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Tastiera/Joypad
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
Ricerche
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