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Recensione

Indiana Jones and the Last Crusade

di Alberto Semprini  

il nostro voto
89
il vostro voto (5 votanti)
84
In breve

Interamente dedicato all'omonimo film, Indiana Jones and the Last Crusade vi vede impersonare l'archeologo piĂą celebre della storia del cinema, affiancato questa volta da suo padre, in una missione di importanza vitale per l'umanitĂ : recuperare il Santo Graal prima che esso finisca nelle mani dei Nazisti e di Adolf Hitler. In questa avventura grafica 2D in terza persona, firmata dalla Lucasfilm, rivivrete le scene salienti della pellicola, arricchite da enigmi e allegre scazzottate.

 

Recensione Completa del 19 Novembre 2011
I tie-in cinemagrafici sono croce e delizia di tantissimi appassionati. Davvero troppe volte i videogiocatori di lunga data (e non solo loro), si sono trovati per le mani videogames di discutibile fattura, tratti da film celebri. Ciò è dovuto al fatto che chi produce tali giochi ha come unico interesse quello di raggranellare qualche spicciolo in più sfruttando il successo di un blockbuster senza badare troppo alla sostanza. Forse è anche questo concetto cha ha spinto George Lucas a vietare alla neonata Lucasfilm Games di sviluppare videogiochi tratti dai suoi film. Come sappiamo questa regola è stata violata fin dall’inizio della storia di Lucasfilm (poi diventata Lucas Arts negli anni novanta) con la trasposizione, o meglio il riadattamento, di Labyrinth, primissimo gioco della nostra amata software house. Dopo qualche anno, il divieto di tie-in è stato violato per una seconda volta con il videogame ispirato a Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Era il 1989 e mancavano diversi mesi all’uscita nelle sale del terzo capitolo della popolarissima saga e un trio di promettenti programmatori/designer si mise a lavorare su un gioco molto ambizioso, cambiandone più volte l’aspetto in itinere. Pensandolo inizialmente come una sorta di gioco di ruolo, Falstein, Fox e Gilbert, in un secondo momento, decisero di tornare a sfruttare l’interfaccia a verbi già rodata in Maniac Mansion e Zak McKracken, trasformando Indiana Jones and the Last Crusade nel punta e clicca che oggi conosciamo.

Come potete facilmente intuire, la trama di Indy 3 ripercorre in maniera molto fedele quella della pellicola alla quale si ispira, aggiungendo però diverse situazioni dinamiche ed enigmi da risolvere per procedere nell’avventura. Per chi ha visto il film, quindi, la trama non offre tante sorprese, anzi forse è anche più sottotono rispetto alla pellicola; i punti di forza quindi sono da ricercare in altri aspetti del gioco, come appunto il gameplay e il design. Come abbiamo già accennato, la produzione di Indiana Jones è stata contrassegnata da diversi cambi di rotta e questo si riflette appunto sull’intero gameplay. Innanzi tutto possiamo precisare che in The Last Crusade ci saranno diverse fasi action, cioè dei punti dove non si dovrà solo usare il cervello ma anche i proprio riflessi. L’esempio più eclatante sono le scazzottate che potete intraprendere con i vari antagonisti che incontrerete nel gioco, senza scordarci alcune piccole sezioni arcade dove potremo prendere il controllo di un aereo.

In secondo luogo c’è da registrare la presenza del punteggio, infatti il gioco stesso vi premierà con un preciso score a seconda delle azioni che compierete o di come affronterete le varie situazioni problematiche che vi si pareranno davanti. Questo ci porta a precisare che alcuni enigmi avranno più modi per essere affrontati e risolti. Ad esempio, tutte (o quasi) le scazzottate presenti nel gioco possono essere evitate tramite l’uso di dialoghi oppure di travestimenti. Potrete anche semplificarvi la vita trovando mappe o manuali che potranno esservi utili per uscire da labirinti o per togliervi di impaccio in situazioni spinose. La cosa bella è che questi oggetti non sono fondamentali per la risoluzione del gioco ma contribuiranno ad aumentare il vostro score e a farvi scoprire soluzioni e vie diverse ad ogni nuova partita. Questa struttura restituisce al gioco Lucasfilm una freschezza ed una complessità che raramente si possono riscontrare in altre avventure anche molto recenti che inchiodano il giocatore su dei binari dai quali non può deragliare. D’altro canto però non tutte le fasi di cui è composto il gioco sono riuscite al centro per cento, ad esempio i combattimenti sono noiosi, sopratutto per la loro frequenza ridondante e per una giocabilità non proprio immediata. Due parole sono da spendere anche per l’interfaccia. L’impostazione è sempre la stessa da Maniac Mansion in poi: parte alta dello schermo per mostrare l’azione di gioco e parte bassa per ospitare la classica interfaccia a verbi. Tutto è molto canonico, si clicca sul verbo che si vuole usare e poi sull’elemento dello scenario (oppure sull’oggetto dell’inventario) con cui si vuole interagire. É possibile anche ricorrere alla classica selezione rapida via tastiera, cioè premere alcuni tasti che richiamano immediatamente le azioni possibili, senza così obbligare il giocatore a cliccarci sopra (ad esempio il tasto R richiama automaticamente il verbo “Usa”).

Tutto è abbastanza pratico, tranne per un particolare presente anche nella versione base di Maniac Mansion e in Zak McKracken, poi rimediato nei successivi Monkey Island: il gioco non vi evidenzierà mai automaticamente gli elementi dello scenario con cui potrete interagire. Se ricordate, in The Secret of Monkey Island bastava passare il puntatore del mouse su un oggetto perché apparisse in sovraimpressione la riga di testo che nominava l’oggetto stesso, comunicandovi così che potevate interagire con esso. In Indy 3 invece la cosa non succede, almeno non automaticamente: l’unico modo che avete per attivare tale funzione è la voce “What is” (“Cos’è” nella verisone italiana) presente nei verbi. Quindi, se volete scoprire quali sono gli elementi dello scenario con cui potrete interagire dovrete per forza cliccare (o richiamare attraverso la scelta rapida) questa voce e poi successivamente scandagliare lo schermo con il vostro puntatore. Di per sé questo elemento non sembra troppo scomodo una volta presa l’abitudine, ma è davvero macchinoso se pensate che in alcuni punti The Last Crusade soffre di un pesante pixel hunting! In alcune occasioni mi è capitato di trovare oggetti nascosti da hotspot minuscoli o appena visibili. Questo difetto non è grossissimo ma contribuisce a rendere questa avventura frustrante in alcuni frangenti. Da segnalare anche la possibilità di morire. Come Lucas ci insegna però, le morti non saranno mai troppo ingenue o inaspettate come invece succedeva nelle concorrenti avventure Sierra (dove bastava raccogliere un oggetto affilato per lasciarci le penne), ma sarà comunque sempre utile salvare spesso, per evitare di rifarsi lunghi pezzi di avventura. Dal punto di vista della grafica e del sonoro siamo sempre su ottimi livelli. Per l’epoca gli scenari, gli sprite dei personaggi e le animazioni erano di buona fattura e i 256 colori della versione VGA si facevano sentire tutti. L’impatto agli occhi contemporanei risulta irrimediabilmente retrò, ma per l’avventuriero D.O.C. questo non è mai visto come un difetto. Il sonoro prevede le fantastiche musiche della colonna originale riarrangiate da Lucasfilm nel solito modo impeccabile e pulito. Davvero un ottimo lavoro come sempre!

Ma quindi, Indiana Jones and the Last Crusade, risulta essere un tie-in degno di questo nome? La nostra risposta è un altisonante sì! Non si tratta di un prodotto perfetto, ma le lezioni di gamedesign impartite da Gilbert e soci non si scordano facilmente. La struttura dinamica con cui si presentano le situazioni (con tanto di variabili che possono cambiare da partita a partita) è davvero coinvolgente e dona all’avventura un tocco di freschezza difficile da trovare anche nei giochi più recenti. La grafica non è eccelsa ma svolge molto bene il suo lavoro, invece il sonoro raggiunge i massimi per lo standard dell’epoca! Purtroppo c’è da pagare lo scotto della scarsa giocabilità nelle sezioni arcade, anche se l’avventuriero furbo potrebbe riuscire a cavarsela senza mettersi a tirare troppi pugni a destra e a manca. Comunque la vogliate mettere, Indiana Jones and the Last Crusade rimane un grande classico immancabile per qualsiasi appassionato.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: LucasFilm Games
Data Rilascio: Q4 1990
Piattaforma: Amiga, PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Storico
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Tastiera
Doppiaggio: Nessuna
Sottotitoli: Multilingua (italiano incluso)
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: DOS/Win95
Processore: 8086/8088
RAM: 640 Kb
Scheda Video: CGA/EGA/VGA
Supporto: 3 Floppy
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