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Martedì, 19 Marzo 2024 12:03
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Recensione

Goin' Downtown

di Ivan Vailati  

il nostro voto
62
In breve

Avventura a sfondo noir-fantascientifico, ambientata nella New York del 2072 dove ci troveremo nei panni di un poliziotto di nome Jake, il quale pare avere misteriosamente perso la memoria, quando si ritrova al 13° piano di un palazzo…

 

Recensione Completa del 09 Luglio 2011
La storia che sta alle spalle di Goin’ Downtown non è delle migliori, se osservata da un punto di vista editoriale: distribuita nel 2008 per il solo territorio tedesco, questa interessante avventura thriller-fantascientifica ambientata nella New York del 2072, ha dovuto fare i conti con i problemi finanziari della The Games Company (poi fallita). Ormai si erano perse le tracce (o forse, meglio dire le speranze) di poterla vedere tradotta per lo meno in Inglese, fino a quando il publisher Kalypso Media ha voluto distribuire il gioco in lingua inglese. È stata lunga, ma finalmente da marzo 2011 possiamo giocarla, seppure non nella nostra lingua madre.

Come detto in precedenza, la storia è ambientata in un ipotetico futuro nella New York del 2072. Vestiremo i panni di un poliziotto di nome Jack, alle prese con una grossa depressione per via di gravi problemi personali. Tutto cambierà da lì a poco, quando il nostro protagonista farà la conoscenza di Rose, giovane e bella prostituta della zona a luci rosse della città: il suicidio della ragazza sarà la molla che innescherà una catena di avvenimenti e colpi di scena inaspettati.

Goin’ Downtown è uno dei primi lavori dei Silver Style Entertainment, responsabili di interessanti avventure quali Everlight e Simon the Sorcerer 4 e 5. Proprio con l’ultimo capitolo della serie di Simon, possiamo trovare le maggiori somiglianze nel comparto tecnico: infatti, in entrambe le produzioni, per i modelli poligonali degli oggetti e dei personaggi è stato fatto largo uso del cel-shading: un effetto convincente, vista l’ambientazione sci-fi e le tinte abbastanza dark del titolo.

Tenendo in considerazione che l’avventura ha già sul groppone più di tre anni, la grafica risulta essere pulita, essenziale e con qualche idea interessante implementata bene, come il passaggio tra la notte e il giorno, possibile tramite un tasto nell’inventario. L’interfaccia si presenta nel modo più semplice possibile. Passando sulle zone attive, il cursore prenderà la forma più adatta all’occasione: se ci sarà bisogno di esaminare apparirà un occhio, se si vuole parlare apparirà la nuvoletta in stile fumetto e se si vuole interagire apparirà una mano. Nella parte inferiore è situato l’inventario a scomparsa (potremo scegliere anche di tenerlo fisso) e gli oggetti si gestiscono nel modo più tradizionale: li potremo esaminare, abbinare tra loro e gestire a piacere. Le icone più interessanti si trovano nella parte superiore e sono in tutto tre: la prima a sinistra offre la possibilità di passare dal giorno alla notte in qualsiasi momento, quella al centro è la mappa 3D della città, utile per spostarsi in modo più rapido e quella a destra rappresenta il diario di Jack. Al suo interno ci saranno ottime informazioni sulla missione da completare e una serie di aiuti (in tutto sono tre per ogni missione) nel caso rimanessimo bloccati per troppo tempo.

Gli enigmi sono tutti basati sull’utilizzo dell’inventario e degli oggetti. Questi si alterneranno a momenti di investigazione dove da padrona la faranno i dialoghi e gli interrogatori. Alla fine si è trovato un giusto equilibrio che può soddisfare sia chi preferisce storie raccontate con molti dialoghi sia chi vuole un po’ più di interazione con le locazioni. A parte questo, la difficoltà in generale non è elevata, (circa 8 ore) complice una linearità abbastanza marcata che tiene sempre la storia lungo lo stesso binario.

La trama fin dall’inizio riesce a essere intrigante e di buone prospettive partendo subito forte, per poi perdersi purtroppo durante la strada. Sarebbe stato più interessante approfondire i caratteri dei personaggi e, approfittando dell’ambientazione Sci-Fi, inventarsi qualcosa di più particolare. Il titolo comunque merita di essere giocato nella sua interezza, anche se nel sonoro ci sono delle mancanze gravi, come ad esempio l’assenza di effetti ambientali e di doppiaggio. Le musichette sono purtroppo anonime e senza mordente.

Goin’ Downtown vive di luci ed ombre: un titolo che se fosse stato gestito e studiato meglio, avrebbe potuto essere speciale, ma alla fine dei conti non riesce a spiccare il volo e rimane solamente mediocre. Può essere considerato come una “prova†per i Silver Style Entertainment, dato che i suoi successori sono tutti titoli di indubbia qualità.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Silver Style Entertainment
Publisher: Kalypso Media
Data Rilascio: 11/03/2011
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Fantascienza-Noir
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Tedesco
Sottotitoli: Inglese
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