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Recensione

Face Noir

di Alberto Semprini  

il nostro voto
79
il vostro voto (6 votanti)
80
In breve

Il giovedì nero, così la stampa ribattezzò quel 24 Ottobre 1929, giorno in cui l'America iniziò a conoscere gli anni più bui della sua storia: gli anni della grande depressione. Tutti i grandi valori che questa nazione professava sparirono nell'arco di qualche mese, il sogno americano era morto e la fiducia in Dio cominciava a vacillare. Bastarono un paio d'anni perché la gente mostrasse il suo vero volto: falso, meschino e soprattutto corruttibile. Ma mai mi sarei immaginato che la corruzione potesse spingersi tanto oltre, mai avrei pensato che un giorno qualcuno avesse provato a corrompere Dio. E ora mi trovo qui, la canna di una pistola puntata addosso, un cadavere sulla coscienza e una bambina da proteggere. Come è potuto accadere tutto questo? Come può essere tutto questo nato da una serie di coincidenze? Tu credi nel Destino? ...io no.

 

Recensione Completa del 24 Gennaio 2013
Qualche considerazione dopo l'uscita della nuova versione di Face Noir...
Caro popolo di Adventure’s Planet e non solo, ci è parso d’obbligo fare una piccola aggiunta e qualche precisazione in più alla recensione di Face Noir vista l’uscita della versione internazionale. Questo agosto 2013, infatti, ha visto il rilascio di una nuova versione dell’avventura dei Mad Orange sia sul suolo internazionale che su quello italico.
Questa nuova versione è stata curata dagli stessi Mad Orange con l’aiuto dei Phoneix Studio, il team di programmazione dietro alla saga di Cognition e del prossimo Moebius di Jane Jensen. Face Noir ha così subito qualche importante ritocco, molto significativo ma insufficiente per giustificare una intera nuova recensione.

Diciamo pure che la trama e i fantastici dialoghi non hanno subito nessuna variazione mentre abbiamo novità per quanto riguarda il sonoro e l’interfaccia. Ora Face Noir gode di un doppiaggio inglese di buona qualità. Non tutte le voci sembrano calzare perfettamente ai personaggi, ma Del Nero è doppiato in maniera ottima e questo è già un buon risultato visto la grossa mole di monologhi presenti nel gioco! L’avventura così guadagna molto in atmosfera riempiendo quei silenzi che non avevano convito tutti alla prima uscita dell’anno scorso.
Altra aggiunta molto importante è l’inventario 2D a scomparsa. Come potete leggere anche in questa recensione, molte lamentele fatte all’opera dei Mad Orange vertevano sulla macchinosità dell’inventario che richiedeva un po’ troppi passaggi e rendeva l’interazione con gli ambienti un po’ troppo pesante. Tutto ciò è stato alleggerito dall’introduzione della classica barra a comparsa sul bordo alto della schermata tanto comune nelle avventure degli ultimi anni. Ora, per utilizzare un oggetto, basterà semplicemente spostare il puntatore nella parte alta dello schermo senza premere nessun tasto aggiuntivo. Per chi invece aveva apprezzato l’inventario tridimensionale, molto simile a quello di Grim Fandango, avrà comunque la possibilità di riattivarlo tramite le opzioni di gioco.
Anche gli enigmi basati sui concetti e sullo spostamento del mouse sono stati arricchiti da delle indicazioni a video che rendono più chiaro il loro funzionamento. C’è poi da registrare qualche piccola miglioria grafica soprattutto nei volti dei personaggi, in modo da renderli un pochino più espressivi durante i dialoghi, ma alla fine si tratta solo di dettagli. Purtroppo la risoluzione rimane quella del gioco originale (un limite del motore grafico molto difficile da cambiare) tutta via è sempre possibile stirare l’inquadratura in modo da eliminare le fastidiose barre nere ai lati dello schermo.

Tutte queste aggiunte hanno comunque comportato un incremento del prezzo originale, che però risulta pienamente giustificato. Tuttavia, chi ha comprato la precedente versione di Face Noir, potrà comunque aggiornare il gioco in maniera completamente gratuita da Zodiac. Nel complesso, l’opera dei Mad Orange diventa un gioco competitivo e molto più appetibile che in precedenza. Il doppiaggio permette di godersi al meglio la buona scrittura dell’avventura mentre le modifiche al sistema di controllo rendono il gioco molto più scorrevole e meno frustrante.

E ora, per chi non l'avesse ancora letta, vi lasciamo alla recensione originale del 24 gennaio 2013...

Recensione originale del 24 gennaio 2013
Whisky, un pacchetto di sigarette Marlowe, pioggia costante e una notte che non sembra finire mai. Gli elementi del classico Noir americano ci sono tutti nella prima fatica dei Mad Orange, piccolo team di sviluppo completamente Italiano, intitolata Face Noir. D’altra parte, il celebre genere ha già più volte ispirato il mondo delle avventure grafiche in veri e proprio capolavori, come la saga di Tex Murphy, Discworld Noir e l’immancabile Grim Fandango. Lo stesso game designer Gabriele “Eniac” Papalini (che gli amici del forum di AP conoscono molto bene!) ha dichiarato di essersi ispirato al capolavoro LucasArts per la realizzazione di questo gioco. Ben quattro anni sono passati dall’inizio dello sviluppo di questa avventura grafica... l’attesa sarà stata ripagata? Vediamolo subito.

Iniziamo dal sistema di controllo. Face Noir è molto classico da questo punto di vista. Terza persona e puntatore da muovere sugli hotspot delle locazioni. Con il click del tasto sinistro si esaminano gli hotspot, con il destro ci si interagisce. L’inventario è un po’ diverso dal solito: invece di avere la classica comparsa, al premere del tasto apposito (rotellina del mouse oppure barra spaziatrice sulla tastiera) ci troveremo di fronte una schermata con a lato una colonna scorrevole delle nostre cianfrusaglie e in mezzo la mano del nostro detective Jack che tiene il modello tridimensionale dell’oggetto evidenziato al momento.
La citazione dall’inventario di Grim Fandango è carina, ma bisogna ammettere che la macchinosità di questa impostazione rende un po’ pesante l’interazione con gli oggetti. Infatti, ogni volta che dovremo usare uno dei nostri items dovremo aprire l’inventario, trovare il nostro oggetto, cliccare con il destro per impostare il puntatore su “usa” e cliccare sulla mano. In sè non ci sarebbe nulla di sbagliato, ma dopo anni di menù ed inventari a scomparsa, questo metodo risulta un po’ troppo scomodo e macchinoso.
Le locazioni e gli hotspot che si possono esaminare sono davvero tantissimi, per questo ci viene in aiuto l’ormai immancabile (e secondo il sottoscritto necessaria) opzione per metterli tutti in risalto tramite il tasto F1. Le descrizioni pronunciate da Jack sono veramente tante e molte volte non sarebbero necessarie al fine ultimo della storia, ma questo aspetto ha comunque il pregio di aiutarci ad entrare bene nell’atmosfera del gioco: le descrizioni elaborate infatti sono la spina dorsale di ogni buon romanzo e film Noir che si rispetti.
Questo ci porta anche a dire che uno dei punti di forza di questa piccola produzione è proprio quello di saper ricostruire molto bene l’atmosfera Noir ed un mondo di gioco ricco di sfumature nel quale potersi immergersi con molto piacere. I Mad Orange sembrano aver colto molto bene l’essenza del genere a cui si sono voluti riferire; non a caso i tempi del Noir sono sempre lenti e dilatati, molto adatti ad una avventura punta e clicca. A questo proposito merita una piccola analisi anche l’assenza del doppiaggio.

Come forse saprete, la versione italiana di Face Noir è priva di doppiaggio. Purtroppo questa è stata una scelta obbligata, dovuta a esigenze di natura economica, eppure qualcuno ha fatto notare che tale caratteristica riesce a dare una nota particolare al gioco. É innegabile che sentire le voci dei personaggi sarebbe stata una buona cosa e avrebbe sicuramente aiutato il gioco a farsi apprezzare di più, però c’è da dire che il fatto di dover leggere i dialoghi e monologhi del personaggio rende i tempi dell’avventura molto più dilatati e riflessivi. Un po’ in sintonia con quello che ho scritto poco sopra sul genere Noir. Questo aspetto ha quindi le sue conseguenze negative ma anche qualche effetto positivo: al vostro gusto personale il compito di decidere se apprezzare o meno.
Parlando della trama, possiamo dire che forse essa ricorre a un po’ troppi cliché del genere, ma se siete degli amanti del Noir e delle storie di detective, la cosa non potrà che farvi piacere. Tutto sommato l’accento è molto spostato sulla caratterizzazione del personaggio principale e del suo rapporto con i comprimari, e questo non può che far bene alla possibile immedesimazione del giocatore.

Dal punto di vista del gameplay, devo dire di aver apprezzato abbastanza questa avventura. Abbiamo una serie di enigmi e situazioni variegate, sempre e comunque coerenti con il contesto. Il lavoro fatto con gli enigmi è davvero buono e credo che molti avventurieri potranno apprezzare questa varietà. A tal proposito possiamo dire che Face Noir propone qualche novità nel campo delle avventure punta e clicca: c’è infatti una tipologia di enigmi basati sui dialoghi molto interessante.
Durante le nostre indagini, infatti, ci capiterà di imbatterci in informazioni di una certa rilevanza. Molto spesso saranno cose apprese da dialoghi, ma alle volte potremo trovarle su giornali o manifesti. Queste informazioni verranno immagazzinate nella memoria di Jack (sentiremo un effetto sonoro quando le avrà assimilate) e torneranno utili in determinate situazioni di dialogo. Più volte, infatti, ci capiterà di dover convincere qualche personaggio non giocante a fare determinate azioni: in questi casi potremo accedere ad una speciale schermata che ricapitola tutte le informazioni da noi raccolte. Per risolvere l’enigma dovremo cliccare su due idee in modo da connetterle assieme e creare un terzo concetto utile per proseguire la conversazione (un po' quanto accadeva in Darkness Within: Sulle tracce di Loath Nolder, ma in questo caso applicato attivamente ai dialoghi-interrogatori). Tutto ciò rende molto bene l’illusione di essere un detective che arriva a determinate conclusioni usando la logica, senza contare che tutto il lavoro di programmazione su questo sistema (così come su tutto il gioco) è stato svolto praticamente da una persona sola: il prode Marco “Azrael” Sgolmin (anch'egli vecchia conoscenza del nostro forum!).
Meno efficaci invece sono quei momenti in cui dovremo interagire fisicamente con alcuni elementi dello scenario. Un po’ come succede con Amnesia: The Dark Descent, alcuni sportelli, manopole e altri ammennicoli dovranno essere usati tramite movimento del mouse. Questa feature è molto di moda in questi tempi, ma a mio modesto parere non se ne sentirebbe la mancanza. In ogni caso si tratta di sporadici casi ed essa non mina certo l’esperienza di gioco.

Ora passiamo al punto di vista tecnico. Come già detto il doppiaggio è completamente assente, però è presente un’ottima colonna sonora. Per rimanere nell’atmosfera, tutti i brani presenti nel gioco sono dei pezzi jazz molto belli e ben eseguiti. L’unico problema è che la colonna sonora non è sincronizzata con gli eventi di gioco e questo difetto si fa sentire soprattutto in alcuni momenti di suspense che avrebbero richiesto un cambio di musica più consono. C’è anche da dire, che per quanto belli e di atmosfera, questi pezzi jazz rischiano di venire un po’ a noia dopo diverse ore di gioco, tutto per colpa del fatto che vengono suonati in loop, senza una introduzione o variazione. Insomma la scelta del genere musicale è stata ottima, ma sarebbe stata gradita un po’ di più ecletticità.
Anche la grafica dei Face Noir ha alti e bassi. Gli sfondi pre-renderizzati sono ben realizzati e funzionali, oltre ad essere davvero tanti! Un po’ meno riusciti sono i modelli dei personaggi e le espressioni facciali. Alla luce di ciò, si può perdonare almeno in parte la fattura grafica non perfetta e un po’ grezza dei personaggi, che tutto sommato svolgono il loro lavoro in maniera non troppo diversa da altre produzioni indipendenti estere.
Un po’ castrante invece risulta essere la risoluzione inchiodata 1023x768 che sui monitor di oggi causa l’inevitabile presenza di bande nere, riducendo la finestra di gioco. Personalmente, da navigato avventuriero, trovo che in un’avventura punta e clicca i fattori più importanti rimangano la trama e gli enigmi, mentre i difetti grafici risultano fastidiosi solo quando rovinano completamente la sospensione dell’incredulità. Per quanto mi riguarda la risoluzione non è tra questi, ma è doveroso almeno citarla per quegli utenti che la ritengono più importante.

Resta da capire se questa attesa di quattro anni per Face Noir è stata ripagata a dovere... Diciamo che la mancanza di doppiaggio e qualche altro difettuccio tecnico potrebbero risultare dei fattori un pochino indigesti, ma lo stomaco dell’appassionato avventuriero DOC non si lascia scalfire da queste cose. I punti di forza del gioco Mad Orange rimangono sicuramente l’atmosfera, la trama e gli enigmi: tre pregi molto importanti nel genere delle avventure. Aggiungeteci anche il fatto che il prezzo con cui è venduto su Zodiac è davvero basso e accattivante (€ 9,99), specie se rapportato a una longevità non indifferente, di almeno 20 ore.
In conclusione, anche se non perfetto, Face Noir risulta un’esperienza ludica davvero molto interessante ed accogliente.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Mad Orange
Publisher: Daedalic Entertainment
Distributore: Zodiac
Data Rilascio: 22/12/2012
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura-Noir
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Italiano
Ricerche
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Requisiti minimi
OS: Windows XP/Vista/7
Processore: 2 Ghz
RAM: 1 GB
Scheda Video: compatibile DirectX 9
Hard Disk: 2 GB
Supporto: Online Download
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