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Recensione

Ben there, Dan that!

di Luca Massari  

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In breve

Avventura grafica free liberamente ispirata a Zak McKraken e alle classiche avventure della LucasArts, ricca del tipico humor inglese e di situazioni esilaranti.

 

Recensione Completa del 01 Ottobre 2011
Gli anni '90 ancora oggi sono considerati dagli avventurieri di vecchia data il periodo migliore per le avventure grafiche. In un'epoca nella quale parole come poligoni o textures sembravano tanto lontante, la fortuna di un titolo era dettata semplicemente dalla trama, spesso curata sin nei minimi dettagli (Indiana Jones and the Fate of Atlantis, ad esempio, non ha nulla da invidiare alle quattro pellicole della Lucas), unita ad un gameplay avvincente e mai banale. Semplicità, sia nell'interfaccia che nei meccanismi di gioco, è sempre stata la parola chiave attorno al quale lo Scumm, il motore di tutte le avventure della LucasArts, è andato via via evolvendosi, da Maniac Mansion arrivando sino a Grim Fandango e oltre. Un altro fattore spesso caratterizzante è dettato dalla comicità: sia Sam & Max (serie che attualmente prosegue grazie alle season episodiche della Telltale) che Monkey Island hanno fatto di questo elemento il proprio cavallo di battaglia, con veri e propri tormentoni che vengono ancora oggi citati in numerosi titoli.


Ben there, Dan that! , il titolo della Size Five Games, altro non è se non un enorme atto d'amore verso una generazione di avventure grafiche che, ad oggi, non esiste più (o, se ancora rimane, è almeno in parte mutata). Il gioco prende il là con Dan intento nel resuscitare, in modo decisamente poco ortodosso, il suo amico non-morto. Come se nulla fosse i due, al termine dell'operazione, si recano nel proprio appartamento per poter vedere il loro show preferito, Magnum P.I. Purtroppo però la televisione non prende e, nella loro "quest" per tentare di sintonizzare in modo appropriato l'antenna dell'apparecchio, i due si ritroveranno catapultati su una nave aliena, inconsapevoli di essere stati attirati lì proprio da due extraterrestri che perseguono un proprio, oscuro piano. La trama, se da un lato sembra appena abbozzata (quasi un pretesto), tuttavia si pone in continuità con i giochi che Ben there, Dan that! Vuole omaggiare, facendo dell'assurdità e del non-sense il proprio punto di forza. Non mancherà, proprio alla fine del gioco, un colpo di scena per nulla telefonato o scontato, che invoglierà anzi il giocatore a buttarsi direttamente sul sequel, Time Gentlemen, please!


Il gameplay, privo di qualsiasi guizzo o particolarità, si limita a riproporre la solidità dei grandi classici: tonnellate di oggetti da raccogliere, combinazioni fra gli stessi, qualche dialogo (di cui solo uno è risolutivo di una determinata situazione, i restanti sono solo di "approfondimento"), un pò di "lateral thinking" e tante risate, viste le situazioni anomale che le varie dimensioni che si visiteranno proporranno. L'interfaccia, semplice e pulita, presenta un puntatore che, con il tasto destro del mouse, permette di compiere varie azioni come usare, dialogare, osservare oppure utilizzare l'ultimo oggetto esaminato. Spostandosi nella parte superiore dello schermo, si avrà accesso all'inventario (un fagotto da viaggio) e alle classiche opzioni per salvare o caricare una partita. Tutti i dialoghi, inoltre, si svolgono in maniera puramente "testuale", essendo assente un qualsiasi doppiaggio. Anche la colonna sonora si limita appunto a fare da sfondo (anche perché non presente in ogni situazione), ma è da notare il motivetto iniziale che omaggia Sam & Max (nella loro incarnazione seriale).


Un gioco perfetto, dunque?
Assolutamente no. Ben there, Dan That! si trova a peccare proprio nella longevità. Entrando in una locazione, infatti, si distingueranno con un semplice colpo d'occhio tutti gli oggetti utili alla nostra causa o, se proprio ci blocchiamo, basterà una linea di dialogo scambiata con un personaggio non giocante a metterci sulla giusta strada. La linearità del titolo poi, che posiziona idealmente il videogiocatore su un binario invisibile, fa si che rimanere bloccati per un qualsiasi motivo risulti veramente difficile. Il giocatore smaliziato non impiegherà più di un'ora per vedere i titoli di coda, anche gustando ogni scambio di battute della simpatica coppia. La natura di titolo semi-amatoriale trasuda, ad esempio, dalle animazioni dei protagonisti, veramente stilizzate...ma certo questo non incide, se non in una parte infinitesimale, sul giudizio globale. E' da segnalare poi che recentemente il titolo ha subito un parziale restyling (tanto da guadagnarsi l'appellativo di Special Edition), ottenendo nuove musiche di background, la risoluzione di qualche bug di compatibilità e l'introduzione di un nuovo font per i dialoghi, che ne migliora la leggibilità.
Nulla di epocale, insomma, ma sicuramente un gesto da segnalare per tentare di migliorare un prodotto che, per la sua particolare natura, si pone come indirizzato ad un pubblico molto ristretto. Il rapporto qualità/prezzo sicuramente favorevole (4 euro per il primo titolo e annesso sequel, sulla piattaforma di digital delivery Steam) è tuttavia un incentivo a provare il gioco che, nonostante le pecche evidenziate, si pone come un gradevole passatempo, che non mancherà di strapparvi numerose risate.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Size Five Games
Data Rilascio: 20/10/2008
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Commedia
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Sottotitoli: Inglese
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