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Recensione

Alter Ego

di Mattia Seppolini  

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In breve

1894, Plymouth - Il corpo appena seppellito di Sir William, un sinistro personaggio che la polizia credeva responsabile di numerosi omicidi senza essere mai riuscita a provarlo, scompare. Immediatamente si avvia una brutale sequenza di delitti, mentre la cittadina piomba nell'orrore e gli investigatori brancolano nel buio. Il giovane ladruncolo Timothy, giunto in città casualmente, sogna di andare in America per ricominciare una nuova vita, ma viene accidentalmente coinvolto in questi eventi...

 

Recensione Completa del 17 Gennaio 2012
L’Inghilterra di fine ‘800 è sempre stata un luogo particolarmente suggestivo, una nazione in forte crescita economica in bilico tra ricchezza e povertà, cultura e ignoranza. Nel nostro immaginario la possiamo associare alle grandi opere letterarie di autori come Arthur Conan Doyle e Oscar Wilde, ma anche gli efferati delitti di Jack lo Squartatore. Ed è proprio in questo scenario che Future Games, software house venuta alla ribalta grazie al successo di Black Mirror, ha deciso di ambientare la sua ultima avventura, Alter Ego.

Siamo a Plymouth, la più importante città portuale di quel periodo in Inghilterra. Nelle prima pagine dei giornale campeggia la notizia della morte di Sir William Arthur Lewis, detto “La Bestia Biancaâ€, un giovane facoltoso, accusato dai cittadini di essere un pericoloso assassino, autore di alcuni efferati delitti che hanno turbato la città negli ultimi tempi. La convinzione sulla colpevolezza dell’uomo è tale che il suo funerale deve essere celebrato di notte, in gran segreto per evitare incidenti. Ad investigare sui delitti che lo vedono come imputato, dopo l’abbandono del precedente incaricato, viene chiamato il Detective Briscol, stereotipo del classico detective inglese, sempre molto composto e ligio al dovere.
Nel frattempo Timothy Moor, giovane mascalzone ormai ridotto all’osso, con in mano il solo medaglione di famiglia, è pronto a tutto pur di abbandonare l’Inghilterra e tentare la fortuna in America. Sono loro i personaggi che andremo ad impersonare nel corso di quest’avventura, personaggi molto diversi tra loro che pongono ancora l’accento su quel dualismo che emerge già dal titolo del gioco.
Complice una cornice decisamente evocativa per questo genere di racconti, ci sarebbero tutti gli ingredienti per un’avventura colma di atmosfera. Invece il gioco fallisce completamente nel suo intento.

Innanzitutto i personaggi: Briscol come abbiamo detto prende a piene mani da stereotipi ormai consolidati, anche se nel corso dell’avventura sarò costretto a tirare fuori una parte del suo carattere più nascosta e cinica. Quindi seppur senza brillare per originalità possiamo dire che si tratta di un personaggio funzionale e discretamente riuscito. Timothy invece si presenta bene, in una situazione che mette in risalto il suo carattere: un personaggio che mette i suoi interessi prima di tutto, ma le cui vicende si perdono nel proseguire dell’avventura, risultando poco interessanti, caratterizzate e, soprattutto, poco attinenti con quello che succede intorno; in questo modo si perde tutto quello che di buono si era intravisto nel personaggio, che finisce con il diventare un semplice burattino in balìa degli eventi, in netto contrasto con l’immagine che si ha di lui all’inizio.
Nel complesso il tutto tarda a farsi interessante per il giocatore. Per più di metà del gioco avremo solo qualche informazione generica (per lo più nelle fasi di Briscol) e il tutto proseguirà con una certa lentezza, centellinando indizi, per poi prendere all’improvviso una piega totalmente diversa, con eventi che accadono in maniera frettolosa e senza le giuste motivazioni, lasciandoci più di una volta spaesati. Anche arrivati ai titoli di coda il senso di insoddisfazione è forte, al punto da domandarci sull’utilità di buona parte delle sequenze di gioco e del finale stesso.

Purtroppo non è solo la narrazione a non convincere del tutto, ma anche per quanto riguarda gameplay e comparto tecnico ci sono delle riserve. Mouse alla mano, troveremo tutte le caratteristiche tipiche dei giochi Future Games, sia per quanto riguarda l’interfaccia - quindi tasto sinistro per interagire, tasto destro per esaminare, menù in basso a scomparsa e tasto per evidenziare gli hotspot (con quelli non necessari che scompariranno una volta esaminati) - sia per il gameplay, che mescola enigmi di stampo classico basati sulla raccolta e l’utilizzo di oggetti, a fasi maggiormente legate all’esplorazione e al dialogo. Le sequenze di Briscol, come è facile immaginare, saranno quelle dall’approccio più investigativo, con l’accento sull’esplorazione delle locazioni e sui dialoghi più che sugli enigmi veri e propri; per quanto rimanga l’impressione che si sarebbe potuto fare qualcosa di più, magari con qualche enigma maggiormente deduttivo, nel complesso il tutto funziona e sarebbe stato un buon diversivo rispetto a fasi maggiormente movimentate. Ma sono le sequenze giocate nei panni di Tim a scricchiolare: sempre molto semplici, con enigmi non troppo ispirati e con un ritmo che non riesce a decollare, fallendo di fatto nel tentativo di creare una dualità tra i due protagonisti anche a livello di gameplay.
Alter Ego è quindi un titolo molto semplice: un’attenta analisi delle locazioni e degli oggetti basterà per risolvere tutte le situazioni senza problemi, con un totale di circa 8/10 ore per raggiungere i titoli di coda. Di per sè non considero questo un difetto, soprattutto quando un titolo punta molto sulla trama; ma è proprio questa a non convincere, di conseguenza entrambi gli aspetti ne escono ulteriormente penalizzati.

Alter Ego è ormai disponibile da più di un anno sul mercato internazionale, mentre in Italia è distribuito su Zodiac. In parte questa relativa anzianità si sente a livello tecnico con fondali e modelli poligonali buoni ma leggermente meno convincenti rispetto a titoli più recenti. Si sente forse anche la mancanza di una maggiore ricercatezza nelle locazioni che, curate ma non in grande quantità, non si discostano da quello visto in altri titoli ambientati in questo periodo (ad esempio la solita chiesa con il solito cimitero che ormai sono presenti in quasi tutte le avventure).
Menzione d’onore invece per il doppiaggio, completamente in inglese (come i sottotitoli), con voci azzeccate e ben recitate, e con l’aggiunta di vari effetti ambientali quando necessario (ad esempio il riverbero all’interno della chiesa).
Le musiche offrono un accompagnamento buono ma senza particolare mordente, creano la giusta atmosfera, per quanto non risultino affatto memorabili.

Con Alter Ego i Future Games sprecano una buona occasione. Le basi per un’avventura solida e piacevole c’erano tutte; purtroppo falliscono nel raccontare una trama che risulta lenta e frammentaria. Anche il gameplay semplice, probabilmente per scelta, e comunque non particolarmente ispirato, finisce col risentirne. Un titolo che potrebbe valere la pena solo se siete in astinenza da un certo tipo di atmosfere, altrimenti potrete benissimo farne a meno.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Future Games
Publisher: bitComposer Games
Data Rilascio: Q1 2010
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Avventura/Horror/Mistero
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Inglese
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