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Recensione

Art of Murder 3: Le Carte del Destino

di Matteo Inzaghi  

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In breve

La nostra Nicole Bonnet, giovane agente dell’FBI, in questa terza avventura riceve un misterioso pacco. All’interno trova un complicato puzzle di logica che sembra provenire dalla mente malata di un serial killer. Questo sarà solo l’inizio di un epico duello tra due menti, quella della nostra Nicole e quella di uno spietato assassino. Nicole dovrà fare dunque ricorso a tutto il suo ingegno ed arguzia per risolvere il caso e fermare l’omicida prima che colpisca ancora. Fino a dove dovrà spingersi per cercare di decifrare la complicata mente di uno psicopatico ed i suoi enigmi?

 

Recensione Completa del 21 Aprile 2010
Ogni volta che viene pubblicata una nuova avventura targata City Interactive, mi domando sempre come facciano gli sviluppatori polacchi a sfornare così tanti giochi in così poco tempo. Inserendo nel fidato lettore DVD il disco di Art of Murder: Le Carte del Destino, mi sovviene il motivo: le loro avventure sono tutte uguali (un po’ come i loro tremendi FPS/fotocopia della serie Terrorist Takedown). Se si è infatti avuto a che fare con qualcun altro dei precedenti lavori del team di Varsavia, non si potrà non notare quanto tutto sia stato ripetuto ad oltranza dal 2008 (anno di pubblicazione del primo Art of Murder) a oggi. Stesse storie, stessi personaggi, stessi pregi (pochini) e medesimi strafalcioni e pressapochismi nella sceneggiatura, nei dialoghi e negli enigmi.

In questa nuova avventura dell’agente FBI Nicole Bonnet, ritroviamo la nostra eroina in vacanza dopo aver risolto brillantemente il suo ultimo caso. Non c’è tempo di riposarsi però, perché un pacchetto sospetto le viene recapitato a casa. Raccolti i primi indizi volutamente lasciati nella scatola ricevuta, Nicole si ritroverà ad aver a che fare con l’ennesimo serial killer (tre giochi, tre storie di serial killer, portiamo pazienza) che decide di sfidarla a carte (quasi) scoperte. Il simpatico buontempone, infatti, segue le gesta di Nicole da diversi anni ed è deciso a proporre alla migliore agente dell’FBI un macabro gioco in cui invita la nostra ad assistere e tentare di fermare i suoi prossimi omicidi. A proposito delle “carte†menzionate qualche riga fa, il perno delle indagini riguarderà appunto le carte da gioco che l’assassino utilizza come firma delle proprie gesta. Insomma, nel primo episodio c’era il killer delle monete antiche, nel secondo il cattivone di turno usava le vittime come marionette e qui abbiamo il tizio delle carte. Per il quarto episodio proporrei un killer che lasci delle sceneggiature originali negli uffici della City Interactive prima di ammazzare la vittima di turno.

In Art of Murder 3 ritroveremo la stessa interfaccia vista nei passati episodi: inventario posto in basso a sinistra e iconcine per evidenziare gli hot spot e per il menu in basso a destra. Nicole porterà sempre con sé il PDA già visto nei precedenti capitoli e, come avveniva in passato, anche questa volta non servirà a un piffero. È messo lì giusto per fare scena, dato che ultimamente tutti gli eroi dei punta e clicca ne hanno uno, ma è assolutamente inutile. Possiamo infatti provare a telefonare ai nostri colleghi (tanto è sempre occupato e non rispondono) e osservare quanto è bello (?), ma non lo utilizzeremo mai per la risoluzione degli enigmi. Una novità abbastanza di rilievo invece, riguarda l’analisi degli oggetti in nostro possesso. È possibile girare e rigirare in inventario il materiale recuperato durante i nostri spostamenti e ciò permette qualche espediente in più dal punto di vista dei puzzle. Nulla di trascendentale, per carità, ma il fatto di doversi riguardare gli oggetti per scoprire nuovi dettagli utili all’indagine è abbastanza divertente e c’è da dare atto che la nuova componente è stata ben dosata e gli sviluppatori non ne hanno abusato.

Graficamente ritroviamo il 2.5D al quale eravamo abituati e i modelli poligonali dei personaggi (Nicole in primis) sono stati ripresi senza alcuna modifica dagli episodi precedenti. Sono migliorati invece sia le animazioni sia gli scenari, che finalmente non appaiono più tanto statici quanto in precedenza. Molto curate anche le numerose scene d’intermezzo e gradevole l’implementazione della telecamera che si avvicina in modo cinematografico ai protagonisti durante i dialoghi. Una feature del genere si era già vista in Secret Files 2: Puritas Cordis, ma nell’ultima avventura di Nicole Bonnet il risultato è sicuramente migliore.

Per la prima volta da quando la serie è arrivata in Italia, non ritroviamo più l’ottimo doppiaggio nella nostra lingua curato dalla Jinglebell, ma avremo localizzati solamente i sottotitoli. Personalmente non ho sentito la mancanza del doppiaggio, anche perché la recitazione in lingua d’Albione non è malvagia. Il miracolo che però né gli attori né chi si è occupato della buona traduzione dei sottotitoli potevano fare era quello di rendere la scrittura dei dialoghi accattivante. Durante il gioco ci saranno una montagna di cliché, di frasi fatte, di battutine e di situazioni già viste milioni di volte nei thriller di serie B e, a peggiorare la situazione, ci sono anche espressioni assolutamente fuori contesto. A un certo punto dell’avventura, per esempio, il killer mostrerà a Nicole un filmato in cui le fa notare come l’abbia costantemente seguita durante gli ultimi anni. La scena sarebbe abbastanza disturbante e interessante se si sviluppasse come Dio comanda, ma purtroppo tutto è rovinato dalla frase recitata (con tono tranquillissimo) da Nicole al termine della visione del filmato: “Non è divertenteâ€. Come caspita si può commentare con una frase del genere una simile situazione? Di momenti di questo tipo ce ne sono purtroppo moltissimi e sono presenti anche numerosi errori in punti salienti della trama. Si nota insomma una scarsissima cura riposta in fase di scrittura. Si parla di analizzare i capelli di gente calva come lo zio Fester, avremo a che fare con sofisticati monitor touch screen in cui bisognerà premere INVIO anche se non c’è la tastiera e a un certo punto incontreremo un ex militare che fabbrica ordigni esplosivi per conto del serial killer e che “non immaginava fossero usati per fare del male†(mi sembra normale: un tizio che non rivela la propria identità ti commissiona delle bombe, non ti devi preoccupare mica! Saranno utilizzate ovviamente per scopi umanitari, o al massimo come fuochi d’artificio!)

Sul versante degli enigmi, la situazione è altalenante: sono vari, ci sono alcuni ottimi spunti e alcune sezioni sono divertenti e appassionanti, ma ci sono anche una tonnellata di passaggi assolutamente evitabili e di puzzle che non stanno in piedi. Tenuto conto che la difficoltà di Art of Murder 3 rasenta lo zero (non necessariamente un difetto, se tutto fosse sostenuto da una buona storia che, come già scritto prima, manca) la sensazione di essere presi in giro dagli sviluppatori durante il gioco arriva più di una volta. In pratica in ogni location troviamo sempre uno sgabuzzino/armadio/angolo di rifiuti/scrivania in cui Nicole raccoglie quattrocentosettantamilaottocentododici oggetti (compresi arpioni, sedie a sdraio, cartelloni pubblicitari e altre cose gigantesche che non si capisce come riesca a tenere in tasca) e che sono usati circa quindici centimetri più in là. Altre sezioni di gioco poi, sono superabili semplicemente rimbalzando qua e là e domandando qualcosa ai (dimenticabilissimi) personaggi di contorno: davvero pochino. Da segnalare inoltre la permanenza del difetto riguardante la combinazione degli oggetti in inventario, già presente nelle prime due puntate. Usando per esempio l’oggetto A con l’oggetto B, tutto filerà liscio, ma se provassimo a fare il contrario e a unire B con A, Nicole ci dirà che siamo degli idioti e che non c’è nulla di più sbagliato al mondo. Può capitare in pratica di rimanere bloccati assolutamente senza nessun motivo, se ci si scorda di questo problema.

Ricapitolando: Le Carte del Destino ha una buona grafica, una pessima trama e degli enigmi così e così, ma in definitiva, il gioco è divertente o no? Beh, tirando le somme, Art of Murder 3 è abbastanza piacevole. Non perché abbia una storia interessante o sia particolarmente appagante, ma perché palesemente ruffiano. I City Interactive, infatti, hanno imparato dai giochi passati quand’è il momento buono di piazzare scene “catchy†come inseguimenti d’auto, esplosioni, o sparatorie e anche se è lapalissiano che tutto ciò compaia giusto per fare presa sul giocatore, grazie a questi espedienti non capita di accasciarsi addormentati sulla tastiera uccisi dalla noia come in alcune avventure pubblicate di recente. La sensazione di essere di fronte a un gioco creato ad hoc giusto per fare cassetta e puntare sul giocatore occasionale è fortissima, ma viene da pensare che se gli sviluppatori polacchi si focalizzassero su un’unica avventura e la sviluppassero con più calma, al posto di rilasciare frettolosamente tre/quattro giochi all’anno identici, potrebbero fare sicuramente meglio. Le premesse e alcune buone idee già ci sono.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: City Interactive
Distributore: Leader
Data Rilascio: 23/02/2009
Piattaforma: PC
Caratteristiche
Genere: Poliziesco/Thriller
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Italiano
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