Extra
Audere Semper
Lettera del 28 Dicembre 2009
Ciao Elisa,
è passato un bel po’ di tempo dalla mia ultima lettera,
ma infine eccomi qua! Allora… che mi racconti? Come stai?
Ho saputo che da qualche settimana lavori a un quotidiano…
credo che sia fantastico! Voglio dire, è questo che hai
sempre desiderato, no? Lo so, forse gli inizi non sono
esattament esattamente brillanti, l’ambiente non è come lo avevi
immaginato, e la gavetta sembra infinita… senza contare
la crisi, la disoccupazione, la vita frenetica, l’università …
cavolo, non e’ per niente facile avere la nostra etÃ
in questo periodo! Una volta qualcuno mi disse che
il lavoro di un giornalista si basa solo per il 10% sullo
scrivere: il rimanente 90% è ascolto, percezione.
A volte provo ad ascoltare, e mi tornano alla mente
dei flash di quando eravamo bambini, di te che scarabocchiavi
su qualsiasi foglio di carta ti capitasse a tiro con quelle
matitone mangiucchiate che tenevi fra le dita minuscole…
dicevi che quei ghirigori senza senso fossero ‘scritture’…
Sì, io credo che ce la farai. :)
Qui la vita è a volte frenetica, altre volte troppo calma.
E… fredda fredda, tanto fredda. Pioggia e vento, vento e pioggia.
Spesso il gelo penetra nelle ossa e fa rabbrividire,
e non c’è coperta che tenga… ma so che per ora è così
che deve andare.
Non so se mai leggerai queste righe… in realtà , non so
neanche se ti siano giunte tutte le altre lettere. Però
credo che in qualche modo la scrittura mi aiuti: sapere…
sperar sperare che tu possa un giorno sfiorare questo foglio
mi fa sentire fisicamente più vicino a te. I momenti in cui ti
scrivo sono gli unici in cui il gelo nelle ossa riesce a
non farmi tremare.
Non ricordo il tuo volto, non conosco la tua voce.
Ma mi manchi. Tantissimo.
Ciao, sorellina.