Anche qui vi offro le mie prime riflessioni.
La prima AG che devo necessariamente far rientrare in questo 'circolo delle delusioni' è inevitabilmente A New Beginning. Il tema mondiale del clima e più in generale dell'ecologia, mai più vivo e sentito come negli anni in cui viviamo, era di certo originale e di interesse comune, tanto che, se il prodotto fosse stato all'altezza delle aspettative che si portava dietro, anche grazie ad un nome che cominciava a farsi strada con titoli interessanti come 'The Whispered World' e 'Edna & Harvey: The Breakout', cioè i Daedalic Entertainment, avrebbe potuto persino assurgere ad onori più alti del semplice videogioco, meritando la palma della prima avventura che avesse, con un pretesto ludico, affrontato questioni di estrema delicatezza come quelle relative all'ambiente.
In realtà, la storia delle AG conta già un predecessore sul tema, EcoQuest: The Search for Cetus (anche su MobyGames) della gloriosa Sierra che fu, anche se qui l'impostazione era maggiormente didattica, ma comunque volta a mostrare l'uomo come minaccia per la natura e in particolare l'ambiente marino.
In A New Beginning invece le cose appaiono più serie e la trama volge ai rischi di disastri imminenti, con tutti i complotti che vi si ricollegano. Purtroppo, l'esito finale non è quello sperato e personalmente, benchè le abbia dato tutto sommato un buon voto nel mio commento alla scheda (75), la delusione ha dovuto sorprendermi. Non nego le qualità del titolo, buona grafica - quella cartoon per me non strideva coi contenuti - buone musiche, idea di fondo interessante. Ma è proprio lo sviluppo di questa che mi ha lasciato l'amaro in bocca, laddove avrebbe dovuto essere ben più forte ed epico, anche con dialoghi da cui trasparisse più disperata la consapevolezza dei pericoli cui l'uomo va incontro con una condotta sprezzante della natura.
Ma queste sensazioni sono appena tratteggiate, vengono lasciate alla lontana immaginazione del giocatore, che rischia di dover immaginare anche il gioco che sarebbe stato e che IMHO invece non è. Peccato a lettere maiuscole.
Dream Chamber è altro titolo, più recente, che aveva inizialmente colpito la mia attenzione, soprattutto per l'idea - che mi era parsa originale - di consentire al protagonista di ripercorrere nei propri sogni locazioni già visitate da sveglio e potervi raccogliere ulteriori informazioni non ricavabili in questa condizione, completando gli elementi a disposizione per risolvere gli enigmi di turno.
L'idea continua a sembrarmi buona (potrete a breve leggere, se vorrete, una recensione completa), ma la sua realizzazione, almeno in questo primo titolo, mi sembra ancora molto embrionale e l'intuizione poco sfruttata. Non oso immaginare gli enigmi e le gag cui si possa dar vita con questo doppio binario che unisce stesse locazioni, stessi oggetti e magari stessi personaggi, ma qui il tutto è ancora a livello di 'bozza'. Spiace perchè c'erano delle buone premesse, che tuttavia non è detto debbano essere disattese anche in eventuali episodi successivi (anzi, la speranza è questa).
Infine, vorrei parlarvi di The Cat Lady. L'opinione generale formatasi intorno a questo titolo è nel complesso positiva, non solo per il difficile argomento trattato (la depressione), ma anche per le indubbie atmosfere malate e suggestive che questo gioco riesce a creare. A ben vedere, anche la parola 'gioco' sembra inadeguata, non solo proprio per la forza delle emozioni di paura ed angoscia che riesce a trasmettere (ben lontane dall'evasione e dall'intrattenimento), ma anche perchè - e qui vengono quelle che reputo le note dolenti - la stessa giocabilità è messa a repentaglio da una trama che vuole prevalere a tutti i costi, che vuole procedere quasi anche senza di voi, lasciandovi non molto da fare rispetto ad una invece massiccia presenza di dialoghi che sembrano il vero fulcro di questa (comunque interessante e meritevole) produzione.
Non dimentichiamo che il videogioco è contraddistinto dal fondamentale elemento dell'interazione, che non può rischiare di essere oppressa dalla sua trama: ho sempre ritenuto che una buona trama sia il 50% del successo di un'AG, ma non riesco a spingere questa percentuale fino al 75% e oltre, dove sembra che gli enigmi facciano da intermezzo rispetto alle cutscene anzichè il contrario. Ottime e difficilmente eguagliabili atmosfere, ma gameplay troppo sacrificato.
E ora, come sempre, a voi la parola.