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2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Il mondo delle Avventure Grafiche, dalle origini sino ai giorni nostri.

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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Neo-Geo il venerdì 8 giugno 2018, 18:39

Overmann ha scritto:All'avvicinarsi del giro di boa (siamo a giugno...) pare sia uscito qualcosa di sufficientemente "tradizionale" e al contempo localizzato in italiano:

https://www.gog.com/game/unforeseen_incidents
https://www.gog.com/game/detective_gallo


Ma dovrai fare così fino alla fine dell'anno? :D
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il lunedì 11 giugno 2018, 15:52

Visto che il sito non viene più aggiornato mi sembrava utile.


La discussione circa il 'destino' di AP continua qui.

EDIT by asterix777
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Shockolino il venerdì 15 giugno 2018, 14:26

A me sembra invece che proprio in questi anni si sta avendo una rinascita pazzesca delle avventure grafiche.
Poi dipende se vivi in Perù è probabile che lì non le pubblicano
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il venerdì 15 giugno 2018, 18:02

Sì infatti la tesi del topic è che sono stati anni con molte uscite, ma questo 2018 sembra invertire il trend.

Magari la prossima volta lo scrivo in un tweet così si capisce meglio. :lol:
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda millennium2k il mercoledì 20 giugno 2018, 22:05

Tornando al tema del thread, peraltro molto interessante, non credo che le avventure grafiche siano in crisi, ci sono molti sviluppatori indie che non conosciamo che continuano a produrle, con buoni o cattivi risultati, ma ci sono. Che sia un genere di nicchia lo sappiamo, ma il problema principale è la mancanza di tempo, viviamo in un mondo che è sempre più frenetico, le avventure, ma anche i libri e i giochi in generale, soffrono di questo. Inutile abbassare i prezzi dei giochi, quello che manca è il tempo. Ho la biblioteca piena di giochi comprati in offerta e non, nessuno di questi pagati più di 15€. Eppure non riesco a giocare a molti titoli. Sto ancora giocando a black mirror 2, per capirsi. Non ho giocato a grim fandango e Gabriel knight... Eppure mi piacerebbe, ma non li compro per ora, perché sarebbe inutile. Le avventure hanno bisogno di ore, meglio se diverse ore alla volta, non sono in grado di mettere 3 ore insieme per giocare, come me molti altri. E non ho hobbies particolari, solamente con lavoro e famiglia va via quasi tutto il tempo. Altro sbaglio, secondo me, è la corsa al ribasso del prezzo dei giochi, serve solo a peggiorare la qualità, si fomenta il one-man-dev. Una sola persona non può avere l'abilità di 4 o 5. È chiaro che la qualità del prodotto ne risente.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda asterix777 il giovedì 21 giugno 2018, 10:29

millennium2k ha scritto:non sono in grado di mettere 3 ore insieme per giocare, come me molti altri.

Salve, sono uno dei molti altri.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il giovedì 21 giugno 2018, 11:44

millennium2k ha scritto:Tornando al tema del thread, peraltro molto interessante, non credo che le avventure grafiche siano in crisi, ci sono molti sviluppatori indie che non conosciamo che continuano a produrle, con buoni o cattivi risultati, ma ci sono.


Guarda, ho appena finito di giocare l'ennesimo walking simulator, e penso proprio che siano in crisi nera :lol:

Tutto il filone dei "giochi narrativi con pochi o nulli elementi d'azione", chiamiamoli adventure, è ancora incastrato in un circolo vizioso alla ricerca di un gameplay, e la cosa dura da 15 anni. E' chiaro che escono molte variazioni sul genere, ma spesso il concetto di variazione si fa prendere un po' troppo la mano (mancano l'approfondimento narrativo e/o quello enigmistico) e soprattutto la qualità generale è terribilmente scarsa, nonostante alcune buone idee di fondo.

Gli sviluppatori indie sono un'ottima risorsa, ma quando non hanno poi un product management solido che metta i puntini sulle i, diventa dura trasferire il potenziale. Purtroppo da utente finale non posso farmi andare bene tutto, parliamo di roba che pago in soldi e in tempo.

Che sia un genere di nicchia lo sappiamo, ma il problema principale è la mancanza di tempo, viviamo in un mondo che è sempre più frenetico, le avventure, ma anche i libri e i giochi in generale, soffrono di questo. Inutile abbassare i prezzi dei giochi, quello che manca è il tempo.


Diciamo che siamo diventati adulti, e giustamente rimpiangiamo i tempi da studente quando avevamo interi pomeriggi di tempo libero. Tuttavia nella mia personale esperienza la qualità è proprio il problema centrale: se trovo un gioco di qualità rimango ancora incollato e il tempo lo trovo, magari nel week-end anche le 3 ore che citi. Se invece trovo una palla al piede con un gameplay noioso e una storia scritta in modo poco coinvolgente, diventa una tortura perchè anche un gioco di 4 ore me lo trascino per più di una settimana (ho l'abitudine di non abbandonare mai ciò che inizio... a meno di casi veramente estremi).

Stesso problema ovviamente coi libri ecc.

Altro sbaglio, secondo me, è la corsa al ribasso del prezzo dei giochi, serve solo a peggiorare la qualità, si fomenta il one-man-dev. Una sola persona non può avere l'abilità di 4 o 5. È chiaro che la qualità del prodotto ne risente.


Totalmente d'accordo, sono anni che lo ripeto, abbiamo voluto il pasto gratis e ora ci ritroviamo la quantità senza la qualità. Il modello secondo me funziona una volta che si assoggetta ad altri modelli di business, diciamo la startup che arriva al prototipo ma poi l'industrializzazione la fa chi ne sa... Questo è successo ad esempio con alcuni giochi presi sottobraccio da Microsoft e Sony dopo che erano nati come indie-game.

Tuttavia rimane il problema cruciale del genere poco definito, della continua sperimentazione, questo spinge la nicchia ancora più nella nicchia... d'altronde quando si iniziò a parlare di "art game" anni fa si intuiva già dove saremmo finiti. Il problema rispetto ad altri generi (penso al cinema d'essai) è proprio il gameplay, il concetto stesso di videogioco che sfuma verso qualcosa che non riesce a intrattenere e diventa sempre più divisivo.

Questa cosa di per sè sarebbe anche sana, il dramma è che abbiamo ormai quasi solo sperimentazione e quasi nessuno che riprenda invece concetti classici e formule tradizionali portate avanti con un valore di produzione decente. E se hai poco tempo a disposizione, hai davvero voglia di rischiare ogni volta che clicchi "nuova partita"?
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il mercoledì 27 giugno 2018, 13:51

Perdonate l'ennesima botta di cinismo, ma...

Report dall'E3 2018, sulle avventure che possiamo aspettarci di giocare nei prossimi dodici mesi:
https://adventuregamers.com/articles/view/35394

It’s a great time to be an adventure gamer, and from what E3 was showing this year, that doesn’t look to change in the foreseeable future – at least if you're willing to venture beyond traditional point-and-click, and particularly for those who can handle a little action with their story-driven puzzles.


E' un ottimo periodo per le avventure grafiche! Soprattutto se amate gli RPG, gli stealth, i survival horror, gli elementi d'azione, i giochi narrativi senza puzzle, i platform, i giochi VR di 20 minuti e gli action-adventure 3D.

Praticamente l'unico paragrafo che NON inizia con "non è proprio un'avventura ma..." è relativo a 3 minutes to midnight. Bisogna capire bene il tipo di gameplay e la longevità, ma ammetto che anche My Memory of Us è interessante.

Per il resto sono bei giochi ma diamine, anche Batman Arkham Asylum aveva la modalità investigazione, lo stealth, la trama approfondita... Non è che lo includevamo fra le avventure... Mah!
L'asticella si sta spostando sempre più in là.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda utdefault il mercoledì 27 giugno 2018, 22:00

Overmann ha scritto:L'asticella si sta spostando sempre più in là.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Neo-Geo il giovedì 28 giugno 2018, 13:18

Penso che l'ultima E3 in cui ci sarà stata una AG di rilievo fosse quella del 97!

Non capisco francamente questo discorso.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda luise il sabato 30 giugno 2018, 11:25

Overmann ha scritto:
Praticamente l'unico paragrafo che NON inizia con "non è proprio un'avventura ma..." è relativo a 3 minutes to midnight. Bisogna capire bene il tipo di gameplay e la longevità, ma ammetto che anche My Memory of Us è interessante.


Molto interessanti,non le conoscevo :) .My memories of Us mi ricorda vagamente Valiant Heart . Sono curiosa
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda aldeb4ran il mercoledì 8 agosto 2018, 18:43

Overmann ha scritto:[*]In ogni caso, in tempi recenti i costi per sviluppare un'ag in Germania si aggirano tra i 500.000 e il milione di euro, per progetti abbastanza grossi (due anni di sviluppo, 25 ore di gioco nel caso di TBOU 2).


Scusate l'ignoranza ma TBOU sta per?
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda asterix777 il mercoledì 8 agosto 2018, 23:23

aldeb4ran ha scritto:Scusate l'ignoranza ma TBOU sta per?

Credo stia per The Book of Unwritten Tales (in effetti manca la 'T' finale).
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda aldeb4ran il sabato 11 agosto 2018, 21:10

asterix777 ha scritto:
aldeb4ran ha scritto:Scusate l'ignoranza ma TBOU sta per?

Credo stia per The Book of Unwritten Tales (in effetti manca la 'T' finale).


Ah l'ho già giocata, speravo fosse una che non conoscevo :mrgreen:
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il martedì 21 agosto 2018, 10:45

In piena estate (!) sono usciti forse i due titoli più attesi dell'anno:

- State of Mind [Steam - GOG - PS4], prezzato 30€, sottotitoli in italiano, dalle prime indiscrezioni sono confermate le premesse di Daedalic secondo cui si tratti sostanzialmente di un gioco narrativo con pochi o zero puzzle. Resta quindi da capire, come sempre più accade, se la storia è così interessante e ben scritta da giustificare il gameplay quasi assente: mediamente sembra di no.

- Unavowed [Steam - GOG], prezzato 15€ e disponibile solo in inglese, è il seguito spirituale della serie Blackwell e come gli altri titoli Wadjet Eye cerca di introdurre poche innovazioni alla volta (in questo caso elementi RPG) senza discostarsi troppo dal genere punta e clicca. La risoluzione è doppia rispetto ai titoli passati, pur rimanendo in pixel art. Le critiche riguardano, anche in questo caso, un livello di difficoltà basso e puzzle molto semplici, ma è difficile capire se si tratta di un'ag moderna o del classico gioco narrativo con scelte morali che non hanno impatto sulla storia. In generale, sembra stia comunque piacendo molto.

Faccio notare che poche settimane uscirà anche Lamplight City, sempre in tema di ag classiche in pixel art disponibili solo in inglese.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il martedì 28 agosto 2018, 15:25

A chi interessa, scambio di opinioni fra i soliti noti (e qualcuno meno noto), sul futuro del genere: https://www.pcgamer.com/the-future-of-adventure-games/

Non dicono niente di nuovo, c'è molto FUD sul tema che le avventure debbano avere dei puzzle illogici che rovinano l'esperienza, e in generale una certa "disillusione": le avventure non è che siano morte, ma continueranno a vacillare nel mondo indie mentre le spolpiamo di tutto il gameplay per avere esperienze narrative diverse.

Interessante notare come le persone intervistate siano tutte developer di punta e clicca classici (i giochi Wadjet, quelli di Francisco Gonzalez, quelli di Ron Gilbert, Richard & Alice anche aveva enigmi da inventario), eccetto Sam Barlow che ha creato Her Story. Diciamo il tipo di persona da cui ti aspetteresti più difesa della tradizione, in qualche modo.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il lunedì 17 settembre 2018, 17:04

Overmann ha scritto:Faccio notare che poche settimane uscirà anche Lamplight City, sempre in tema di ag classiche in pixel art disponibili solo in inglese.


Le prime recensioni sono (ma va?) positive, ma il dubbio è sempre uno:

Some other reviews have already mentioned it in more detail, so I'll just confirm: If you're looking for a traditional adventure with challenging puzzles, you'll be disappointed by this game, because there aren't any. You mostly advance the game by just talking to everybody, and there aren't many meaningful dialogue choices either. The visual novel comparison seems apt
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda asterix777 il martedì 18 settembre 2018, 9:44

Overmann ha scritto:Le prime recensioni sono (ma va?) positive, ma il dubbio è sempre uno:

In questi casi, come è già stato ampiamente detto, solo un'ottima storia può compensare la mancanza della sfida, visto che alla fine è tutto lì, altrimenti l'accoppiata storia noiosa + assenza di enigmi non so quanto entusiasmo possa raccogliere.
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il martedì 18 settembre 2018, 12:56

Personalmente se voglio solo godermi una storia preferisco altri medium, se gioco voglio del gameplay, e paradossalmente meno me ne metti, più lo percepisco come un ostacolo...
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Re: 2018: L'inizio della fine per le avventure grafiche?

Messaggioda Overmann il martedì 12 febbraio 2019, 18:34

Circa un anno fa avevo aperto questo topic, dicendomi preoccupato per il futuro del genere. Sono stato smentito dai fatti?

Da un anno Adventure's Planet non esiste praticamente più, l'ultimo aggiornamento in homepage è proprio di 365 giorni fa. Ho seguito le uscite del 2018 in altri lidi, giocato qualcosa, storto il naso diverse volte. Purtroppo personalmente non posso che confermare che ormai escono una marea di giochi indie più o meno ibridi, e che il genere mi appare più che mai confuso (ci tornerò dopo).

Febbraio è anche il mese degli "adventure game awards", cosa che seguo da qualche anno, osservando quindi gli anni critici che hanno attraversato gli adventure game e le mille discussioni su cosa sia o no "avventura" e "tradizionale"... Ho quindi osservato quello che per me è un declino verso l'accettazione di ogni ibrido possibile pur di "fare cassa", spacciando però la falsità che le avventure non stanno mica morendo.

Ecco, anche quest'anno suona la gran cassa:

And if you didn’t have fun playing the whopping 137(!) new adventures that came out in the last calendar year, you’re doing it wrong!

The sheer volume of titles is partly why do this every year. With so many to choose from, how can you be sure you’re not missing out on the cream of the crop?


Uh! 137 avventure quest'anno, è record! Altro che "le avventure stanno morendo" come dicono i gufi! Tiè!

Bene, stanco di questa dialettica mi sono preso la briga di analizzare questi benedetti 137 giochi e di vedere ALMENO quanti siano realmente dei giochi completi e quanti siano dei giochini di tre ore con cui passare un pomeriggio. Perchè, se permettete, 200 giochi da 1 ora equivalgono a 20 giochi da 10 ore.

Ho quindi incrociato i dati di questi 137 giochi con HLTB, un portale che riporta la durata media dei giochi.

Salta fuori che:
  • Solo 70 giochi hanno una scheda su HLTB: metà delle avventure sono talmente ignorabili che non hanno una scheda!
  • Dei 70 giochi rimasti, la durata mediana è di 3,5 ore
  • Un altro modo di dirlo, è che solo 18 giochi durano almeno 7 ore

Praticamente abbiamo un sacco di giochini da due ore che vengono spacciati come giochi completi, e sia chiaro che se avessi inferito le durate dei giochi senza scheda il dato sarebbe mooolto peggiore dato che c'è roba letteralmente di mezz'ora in quella lista di 137.

Ora facciamo un bel disclaimer:
  • Io non penso che la qualità di un gioco dipenda dalla sua durata!
  • Io non sono fra quelli che si ricordano un Monkey Island di 20 ore!

Ma credo che sia giusto cercare di capire chi mettere nel calderone e chi no. Lo stesso AdventureGamers si fa un sacco di pippe su quali giochi includere o escludere... Con risultati talvolta imbarazzanti (alcune visual novel sono escluse, ma altri, con tre puzzle facilissimi, sono incluse). Però sulla durata non c'è nessun filtro¹, nemmeno una categoria a parte, andiamo a confrontare letteralmente Detroit: Become Human (costato 30 milioni) con il giochino di un'ora e mezza sviluppato da uno studente in tre mesi.

Perchè ho messo le 7 ore? Abbastanza arbitrariamente, una durata che secondo me è ragionevole. Sono stato buono: la durata media delle avventure che loro includono nella top-50 è fra le 8 e le 9 ore! Quindi, Monkey Island, Gabriel Knight, Broken Sword e Grim Fandango non duravano 20 ore, ma non ne duravano neanche 4.

Quindi, se siete d'accordo con me che 7 ore è un discreto spartiacque (molti di voi non lo saranno, ma molti sì), nel 2018 sono uscite 18 avventure.

Sono così poche che approfondirle costa poco.
Vi dico subito che:

  • 3 di queste avventure sono giochi per console: Detroit, Detective Pikachu (sic), e Jake Hunter
  • di queste 18 avventure, solo 10 sono disponibili per PC in italiano

Quindi, per parafrasare: se Adventure's Planet avesse deciso di concentrarsi sul mercato italiano e di trattare solo avventure un po' corpose (lasciando i giochi molto brevi in una categoria secondaria magari), avrebbe potuto recensire solo 10 giochi.

E non sto parlando della qualità. Sta a voi decidere se questi 10 (o 18) giochi sono belli e interessanti. Non mi interessa adesso fare un'altra polemica sul gameplay, i puzzle, il doppiaggio o la grafica in pixel art...

Però davvero in quella lista c'è di tutto diamine :lol: RPG, platform, visual novel, puzzle game ... molti, stando ai criteri di AdventureGamers, finirebbero tranquillamente nella categoria "non traditional". Se dovessi considerare, fra quei 18 giochi, quelli che per me sono tradizionali, ne resterebbero 5 di cui solo 3 in italiano.
E non ho detto che siano bei giochi.
Questo è un altro paio di maniche. Magari lo sono, magari no.
Sono solo quelle che io considero le uscite del 2018.

Comunque, eccovi i 18 giochi, con la relativa durata stimata da HLTB e la lingua in cui è stato tradotto almeno il testo:
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¹ Il motivo per cui non possono escludere i giochi brevi è questo: i giochi buoni sono pochissimi. Infatti guardate le durate dei finalisti 2017!

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Io non lo so se Adventure's Planet rinascerà nel 2019, sinceramente credo di no, ma se lo farà dovrà venire a compromessi con questi fatti:
  • Le avventure grafiche sono state spremute al massimo negli ultimi anni, grazie ai Kickstarter e ai vari remake. Se prendiamo la top 50 di prima, è impressionante quanti di quei giochi hanno avuto un sequel o un remake ultimamente: Grim Fandango, TLJ, Gabriel Knight, Broken Sword, DotT, Last Express, Monkey Island, Tex Murphy, King's Quest, Syberia, Sam & Max, Black Mirror... Quindi, da qui non arriverà molta altra roba.
  • Quelli che hanno creduto nelle ag tradizionali nel recente passato, come i Daedalic, hanno visibilmente cambiato strada, in buona sostanza buttandosi sulle visual novel o comunque prodotti più casual. Le motivazioni sono commerciali e sono state spiegate nell'intervista riportata in questo stesso topic.
  • Le traduzioni sono ormai un problema. Anche importanti remake non sono stati tradotti in italiano, e quelli che tutt'ora credono nella formula classica (come i Wadjet Eye) spesso non localizzano "because of reasons". Quindi è obbligatorio trattare di giochi in inglese, anche se sono giochi con molto testo come spesso sono (o dovrebbero essere) le avventure grafiche.
  • La durata è un altro problema. Come sottolineavo sopra, se prendiamo come riferimento la top-50 di AG solo cinque giochi durano meno di 6 ore! E tre di questi sono titoli recenti (Machinarium, Stacking e addirittura Portal), mentre gli altri due non sono comunque i primi che vengono in mente quando si pensa ai classici (Zork Grand Inquisitor e Bad Mojo). Di fatto l'avventura media nel 2018 dura 3.5 ore contro le 8.3 ore dei classici del genere... non si possono ignorare i giochi brevi, come ha capito anche AG. Ma non tutti gli utenti digeriranno questa cosa.
  • Ovviamente l'ibridazione è l'altro problema. So che non tutti sono d'accordo, ma ormai nel genere si butta dentro di tutto, basta vedere lo storico di AG per trovare un sacco di incoerenze. Da qualche parte devi tracciare una linea, ma devi anche saper spiegare a chi legge perchè a un fan di Golem dovrebbe interessare Forgotton Anne... Si è arrivati al paradosso del genere "per esclusione": se non hai meccaniche molto marcate, sei adventure. Questo come sapete non mi vede d'accordo, ma è un problema oggettivo, perchè se non c'è settore non c'è stampa di settore. Il problema qui è che finchè un gioco non esce non puoi sapere quanti puzzle o quanta azione conterrà: è capitato che AdventureGamers seguisse e recensisse, anche bene, giochi che poi non ha considerato papabili per essere definiti avventure, neanche "non tradizionali". Capite il paradosso?

E' comunque chiaro che io nel 2019 non vedo alcun trend positivo. Uscirà qualche giochino di tre ore godibile, e qualcosa di più corposo che non mi darà le stesse "vibrazioni" delle avventure grafiche. Per fortuna conosco l'inglese e, pur amando la formula tradizionale, apprezzo anche gli ibridi a loro modo. Quindi qualcosa giocherò, ma di certo non andrò in giro a dire che siamo nell'età dell'oro perchè escono 150 giochi l'anno.
Di fatto non mi sorprende lo svuotamento di AP, di giochi compatibili davvero con quanto AP era solito trattare ne usciranno una decina anche quest'anno su per giù e non tutti saranno tradotti.

Questo post se volete è un po' un addio per chi passerà di qui e si chiederà cos'è successo. Ci saranno sicuramente un po' di negazionisti, ma credo il mio sia un punto di vista che possa in qualche modo spiegare la dispersione avuta di recente. E' terminata l'alimentazione artificiale a suon di remake e kickstarter e ora cerchiamo di riunire sotto un unico tetto i fan di giochi estremamente diversi fra loro, uniti da non si capisce più cosa: buona fortuna.
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