Sto giocando a
Call of Cthulhu di Cyanide, che è uscito in questi giorni, mentre
The Sinking City di Frogwares uscirà se tutto va bene a marzo 2019.
Nonostante la trama sia praticamente la stessa (investigatore privato indaga sull'occulto in piccola cittadina portuale americana), probabilmente ci saranno delle differenze in termini di gameplay e di valore di produzione.
Questo Call of Cthulhu pur girando ovviamente in 3D su PS4, è un gioco tutto sommato "semplice" che ricorda simpaticamente le avventure grafiche. Si gioca con pochissimi controlli: praticamente potete solo abbassarvi, sporgervi, accendere la lanterna e interagire con gli oggetti.
Non ci sono elementi d'azione e la trama è centrale. Anche questo avvicina il gioco al genere delle ag.
Vagherete per diverse location esplorandole in prima persona, raccogliendo indizi e dando vita a una trama piuttosto articolata, con diversi personaggi, luoghi, avvenimenti e retroscena che vengono sapientemente raccolti nei menu di gioco, tipo diario alla vecchia maniera. L'atmosfera è buona, ma il valore di produzione è basso: ambienti molto dettagliati ma piccoli, tutt'altro che un open world, anche se il primo capitolo lasciava intendere un'esplorazione meno lineare; i successivi invece sono molto lineari e procedono a un ritmo serrato.
Il gameplay è altrettanto semplice, non è un walking simulator noioso con niente da fare, ma nemmeno un'ag con enigmi tosti... L'approccio è molto
casual. Sezioni hidden-object (pardon, raccolta di indizi) si alternano a qualche sequenza stealth, un bruttissimo labirinto, alcuni puzzle molto semplici tipo "trova tronchesi per forzare porta" o "inserisci numeri quasi ovvi per aprire cassaforte", e le ormai immancabili parti in cui si rivive una scena del passato per capire cos'era successo.
L'elemento potenzialmente interessante è la venatura RPG: il vostro personaggio ottiene dei punti esperienza che potete assegnare a
diverse abilità: questo dovrebbe garantire approcci diversi alle situazioni di gioco, ad esempio risolvere un dialogo con la forza o con la psicologia, aprire una porta notando un oggetto nascosto o viceversa spaccando il lucchetto... in realtà le situazioni sono piuttosto semplici e mi sembra che non ci sia molta differenza tra uscirne dicendo "ti spiezzo in due!" o "non devi sentirti in colpa per l'accaduto, calmati!"...
Insomma il gioco si porta sulle spalle l'evoluzione delle ag, giochi che vorrebbero essere ambiziosi ma finiscono per essere piccoli esperimenti poco innovativi. Detto questo, nel complesso non è male
io l'ho comprato a prezzo pieno (come sempre, in questi casi, per finanziare un po' le intenzioni) e tutto sommato non sono pentito.
E' comunque un prodotto abbastanza rifinito da non avere bug o sequenze imbarazzanti dal punto di vista del controllo qualità, e ha un ritmo che non annoia riuscendo per altro a mascherare la sua linearità con sequenze sì banali, ma sempre diverse.
C'è molta roba da leggere (ma non troppa), un mistero interessante (seppur confuso, non raccontato benissimo), e un'atmosfera ben ricreata.
Ci sono diversi finali e altri elementi RPG che devo ancora comprendere a fondo, in particolare la gestione della follia, ma parliamo sempre di sfumature, il gioco è molto casual.
Rispetto a prodotti più amatoriali che in qualche modo lo ricordano - da Ethan Carter a Observer - Call of Cthulhu supera abbondantemente l'asticella della sufficienza e si avvicina di più ad esperienze modeste ma gradevoli come fu per me
Murdered.
Per quanto riguarda
The Sinking City già si parla di open world e "arsenale di armi", quindi mi aspetto un'esperienza più rifinita ma anche più lontana dal gameplay tipicamente rilassato delle ag.