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Darrosquall ha scritto:io faccio l'esempio banale di The Last Express, addirittura doppiato in italiano. Mi volete far credere che il mercato italiano rispetto a 20 25 anni fa, si è così desertificato da non meritare nemmeno una traduzione dei sub in italiano?Ma per favore...
locutus ha scritto:Trovo meno sensato dire che bisogna comprare in inglese a prescindere
locutus ha scritto:Ma comprare un titolo privo di localizzazione o persino di una basilare traduzione testuale non è un incentivo per lo sviluppatore a fare una futura traduzione; semmai è un incentivo per continuare a NON farla, visto che vende lo stesso.
Darrosquall ha scritto:io faccio l'esempio banale di The Last Express, addirittura doppiato in italiano. Mi volete far credere che il mercato italiano rispetto a 20 25 anni fa, si è così desertificato da non meritare nemmeno una traduzione dei sub in italiano?Ma per favore...
Neo-Geo ha scritto:Ragazzi chiariamoci.
Scusatemi, ma voi boicottando le avventure non tradotte cosa sperate di ottenere?
Come fa uno sviluppatore a capire che gli conviene investire su una traduzione in italiano se in italia il loro gioco non vende?
Spiegatemi questo per favore perchè continuo a non capire il vostro ragionamento.
Darrosquall ha scritto:no ragà, non scherziamo, ma avete presente il grado di diffusione dei videogiochi 20 anni fa, e quello odierno?Pure se il mercato delle AG non è quello principale, la torta è diventata grande 300 volte, anche la fetta riservata alle AG è più grande della torta di 20 anni fa.
Darrosquall ha scritto:Così come non comprerei un libro non tradotto o un film senza nemmeno i sub ita. Si riesce a rientrare nella spesa per i libri di 1000 pagine, si può riuscire a rientrare anche per i videogiochi.
Darrosquall ha scritto:PS: tra l'altro la traduzione delle AG è quella che costa di meno in assoluto
Darrosquall ha scritto:no ragà, non scherziamo, ma avete presente il grado di diffusione dei videogiochi 20 anni fa, e quello odierno?Pure se il mercato delle AG non è quello principale, la torta è diventata grande 300 volte, anche la fetta riservata alle AG è più grande della torta di 20 anni fa.
Poi contenti loro, contenti tutti, io un'ag non tradotta non me la gioco e non la compro, per me è un prodotto monco, pace.
Così come non comprerei un libro non tradotto o un film senza nemmeno i sub ita. Si riesce a rientrare nella spesa per i libri di 1000 pagine, si può riuscire a rientrare anche per i videogiochi.
PS: tra l'altro la traduzione delle AG è quella che costa di meno in assoluto, sportivi a parte. Motivo presto detto: un AG viene pubblicata ed è finita, non si aggiorna in continuazione come può essere un titolo paradox, in cui di volta in volta devi tradurre altri pezzi.
Ed in Italia non tradurre significa prendere 0 dal mercato. Se a loro va bene così, contenti tutti.
locutus ha scritto:Neo-Geo ha scritto:Ragazzi chiariamoci.
Scusatemi, ma voi boicottando le avventure non tradotte cosa sperate di ottenere?
Come fa uno sviluppatore a capire che gli conviene investire su una traduzione in italiano se in italia il loro gioco non vende?
Spiegatemi questo per favore perchè continuo a non capire il vostro ragionamento.
Semplicemente perché io i soldi non li prendo dagli alberi quindi se devo spenderli è pacifico che il minimo che mi aspetti in cambio sia un prodotto di cui possa fruire al 100% (ripeto, non parliamo di Platform o di Action: nel 90% delle AG la componente narrativa è alla base del gioco. Anche che uno capisca l'inglese al 75%, se in quel 25% che manca c'è un dettaglio importante per la storia è inaccettabile).
Quindi, se lo sviluppatore non vuole o semplicemente non può investire nella mia lingua, io i miei soldi non glieli posso dare, perché semplicemente non se li merita. Se poi qualcuno lo traduce sottobanco e il prezzo scende, lo comprerò (come ho fatto con TOMI e molti altri giochi attesi invano nella mia lingua), ma è una questione di principio: non posso pagare allo stesso prezzo di un americano, che il gioco se lo gode al 100%, un prodotto che io mi godrei al 75%.
Poi ripeto, che uno sviluppatore internazionale che vende il suo prodotto digitalmente il tutto il mondo non trovi conveniente fare una traduzione per quei quattro gatti che siamo noi avventurieri italiani, è del tutto comprensibile. Perché non ci sia un'azienda italiana che voglia vendere i giochi nel nostro paese, lo è un po' meno: capisco la crisi, ma non è che chi fa impresa può pretendere di investire solo in mercati sicuri; questo porta alla stagnazione, perché mercati sicuri non esistono (pompe funebri a parte).
Ora mi si dice che Tales of Monkey Island non è stato commercializzato in Italia perché evidentemente i diritti costavano troppo. Ok. Ma lo stesso discorso può valere per The Raven? Costa davvero così tanto comprarlo e pagare un traduttore?
Se si investe poco è chiaro che il ritorno è poco: a me di avventurine indie o casual del cavolo tradotte non me ne può fregare di meno. Vorrei comprare e giocare a giochi seri, tradotti...
Il problema qual è? Che tradurre un The Raven significherebbe venderlo in Italia a € 60,00 invece dei € 30,00 attuali, e a quel prezzo verrebbe solo piratato, qui da noi. Tuttavia, se la traduzione venisse fatta a monte dallo sviluppatore, i prezzi si ammortizzerebbero e rimarrebbero invariati per l'utente finale.
Quindi per me le soluzioni sono: o il publisher italiano, stile talent scout, vaglia in anticipo i titoli che ritiene più redditizi e tenta di avviare delle partnership con gli sviluppatori prima del rilascio in DD dei giochi, offrendo una localizzazione in cambio di una percentuale (il ché dovrebbe tradursi in costi di investimento minori, per certi versi, perché non si comprerebbero i diritti esclusivi di rivendita), oppure come dice Ekaterina gli sviluppatori dovrebbero prendere la buona abitudine di finanziare la localizzazione a monte tramite Kickstarter, così sta storia che non si traduce per paura di non rientrare dei costi cessa di esistere: te la paghiamo in anticipo la localizzazione, se ci sono i numeri.
Darrosquall ha scritto:non ci capiamo, amen.
locutus ha scritto:Neo-Geo ha scritto:Quindi per me le soluzioni sono: o il publisher italiano, stile talent scout, vaglia in anticipo i titoli che ritiene più redditizi e tenta di avviare delle partnership con gli sviluppatori prima del rilascio in DD dei giochi, offrendo una localizzazione in cambio di una percentuale (il ché dovrebbe tradursi in costi di investimento minori, per certi versi, perché non si comprerebbero i diritti esclusivi di rivendita), oppure come dice Ekaterina gli sviluppatori dovrebbero prendere la buona abitudine di finanziare la localizzazione a monte tramite Kickstarter, così sta storia che non si traduce per paura di non rientrare dei costi cessa di esistere: te la paghiamo in anticipo la localizzazione, se ci sono i numeri.
E' una soluzione che suonerebbe bene ma secondo te, se lo sviluppatore già fa fatica a finire il suo gioco con i pochi soldi che ha, come fa a trovare altri soldi da investire per le traduzioni? [ ... ]
E poi le localizzazioni sono processi che vanno gestiti da una produzione. Soldi a parte, non sempre lo sviluppatore da solo ha le risorse e il tempo per gestire una localizzazione, soprattutto se questa è resa complessa da un grosso numero di dialoghi e linee di testo.
Mi dici Kickstarter ma il corwdfunding non è una risorsa sicura di soldi, sopratutto se sei un piccolo sviluppatore e non hai sufficiente popolarità e anche quando hai popolarità non è assicurato che tu possa trovare i soldi che ti servono. Guarda cosa è successo a Team di sviluppo anche abbastanza popolari nel settore come i Pendulo.
locutus ha scritto:Eh ragazzi, ma gratis non si ha niente dalla vita
Il kickstarter lo fai nella speranza di guadagnare un po' di più, ma se neanche ci provi...
Neo-Geo ha scritto:
Vuol dire che non sai come spiegare quello che hai scritto?
Darrosquall ha scritto:Neo-Geo ha scritto:
Vuol dire che non sai come spiegare quello che hai scritto?
esatto, sei troppo meglio neo geo.
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