Al momento, nessuna nius su eventuali sequel. Nell'attesa, giocherò ai due Samorost
allora nell'attesa di qualche nius giochero' anche io con samorost ,sinceramente non conoscevo questi due giochini ,vado subito a vedere
Moderatori: Simo the best, Adrian
Al momento, nessuna nius su eventuali sequel. Nell'attesa, giocherò ai due Samorost
Simo the best ha scritto:Al momento, nessuna nius su eventuali sequel. Nell'attesa, giocherò ai due Samorost
Terry ha scritto:avete qualche suggerimento per il gioco del filetto
luise ha scritto:di Simo the best il sabato 7 novembre 2009, 18:23Al momento, nessuna nius su eventuali sequel. Nell'attesa, giocherò ai due Samorost
allora nell'attesa di qualche nius giochero' anche io con samorost ,sinceramente non conoscevo questi due giochini ,vado subito a vedere
Sartorius ha scritto:Gettato in una discarica, preso a pedate da un agente-robot che, con la straripante ‘grazia’ dell’autorità, incede verso i suoi compiti così importanti (tali da non consentirgli di vedere le ingiustizie perpetrate dinnanzi ai suoi sensori): così inizia la nostra storia nel mondo meccanico di Machinarium.
‘Piccolo e nero’, il protagonista è un robot dalla linea aerodinamica paragonabile a quella di una lattina, eppure ispira una tenerezza inenarrabile; incrollabile ci guarda sempre con quei suoi ‘sensori’ storti, forse un po’ troppo ingenui. Nella sua scheda di memoria si alternano i dolci ricordi delle giornate serene trascorse con la fidanzata robotica e i ricordi amari dove il nostro è vittima dei soprusi più beceri e delle cattiverie del teppismo di strada.
In questa città del futuro, disegnata a mano dagli sviluppatori Amanita Design con amore e perizia, i cittadini sono baristi-automi, suonatori-meccanici e dame imbullonate. La comunicazione avviene tramite ‘balloons’ dai tratti naif la cui efficacia è a di poco sorprendente. Piccoli quadri, dunque, che hanno la stessa semplicità, la stessa immediatezza e forza dei disegni dei bambini.
Tramite queste vignette animate apprendiamo la storia, semplice ma efficace: una ‘bella’ da salvare e un trio di cattivi, ‘la fratellanza Black Cap’, che ha in mente un piano letale!
Guardando meglio ci accorgiamo che Machinarium è una sottile allegoria del nostro mondo. Di più, Machinarium è il nostro mondo dove bullismo, violenza e terrorismo occupano una parte della nostra vita più grande di quella che vorremmo.
In mezzo ad un mondo sterile, meccanico, c’è però spazio per la poesia e per aiutare una dama-robot che ha perso il proprio compagno meccanico a quattro zampe. Fra chiazze d’olio e lampioni arrugginiti risalta l’amore di un robottino ‘insignificante’ per la sua dolce metà, la metà di una mela meccanica che, anche nel mondo di Machinarium, si chiama amore.
Due note dolenti suonano infine:
- Il gioco in sé è una piccola collezione di enigmi. Troveremo rompicapo logici, di manipolazione, basati sul colore e sulle note, persino una versione ‘potenziata’ del classico tris dove occorre incasellare cinque bulloni consecutivi per avere la meglio sul proprio avversario meccanico. Tutti i rebus sono logici e la risposta è sempre contenuta nella domanda! Osservando l’ambiente, o il contesto dell’enigma, noteremo punti di colore o scarabocchi che indicano come procedere. Frecce e simboli, se correttamente interpretati, forniscono la soluzione, ma anche se l’obbiettivo finale è sempre chiaro questo non vuol dire che sia altrettanto semplice oliare i meccanismi che proteggono il funzionamento dell’intricato mondo di Machinarium.
Verso la fine del gioco, in particolare, gli enigmi si affollano e la difficoltà complessiva supera il livello di tolleranza dell’avventuriero medio costringendolo, vinto dalla stanchezza, a ricorrere all’aiuto in-game (per fortuna sempre presente sottoforma di un mini-gioco).
- Dopo tanta poesia il finale è assolutamente anticlimatico, privo di quella fantasia che caratterizza tutto il resto del lavoro e questo non può che costituire una nota di demerito nella valutazione globale. A conclusione raggiunta, le vignette (a cui ci gli AD ci avevano abituato così bene) sono clamorosamente assenti, lasciando una sensazione di incompiuto che certo non appaga l’avventuriero stanco.
Giudizio finale: 70/100
Luca.
Simo the best ha scritto:Amanita Design Christmas Pack
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