Seguendo le indicazioni dategli dal mercenario, Erithar non impiegò molto ad arrivare all'avamposto: era una torre di pietra, non molto grossa, circondata da palizzate e piena di stendardi recanti il Dragone Imperiale accompagnato da strani caratteri nella lingua dell'Ovest. Il luogo pullulava di guardie in armatura e bene armate, ma il volto di Erithar era coperto da una delle grottesche maschere che erano parte integrante delle esotiche armature dei mercenari, e non aveva nulla da temere.
Giunto nelle vicinanze si guardò attorno: notò che alla sua destra, ad una buona distanza, vi era un enorme gabbia di legno e metallo, e all'interno di essa una creatura che pareva essere simile ad un drago, anche se l'Alchimista non poteva distinguerla bene.
Iniziò a riflettere sul da farsi: poteva provare ad infiltrarsi nell'avamposto e liberare l'orco, ma ciò avrebbe comportato sicuramente un'azione più "cruenta", o poteva avvicinarsi alla gabbia della viverna e cercare di liberarla, per creare un diversivo contro i mercenari...
Giunto nelle vicinanze si guardò attorno: notò che alla sua destra, ad una buona distanza, vi era un enorme gabbia di legno e metallo, e all'interno di essa una creatura che pareva essere simile ad un drago, anche se l'Alchimista non poteva distinguerla bene.
Iniziò a riflettere sul da farsi: poteva provare ad infiltrarsi nell'avamposto e liberare l'orco, ma ciò avrebbe comportato sicuramente un'azione più "cruenta", o poteva avvicinarsi alla gabbia della viverna e cercare di liberarla, per creare un diversivo contro i mercenari...