Infine, si risolse per parlargli.
Cercando di apparire il più cordiale possibile, ma non intimorito dall'uomo, Erithar si avvicinò al capitano dei Mercenari, che appena udì l'Alchimista giungere alle sue spalle, si voltò si scatto con la mano sull'elsa della spada.
«Rilassatevi, messere, non ho alcuna intenzione di farvi del male» disse Erithar in tono pacificatore.
"Non ancora perlomeno..." aggiunse poi mentalmente.
«Cosa vuoi?» chiese il capitano. Aveva uno strano accento nel parlare la lingua dell'isola.
Erithar valutò a quel punto cosa avrebbe potuto dire all'uomo: poteva cercare di minacciarlo, o di corromperlo, o magari convincerlo con qualche menzogna a condurlo all'avamposto.
Poi ebbe un'idea ancora più luminosa: avrebbe potuto ucciderlo grazie ai suoi poteri, rubargli l'armatura e l'elmo che gli avrebbe nascosto il volto, e penetrare nell'avamposto fingendosi lui.
Si, quell'idea gli era molto congeniale...
Cercando di apparire il più cordiale possibile, ma non intimorito dall'uomo, Erithar si avvicinò al capitano dei Mercenari, che appena udì l'Alchimista giungere alle sue spalle, si voltò si scatto con la mano sull'elsa della spada.
«Rilassatevi, messere, non ho alcuna intenzione di farvi del male» disse Erithar in tono pacificatore.
"Non ancora perlomeno..." aggiunse poi mentalmente.
«Cosa vuoi?» chiese il capitano. Aveva uno strano accento nel parlare la lingua dell'isola.
Erithar valutò a quel punto cosa avrebbe potuto dire all'uomo: poteva cercare di minacciarlo, o di corromperlo, o magari convincerlo con qualche menzogna a condurlo all'avamposto.
Poi ebbe un'idea ancora più luminosa: avrebbe potuto ucciderlo grazie ai suoi poteri, rubargli l'armatura e l'elmo che gli avrebbe nascosto il volto, e penetrare nell'avamposto fingendosi lui.
Si, quell'idea gli era molto congeniale...