Ritenendo che l'idea migliore per uscire da lì fosse quella di risalire, Erithar si armò di buona volontà e cominciò a scalare la ripida parete rocciosa; l'incredibile forza che il Signore della Coda di Yvel gli aveva conferito lo aiuto notevolmente a risalire quelle ripide pareti rocciose.
Avvicinandosi sempre più alla luce, in breve intravide una cavità che lo condusse all'esterno; si ritrovò su di uno stretto sentiero roccioso, con davanti a sè uno strapiombo di cui non si intravedeva la fine. Era molto in alto, e la neve gli veniva soffiata in faccia da un vento impietoso e gelido.
Il sentiero pareva proseguire verso sinistra, mentre alla sua destra un cumulo di rocce sbarrava il passaggio; l'Alchimista Nero valutò di tentare di rimuovere le rocce con la sua grande forza, o forse era meglio procedere semplicemente lungo il sentiero montano. Altresì, forse avvalendosi dei suoi poteri poteva trovare un modo di passare di fronte, dove pareva esserci un sentiero che conduceva verso il basso.
Avvicinandosi sempre più alla luce, in breve intravide una cavità che lo condusse all'esterno; si ritrovò su di uno stretto sentiero roccioso, con davanti a sè uno strapiombo di cui non si intravedeva la fine. Era molto in alto, e la neve gli veniva soffiata in faccia da un vento impietoso e gelido.
Il sentiero pareva proseguire verso sinistra, mentre alla sua destra un cumulo di rocce sbarrava il passaggio; l'Alchimista Nero valutò di tentare di rimuovere le rocce con la sua grande forza, o forse era meglio procedere semplicemente lungo il sentiero montano. Altresì, forse avvalendosi dei suoi poteri poteva trovare un modo di passare di fronte, dove pareva esserci un sentiero che conduceva verso il basso.