Abbandonando il Paladino in incognito, Erithar decise che era il turno del mago di essere interrogato, pertanto si avvicinò a lui. Il mago aveva circa una trentina d'anni, i capelli rasati quasi a zero e dei lineamenti molto affilati. Uno dei suoi due occhi azzurri era solcato da una profonda cicatrice che dalla fronte arrivava poco sopra il labbro. Indossava una tunica raffinata, la cui seta era dello stesso colore degli occhi. Ora scrutava l'Alchimista con curiosità, mentre egli si sedeva al tavolo con un sorriso conciliante.
«Salve» disse poi Erithar.
«Salve a voi. Di cosa avete bisogno?» domandò il mago. La sua voce era molto roca. Aveva un'aria molto poco raccomandabile, per essere un praticante di magia.
«Di informazioni» rispose il giovane: «Sto cercando...»
«Zander della casata dei Vasser. E' passato di qui qualche giorno fa, e ha parlato con me» lo anticipò l'altro.
«Giusto...» annuì Erithar sfoggiando sempre un sorriso molto conciliante.
Il mago restò in silenzio ad osservare un punto indefinito alle spalle del suo interlocutore.
«Allora?» domandò l'Alchimista in tono impaziente.
«Allora cosa?» rispose il mago con aria distratta.
«Dov'è andato?»
«Amico o nemico?»
«Cosa?!»
«State cercando Zander perché siete un suo alleato, o perché volete ucciderlo?» domandò il mago con aria astuta.
«Io...» la prima cosa che venne in mente ad Erithar fu di mentire. Tuttavia sentiva che la domanda poteva celare un tranello: possibile che quel mago volesse Zander morto quanto lui? I Vasser non erano molto amati presso gli altri praticanti di magia, eppure... eppure quel tale non pareva affatto debole, e probabilmente se avesse voluto sistemare un suo rivale avrebbe potuto farlo senza problemi, poteva anche essere tuttavia che la cicatrice che aveva in faccia era il risultato di un suo tentativo...
Poi Erithar pensò che avrebbe potuto anche fare ciò che gli riusciva meglio: scansare la domanda e minacciare il mago di morte violenta per farsi dire dove fosse la sua preda.
«Salve» disse poi Erithar.
«Salve a voi. Di cosa avete bisogno?» domandò il mago. La sua voce era molto roca. Aveva un'aria molto poco raccomandabile, per essere un praticante di magia.
«Di informazioni» rispose il giovane: «Sto cercando...»
«Zander della casata dei Vasser. E' passato di qui qualche giorno fa, e ha parlato con me» lo anticipò l'altro.
«Giusto...» annuì Erithar sfoggiando sempre un sorriso molto conciliante.
Il mago restò in silenzio ad osservare un punto indefinito alle spalle del suo interlocutore.
«Allora?» domandò l'Alchimista in tono impaziente.
«Allora cosa?» rispose il mago con aria distratta.
«Dov'è andato?»
«Amico o nemico?»
«Cosa?!»
«State cercando Zander perché siete un suo alleato, o perché volete ucciderlo?» domandò il mago con aria astuta.
«Io...» la prima cosa che venne in mente ad Erithar fu di mentire. Tuttavia sentiva che la domanda poteva celare un tranello: possibile che quel mago volesse Zander morto quanto lui? I Vasser non erano molto amati presso gli altri praticanti di magia, eppure... eppure quel tale non pareva affatto debole, e probabilmente se avesse voluto sistemare un suo rivale avrebbe potuto farlo senza problemi, poteva anche essere tuttavia che la cicatrice che aveva in faccia era il risultato di un suo tentativo...
Poi Erithar pensò che avrebbe potuto anche fare ciò che gli riusciva meglio: scansare la domanda e minacciare il mago di morte violenta per farsi dire dove fosse la sua preda.