La Vendetta di Erithar: Mossa 78
Inviato: sabato 4 agosto 2012, 13:53
Dopo diverso tempo, Erithar si alzò. Non era quello il momento di disperarsi, doveva trovare Alandor e fargliela pagare, riprendere il bastone, il resto sarebbe poi venuto da sè.
Ma più guardava quell' Alchimista Bianco, più egli gli dava un senso di familiarità... ma certo! Era lo stesso uomo che aveva sognato alcune notti fa! Ne era sicuro. Ma le cose non stavano andando come le aveva viste nelle sue visioni notturne...
Noran aveva notato un comportamento strano nel suo interlocutore; «Va tutto bene?» gli chiese incuriosito
«Si, si, va tutto bene» lo luquidò Erithar; «Ma adesso non c'è tempo per disperarsi. Dov'è Alandor?»
«Non molto lontano da qui, sulla scogliera» rispose l'altro.
«Già, sulla scogliera» mormorò l'Alchimista Nero fra sè.
«La scogliera ha due versanti da cui accedere. Da quello occidentale, che si trova verso la direzione in cui dovremmo proseguire, è dove gli uomini-gatto stanno dando battaglia al nemico. L'altro versante si trova a oriente, ma è difficile da raggiungere e l'Alchimista Nero potrebbe aver piazzato delle trappole. A proposito, perché lo cerchi?»
«Tu fai troppe domande» rispose scostante Erithar «Ho le mie buone ragioni per trovarlo e ucciderlo, e per riavere il bastone»
Lo sguardo di Noran si fece grave, ma non disse nulla. Proseguì «L'unico altro accesso è sul versante meridionale, ma lì c'è la scogliera vera e propria. Dovremmo scalarla, e non sarà un'impresa facile»
«Perché continui a parlare al plurale? Cosa ti fa pensare che intenda collaborare con te, e che sopratutto, intenda lasciarti vivo?»
«E' un momento molto tragico per tutti, Alchimisti Neri o Bianchi che siano. Se egli riesce nel suo rituale, questa isola sprofonderà e moriremo tutti, e anche la tua amata Fiamma si spegnerà. Perciò lascia che ti aiuti, non combattiamo l'uno contro l'altro. Perderemmo solo tempo, e io non sono privo di mezzi per difendermi»
Ma Noran non era al corrente dei particolari poteri che Erithar possedeva. L'Alchimista Nero riflettè: doveva uccidere quell'uomo? In fin dei conti era un lurido Alchimista Bianco, e i suoi precetti erano di ucciderli a vista. Ma avevano più senso, i suoi precetti? Era figlio di uno di loro, il suo maestro aveva tradito la Fratellanza, la sua anima era vincolata al Signore della Coda di Yvel, nulla pareva avere più un senso. Forse era meglio risparmiarlo e farsi aiutare.
Secondo poi, doveva decidere la strategia da usare contro Alandor; avrebbe appoggiato gli uomini-gatto sul versante occidentale, affrontato quello orientale, oppure tentato di scalare la scogliera?
Ma più guardava quell' Alchimista Bianco, più egli gli dava un senso di familiarità... ma certo! Era lo stesso uomo che aveva sognato alcune notti fa! Ne era sicuro. Ma le cose non stavano andando come le aveva viste nelle sue visioni notturne...
Noran aveva notato un comportamento strano nel suo interlocutore; «Va tutto bene?» gli chiese incuriosito
«Si, si, va tutto bene» lo luquidò Erithar; «Ma adesso non c'è tempo per disperarsi. Dov'è Alandor?»
«Non molto lontano da qui, sulla scogliera» rispose l'altro.
«Già, sulla scogliera» mormorò l'Alchimista Nero fra sè.
«La scogliera ha due versanti da cui accedere. Da quello occidentale, che si trova verso la direzione in cui dovremmo proseguire, è dove gli uomini-gatto stanno dando battaglia al nemico. L'altro versante si trova a oriente, ma è difficile da raggiungere e l'Alchimista Nero potrebbe aver piazzato delle trappole. A proposito, perché lo cerchi?»
«Tu fai troppe domande» rispose scostante Erithar «Ho le mie buone ragioni per trovarlo e ucciderlo, e per riavere il bastone»
Lo sguardo di Noran si fece grave, ma non disse nulla. Proseguì «L'unico altro accesso è sul versante meridionale, ma lì c'è la scogliera vera e propria. Dovremmo scalarla, e non sarà un'impresa facile»
«Perché continui a parlare al plurale? Cosa ti fa pensare che intenda collaborare con te, e che sopratutto, intenda lasciarti vivo?»
«E' un momento molto tragico per tutti, Alchimisti Neri o Bianchi che siano. Se egli riesce nel suo rituale, questa isola sprofonderà e moriremo tutti, e anche la tua amata Fiamma si spegnerà. Perciò lascia che ti aiuti, non combattiamo l'uno contro l'altro. Perderemmo solo tempo, e io non sono privo di mezzi per difendermi»
Ma Noran non era al corrente dei particolari poteri che Erithar possedeva. L'Alchimista Nero riflettè: doveva uccidere quell'uomo? In fin dei conti era un lurido Alchimista Bianco, e i suoi precetti erano di ucciderli a vista. Ma avevano più senso, i suoi precetti? Era figlio di uno di loro, il suo maestro aveva tradito la Fratellanza, la sua anima era vincolata al Signore della Coda di Yvel, nulla pareva avere più un senso. Forse era meglio risparmiarlo e farsi aiutare.
Secondo poi, doveva decidere la strategia da usare contro Alandor; avrebbe appoggiato gli uomini-gatto sul versante occidentale, affrontato quello orientale, oppure tentato di scalare la scogliera?