«Orco! Muoviti dannazione, non abbiamo tutto il giorno!» urlò poi a indirizzo di Zarag, che finì i nemici che aveva ingaggiato per mettersi nuovamente a seguito dell'Alchimista Nero.
«E adesso, cosa facciamo?» domandò poi
Erithar riflettè: l'area d'ingresso circolare si diramava in molteplici corridoi, sei per la precisione: quattro di essi, laterali, portavano verso gli acquartieramenti dei novizi, oltre i quali vi erano dei laboratori alchemici dove venivano create le pozioni più semplici. Recandosi a destra o a sinistra avrebbe potuto incalzare i gruppi che si erano divisi, giungendo sino ai laboratori per rifornirsi di pozioni più utili delle elementari esplosive che aveva.
I due corridoi frontali invece conducevano agli acquartieramenti dei veterani e, più avanti, dei maestri degli Alchimisti Neri. Proseguendo diritto sarebbe arrivato facilmente al salone della Fiamma Eterna, ed Alandor lo stava aspettando certamente lì, ma sapeva anche che il corridoio frontale pur essendo il più breve non era il più facile, dato che era disseminato di letali trappole. Seguendo quel corridoio tuttavia poteva deviare a sinistra a metà tragitto per arrivare agli alloggi dei maestri; lì c'era un passaggio laterale e non c'erano trappole, salvo aggiunte dell'ultimo minuto, ma avrebbe dovuto confrontarsi con l'elite degli Alchimisti Neri.
Infine c'era l'ultimo passaggio, che conduceva al Grande Laboratorio; lì era presente un passaggio segreto che lo avrebbe condotto non visto fino al salone, e forse avrebbe potuto trovare potenti pozioni e altri strumenti utili, ma era anche un luogo pieno di insidie e abomini, e non sapeva cosa Alandor era stato capace di concepire con l'aiuto del Bordone dell'Alchimista.
Rimuginò molto attentamente: doveva scegliere la strada giusta e non aveva molto tempo, e ogni percorso era denso di insidie che potevano significare la sua morte.