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Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il mercoledì 16 ottobre 2013, 22:14

Overmann ha scritto:Dire che tutto questo non ci riguarda perchè noi abbiamo "la malapolitica" è un'illusione. Questi cambiamenti ci riguardando eccome, e ci riguarderanno ancora di più negli anni a venire.


E' il contrario di quello che penso: io non dico che la cosa non ci riguardi, anzi! Io sono molto preoccupato perché ritengo inevitabile questa evoluzione e sono certo che siamo assolutamente impreparati a gestirla, per via di alcuni fondamentali che a noi mancano rispetto ad altri paesi. Come dici tu:

L'Italia è un terzo modello, che ha tantissimi problemi.


Per questo ho messo tutti questi temi nel calderone, perché sono nodi che verranno al pettine inevitabilmente nel momento in cui si tenterà di inserire a forza un paese come l'Italia in una logica del genere.

I lavori manuali potranno pure andare scemando, ma non esiste l'app che ti sostituisce un divano, un paio di mutande o un piano cottura; qualcuno che lavori nei fondamentali ci sarà sempre perché il paio di mutande tutto al più te lo fa una bambina cinese (e non è certo bello).

Stiamo tutti qui a parlare di come il Made in Italy sia un valore aggiunto, forse l'unica cosa per cui gli stranieri sono interessati a comprare quello che facciamo, e tu mi proponi di adattarci così passivamente a un cambiamento tale per cui anche quell'unica cosa che ci rende desiderabili sul mercato globale venga svilita da un mercato del lavoro che di manualità non ne vuol più sentir parlare (al netto dei soliti bambini cinesi)?

Cioè, viviamo in un paese povero di risorse metallurgiche ed energetiche, abbiamo "solo" un enorme patrimonio artistico, culturale, turistico, di know how a livello manifatturiero... e sono tutte cose che - mi par di capire - diverranno obsolete nel nuovo schema. Ti sembra normale?

L'esempio dell'Iowa non regge, perché negli USA Washington non si sognerebbe mai di chiedere ad un paese del Sud di fare lo stesso PIL di uno stato del Nord. Ci sono stati in rosso fisiologico, per diversità di risorse e di economie. Solo in Europa siamo così idioti da pretendere da una nazione che storicamente campa di olive, formaggio feta e ruderi, come la Grecia, di competere col PIL di Berlino.

Le differenze vanno rispettate o, quantomeno, si devono rispettare i tempi; me ne frega poco che il mercato va avanti veloce se non è compatibile col normale sviluppo sociale che dovrebbe precedere, non seguire, i cambiamenti del mercato stesso.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il giovedì 17 ottobre 2013, 12:13

locutus ha scritto:Per questo ho messo tutti questi temi nel calderone, perché sono nodi che verranno al pettine inevitabilmente nel momento in cui si tenterà di inserire a forza un paese come l'Italia in una logica del genere.

I lavori manuali potranno pure andare scemando, ma non esiste l'app che ti sostituisce un divano, un paio di mutande o un piano cottura; qualcuno che lavori nei fondamentali ci sarà sempre perché il paio di mutande tutto al più te lo fa una bambina cinese (e non è certo bello).

Stiamo tutti qui a parlare di come il Made in Italy sia un valore aggiunto, forse l'unica cosa per cui gli stranieri sono interessati a comprare quello che facciamo, e tu mi proponi di adattarci così passivamente a un cambiamento tale per cui anche quell'unica cosa che ci rende desiderabili sul mercato globale venga svilita da un mercato del lavoro che di manualità non ne vuol più sentir parlare (al netto dei soliti bambini cinesi)?

Cioè, viviamo in un paese povero di risorse metallurgiche ed energetiche, abbiamo "solo" un enorme patrimonio artistico, culturale, turistico, di know how a livello manifatturiero... e sono tutte cose che - mi par di capire - diverranno obsolete nel nuovo schema. Ti sembra normale?


Ma tu cosa proporresti, di investire sul manifatturiero facendo concorrenza a Ikea con prodotti che costano cinque volte tanto, da vendere a una generazione che ormai se ne frega del proprio divano perchè vive in affitto?
Di rifiutare un lavoro in cui sono richieste trasferte internazionali (ad esempio il commerciale per un'azienda che fa lusso Made in Italy e esporta in Cina) perchè "no guardi, il nomadismo non è progresso"?

Se il mondo cambia, le professioni cambiano. E' chiaro che ci sarà sempre quello che ha bisogno dell'elettricista, ma ci sarà sempre meno richiesta. L'ICT offre grandi opportunità a chiunque, soprattutto a dei creativi come gli Italiani.
Sai qual è uno degli Stati (o lo Stato) più all'avanguardia nell'innovazione digitale?

L'Estonia.
Un Paese minuscolo, gelido, quasi privo di risorse naturali e pieno di foreste, che fino all'inizio degli anni '90 era in condizioni economiche disastrose a causa del controllo dell'URSS.
Ora il 90% degli estoni è almeno diplomato, l'80% è cliente di eBanking, votano online dal 2007, tutto il Paese è coperto da WiFi gratuito e l'economia è florida. Tutto questo in 20 anni.
Anzi, meno: negli anni '90 già avevano un sistema di firma elettronica e nel 2002 era diffuso il mobile payment: due cose che erano fantascienza all'epoca.
Ah, già che c'erano, all'inizio degli anni 2000 hanno inventato Kazaa e Skype.

In tempi esponenziali qualunque Paese può rialzarsi in fretta, e questo non dipende solo dalla politica, ma anche dai cittadini. Immagini quante opportunità ci sono nei servizi digitali al turismo?

Si pensa che l'Italia sia il Paese del Made in Italy manifatturiero, ma siamo anche quelli che, dopo aver inventato la radio e il telefono, già che c'erano, hanno inventato il microprocessore e l'mp3. Ma nessuno ne parla perchè dobbiamo costantemente lamentarci di noi stessi.
Lo stesso Zodiac, anzichè nascere in Germania, è nato in Italia (un Paese dove nessuno parla inglese e tutti quando dici "scaricare" pensano a "torrent").

Oggi sui vestiti (anche nei negozi italiani) ci trovi scritto Made in China.
E' su Musixmatch che ci trovi scritto "Made with love and passion in Italy, enjoyed everywhere".
Un anno fa in Italia è stata lanciata la rete "4G" e copriva a stento il centro di Milano. Oggi se guardi la copertura sul sito di TIM ci trovi questo.
La stessa TIM e PosteItaliane stanno lanciando in questo periodo le prime SIM NFC per il mobile payment.
A Firenze ci sono 250 hot-spot Wi-Fi per accesso gratuito a Internet, e continuano a lavorarci.

Questa è solo una parte di un'onda che ci sta investendo, digitalizzando la nazione e portando lavoro. Riesci a immaginarci fra 10 anni? Fra 20?
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 17 ottobre 2013, 15:19

Cerchiamo di capirci, io non sono contro il progresso ma qui si parla di generazione digital native e il nostro paese è anziano! Troppa gente verrebbe lasciata indietro, specie al Sud, se non si fanno investimenti nel campo della formazione professionale per riqualificare gli attuali occupati verso queste nuove professioni.

Non si può lasciare morire il mercato interno come stanno facendo ora... anche perché le nuove generazioni, proprio in virtù di quel trand, questo paese lo lasceranno senza troppi rimpianti (lo facciamo già adesso!) e qui chi rimane? A quelli che restano qui che gli facciamo fare, che non sanno far nulla in questi nuovi campi?

E poi torno a dire: siamo pieni di gioielli artistici e paesaggistici, qualcosa che negli altri paesi non hanno in tale sovrabbondanza. Qui da noi di restauratori, guide turistiche, manutentori, ce ne sarà sempre bisogno. Piccoli imprenditori e ristoratori che vogliano sfruttare i punti strategici per intercettare il flusso di turisti ce ne saranno sempre. Imprese agricole, vinicole e chi più ne ha più ne metta che facciano fruttare le nostre risorse a livello alimentare e gastronomico ce ne saranno sempre.

Di tutto questo che ne sarà? Lo buttiamo perché è fuori moda, arcaico, rurale anche se potenzialmente può attirare un mare di soldi dall'estero?

Vogliamo fare concorrenza alla Silicon Valley? Facciamo pure, ma non a scapito di quello che abbiamo già e che mal sfruttiamo. Prima di dire ad un giovane: "Fai armi e bagagli, studia fuori e torna vincitore" (ma tanto non torna), sarebbe anche il caso di proporgli alternative serie per lavorare qui con le peculiarità che SOLO il nostro territorio offre.

Insomma Overmann, capisco che tu sei ambasciator che non porta pena, ma davvero mi sconvolge il senso unico e acritico di questo percorso.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il giovedì 17 ottobre 2013, 16:03

locutus ha scritto:Cerchiamo di capirci, io non sono contro il progresso ma qui si parla di generazione digital native e il nostro paese è anziano! Troppa gente verrebbe lasciata indietro, specie al Sud, se non si fanno investimenti nel campo della formazione professionale per riqualificare gli attuali occupati verso queste nuove professioni.


I Paesi più anziani nella UE sono Germania, Italia, Svezia, Grecia, Portogallo, Austria.
Noti niente?

Mi trovi perfettamente d'accordo su una riqualificazione della generazione di mezza età... Ma non serve solo l'offerta politica, ci vuole anche la mentalità.

Sorvolando su questo, il problema anziani è temporaneo. Fra 20 anni gli anziani saremo noi, che non avremo scuse.

Non si può lasciare morire il mercato interno come stanno facendo ora... anche perché le nuove generazioni, proprio in virtù di quel trand, questo paese lo lasceranno senza troppi rimpianti (lo facciamo già adesso!) e qui chi rimane? A quelli che restano qui che gli facciamo fare, che non sanno far nulla in questi nuovi campi?


Parliamo di mercato interno o tradizionale?

Perchè un conto è dire "riqualifichiamo i meno digitali", un'altra cosa è dire "no! spingiamo sul mercato tradizionale".

E poi torno a dire: siamo pieni di gioielli artistici e paesaggistici, qualcosa che negli altri paesi non hanno in tale sovrabbondanza. Qui da noi di restauratori, guide turistiche, manutentori, ce ne sarà sempre bisogno. Piccoli imprenditori e ristoratori che vogliano sfruttare i punti strategici per intercettare il flusso di turisti ce ne saranno sempre. Imprese agricole, vinicole e chi più ne ha più ne metta che facciano fruttare le nostre risorse a livello alimentare e gastronomico ce ne saranno sempre.

Di tutto questo che ne sarà? Lo buttiamo perché è fuori moda, arcaico, rurale anche se potenzialmente può attirare un mare di soldi dall'estero?


Non è questione di buttare nulla. Per quanto sia vero che si possa fare più di quel che si fa ora, la convinzione che si possa spremere il turismo tradizionale all'infinito è per forza di cose errata.
Il mercato del lavoro tradizionale è in stallo, in qualunque Paese; non si tratta di abbandonare nulla, se mai di capire che i margini di movimento sono limitati aldilà dei limiti politici (se tutti vogliamo fare il lavapiatti, ma il 90% degli esercenti ha una lavastoviglie, il fatto che ci siano molti ristoratori per via del flusso turistico è poco rilevante) e che le opportunità "del territorio" vanno sfruttate in modi nuovi (tipo questo).
Dio solo sa cosa si potrebbe fare in Italia con la Realtà Aumentata e i Google Glass.

Quindi un conto è parlare del problema - politico, culturale, quel che vuoi - della "inoccupabilità" di chi oggi ha 60 anni, un conto è prendere atto del fatto che fra 10 anni il sessantenne sarà in pensione, ma il trentenne che lavorava al Wi-Fi poi ha trovato impiego nelle Smart City, ha fatto il consulente cavalcando il boom del mobile payment, ha colto un'occasione nella sanità digitale ed è finito a lavorare a un'azienda che si occupa di app per realtà aumentata.
Avrà cambiato cinque lavori in dieci anni, e magari quattro città e quattro case, e torniamo al discorso di partenza.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il giovedì 17 ottobre 2013, 20:33

Overmann ha scritto:I Paesi più anziani nella UE sono Germania, Italia, Svezia, Grecia, Portogallo, Austria.
Noti niente?

Mi trovi perfettamente d'accordo su una riqualificazione della generazione di mezza età... Ma non serve solo l'offerta politica, ci vuole anche la mentalità.


Va bene, ma se a parità di anzianità la mentalità di un quarantenne Italiano è diversa da quella di un quarantenne Tedesco, vogliamo ricercarne le cause e agire prima su quelle? E' questo che sto cercando di dire: è giusto che si cominci ad investire seriamente anche da noi sulle infrastrutture e che si aprano porte nuove per tutti, ma finché il resto del sistema funzionerà secondo parametri pre-digitali (le banche e le loro garanzie, un mercato che invece di essere flessibile è precario, una formazione patrocinata che non c'è o è come se non ci fosse, l'assistenza agli anziani, ai bambini e ai disabili che è quasi tutta a carico dei malcapitati etc.), questa mentalità negli Italiani attuali non potrà svilupparsi e negli Italiani futuri potrà soddisfarsi solo lasciando i nostri confini.

Sorvolando su questo, il problema anziani è temporaneo. Fra 20 anni gli anziani saremo noi, che non avremo scuse.


Fra 20 anni gli anziani saremo noi ma a fronte di quale ricambio generazionale, se figli se ne fanno sempre meno e - secondo il trand - se ne faranno ancora meno e sempre più tardi (e se si faranno si faranno probabilmente già all'estero)? Tutti i lavori tradizionali che - piaccia o non piaccia - devono continuare ad esistere perché c'è un limite a quello che puoi fare con la logica della grande distribuzione, a chi li facciamo fare? Ai pensionati mancati che dall'INPS non vedranno un soldo perché, pur avendo lavorato, non hanno accumulato contributi? Cioè una bella fetta di giovani e meno giovani di oggi?

Parliamo di mercato interno o tradizionale?

Perchè un conto è dire "riqualifichiamo i meno digitali", un'altra cosa è dire "no! spingiamo sul mercato tradizionale".


Ma tu cosa intendi per mercato tradizionale? Perché se mi dici che "tradizionalmente" i giochi si vendono su CD ma domani si venderanno solo via download, quello è un cambiamento che certamente taglia fuori un certo indotto (quelli che ti fanno la custodia del CD, lo studio grafico, la tipografia, il magazziniere etc.) ma che al consumatore - tutto sommato - restituisce comunque il prodotto che ha sempre avuto (e li si è una questione di mentalità, abbandonare l'idea di avere l'oggetto fisico sullo scaffale a fronte di un download); ma il modello non si applica ai beni di consumo, al vestiario, al commercio ingrosso/dettaglio, all'alimentare etc.

Mi puoi dire che ci pensa l'IKEA a soddisfare tutti questi bisogni, ma quanti posti di lavoro può offrire l'IKEA e quanti ne possono offrire - collettivamente - tutte le PMI, i negozi, i ristoratori etc. non affiliati ad alcuna grande catena? Complessivamente, io ritengo che le maggiori opportunità di avere un impiego vengano dalle piccole realtà locali, piuttosto che dalla multinazionale che, sì, assume tanta gente in giro per il mondo, ma localmente richiede una forza lavoro limitata.

Per questo per me il mercato interno riveste un'importanza strategica, molto più del digitale, perché è l'unico da cui può ricominciare a circolare denaro nelle tasche potenzialmente di tutti, di chi è formato e di chi non lo è, di chi sta ancora studiando e di chi ha smesso.

Il digitale è una cosa bellissima e i nuovi mestieri sono allettanti, specialmente per le menti giovani, ma solo una fetta della popolazione potrà trovare impiego in questi settori proprio perché, per loro natura, non sono mestieri usuranti quindi non richiedono un ricambio dinamico, ciò che crei viene fatto una volta sola e riprodotto all'infinito senza che sia necessaria ulteriore interazione e il fatto che la stessa persona si sposti in varie parti del mondo significa che non hai bisogno di assumere gente in loco.

Insomma, è un mondo dove lavoro ce ne sarà meno: si cercano nuove professionalità ma per far lavorare un numero minore di individui. Quelli che restano fuori dovrebbero - per logica - asservire al mercato interno e tradizionale, che però versa nelle condizioni che conosciamo e non può e non deve scomparire, per i motivi di cui sopra.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il venerdì 18 ottobre 2013, 10:58

locutus ha scritto:Va bene, ma se a parità di anzianità la mentalità di un quarantenne Italiano è diversa da quella di un quarantenne Tedesco, vogliamo ricercarne le cause e agire prima su quelle?


E' molto difficile rilevarne le cause, perchè i rapporti causa-effetto si intrecciano continuamente.
Mi piace pensare che il sistema in qualche modo si autoalimenti in un continuo confronto fra domanda e offerta; come dicevo qualche post fa, alcuni servizi "innovativi" a Milano funzionano benissimo (il car2go, il bike-sharing, ma anche l'overbooking dei corsi di lingua russa e cinese...).
Alla fine la ricetta estone è stata quella di investire pesantemente nei servizi digitali.
Poi parte della responsabilità ce l'abbiamo noi come popolo e persone, e non si scappa.

Tutti i lavori tradizionali che - piaccia o non piaccia - devono continuare ad esistere perché c'è un limite a quello che puoi fare con la logica della grande distribuzione, a chi li facciamo fare? Ai pensionati mancati che dall'INPS non vedranno un soldo perché, pur avendo lavorato, non hanno accumulato contributi? Cioè una bella fetta di giovani e meno giovani di oggi?


Il modello tedesco è più o meno quello. I lavoretti sono fatti da pensionati, studenti, casalinghe.

Ma tu cosa intendi per mercato tradizionale? Perché se mi dici che "tradizionalmente" i giochi si vendono su CD ma domani si venderanno solo via download, quello è un cambiamento che certamente taglia fuori un certo indotto (quelli che ti fanno la custodia del CD, lo studio grafico, la tipografia, il magazziniere etc.) ma che al consumatore - tutto sommato - restituisce comunque il prodotto che ha sempre avuto (e li si è una questione di mentalità, abbandonare l'idea di avere l'oggetto fisico sullo scaffale a fronte di un download); ma il modello non si applica ai beni di consumo, al vestiario, al commercio ingrosso/dettaglio, all'alimentare etc.


L'innovazione digitale si applica a tutto.
Quando si dice che i giochi su Steam dovrebbero costare pochissimo perchè non si pagano più la plastica e gli operai, ci si dimentica che si pagano i tecnici che curano la piattaforma software, i data center, la rete, i servizi.
Se al ristorante si usa un software per ottimizzare la gestione del ristoranti, ci sono tre camerieri in meno al ristorante... ma tre tecnici in più che lavorano alla piattaforma hardware/software di ottimizzazione di gestione.
Se al supermercato attivano le casse self-service e il pod che ti fa il preconto, ci saranno molti cassieri in meno ma molte persone che hanno lavorato per progettare, costruire, manutenere e vendere le casse self-service e il pod.

Complessivamente, io ritengo che le maggiori opportunità di avere un impiego vengano dalle piccole realtà locali, piuttosto che dalla multinazionale che, sì, assume tanta gente in giro per il mondo, ma localmente richiede una forza lavoro limitata.

Per questo per me il mercato interno riveste un'importanza strategica, molto più del digitale, perché è l'unico da cui può ricominciare a circolare denaro nelle tasche potenzialmente di tutti, di chi è formato e di chi non lo è, di chi sta ancora studiando e di chi ha smesso.

Il digitale è una cosa bellissima e i nuovi mestieri sono allettanti, specialmente per le menti giovani, ma solo una fetta della popolazione potrà trovare impiego in questi settori proprio perché, per loro natura, non sono mestieri usuranti quindi non richiedono un ricambio dinamico, ciò che crei viene fatto una volta sola e riprodotto all'infinito senza che sia necessaria ulteriore interazione e il fatto che la stessa persona si sposti in varie parti del mondo significa che non hai bisogno di assumere gente in loco.

Insomma, è un mondo dove lavoro ce ne sarà meno: si cercano nuove professionalità ma per far lavorare un numero minore di individui. Quelli che restano fuori dovrebbero - per logica - asservire al mercato interno e tradizionale, che però versa nelle condizioni che conosciamo e non può e non deve scomparire, per i motivi di cui sopra.


Stai ancora sbagliando facendo confusione tra mercato (del lavoro) tradizionale e "mercato interno".
Tu pensi che l'ICT sia fatta da grosse multinazionali che danno poco lavoro, è che il futuro sia nella riscoperta del passato...

Ma l'ICT è fatta da tante PMI squisitamente italiane che per funzionare hanno bisogno di tecnici, commerciali, PR, SEO, addetti alla segreteria e al supporto clienti... Non solo, ma chiederanno connettività di rete a un provider italiano, compreranno appliance di rete di altre PMI italiane, pagheranno il supporto tecnico e i consulenti (italiani), daranno in outsourcing una parte dello sviluppo (magari in Italia), compreranno un software gestionale da altre PMI italiane, faranno fare dei corsi ai propri dipendenti presso scuole italiane con docenti italiani esperti di nuove tecnologie.
E sicuramente sto tralasciando molto.

Questo è l'unico futuro possibile, che non copre solo competenze tecniche, come vedi, anzi.
Guarda ad esempio qui per avere un'idea di cosa si è mosso solo negli ultimi mesi a Milano, da quando il comune ha rilasciato gli open data comunali. Da un paio d'anni di iniziative simili ce ne sono state un po' in tutto il nord, ma anche a livello statale con dati.gov.it. Gli open data sono partiti con Obama nel 2009, e nel 2010 c'è stato il primo progetto italiano... Il governo italiano ha pubblicato i dati nel 2011, quello estone nel 2012 e quello tedesco solo nel 2013.
L'Italia non è più solo la Fiat da tempo... Anche se non perde il vizio di sputare sempre controvento.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il venerdì 18 ottobre 2013, 12:25

Solo tre considerazioni:

1- A questo punto è evidente che io e te viviamo in due Italie formalmente diverse (Nord e Sud), e questo fa parte del problema.

2- La cassa automatica sostituisce il cassiere ma da lavoro al tecnico. Giustissimo. Peccato che per fare il cassiere non occorrono competenze particolari (neanche far di conto, ad un certo punto, perché tra il codice a barre e il totale automatico della cassa che ti calcola anche il resto da dare, davvero è un lavoro che può fare una scimmia); per fare il tecnico di contro devi avere un certo grado di studio e di esperienza. Se immagini un futuro in cui i licei e le università chiuderanno i battenti dei rami artistici e umanistici, perché rimarranno solo i licei scientifici e gli istituti professionali, va bene. Ma non è che sia una bella cosa un appiattimento del sapere e delle competenze di tale portata. Oltretutto un tecnico può manutenzionare più casse automatiche. Se ci fossero ancora le casse "tradizionali", ad ogni cassa aperta dovrebbe per forza corrispondere un cassiere. E' meno lavoro e pertanto sono meno soldi che circolano e meno domanda e meno offerta. Continuo a non ritenerlo un vero progresso.

3- Il futuro non è nella riscoperta del passato, non sono così ottuso da affermare una cosa del genere (benché, personalmente, se avessi l'opportunità di allontanarmi dalla città e vivere in una realtà più piccola la coglierei al volo. Ma questa è solo una mia visione personale). Dico solo che, nella realtà che vivo io quotidianamente, che non è quella che evidentemente vivi tu, benché entrambi conosciamo decine di coetanei che lavorano fuori da tempo, il modello che prevede la robotizzazione/automazione di alcune mansioni tradizionalmente manuali o appannaggio di fasce non formate o impossibilitate a trovare un posto di lavoro adeguato alle loro reali competenze, si tradurrebbe nell'immediato in un danno per un'economia già fortemente provata.

Prima dovrebbe venire il cassiere riconvertito in tecnico e poi la cassa automatica, non viceversa.

Che poi, come si sarà ampiamente capito ( 8) ) io personalmente sia tendenzialmente portato ad avvalorare il modello della decrescita felice (o della crescita intelligente, che rende meglio l'idea), questo attiene alla mia mentalità.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il lunedì 21 ottobre 2013, 10:36

Infatti il succo del discorso è proprio che in un mondo che cambia rapidamente non ci si può permettere di essere poco competenti e di pretendere che qualcuno ti mantenga se -l'hai detto tu- non sai neanche calcolare il totale di una somma. Se si vuole essere inseriti nella società e nel mercato del lavoro, bisogna sudare. Non è l'unico modo di vivere possibile, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, insomma.

Il fatto poi che un mondo in cui l'Industria è guidata dalla tecnologia sia un mondo per soli tecnici è falso, e te l'ho già dimostrato in parte con l'esempio di sopra. Ci sono progetti concreti (alcune sono già aziende finanziate) lanciati da giovani laureati in materie umanistiche, da giovani che non hanno studiato al centro-nord, da ragazze. C'è spazio per tutti. Boh, un esempio? That's contemporary. Fondato da due ragazze, inerente l'ambito artistico e senza neanche un "engineer" nello staff.

Se poi laurearsi in filosofia per finire a fare il cassiere è un successo...

Per quanto riguarda il punto 3 direi che è una naturale conseguenza di ogni periodo storico in cui c'è stata una rivoluzione industriale. Dagli automatismi alle industrie tessili fino all'invenzione del vapore la Storia è piena di gente che perde il lavoro e deve inventarsene uno nuovo. So che è cinico, ma prima lo capiamo e meglio è per noi, perchè ho la vaga impressione che nessuno ci regalerà niente (nè qui nè in Germania, eh).
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il lunedì 21 ottobre 2013, 11:38

Overmann ha scritto:Infatti il succo del discorso è proprio che in un mondo che cambia rapidamente non ci si può permettere di essere poco competenti e di pretendere che qualcuno ti mantenga se -l'hai detto tu- non sai neanche calcolare il totale di una somma. Se si vuole essere inseriti nella società e nel mercato del lavoro, bisogna sudare. Non è l'unico modo di vivere possibile, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca, insomma.


Ma io la penso esattamente come te, lungi da me dire che studiare non serva a nulla! Il problema è che da noi si studia e non si conclude niente lo stesso, perché abbiamo un sistema non orientato verso il futuro che traccia l'articolo che ha dato inizio a questa discussione.

Pochi giorni fa l'ha detto anche Ignazio Visco di Bankitalia:

Bankitalia, Visco: "In Italia studiare non conviene. La laurea vale un diploma"

Il governatore della Banca d'Italia boccia gli studenti italiani: "Sono impreparati. Chi ha la terza media trova più facilmente lavoro di un laureato"


Se poi laurearsi in filosofia per finire a fare il cassiere è un successo...


Come sopra, leggi l'articolo. Il problema della nostra arretratezza, come sistema paese, non riguarda solo i 40-60enni come hai affermato qualche post più indietro.

Gli esempi positivi che porti sono di tutto rispetto, ma non è un modello paese, sono casi individuali che non fanno media. Quelli che fanno media, ahinoi, sono NEET, disoccupati e cervelli in fuga.

Per quanto riguarda il punto 3 direi che è una naturale conseguenza di ogni periodo storico in cui c'è stata una rivoluzione industriale. Dagli automatismi alle industrie tessili fino all'invenzione del vapore la Storia è piena di gente che perde il lavoro e deve inventarsene uno nuovo. So che è cinico, ma prima lo capiamo e meglio è per noi, perchè ho la vaga impressione che nessuno ci regalerà niente (nè qui nè in Germania, eh).


Non si tratta di regalare niente ad alcuno; è solo evitare di mettere ancora più gente in mezzo ad una strada prima di avere fornito, come sistema paese, gli strumenti necessari ad affrontare il cambiamento.

Tradotto vorrebbe dire riforma seria del sistema e dei programmi scolastici, formazione professionale seria e gratuita e riforma del sistema bancario, tanto per cominciare.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il lunedì 21 ottobre 2013, 13:00

locutus ha scritto:Il problema è che da noi si studia e non si conclude niente lo stesso, perché abbiamo un sistema non orientato verso il futuro.


Abbiamo anche tanti iscritti a Lettere e Giurisprudenza quanti sono quelli iscritti a Economia e Ingegneria...

Come sopra, leggi l'articolo. Il problema della nostra arretratezza, come sistema paese, non riguarda solo i 40-60enni come hai affermato qualche post più indietro.


No no, il mio discorso è generico: siamo un Paese con poche competenze.
Indietro mi riferivo solo ai dati OCSE che molta stampa ha strumentalizzato come ennesimo attacco ai "giovani", quando invece parlava di tutta la fascia lavorativa.
Sono cosciente del fatto che anche molti giovani non se la cavano con l'inglese, per dire.

Il mio punto è che parte della colpa è senz'altro del sistema scolastico e lavorativo, ma un'altra parte è dovuta alle persone che non si accorgono di essere "inoccupabili".

E se sei inoccupabile qui lo sei, molto probabilmente, anche all'estero. Dove le cose vanno sì meglio, ma il campo da gioco è lo stesso... Si investe nell'IT e nella ricerca, c'è crisi sui lavori a bassa competenza, si cercano di assorbire cervelli con la C maiuscola, si lavora in campo internazionale quindi bisogna conoscere lingue e tecnologie.

Certo, al momento in Italia è più difficile per tutti, dal carpentiere che parla solo dialetto all'ingegnere con dieci anni di esperienza. Però questo è un discorso parallelo al fatto che il mondo sta cambiando da noi come altrove: volevo sottolineare come anche da noi ci sono giovani con idee innovative e possibilità d'impresa, e anche in Germania ci sono lavoratori lasciati a casa che o si riqualificano o si adattano a vivere con 420€ al mese.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il lunedì 21 ottobre 2013, 22:37

Overmann ha scritto:siamo un Paese con poche competenze.
Indietro mi riferivo solo ai dati OCSE che molta stampa ha strumentalizzato come ennesimo attacco ai "giovani", quando invece parlava di tutta la fascia lavorativa.
Sono cosciente del fatto che anche molti giovani non se la cavano con l'inglese, per dire.

Il mio punto è che parte della colpa è senz'altro del sistema scolastico e lavorativo, ma un'altra parte è dovuta alle persone che non si accorgono di essere "inoccupabili".


Mi trovo molto d'accordo su questo punto, perché qui credo che entri in gioco la questione "mentalità" di cui parli spesso tu, se per mentalità intendiamo quella propensione ad ammantare i licei (rispetto agli istituiti professionali) o certe facoltà universitarie di quell'aurea di prestigio che però, a conti fatti, non ti aiuta ad inserirti in una logica di lavoro; oppure entra in gioco la mentalità di chi vuole a tutti i costi un lavoro di concetto, di chi insegue ancora il miraggio del posto in banca o del posto fisso per una forma di snobismo e/o di scarsa fantasia.

Quindi si, c'è una responsabilità delle persone specie quando la formazione viene fatta non in base alle reali competenze o le reali inclinazioni dell'interessato, ma in base a pi**e mentali belle e buone da secolo scorso.

volevo sottolineare come anche da noi ci sono giovani con idee innovative e possibilità d'impresa, e anche in Germania ci sono lavoratori lasciati a casa che o si riqualificano o si adattano a vivere con 420€ al mese.


Questa tua prospettiva mi è chiara; io sottolineavo invece l'aspetto corale della faccenda perché l'iniziativa personale è - appunto - iniziativa personale. Sarebbe il caso di sostenerla e farla diventare la norma: è indubbio che è molto più semplice fare impresa (e quindi dare opportunità ai volenterosi) laddove la PA funziona e non è oberata da burocrazia e tassazione esagerata.

Ci si può adattare a vivere con € 420,00 al mese, specie se uno entra nell'ottica di una realtà più piccola; il problema è dare le opportunità di migliorarsi a chi lo vuole, e questa mano tesa io purtroppo non la vedo qui da noi. Questo, a mio avviso, spinge il laureato in filosofia (che non ha particolari doti imprenditoriali o idee brillanti o risorse per pubblicare una sua tesi) ad accontentarsi del lavoro di cassiere da Carrefour.

I lavori più semplici, anche quelli dove ti assumono in nero, in questo momento fungono da ammortizzatore sociale. E' orribile, ma è così e tu finisci per adattarti ai € 420,00. E' giusto che i migliori vadano avanti, su questo siamo tutti d'accordo, e ammiro chi ha il fegato per mettersi in gioco e fare un salto di qualità, ma io non me la sento di fare una colpa ai cittadini che questo fegato non ce l'hanno; il lavoro - al di là della direzione presa dai mercati - in teoria è un diritto, non è un premio che si da solo ai primi tre classificati.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il martedì 22 ottobre 2013, 10:42

locutus ha scritto: il problema è dare le opportunità di migliorarsi a chi lo vuole, e questa mano tesa io purtroppo non la vedo qui da noi. Questo, a mio avviso, spinge il laureato in filosofia (che non ha particolari doti imprenditoriali o idee brillanti o risorse per pubblicare una sua tesi) ad accontentarsi del lavoro di cassiere da Carrefour.


Io lo vedo soprattutto come un problema culturale, la laurea come "pezzo di carta con valore legale", come punto di arrivo, addirittura come simbolo di "sangue blu". In USA, dove le università sono rinomatissime e costosissime, gli studenti si mantengono facendo l'uomo panino di McD... In Italia si preoccupano di sbattere il loro voto in faccia alla Fornero... (il voto, non le competenze).

Abbiamo delle buone scuole nonostante le difficoltà finanziarie, ottimi docenti e ricercatori (quelli che restano), i costi sono accessibili... Alcune iniziative poi ovviamente sono solo locali, ma molte città sono ricche di corsi pubblici a prezzi agevolati (oltre a quelli privati che però di solito sono costosi). Ovviamente dipende dalla zona, ma facendo una rapida ricerca vedo che non è solo il centro-Nord a offrire opportunità:

Piano Straordinario per il lavoro in Sicilia: Opportunità Giovani - Priorità 3: Formazione Giovani 'Percorsi formativi per il rafforzamento dell'occupabilità e dell'adattabilità della forza lavoro siciliana'. Corsi gratuiti per giovani fino a 35 anni, di durata per altro considerevole e con programmi di tutto rispetto (lasciamo perdere l'artigiano della cartapesta, ho guardato quelli informatici).
Mi auguro fortemente che queste realtà locali siano tutte overbooked...

il lavoro - al di là della direzione presa dai mercati - in teoria è un diritto, non è un premio che si da solo ai primi tre classificati.


In teoria è anche un dovere...
E se per lavorare devi imparare un mestiere, tocca impararlo...
E' successo per tutte le rivoluzioni industriali, è un dato di fatto.

L'unico punto interrogativo è se questa terza rivoluzione porta inerentemente a un abbassamento della richiesta di lavoro o no. E' un dibattito sempre aperto, ma, per dire, giusto ieri leggevo un'intervista in cui Jeremy Rifkin (uno che negli anni '90 teorizzava un aumento della disoccupazione in seguito all'informatizzazione) afferma che:
In Unione Europea ci sono quasi 200 milioni di edifici: dobbiamo darci la missione di trasformare ciascuno in una mini-centrale che raccoglie l’energia solare sul tetto, quella eolica sulle facciate, quella geotermica nel terreno sotto le fondamenta, quella delle biomasse dalla conversione della spazzatura, e così via. Questa trasformazione richiederà 40 anni e può dare un’enorme spinta al settore edilizio e a tutti quelli correlati, creando milioni di posti di lavoro a livello locale.
Si parlava di smart grid per la condivisione dell'energia raccolta da fonti rinnovabili...
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il martedì 22 ottobre 2013, 12:51

Overmann ha scritto:Io lo vedo soprattutto come un problema culturale, la laurea come "pezzo di carta con valore legale", come punto di arrivo, addirittura come simbolo di "sangue blu". In USA, dove le università sono rinomatissime e costosissime, gli studenti si mantengono facendo l'uomo panino di McD... In Italia si preoccupano di sbattere il loro voto in faccia alla Fornero... (il voto, non le competenze).


Ma su questo siamo sulla stessa linea.

Il problema è, quello che si mantiene facendo il cassiere da Carrefour, quando le casse saranno tutte automatiche, che altro deve fare? Il lavavetri al semaforo? La mia perplessità, rispetto al discorso che fai, sta tutta lì: è giusto accettare passivamente la scomparsa di tutte quelle professioni 'povere' che però per la maggior parte della popolazione rappresentano il primo accesso al mondo del lavoro?

Piano Straordinario per il lavoro in Sicilia: Opportunità Giovani - Priorità 3: Formazione Giovani 'Percorsi formativi per il rafforzamento dell'occupabilità e dell'adattabilità della forza lavoro siciliana'. Corsi gratuiti per giovani fino a 35 anni, di durata per altro considerevole e con programmi di tutto rispetto (lasciamo perdere l'artigiano della cartapesta, ho guardato quelli informatici).
Mi auguro fortemente che queste realtà locali siano tutte overbooked...


Io sono passato sia attraverso i corsi regionali finanziati (dove ho riscontrato problemi nel momento in cui l'attestato è stato dato con anni di ritardo, la diaria non è stata ancora versata, il tirocinio si è trasformato in una specie di caporalato perché tanto le strutture convenzionate sanno che l'anno dopo avranno un'altra infornata di tirocinanti, quindi non assumono quasi mai in pianta stabile. Oltretutto è pure scoppiato uno scandalo in Sicilia per questo motivo: molti dirigenti e politici locali sono indagati per truffa, in quanto si sono intascati i fondi Europei per la formazione) e sono passato anche attraverso un corso privato - che come dici tu era caro - e non è stata un'esperienza tanto più professionale della precedente.

Questo chiaramente mi rende molto diffidente circa l'opportunità di buttarmi a capofitto verso qualche altra cosa.

Con questo non voglio dire che allora non serva a niente e che è giusto stare a girarsi i pollici perché tanto peggio tanto meglio. Però per favore non riconduciamo la situazione del Sud al solito cliché del meridionale fannullone: esistono motivi oggettivi per cui ti cadono le braccia e ti accontenti del lavoro in nero piuttosto che continuare ad essere preso per il cubo.

se per lavorare devi imparare un mestiere, tocca impararlo...
E' successo per tutte le rivoluzioni industriali, è un dato di fatto.


Evviva Dio, ma bisogna che ci siano le opportunità per impararlo. Lasciamo perdere scuola e formazione, che sono due macro-ambiti, ma come si fa ad imparare un mestiere, uno qualsiasi, se non c'è gente disposta ad assumerti come apprendista, un po' per il costo del lavoro e un po' perché, essendosi bloccata la domanda, davvero non si ha bisogno di forza lavoro?

L'unico punto interrogativo è se questa terza rivoluzione porta inerentemente a un abbassamento della richiesta di lavoro o no. E' un dibattito sempre aperto, ma, per dire, giusto ieri leggevo un'intervista in cui Jeremy Rifkin (uno che negli anni '90 teorizzava un aumento della disoccupazione in seguito all'informatizzazione) afferma che:
In Unione Europea ci sono quasi 200 milioni di edifici: dobbiamo darci la missione di trasformare ciascuno in una mini-centrale che raccoglie l’energia solare sul tetto, quella eolica sulle facciate, quella geotermica nel terreno sotto le fondamenta, quella delle biomasse dalla conversione della spazzatura, e così via. Questa trasformazione richiederà 40 anni e può dare un’enorme spinta al settore edilizio e a tutti quelli correlati, creando milioni di posti di lavoro a livello locale.
Si parlava di smart grid per la condivisione dell'energia raccolta da fonti rinnovabili...


Ottimo, questo richiederà gente specializzata, a tutti i livelli. Non credo che verranno reclutati su Twitter coloro che fanno il carpentiere per hobby. Quindi, quel futuro dove il lavoro sarà qualcosa di casual, non è proprio compatibile con tutti i possibili modelli di sviluppo e non è necessariamente il migliore.

Ma il vero problema è: qualcuno in Italia è al corrente di questa proposta? C'è nessuno che oggi (perché dev'essere fatto OGGI) si alza e imposta un piano per formare professionalità atte a portare a termine un compito del genere? O aspettiamo come al solito il palazzinaro mafiosetto, amico dell'assessore tizio o del deputato caio, che fa lavorare in nero l'immigrato clandestino per riqualificare questi immobili?

Io non mi diverto a gettare fango sul mio Paese, ma la teoria muore quando si va all'atto pratico.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Overmann il martedì 22 ottobre 2013, 14:46

locutus ha scritto:Ma su questo siamo sulla stessa linea.

Il problema è, quello che si mantiene facendo il cassiere da Carrefour, quando le casse saranno tutte automatiche, che altro deve fare? Il lavavetri al semaforo? La mia perplessità, rispetto al discorso che fai, sta tutta lì: è giusto accettare passivamente la scomparsa di tutte quelle professioni 'povere' che però per la maggior parte della popolazione rappresentano il primo accesso al mondo del lavoro?


Da un certo punto di vista si chiama progresso.
Di fatto viviamo il paradosso di una generazione che:
1) non vuole fare i lavori sporchi (quelli che facevano i nostri nonni e ora fanno gli immigrati)
2) non ha le competenze per fare lavori di conoscenza

Con questo non voglio dire che allora non serva a niente e che è giusto stare a girarsi i pollici perché tanto peggio tanto meglio. Però per favore non riconduciamo la situazione del Sud al solito cliché del meridionale fannullone: esistono motivi oggettivi per cui ti cadono le braccia e ti accontenti del lavoro in nero piuttosto che continuare ad essere preso per il cubo.


Non l'ho fatto e non mi sognerei di farlo, ma capisci che già è complicato parlare di Italia in relazione a UE in relazione a Mondo, se poi dobbiamo distinguere per zona e regione non finiamo più. Ci sono intere zone al nord dove non c'è nessuna possibilità per i laureati (zone rurali o montane dove la prima città è a ore di macchina e non hai nemmeno la copertura cellulare).

E' chiaro che quando si parla di iniziative locali non tutti i luoghi sono uguali. Io mica ci sono nato a Milano.
Mi auguro solo che tutti i giovani (del sud e del nord e del paesino e della città), e anche i meno giovani, che appartengono ai punti 1 e 2 di sopra, cerchino davvero di approfittare delle opportunità, tutto qui.

Perchè accanto a una generazione che "ha imparato l'inglese coi videogiochi", c'è lo specchio di una generazione che non sa mettere assieme un past tense.

Evviva Dio, ma bisogna che ci siano le opportunità per impararlo. Lasciamo perdere scuola e formazione, che sono due macro-ambiti, ma come si fa ad imparare un mestiere, uno qualsiasi, se non c'è gente disposta ad assumerti come apprendista, un po' per il costo del lavoro e un po' perché, essendosi bloccata la domanda, davvero non si ha bisogno di forza lavoro?


E' ovvio che l'Italia deve migliorare moltissimo il rapporto tra accademia e industria, l'efficienza di burocrazia e finanziamenti, la gesione degli abusi e della meritocrazia, e pure il livello dei propri salari. Però di gente che ti assume per farti fare lo stage come apprendista ce n'è fin troppa: il problema qui è chi abusa della cosa facendo turnover e chi dall'altra parte rifiuta perchè essendo laureato vuole duemila euro al mese e l'illicenziabilità.

Ottimo, questo richiederà gente specializzata, a tutti i livelli. Non credo che verranno reclutati su Twitter coloro che fanno il carpentiere per hobby. Quindi, quel futuro dove il lavoro sarà qualcosa di casual, non è proprio compatibile con tutti i possibili modelli di sviluppo e non è necessariamente il migliore.


Non credo nemmeno che uno che monta il pannello a Perugia ma non è disposto a montarlo a Innsbruck avrà un contratto a tempo indeterminato perchè il lavoro è un diritto.

Ma il vero problema è: qualcuno in Italia è al corrente di questa proposta? C'è nessuno che oggi (perché dev'essere fatto OGGI) si alza e imposta un piano per formare professionalità atte a portare a termine un compito del genere?


I problemi dell'Italia sono noti e palesi, ma non è del tutto onesto dire che nel nostro Paese sia impossibile ottenere una formazione e una professionalità che rendano competitivi noi e i nostri progetti imprenditoriali. Altrimenti non si parlerebbe neanche di fuga di cervelli.
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il martedì 22 ottobre 2013, 22:22

Caro mio, mi sa che io e te dovremmo fare una grande coalizione :wink:
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Ale386 il sabato 26 ottobre 2013, 1:14

Scusate ma gli abandonoware non si possono scaricare normalmente? Detto dal nome "Abandonoware"
Se la risposta è si, posterò un sito che vi potrà piacere, a meno che non lo conoscete già :mrgreen:
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda luise il sabato 26 ottobre 2013, 19:19

Ale386 ha scritto:Scusate ma gli abandonoware non si possono scaricare normalmente? Detto dal nome "Abandonoware"
Se la risposta è si, posterò un sito che vi potrà piacere, a meno che non lo conoscete già :mrgreen:


Non credo ,sono contrari e anche io ne conosco uno ... il migliore 8)
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Ale386 il sabato 26 ottobre 2013, 21:12

luise ha scritto:
Ale386 ha scritto:Scusate ma gli abandonoware non si possono scaricare normalmente? Detto dal nome "Abandonoware"
Se la risposta è si, posterò un sito che vi potrà piacere, a meno che non lo conoscete già :mrgreen:


Non credo ,sono contrari e anche io ne conosco uno ... il migliore 8)


Mi sa che ci capiamo molto bene luise... :mrgreen:
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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda Dead Space il venerdì 1 novembre 2013, 2:04

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Re: Con la Pirateria o Contro la Pirateria?

Messaggioda locutus il sabato 14 dicembre 2013, 23:39

E nel frattempo il governo s'è inventato anche questo:


Copia privata: per la Siae e il governo usiamo ancora i grammofoni?

di Marco Schiaffino | 14 dicembre 2013

La bufera abbattutasi sulla Siae negli ultimi giorni è un bell’esempio di come funzionino le cose nel nostro paese. Riassumiamo: come spiegato da Guido Scorza in questo suo post, la Società Italiana Autori ed Editori ha chiesto di rivedere il sistema di calcolo del famigerato compenso per copia privata. Le modalità con cui tutto questo sta avvenendo sono eloquenti in sé, ma a il vizio della questione è nella natura stessa della tassa (chiamarlo indennizzo come pretende di fare Siae è davvero ridicolo) di cui si parla.

L’equo compenso per copia privata, cito dallo stesso sito della Siae, è una somma che il consumatore paga “in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso”. In pratica, la Società Italiana Autori ed Editori concede a noi consumatori, bontà loro, il diritto di duplicare una canzone che abbiamo comprato su Cd per poterla ascoltare non solo sullo stereo, ma anche sull’autoradio, sul lettore MP3 o sullo smartphone. In cambio, Siae incassa milioni di euro ogni anno, prelevandoli alla fonte. Il compenso, infatti, si paga per qualsiasi tipo di dispositivo che potenzialmente consenta di eseguire una copia.

Già così, la cosa risulta abbastanza fastidiosa. Non pago per ciò che faccio, ma pago per ciò che potrei fare con un dispositivo che ha mille altre funzioni e che mi trovo a usare per mille altre necessità. La vera domanda, però, è se esita ancora il mondo di cui si sta parlando. C’è ancora qualcuno che compra brani musicali su Cd audio? O film su Dvd? Risposta: Pochissimi. I film e i brani MP3, finiscono su computer e dispositivi vari sopratutto in due modi: o tramite l’acquisto diretto del file, o tramite il download illegale. Nel primo caso, la copia e l’utilizzo su vari dispositivi è previsto e già remunerato dal prezzo che paghiamo. Nel secondo (non mi dilungo in valutazioni che qui poco rilevano) siamo fuori da qualsiasi valutazione su “diritti” e “copie”. Da un punto di vista formale, però, l’equo compenso non è (e non potrebbe essere) una “tassa sulla pirateria”. Che diavolo paghiamo allora?

La Siae ci racconta che, all’alba del 2013, le opere dell’ingegno sono individuabili con supposti “originali” e che l’oggetto dell’acquisto della suddetta opera sia, appunto, il “supporto originale”. Se questa fosse la verità, significherebbe che dalle parti della Siae si sono persi (o fanno finta di essersi persi) almeno un paio di ere geologiche. Dai primi sussulti legati al boom del digitale sono passati 15 anni e chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale dovrebbe essersi reso conto che il concetto stesso di “copia originale” ha perso di senso. È “copia originale” il file MP3 acquistato su iTunes o ascoltato in streaming su Spotify? È copia originale il film trasmesso in streaming su Netflix o noleggiato qualsiasi altro servizio online? No. Sono contenuti. Contenuti che il consumatore acquista o noleggia per usufruirne tramite uno qualsiasi dei dispositivi che possiede. Il fatto che per vederli se ne faccia una, cento o mille copie è diventato assolutamente ininfluente. Per tutti: consumatori, autori, distributori. Per tutti tranne che per la Siae.

La verità è che da 3 anni paghiamo una tassa che porta milioni di euro nelle casse della Società Italiana Autori ed Editori senza alcun motivo logico. Autori ed editori si sono adeguati da tempo al “nuovo mondo” e hanno adeguato il loro “modello di business” abbastanza velocemente. Lo ha fatto anche la Siae, che incassa i diritti dai negozi online e dai servizi streaming. La pervicacia con cui la Società Italiana Autori ed Editori finge di sostenere una visione del mondo preistorica è dovuta solo alla volontà di non rinunciare ai (tanti) soldi che il meccanismo dell’equo compenso porta nelle loro casse.

Ora Siae ha “chiesto” che l’equo (sigh!) compenso per copia privata venga aumentato attraverso un meccanismo ridicolo, che fa riferimento a una “media europea” disegnata su misura per incassare più denaro. Lo ha fatto sapendo che il governo, a caccia di soldi almeno quanto lo è la Società Italiana Autori ed Editori, vedrà di buon occhio una manovra che porterà nelle sue casse qualche milioncino di euro, che male non fa. Già, perché l’equo compenso si riversa sui prezzi dei prodotti e quindi genera Iva. Tutti contenti, quindi. Tranne i consumatori, che oltre a trovarsi qualche euro in meno nel portafogli, dovranno constatare ancora una volta come la logica debba arrendersi di fronte agli interessi economici contingenti.


fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12 ... ni/813550/
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