Chi pensava che solo il calcio era sinonimo di violenza si sbagliava. Oltre all'hockey che spesso manifesta episodi del genere, la violenza colpisce altri sport, leggete la notizia qui sotto:
"Per 15 giorni, niente partite di calcio né tornei a squadre di nessuna disciplina in tutta la Grecia: questo è quanto ha deciso il governo greco all'indomani della morte di un giovane tifoso durante violenti scontri tra hooligans avvenuti prima di una partita di pallavolo femminile alla periferia di Atene. Modello italiano dunque, per combattere la violenza; ma perfino più esteso dello stop della Serie A, deciso dopo l'omicidio Raciti. Perché in Grecia a fermarsi è tutto lo sport di squadra.
Già nella tarda serata di giovedì la Federazione greca di pallavolo aveva annunciato la sospensione del campionato con un comunicato in cui spiegava di aver preso tale decisione «in segno di protesta contro i casi di violenza che si ripetono nello sport greco». Secondo la polizia, gli scontri tra i sostenitori delle squadre di pallavolo del Panathinaikos e dell' Olympiakos - avversarie «storiche» anche nel calcio e nel basket - erano stati programmati dagli elementi più facinorosi delle rispettive tifoserie. Decine di tifosi dell'Olympiakos sono arrivati a Peania e hanno attaccato con lanci di sassi, ma anche con bastoni e coltelli, i sostenitori della squadra avversaria.
Gli incidenti, ai quali avrebbero partecipato circa 300 hooligans, sono durati circa 30 minuti. In questa mezz'ora un giovane di 25 anni - che già era stato accoltellato - è stato travolto e ucciso da un'auto i cui due passeggeri sono stati arrestati, sei sono rimasti feriti, due accoltellati e quattro brutalmente percossi a bastonate, e sei gli arrestati.
In attesa di studiare misure più severe per combattere la violenza nel mondo dello sport - un fenomeno che da tempo affligge anche la Grecia - il governo del premier Costas Karamanlis ha voluto darsi una pausa di riflessione non solo in vista dell'imminente Pasqua ortodossa (l'8 aprile come quella cattolica) ma anche a fronte delle aspre critiche piovute sull'esecutivo dalle prime pagine di tutti i quotidiani.
«Un morto annunciato nella guerra tra hooligans», ha scritto «Avghi» mentre «Apogevmatini» ha titolato «Massacro senza precedenti tra Olympiakos e Panathinaikos». Non da meno sono stati i diffusi «Eleftheros Typos» («Fanatismo sino alla morte. I club sportivi sono scuole di violenza») e «Chora» («Scontro mortale tra i 'soliti notì »). Ma i titoli più pesanti sono quelli degli autorevoli «Eleftherotypia» («Un omicidio che ha dei complici: lo Stato, i suoi organismi e le squadre di calcio») e «Ta Nea» («Gli hooligans impongono la loro legge. L'indifferenza dello Stato favorisce la violenza»). La decisione di fermare tutto per due settimane è emersa al termine di una riunione d'emergenza convocata da Karamanlis con il ministro dell'ordine pubblico Vyron Polidoras, con quello della giustizia Anastasis Papaligouras e con il vice ministro della cultura con delega allo sport George Orfanos. L'annuncio è stato dato dal portavoce governativo Theodoros Roussopoulos il quale ha precisato che una commissione formata da Polidoras, Papaligouras e Orfanos incontrerà nei prossimi giorni i responsabili di tutte le squadre greche per chiedere loro la rigida applicazione delle misure già previste dalla legge per contrastare la violenza nelle tifoserie. Roussopoulos ha aggiunto che, all'inizio della prossima stagione, in tutti gli stadi verranno installate telecamere per riprendere quanto avviene sugli spalti ed i biglietti d'ingresso saranno emessi elettronicamente in modo da poter identificare i tifosi. Il portavoce ha detto anche che sarà applicata severamente la legge che vieta di convertire in una multa una sentenza di condanna al carcere per chi partecipa a violenze tra tifosi. Ed ha concluso affermando che, «d'ora in poi, chi verrà condannato per questo genere di violenze non sarà posto a piede libero in attesa del processo d'appello ma andrà diritto in carcere»."
Ormai non ci sono parole per descrivere la follia
"Per 15 giorni, niente partite di calcio né tornei a squadre di nessuna disciplina in tutta la Grecia: questo è quanto ha deciso il governo greco all'indomani della morte di un giovane tifoso durante violenti scontri tra hooligans avvenuti prima di una partita di pallavolo femminile alla periferia di Atene. Modello italiano dunque, per combattere la violenza; ma perfino più esteso dello stop della Serie A, deciso dopo l'omicidio Raciti. Perché in Grecia a fermarsi è tutto lo sport di squadra.
Già nella tarda serata di giovedì la Federazione greca di pallavolo aveva annunciato la sospensione del campionato con un comunicato in cui spiegava di aver preso tale decisione «in segno di protesta contro i casi di violenza che si ripetono nello sport greco». Secondo la polizia, gli scontri tra i sostenitori delle squadre di pallavolo del Panathinaikos e dell' Olympiakos - avversarie «storiche» anche nel calcio e nel basket - erano stati programmati dagli elementi più facinorosi delle rispettive tifoserie. Decine di tifosi dell'Olympiakos sono arrivati a Peania e hanno attaccato con lanci di sassi, ma anche con bastoni e coltelli, i sostenitori della squadra avversaria.
Gli incidenti, ai quali avrebbero partecipato circa 300 hooligans, sono durati circa 30 minuti. In questa mezz'ora un giovane di 25 anni - che già era stato accoltellato - è stato travolto e ucciso da un'auto i cui due passeggeri sono stati arrestati, sei sono rimasti feriti, due accoltellati e quattro brutalmente percossi a bastonate, e sei gli arrestati.
In attesa di studiare misure più severe per combattere la violenza nel mondo dello sport - un fenomeno che da tempo affligge anche la Grecia - il governo del premier Costas Karamanlis ha voluto darsi una pausa di riflessione non solo in vista dell'imminente Pasqua ortodossa (l'8 aprile come quella cattolica) ma anche a fronte delle aspre critiche piovute sull'esecutivo dalle prime pagine di tutti i quotidiani.
«Un morto annunciato nella guerra tra hooligans», ha scritto «Avghi» mentre «Apogevmatini» ha titolato «Massacro senza precedenti tra Olympiakos e Panathinaikos». Non da meno sono stati i diffusi «Eleftheros Typos» («Fanatismo sino alla morte. I club sportivi sono scuole di violenza») e «Chora» («Scontro mortale tra i 'soliti notì »). Ma i titoli più pesanti sono quelli degli autorevoli «Eleftherotypia» («Un omicidio che ha dei complici: lo Stato, i suoi organismi e le squadre di calcio») e «Ta Nea» («Gli hooligans impongono la loro legge. L'indifferenza dello Stato favorisce la violenza»). La decisione di fermare tutto per due settimane è emersa al termine di una riunione d'emergenza convocata da Karamanlis con il ministro dell'ordine pubblico Vyron Polidoras, con quello della giustizia Anastasis Papaligouras e con il vice ministro della cultura con delega allo sport George Orfanos. L'annuncio è stato dato dal portavoce governativo Theodoros Roussopoulos il quale ha precisato che una commissione formata da Polidoras, Papaligouras e Orfanos incontrerà nei prossimi giorni i responsabili di tutte le squadre greche per chiedere loro la rigida applicazione delle misure già previste dalla legge per contrastare la violenza nelle tifoserie. Roussopoulos ha aggiunto che, all'inizio della prossima stagione, in tutti gli stadi verranno installate telecamere per riprendere quanto avviene sugli spalti ed i biglietti d'ingresso saranno emessi elettronicamente in modo da poter identificare i tifosi. Il portavoce ha detto anche che sarà applicata severamente la legge che vieta di convertire in una multa una sentenza di condanna al carcere per chi partecipa a violenze tra tifosi. Ed ha concluso affermando che, «d'ora in poi, chi verrà condannato per questo genere di violenze non sarà posto a piede libero in attesa del processo d'appello ma andrà diritto in carcere»."
Ormai non ci sono parole per descrivere la follia