Devo dire che non sono d'accordo sull'approccio innovativo che propone l'ottimo Roberto.
Il genere Avventura Grafica può essere appena aggiornato con innovazioni relative all'interfaccia, magari al tipo di interazione più approfondita rispetto al passato, ma non credo che il futuro delle AG sia quello di renderle più dinamiche o intuitive alla maggioranza - ossia di facile o quasi automatico approccio. Nel momento in cui si voglia a tutti i costi adattarle a 'nonni e fidanzate' che magari non intendono 'spremersi le meningi' per risolvere questo o quel puzzle, rendendole fin troppo amichevoli (user friendly voglio dire), il genere è andato perduto. Lo stesso Roberto parte dalle affascinanti AG del passato, addirittura solo testuali, e forma la sua cultura e la sua passione su di esse: il loro futuro non può essere Fahrenheit. Vorrei chiarire che quest'ultimo titolo l'ho giocato e mi ha appassionato fino in fondo e la trama a me è invece piaciuta fino alla fine. E' un titolo che per me merita un 8 pieno, ma non è un'AG.
Concludo dicendo che credo che qualsiasi tentativo di innovare eccessivamente il genere AG rischia di cancellare il genere stesso, creando ibridi che lo snaturerebbero. I titoli come Fahrenheit possono ben essere concepiti e realizzati ed essere ottime storie, ma da affiancare alle AG vere e proprie piuttosto che sostituirle.
Complimenti ad Adrian per l'intervista e a Roberto Recchioni per il suo ottimo lavoro.