Still Life è un gioco che o si ama o si odia, e che apparentemente è invecchiato male... Infatti quando uscì piacque molto, oggi tutti lo rinnegano riducendolo all'enigma dei biscotti [sic].
Probabilmente questo è dovuto al fatto che molti dei suoi meriti erano scenografici: fondali dettagliatissimi, filmati curati, doppiaggio italiano (relativamente) di qualità, colonna sonora piuttosto epica.
Cose che ormai non esistono più [infatti Microids era già in bancarotta quando uscì il gioco], ma che senz'altro ai tempi contribuì parecchio a creare un'atmosfera eccellente che in un'avventura grafica non è poco.
Ma alcuni meriti di Still Life sopravvivono oggettivamente al passare del tempo... Mi riferisco alla qualità artistica, che anche se meno di impatto sopravvive ancora, ma anche all'idea vincente di raccontare due storie parallele fra loro coerenti. Copio un pezzo di una mia recensione di quei tempi, per pigrizia:
Il mondo di Victoria è infatti sostanzialmente diverso da quello del nonno: lei lavora per l'FBI, ha famiglia, amici e fidanzato, indaga con una serie di strumenti più o meno elaborati e può fare affidamento su altre persone per raccogliere prove e trovare informazioni. Gustav, per contro, è un investigatore privato solitario, che non ha perso il gusto per i ghetti e per la compagnia delle belle signore a pagamento; i suoi rapporti interpersonali non sono quasi mai informali come quelli tenuti dalla nipote, e la maggior parte delle volte dovrà arrangiarsi da solo e con pochi mezzi. Nonostante Victoria non possa essere descritta come una ragazza dolce e amorevole, il ruolo del duro di turno in questo gioco è rivestito da Gus, e in base a ciò anche le ambientazioni sono piuttosto differenti: il mondo di Victoria è più colorato, sgargiante, ricco di interni e di modernità, e si fa cupo quasi esclusivamente nelle scene del delitto; la Praga in cui si trova Gustav invece è tetra, retrò, caratterizzata da nebbia costante e da una colorazione desaturata, inquietante e fiabesca allo stesso tempo, col suo senso di abbandono e di pericolo incombente.
L'alternarsi di questi due stili differenti è forse il principale punto di forza di Still Life: entrambe le avventure risultano perfettamente bilanciate tra loro e molto ben realizzate rendendo difficile identificarne una come "sotto-trama"... si tratta di due storie parallele, tra l'altro ottimamente intrecciate dal punto di vista narrativo e da quello del gameplay.
Sull'altra faccia della medaglia abbiamo un gioco prolisso e ESTREMAMENTE lineare (coi personaggi che ti chiamavano per dirti "bene, hai fatto, ora devi fare questo"), sia nella conduzione della storia sia in quella dei dialoghi, e un livello di difficoltà mediamente molto basso ma, peggio ancora, instabile: da un momento all'altro potevi trovarti di fronte a una ricetta o una serratura che spezzavano del tutto il ritmo fluente (che in un thriller ci starebbe eccome).
Per quanto riguarda lo stile, è indubbiamente un gioco che punta a un pubblico "maturo", con scene forti e dialoghi coloriti (le cose non vanno per forza di pari passo, soprattutto nel mondo delle avventure grafiche di quei tempi). Bisogna anche ammettere che di polizieschi comparabili a Still Life non è che sia pieno il mercato...