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Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Il mondo delle Avventure Grafiche, dalle origini sino ai giorni nostri.

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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il sabato 29 giugno 2013, 11:05

Overmann ha scritto:Però, ecco, possiamo sentirci in colpa a preferire l'offerta, o a pretendere il day-one?
Non è forse un mercato che si autoregolamenta?
Se mi sta bene così è perchè i giochi li pago poco e conosco bene l'inglese. Per me l'italiano avrebbe senso qualora si aggiungesse il doppiaggio - un buon doppiaggio - che però farebbe levitare il costo considerevolmente, e per giochi lo-budget è del tutto fuori discussione.


E' sempre l'ora per un po' di utopia! :mrgreen: (ormai mi conoscete, no?)

Se le condizioni sono queste, perché non pensare ad una vendita di licenze a tasso agevolato per un publisher che volesse distribuire una localizzazione del gioco, magari solo in DD? Quello che ho in mente io (e l'ho in mente sin dagli albori di Steam, per la verità) è che i giochi escano in DD regolarmente nella loro lingua madre, dopodiché possano essere rilasciati dei DLC a pagamento con la localizzazione del gioco. Chiaramente, un DLC che aggiunga dei sottotitoli costerà meno di uno che implementi una localizzazione completa del doppiaggio.

Se si riuscisse a fare così, lo sviluppatore potrebbe vendere una licenza a costo minore al publisher nostrano (perché in fondo non ti sta dando l'opportunità di vendere il suo gioco, ma di vendere semplicemente un componente aggiuntivo dello stesso) e il publisher nostrano potrebbe prendere in considerazione di acquistare questa forma di licenza per giochi con un maggior richiamo di pubblico, rispetto al semplice indi o casual game di turno.

In un mondo ideale, visto che ormai ha una posizione di dominanza sul mercato DD, dovrebbe/potrebbe essere Valve stessa ad occuparsi in questo senso di alcuni dei suoi giochi in catalogo, magari passando per un processo simile al greenlight e chiedendo alla comunità di giocatori quali giochi vorrebbero vedere localizzati nella loro lingua.

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Ok, l'ora dell'utopia è finita anche per oggi, tranquilli... :roll:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Lehti il lunedì 1 luglio 2013, 4:13

Capisco il tuo ragionamento, ma non funzionerebbe, perché altri tipi di media vengono rilasciati al day-one già localizzati (pensa ai film, per esempio), ma soprattutto perché così facendo la software house dovrebbe fare profitti sul DLC stesso, mentre la filosofia che seguono un po' tutti è pressappoco "non importa se il mercato in lingua X non è profittevole/è poco profittevole, l'importante è che globalmente il gioco venda bene".
E inoltre, se i pack delle altre lingue venissero rilasciati come DLC, la software house o il publisher sarebbero tentati di pagare una royalty in base alle vendite del gioco stesso. E se i diritti d'autore generano pochi profitti in percentuale, quelli di traduzione ne fruttano ancora meno.
Per giochi venduti a 10-15 euro, un modello del genere scoraggerebbe di molto i traduttori, visto che il lavoro da svolgere sarebbe troppo, in confronto al possibile guadagno (e non dimentichiamoci che i DLC costano meno del gioco intero).
Da giocatore, poi, saresti disposto a pagare un quarto o addirittura un terzo in più per avere il gioco in italiano?

Una cosa più redditizia sarebbe che le piattaforme di DD (e penso a Zodiac, anche se personalmente non la uso e non credo che inizierò ad usarla in un futuro prossimo, ma mai dire mai) offrissero la localizzazione come extra a un prezzo vantaggioso, chessò, tipo 10 centesimi di euro per stringa tradotta, da dividere tra Zodiac srl e il traduttore.
Mi pare che già sia stato fatto con Larry Reloaded, anche se non so se abbiano chiesto un compenso in denaro.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il lunedì 1 luglio 2013, 9:38

Lehti ha scritto:l'importante è che globalmente il gioco venda bene".


Eh lo so, e dato che globalmente noi Italiani contiamo 0,0 niente ecco perché senza un publisher nostrano che abbia interesse a vendere solo a noi, le traduzioni fatte a monte dagli sviluppatori ce le possiamo dimenticare.

Da giocatore, poi, saresti disposto a pagare un quarto o addirittura un terzo in più per avere il gioco in italiano?


Se stessimo parlando di un gioco che m'interessa e si trattasse di una localizzazione completa (leggasi: mi compro il doppiaggio) molto molto probabilmente si. Se si trattasse di una semplice aggiunta di sottotitoli, il prezzo del DLC farebbe sicuramente la differenza tra comprarlo o no, dato che con l'inglese non ho grossi problemi di comprensione.

Il doppiaggio però è diverso, è un valore aggiunto che in un'AG può fare la differenza nell'esperienza di gioco e per quello sarei disposto a pagare un terzo in più.

Una cosa più redditizia sarebbe che le piattaforme di DD (e penso a Zodiac, anche se personalmente non la uso e non credo che inizierò ad usarla in un futuro prossimo, ma mai dire mai) offrissero la localizzazione come extra a un prezzo vantaggioso, chessò, tipo 10 centesimi di euro per stringa tradotta, da dividere tra Zodiac srl e il traduttore.
Mi pare che già sia stato fatto con Larry Reloaded, anche se non so se abbiano chiesto un compenso in denaro.


Be', è un po' quello che dicevo io sostenendo che Valve stessa potrebbe offrire la localizzazione dei giochi come extra, magari passando per un greenlight anche li.

L'ideale comunque, come ha detto anche Overmann, è che le traduzioni venissero preparate prima e rilasciate al day one come i giochi, ma per fare questo ci sarebbe bisogno di accordi preventivi tra le varie software house e i distributori DD come Zodiac, Steam, GoG, DotEmu etc.

Ma la vedo molto difficile: ce n'è una miriade di sviluppatori, specie se prendiamo in oggetto quelli indipendenti, e accordarsi per localizzare a monte ogni gioco imporrebbe uno sforzo economico incredibile e con un'alta possibilità di non averne un ritorno in termini d'incassi.

Però, dico io, per giochi che anche così, a naso, possono avere un chiaro richiamo come Ritorno al Futuro, Walking Dead, Monkey Island... be' per quelli degli accordi preventivi si potrebbero anche fare. Investimenti sicuri non esistono, però con un po' d'immaginazione...
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda luise il lunedì 1 luglio 2013, 11:30

Lehti ha scritto:Da giocatore, poi, saresti disposto a pagare un quarto o addirittura un terzo in più per avere il gioco in italiano?
.


Questa domanda ,me ne fa formulare un'altra
Da giocatori Italiani sareste disposti a pagare un gioco solo in inglese :?:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il lunedì 1 luglio 2013, 11:39

locutus ha scritto:Se le condizioni sono queste, perché non pensare ad una vendita di licenze a tasso agevolato per un publisher che volesse distribuire una localizzazione del gioco, magari solo in DD? Quello che ho in mente io (e l'ho in mente sin dagli albori di Steam, per la verità) è che i giochi escano in DD regolarmente nella loro lingua madre, dopodiché possano essere rilasciati dei DLC a pagamento con la localizzazione del gioco. Chiaramente, un DLC che aggiunga dei sottotitoli costerà meno di uno che implementi una localizzazione completa del doppiaggio.


Guarda, a me il livello di pricing "adattivo" è sempre piaciuto: ognuno spende quel che può/vuole e nessuno viene limitato da quel che può/vuole la massa.

Però è decisamente una scelta azzardata che non verrebbe presa bene dai consumatori. Innanzitutto noi italiani dovremmo pagare di più di un anglofono, che è proprio spostare l'asticella verso il capitalismo estremo (una cosa che ha senso nell'ottica di chi vende, ma non di chi compra), in secondo luogo i DLC sono già abbastanza odiati quando sono opzionali, figurati una cosa tipo se vuoi l'italiano devi pagare...

Credo che una soluzione ora come ora non ci sia, il mercato ha preso questa deriva perchè alla gente non andava più bene spendere 30/40 euro per un gioco, e ora si lamenta che il gioco costa sì 5/10 euro però non è doppiato, non è localizzato, dura cinque ore ed è pure ricco di difetti di gameplay.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il lunedì 1 luglio 2013, 12:01

Lehti ha scritto:Una cosa più redditizia sarebbe che le piattaforme di DD (e penso a Zodiac, anche se personalmente non la uso e non credo che inizierò ad usarla in un futuro prossimo, ma mai dire mai) offrissero la localizzazione come extra a un prezzo vantaggioso, chessò, tipo 10 centesimi di euro per stringa tradotta, da dividere tra Zodiac srl e il traduttore.
Mi pare che già sia stato fatto con Larry Reloaded, anche se non so se abbiano chiesto un compenso in denaro.

Zodiac solitamente aggiunge appena disponibile l'italiano ma mantiene lo stesso prezzo originario (anche perchè in genere si occupa della traduzione internamente).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il lunedì 1 luglio 2013, 14:56

luise ha scritto:
Lehti ha scritto:Da giocatore, poi, saresti disposto a pagare un quarto o addirittura un terzo in più per avere il gioco in italiano?
.


Questa domanda ,me ne fa formulare un'altra
Da giocatori Italiani sareste disposti a pagare un gioco solo in inglese :?:



Be', qui la risposta è (tristemente) facile: si. L'ho fatto un sacco di volte e continuerò a farlo, visto che non mi lasciano scelta: ho aspettato più di un anno prima di comprare Sam e Max 2 e 3 e TOMI, nell'attesa che qualcuno li traducesse (e nessuno lo ha fatto). Che altro avrei dovuto fare?

Sam & Max 2 era stato tradotto, per la verità, ma sappiamo bene i guai intercorsi con quell'edizione. Praticamente è come se non esistesse.

E poi vogliamo parlare di TOMI? Cioè, parliamo di Monkey Island, l'AG per antonomasia e nessuno ha voluto distribuirla in Italia... è tragica 'sta cosa.

Alla fine l'ho comprato perché ci volevo giocare, avevo atteso abbastanza, Steam continuava a fare offerte e l'immancabile gruppo amatoriale aveva da poco rilasciato dei sottotitoli. Piantatemi i chiodi se volete, ma io non avevo più scuse per non comprarlo, a quel punto.

Sul pricing adattivo, mi rendo conto che l'ipotesi è al limite della fattibilità (etichettata come "utopica" sin dall'inizio :mrgreen: ). Più che altro il guaio è che l'utente prevalentemente DD ormai è abituato a comprare in inglese e l'unica cosa che potrebbe fare la differenza è l'utente retail. Peccato che l'utente retail, per sua natura, non sa che farsene di un DLC, quindi... utopia, come sopra.

Il nostro mercato non solo è piccolo, ma è ancora troppo acerbo per certi meccanismi. Facciamo prima ad imparare tutti un inglese fluente che ad aspettarci una svolta positiva :cry:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il lunedì 1 luglio 2013, 15:19

Il momento più divertente sarà quando l'occidente farà crack e tutti i giochi usciranno in cinese, e non localizzeranno in nessuna lingua straniera perchè avranno già un bacino d'utenza di 800 milioni di persone... dai, al confronto, questi sono tempi rosei :mrgreen:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il lunedì 1 luglio 2013, 17:48

locutus ha scritto:E poi vogliamo parlare di TOMI? Cioè, parliamo di Monkey Island, l'AG per antonomasia e nessuno ha voluto distribuirla in Italia... è tragica 'sta cosa.

Alla fine l'ho comprato perché ci volevo giocare, avevo atteso abbastanza, Steam continuava a fare offerte e l'immancabile gruppo amatoriale aveva da poco rilasciato dei sottotitoli.

Qui c'è un po' anche la scarsa disponibilità degli stessi Telltale, poco propensi ad una traduzione interna, nonostante l'altisonanza del brand.
Peraltro dobbiamo considerare il periodo in cui è uscito (2009), in cui la distribuzione digitale era meno diffusa di oggi, tant'è vero che lo stesso servizio Zodiac ancora non c'era (nasce nel tardo 2011 se non sbaglio), il che ci porta a pensare che la strada più facilmente percorribile sarebbe stata quella del retail. Ma in questo modo il treno si sarebbe perso, perchè Tales era un gioco episodico e nessuno avrebbe aspettato di trovarsi il dvd tra le mani per giocarlo; e qui arriva l'inghippo, che è figlio dei nostri tempi e della diffusione del web: un gruppo amatoriale decide di proporsi per la traduzione del gioco, pronta e disponibile per chiunque in rete. A questo punto gli utenti cosa avrebbero fatto? Avrebbero comprato il gioco sui server Telltale, scaricandosi poi la traduzione amatoriale, con la benedizione dei Telltale stessi, o avrebbero atteso se e quando fosse uscita la versione retail ufficiale italiana nel 3029 D.C.? E' chiaro che se il DD avesse avuto la stessa diffusione di oggi, un servizio come Zodiac avrebbe pensato a contattare i Tellate, accaparrarsi i diritti e sfornare la versione italiana mese per mese, nel pieno rispetto dell'hype sul gioco (come ora accade, ad esempio, con Cognition), ma dobbiano ragionare sulle opportunità disponibili nel 2009. Anche Steam o Gog non erano così conosciuti e comunque non si occupavano nè si occupano tuttora direttamente di localizzazioni.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il lunedì 1 luglio 2013, 20:10

Ma infatti l'inghippo sollevato da Luise sta tutto qua, Asterix: lei e molti altri videogiocatori italiani non amano il DD e probabilmente, per loro, ancora oggi avrebbe senso un'edizione retail (localizzata) di Monkey.

Io sono convinto che, proprio a motivo del fatto che nel 2009 la situazione era agli albori, solo gli appassionati di AG molto informati abbiano potuto sapere che fosse uscito un nuovo Monkey Island (uno dei migliori, aggiungo) e la stragrande maggioranza di quella nicchia ristretta che avrebbe potuto comprarlo non l'ha fatto perché, non avendolo visto in negozio, non sa che esiste.

Fino a pochi mesi fa, scambiando quattro chiacchiere con un conoscente che ho scoperto essere amante delle AG, ho potuto constatare che non aveva idea che esistesse TOMI.

Quindi, forse in generale non ha senso localizzare giochi di 4-5 anni fa, ma per il nostro mercato ancora molto legato al retail, la cosa cambia.

E ha ragione da vendere Overmann: finiremo a giocare in cinese senza delle aziende nostrane che vogliano farsi carico di rivendere i giochi, in DD e no.

P.S.
Comunque non sono molto d'accordo sul fatto che un TOMI rilasciato in DVD, a stagione conclusa, non avrebbe avuto senso. Infondo era quello che facevano i TellTales proprio in quel periodo: rilasciavano gli episodi e alla fine, per chi lo voleva, commercializzavano anche la versione retail in un'unica soluzione. Quell'edizione avrebbe potuto benissimo finire anche sui nostri scaffali :cry: (tra l'altro, per chi avesse comprato i singoli episodi, la versione retail era gratis: io me la feci spedire dagli USA e ne approfittati per fare un regalo :mrgreen: )
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda luise il lunedì 1 luglio 2013, 21:08

locutus ha scritto:Ma infatti l'inghippo sollevato da Luise sta tutto qua, Asterix: lei e molti altri videogiocatori italiani non amano il DD

Diciamo che preferisco il Ratail ,pero' capisco che ora il DD e' fondamentale,quindi ben venga .
E quello che offre che a me non piace ,salvo rari casi .
Non e' che basta che sia un'Ag, no,no ,deve essere una bella Ag ,che mi piace
(ovviamente sottotitolata in ita).
Eh ,pretendo troppo lo so [smilie=mrgreen-sghignazza.gif]
Quindi a questo punto preferisco giocare ad Uncharted e' piu' divertente :mrgreen:.
ps: In pochi hanno partecipato alla discussione :|
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda AprilSkies il martedì 2 luglio 2013, 9:09

luise ha scritto:
locutus ha scritto:ps: In pochi hanno partecipato alla discussione :|


Secondo me non è vero, anzi... è stata una discussione molto animata ed interessante...
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il martedì 2 luglio 2013, 9:55

locutus ha scritto:Io sono convinto che, proprio a motivo del fatto che nel 2009 la situazione era agli albori, solo gli appassionati di AG molto informati abbiano potuto sapere che fosse uscito un nuovo Monkey Island (uno dei migliori, aggiungo) e la stragrande maggioranza di quella nicchia ristretta che avrebbe potuto comprarlo non l'ha fatto perché, non avendolo visto in negozio, non sa che esiste.


Mi sembra però un po' esagerato, non siamo un popolo di contadini con le clave, un appassionato di videogiochi sa dell'uscita dei giochi perchè lo legge su Internet (o sulle riviste, al più), non perchè "entra in negozio e vede cos'è uscito".

Poi che non lo compra perchè è digital-diviso, diffidente o non parla abbastanza bene inglese, è un altro discorso. Non so se parlerei di "stragrande maggioranza" in ogni caso. Non è difficile pensare che la maggioranza di compratori siano videogiocatori sulla trentina con una connessione a banda larga e una buona conoscenza dell'inglese, il problema semmai è che si lascia indietro una minoranza non indifferente... Anzi, il problema è più culturale e riguarda un'ampia questione di "globalizzazione".

Luise ha scritto:Diciamo che preferisco il Ratail ,pero' capisco che ora il DD e' fondamentale,quindi ben venga .
E quello che offre che a me non piace ,salvo rari casi .
Non e' che basta che sia un'Ag, no,no ,deve essere una bella Ag ,che mi piace


Infatti se può consolarti non è che ti perdi granchè, salvo rari casi le avventure migliori sono ancora quelle di qualche tempo fa che erano localizzate in italiano senza problemi.
(è un po' provocatoria come uscita ma provate a smentirmi...)
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Neo-Geo il martedì 2 luglio 2013, 10:14

Ma io sto leggendo in silenzio. La cosa mi interessa ma non mi sono ancora fatto un'opinione molto precisa sulla cosa. Ci sono davvero tanti problemi che concernono le localizzazioni, purtroppo non è sempre facile analizzarli stando fuori dall'ambiente specifico.

Poi io appartengo a quella categoria di giocatori che non si fa problemi nel giocare in inglese, ma questa è un'altra storia! :)
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il martedì 2 luglio 2013, 11:16

Overmann ha scritto:
locutus ha scritto:Io sono convinto che, proprio a motivo del fatto che nel 2009 la situazione era agli albori, solo gli appassionati di AG molto informati abbiano potuto sapere che fosse uscito un nuovo Monkey Island (uno dei migliori, aggiungo) e la stragrande maggioranza di quella nicchia ristretta che avrebbe potuto comprarlo non l'ha fatto perché, non avendolo visto in negozio, non sa che esiste.


Mi sembra però un po' esagerato, non siamo un popolo di contadini con le clave, un appassionato di videogiochi sa dell'uscita dei giochi perchè lo legge su Internet (o sulle riviste, al più), non perchè "entra in negozio e vede cos'è uscito".


Ma guarda, ti posso dire che TOMI lo aveva su iPhone un mio conoscente sui 40, che si ricordava ancora dei vecchi Monkey. Mentre l'altro mio amico, più giovane, che era fermo a Fuga da Monkey Island e che non ha dispositivi iOS, non ne sapeva nulla.

Direte voi: e che c'entra questo collegamento? Per me c'entra perché il digital-divide non è così granitico come si può pensare. Si scaricano un mare di apps su iOS e Android ogni giorno qui da noi, che siamo sicuramente uno dei paesi più smartphonizzati. Però non si riesce ancora a trasportare questo concetto all'home gaming.

E' come se la cosa fosse accettabile per un "giochino da cellulare" da 2-5 €, ma non per un "gioco vero" (il che è assurdo, perché parlando di TOMI o altre AG, sono dei semplici porting!!)

Se la mentalità è questa, un gioco per PC che non viene ben pubblicizzato e che non finisce sugli scaffali, magari in quelli dei megastore dove le famiglie vanno a passare i pomeriggi, passa quasi inosservato e rimane a panaggio di quelli che bazzicano forum e/o leggono riviste specializzate (il ché significa ridurre ulteriormente un bacino di utenze già limitato). Gli app store dei cellulari, di contro, sono sempre a portata di mano (letteralmente), quindi la diffusione di quel genere di DD è un po' diversa e anche chi è appassionato di FPS, sfogliando lo store online, può scoprire che è uscito il sequel di un'AG a cui ha giocato da bambino e magari farci un pensierino.

Non siamo all'età della pietra, ma abbiamo ancora un concetto molto tradizionale del gioco per PC (e non lo reputerei necessariamente un male se potessero coesistere pacificamente entrambe le realtà: DD per chi vuole risparmiare e retail - magari arricchito di gadgettini, per essere una versione "deluxe" - per chi vuole a tutti i costi lo scatolato. E quando dico "a tutti i costi", intendo che è disposto a pagarlo un po' di più).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il martedì 2 luglio 2013, 12:04

Ormai sono anni che i giochi PC nei "megastore" non li vendono (quasi) più. E' tutta roba per console. Il mercato retail per PC è stato sconfitto dal digital delivery, legale o meno che sia.

Insomma siamo in una situazione in cui il pubblico casuale è una nicchia irrilevante e il pubblico pagante è contento di comprare a 10$ in inglese.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Mr. Spazzaneve il martedì 2 luglio 2013, 15:20

luise ha scritto:
Lehti ha scritto:Da giocatore, poi, saresti disposto a pagare un quarto o addirittura un terzo in più per avere il gioco in italiano?
.


Questa domanda ,me ne fa formulare un'altra
Da giocatori Italiani sareste disposti a pagare un gioco solo in inglese :?:

Per me la risposta è imbarazzantemente semplice: no (a parte platform o giochi in cui l'unca cosa da tradurre sono i menu).

Io anche su Steam la prima cosa che guardo è se c'è l'italiano: se non ci sta non vado neanche a vedere il trailer, per non cadere in tentazione.

Gli unici giochi che ho preso senza localizzazione sono TOMI, Jurassic Park e BTTF, ma solo dopo che erano uscite le traduzioni amatoriali (e ho pure approfittato di qualche offerta), sennò col cavolo che li prendevo. Forse alla lunga avrei ceduto su TOMI, ma gli altri non li avrei guardati neanche di striscio.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il martedì 2 luglio 2013, 22:18

Insomma siamo in una situazione in cui il pubblico casuale è una nicchia irrilevante e il pubblico pagante è contento di comprare a 10$ in inglese.


Io non sono contento, in realtà.

Cioè: sono contento di pagare un gioco solo $ 10,00 ma non sono contento di giocarci in inglese... difatti, come Mr.Spazzaneve, ho comprato le AG TellTales solo dopo che qualcuno ne aveva creato dei sottotitoli.

Sul fatto che nei megastore non si vendono quasi più giochi PC, non è in contraddizione con quanto detto prima. Anzi direi che è uno dei molti motivi per cui le AG soffrono particolarmente qui in Italia, considerando che non sono un genere tradizionalmente adatto alle consolle (sebbene i TellTales non disdegnino quel tipo di utenza).

Il problema comunque è che le cose non si vendono da sole: se una software house Americana si può accontentare del pubblico statunitense e al limite di quello tedesco, non c'è motivo di invogliare un mercato piccolo come il nostro, no? A noi dobbiamo pensarci noi... qui ci vuole un mecenate :mrgreen:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Ekaterina il mercoledì 3 luglio 2013, 11:43

Fino ad ora non sono intervenuta, ma seguo la discussione fin dall'inizio e anzi la trovo molto interessante.

Cosa posso dire? Personalmente trovo comprensibile che uno sviluppatore straniero, soprattutto se con budget limitati a disposizione, decida di non localizzare un gioco in italiano. Vuoi perchè il potenziale bacino di utenza italiano è piccolo (traducendo in spagnolo o in portoghese si raggiunge anche tutto il Sud America per fare un paragone) vuoi perchè comunque anche nel bacino italiano una buona percentuale di giocatori è in grado di giocare in inglese.

Alla domanda se pagherei di più per poter giocare un gioco in italiano la risposta è dipende.
Se stiamo parlando di un gioco solo sottotitolato allora assolutamente no. Anzi, in quei casi in genere prendo il gioco su amazon.com o in DD da siti stranieri proprio per avere la versione inglese e non quella italiana che ti costringe a sentire una lingua e leggerne un'altra, cosa che odio. A parità di prezzo (o magari anche un filo di più) lo prenderei invece su un sito / venditore italiano se la versione fosse multilingua, con la possibilità di scegliere i sottotitoli nella lingua che voglio io.

Se stiamo parlando di un gioco doppiato generalmente la risposta è si. Non ho particolari problemi a giocare in inglese, ma non nego che in italiano posso apprezzare di più alcuni dettagli, finezze narrative o giochi di parole che in inglese possono sfuggirmi. E apprezzo quando viene fatto lo sforzo di localizzare completamente un gioco.

Bisogna dire che il mercato digitale ha le potenzialità (non dico che lo faccia, ma che la possibilità c'è) per offrire un buon aiuto per quanto riguarda le localizzazioni. Sarebbe possibile vendere un gioco inizialmente solo in inglese, e poi se questo ha successo o c'è una buona richiesta rilasciare la traduzione come patch o dlc ad un prezzo contenuto, che sarebbero sempre introiti extra rispetto alla vendita iniziale. E questo può funzionare sia per i gioco venduti in DD sia per le edizioni retail, perchè ti basterebbe un collegamento a internet per comprare digitalmente solo la patch.
Sto leggendo: Il signore dei vampiri (Jeanne Kalogridis)
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Dead Space il mercoledì 3 luglio 2013, 18:00

Il problema della localizzazione non riguarda solo le ag ma anchd gli altri generi molto piu in voga.
Per carita' un buon doppiaggio italiano rende tutto piu profondo e naturale pero se serve a contenere i prezzi mi accontento dei soli sottotitoli.
Ag come tales of monkey island e ritorno al futuro non le ho prese perche non avevano nemmeno i sottotitoli ed e' scandaloso.
Io non vedo la situazione negativa a conti fatti escono sempre piu ag e di qualita' tanto come genere e' rifiorito.
Con la crisi economica molti si butteranno sulle ag perche hanno costi di produzione molto piu bassi e la nicchia delle ag si sta allargando come utenza.
Complessivamente per me le ag non soffrono piu degli altri generi semmai sopravvivono meglio.
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