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Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Il mondo delle Avventure Grafiche, dalle origini sino ai giorni nostri.

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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il martedì 25 giugno 2013, 19:31

Haggis McMutton ha scritto:è ancora a livello di voce, ma ho letto che la Daedalic sta pensando di implementare anche i sottotitoli in italiano per The Night of the Rabbit...

Sì, infatti se non sbaglio l'ha dichiarato un portavoce dei Daedalic, quindi non escludiamo di certo la localizzazione italiana, ma mi pare sia stata subordinata all'andamento commerciale del titolo.
Quello che vorrei sottolineare è che, mentre fino ad alcuni anni fa era probabile che un'AG fosse doppiata in italiano, da qualche anno assistiamo ad una ben triste parabola discendente che è passata per il livello intermedio 'accontentiamoci dei sottotitoli' fino all'attuale 'speriamo che esca in italiano, almeno in seconda battuta e se le vendite lo permetteranno'.
Meno male, a questo punto, che c'è il DD, perchè per come stanno le cose, se avessimo avuto ancora la sola distribuzione fisica, qui da noi certi titoli già da un po' di tempo neanche li avremmo visti (e chi vi scrive tende ancora a preferire il retail).

locutus ha scritto:Vuoi dire che i giochi non li traducono in Italia perché siamo tutti ladri? E' un po' troppo facile buttarla giù così: credo che in Polonia, Repubblica Ceca, Portogallo e Brasile piratino tanto quanto noi.

La verità è che la nostra lingua viene bistrattata a prescindere, ed è un problema noto.

Il problema delle traduzioni non lo risolviamo soltanto da un punto di vista legale, perchè, come dicevo, di fatto le cose stanno già così e, tranne qualche caso (strano, come i Wadjet o anche gli AGDI nel settore free), nessuno si oppone alla traduzione amatoriale. Chi la vuole fare la fa e non trova grandi obiezioni, cosicchè il mercato delle traduzioni è già di per sè abbastanza libero. Certo, legalizzarlo consentirebbe di avere anche l'aura della legalità, ma non per questo aumenterebbero i gruppi di traduzioni amatoriali (cioè in sostanza gratuite).
Ma non riesco proprio a darti ragione in relazione a quello che lamenti come un pregiudiziale boicottaggio operato in danno solo al nostro paese piuttosto che agli altri, perchè partendo dal passato fino ad oggi, a meno che il gioco non uscisse solo in lingua originale, l'italiano è sempre stato previsto sin dalla prima uscita e non solo come ruota del carro.
E' purtroppo ben noto che l'Italia è un paese in cui la pirateria fiocca per bene e non dico che in altri paesi non vi sia ma da noi c'è un 'mercato parallelo' fiorente, anche perchè probabilmente i controlli postali sono meno efficienti (non ricordo, salvo un caso mi pare, notizie di rilievo su persone sanzionate per il download o soprattutto per l'upload illecito, visto che è quest'ultimo ad essere particolarmente punito). E' evidente che gli altri mercati, pur in presenza della pirateria, siano più appetibili perchè il download illegale è compensato da una fetta di acquirenti che giustificano gli investimenti in quei paesi, come pure in sostanza avviene ancora qui da noi, ma il caso di The Night of the Rabbit è emblematico di una situazione non del tutto sorridente.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Mr. Spazzaneve il martedì 25 giugno 2013, 21:06

Quello della pirateria è un falso problema, dato che i paesi col più alto tasso di pirateria sono la russia, la spagna e il brasile (dove guarda caso parlano portoghese).

Infatti chi conosce l'ambiente sa che la quasi totalità delle "crew" che piratano i videogiochi per pc sono russe (gli spagnoli invece hanno il monopolio delle console), eppure le traduzioni in russo, spagnolo e portoghese continuano ad aumentare.

Il problema è che il nostro, semplicemente, è un mercato PICCOLO.

Quanta gente parla italiano nel mondo? Anzi, quanta gente parla SOLO italiano e non si adatterebbe a giocare in inglese?

Invece, quanta gente parla russo, portoghese o spagnolo? (ricordo a tutti che l'intero blocco ex-sovietico parla russo, e che tutto il sudamerica, mercato emergente, parla per metà spagnolo e metà portoghese).


Io prevedo che la prossima lingua a sparire dalle traduzioni, dopo la nostra, sarà il tedesco.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Neo-Geo il martedì 25 giugno 2013, 21:19

Mr. Spazzaneve ha scritto:Quello della pirateria è un falso problema, dato che i paesi col più alto tasso di pirateria sono la russia, la spagna e il brasile (dove guarda caso parlano portoghese).

Infatti chi conosce l'ambiente sa che la quasi totalità delle "crew" che piratano i videogiochi per pc sono russe (gli spagnoli invece hanno il monopolio delle console), eppure le traduzioni in russo, spagnolo e portoghese continuano ad aumentare.

Il problema è che il nostro, semplicemente, è un mercato PICCOLO.

Quanta gente parla italiano nel mondo? Anzi, quanta gente parla SOLO italiano e non si adatterebbe a giocare in inglese?

Invece, quanta gente parla russo, portoghese o spagnolo? (ricordo a tutti che l'intero blocco ex-sovietico parla russo, e che tutto il sudamerica, mercato emergente, parla per metà spagnolo e metà portoghese).


Io prevedo che la prossima lingua a sparire dalle traduzioni, dopo la nostra, sarà il tedesco.


Condivido grossomodo tutto tranne l'ultima frase, perchè in Germania, per quanto piccolo sia il mercato è sempre comunque più reditizzio che in Italia. Senza contare che una bella percentuale di avventure viene prodotta in Germania!
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il martedì 25 giugno 2013, 22:14

Mr. Spazzaneve ha scritto:Quello della pirateria è un falso problema, dato che i paesi col più alto tasso di pirateria sono la russia, la spagna e il brasile (dove guarda caso parlano portoghese).
...
Il problema è che il nostro, semplicemente, è un mercato PICCOLO.

Io prevedo che la prossima lingua a sparire dalle traduzioni, dopo la nostra, sarà il tedesco.

Non è proprio così falso, se consideri da un lato che in passato il numero degli italiani del mondo non era minore eppure le traduzioni nella nostra lingua erano realizzate (e lo sono ancora in buona sostanza e per fortuna), dall'altro che per quante crew russe o spagnole esistano sul globo devono esserci sufficienti acquirenti a compensare, pena l'esaurimento di quello stesso mercato.
La pirateria, di certo ben diffusa in Italia, ha contribuito non poco ad ulteriormente limitare il mercato italiano, indubbiamente penalizzato da una lingua che non è tra le più parlate, eppure è sempre stato un mercato di riferimento per i giochi (non solo AG) tradotti.
Il tuo discorso di partenza è valido, ma la pirateria ha una buona fetta di incidenza sui colpi che oggi sta subendo.

Dissento anch'io sul tedesco: la Germania è oggi un ottimo mercato (vedi Face Noir già doppiato in tedesco oppure Back to the Future pubblicato in Europa subito con voci in quella lingua, oltre all'inglese) e svariati publisher e SH vengono proprio da lì (Daedalic, Deep Silver, Deck 13, House of Tales, Dtp Entertainment).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il martedì 25 giugno 2013, 23:26

asterix777 ha scritto:non riesco proprio a darti ragione in relazione a quello che lamenti come un pregiudiziale boicottaggio operato in danno solo al nostro paese piuttosto che agli altri, perchè partendo dal passato fino ad oggi, a meno che il gioco non uscisse solo in lingua originale, l'italiano è sempre stato previsto sin dalla prima uscita e non solo come ruota del carro. [ ... ] E' evidente che gli altri mercati, pur in presenza della pirateria, siano più appetibili perchè il download illegale è compensato da una fetta di acquirenti che giustificano gli investimenti in quei paesi, come pure in sostanza avviene ancora qui da noi, ma il caso di The Night of the Rabbit è emblematico di una situazione non del tutto sorridente.



La tua analisi, quando parli "del passato", non prende in esame il fenomeno della sparizione dei publisher tradizionali, che resistono per la vendita di generi più commestibili dal grande pubblico ma che per le AG e i casual sono quasi del tutto assenti.

E' normale che un publisher nostrano, una volta acquisiti i diritti di vendita di un prodotto per il nostro paese, tenti di renderlo più appetibile localizzandolo, perché l'interesse è principalmente suo.

Scomparso il publisher, nessuno ha interesse a localizzare in una lingua così poco parlata e per un mercato così ristretto come il nostro. Non è che ci stiano boicottando: semplicemente noi non valiamo la pena, a prescindere da quanta gente scarichi illegalmente.

Il team di Zodiac fa quello che può e li ringrazio sentitamente per essersi imbarcati in questa impresa, però la vedo come Luise: avrei preferito una traduzione ufficiale di "Tales of Monkey Island" piuttosto che una di "The cat lady" o titoli indi su quella falsariga (e lo dico col massimo rispetto per chi ci ha lavorato).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il mercoledì 26 giugno 2013, 10:12

locutus ha scritto:Scomparso il publisher, nessuno ha interesse a localizzare in una lingua così poco parlata e per un mercato così ristretto come il nostro. Non è che ci stiano boicottando: semplicemente noi non valiamo la pena, a prescindere da quanta gente scarichi illegalmente.

Quindi non è vera la tua affermazione per cui "la nostra lingua viene bistrattata a prescindere", come se lo fosse sempre stata. Se poi intendi dire specificamente 'a prescindere dalla pirateria' non sono d'accordo. Il discorso che fai sui publisher presuppone una distinzione tra i publisher retail e quelli DD che non ha ragione d'essere per il motivo che spiegava sopra Mr. Spazzaneve e col quale concordo: come anche in passato, l'italiano tende a preferire la sua lingua ed in effetti ancora oggi una buona fetta di titoli è tradotta in questa lingua, così come in altre lingue persino minori (polacco e ceco ad esempio per The Night of the Rabbit).
La traduzione quindi è sempre un valore aggiunto che anche il publisher DD ha interesse a fare: il punto è se quel mercato sia o meno conveniente. Quello italiano storicamente lo è sempre stato, ci si deve domandare perchè oggi succede che un The Night of the Rabbit titubi nella traduzione italiana, rinviandola ad una seconda distribuzione. Il mercato itaiano è sempre stato lo stesso, non mi sembra che negli ultimi anni siamo stati decimati, il che ci rimanda inevitabilmente alla pirateria.

locutus ha scritto:Il team di Zodiac fa quello che può e li ringrazio sentitamente per essersi imbarcati in questa impresa, però la vedo come Luise: avrei preferito una traduzione ufficiale di "Tales of Monkey Island" piuttosto che una di "The cat lady" o titoli indi su quella falsariga (e lo dico col massimo rispetto per chi ci ha lavorato).

Tieni presente i costi di licenza: i titoli Telltale costano molto di più rispetto ad un indie come The Cat Lady, oltre al fatto che esiste già tradotto (seppur in via amatoriale), il che rende non giustificata l'operazione.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il mercoledì 26 giugno 2013, 12:30

Mi piacerebbe che tu avessi ragione, Asterix, ma non riesco a vedere tutto questo amore per l'Italiano neanche nei titoli degli anni passati (se escludiamo l'epoca Lucas). Un distributore che propone cose che finiscono sugli scaffali, ha senz'altro più interesse di uno esclusivamente digitale che il prodotto sia localizzato. E' come se vai in una videoteca e trovi film non doppiati né sottotitolati: li compreresti?

Oltretutto, la pirateria era fiorente anche quando è stato doppiato Still Life, Black Mirror, Scratches, i primi due giochi della serie Agatha Christie... cos'è successo dal - diciamo - 2008 ad oggi di così eclatante sul fronte pirateria? Anzi, io penso che con la maggior diffusione di Steam e simili la situazione si sia un po' più riequilibrata.

Sul fatto che le licenze dei TellTales costino di più, non c'è dubbio: considera però che io sarei più propenso a comprare (anzi, nel mio caso a RIcomprare) un TOMI magari con doppiaggio, piuttosto che un Cat Lady (scusate se lo prendo a riferimento, sarà senz'altro un ottimo gioco, ma lo tiro in ballo per fare una differenza tra giochi indi e non).

I Tales, nonostante la traduzione amatoriale già in circolazione, hanno sottotitolato ufficialmente in Italiano The Walking Dead. Che l'abbian fatto perché è una serie che tra fumetti e serial TV ha un pubblico più ampio di quello ristretto delle AG, non ci piove (anche se la stessa cosa si sarebbe potuta dire di Back to the Future e Jurassic Park), fatto sta che l'esistenza di una traduzione amatoriale non li ha fatti desistere da implementare il gioco con la lingua italiana già in modalità standard.

Non vedo cosa ci sarebbe di male a fare altrettanto con altri giochi già tradotti in modo amatoriale, che meritano, ma che da noi sono misconosciuti per via del fatto che sugli scaffali non sono mai arrivati e in DD sono solo in inglese. E' un po' il cane che si morde la coda, qui: non li localizzo perché non vendono e non vendono perché non li localizzo. Poi arriva un pirata: Oh! Cavolo, un pirata! Scappiamo.

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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il mercoledì 26 giugno 2013, 12:41

indubbiamente siamo il Paese messo peggio in quanto a rapporto tra pirateria e diffusione della lingua... Buttiamoci il digital divide [tecnico e psicologico] e si vede subito che non siamo un mercato interessante.
Bisogna poi ammettere che molti di noi preferiscono giocare in inglese pur di spendere meno o non dover aspettare mesi la traduzione, che solitamente riguarda solo i sottotitoli.

Nei mercati meno di nicchia, come quelli console, i giochi vengono ancora localizzati, audio incluso. Poi che la maggior parte delle avventure indie/dd escano coi sottotitoli in polacco e non in italiano è tutto da dimostrare... (con tutto il rispetto per la Polonia che probabilmente, al giorno d'oggi, non è un mercato molto diverso dal nostro in termini numerici).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda luise il mercoledì 26 giugno 2013, 19:54

Mr. Spazzaneve ha scritto:Quello della pirateria è un falso problema, dato che i paesi col più alto tasso di pirateria sono la russia, la spagna e il brasile (dove guarda caso parlano portoghese).

Infatti chi conosce l'ambiente sa che la quasi totalità delle "crew" che piratano i videogiochi per pc sono russe (gli spagnoli invece hanno il monopolio delle console), eppure le traduzioni in russo, spagnolo e portoghese continuano ad aumentare.
Il problema è che il nostro, semplicemente, è un mercato PICCOLO.
Quanta gente parla italiano nel mondo? Anzi, quanta gente parla SOLO italiano e non si adatterebbe a giocare in inglese?
Invece, quanta gente parla russo, portoghese o spagnolo? (ricordo a tutti che l'intero blocco ex-sovietico parla russo, e che tutto il sudamerica, mercato emergente, parla per metà spagnolo e metà portoghese).


Io prevedo che la prossima lingua a sparire dalle traduzioni, dopo la nostra, sarà il tedesco.


Sono d'accordo con quello che dici ,tranne sulla scomparsa di Ag in tedesco ,io vedo un buon mercato ,sopratutto con i Deadalic ,che stanno facendo bellissimi giochi .

asterix777 ha scritto:Tieni presente i costi di licenza: i titoli Telltale costano molto di più rispetto ad un indie come The Cat Lady, oltre al fatto che esiste già tradotto (seppur in via amatoriale), il che rende non giustificata l'operazione.

Be ,giustamente uno deve fare i propi conti ,ma quanto puo' vendere Es:The Cat Lady :?: senza mancare di rispetto per il lavoro fatto ,ma non e' il genere di giochi che acquisterei .Ci sono giochi indie piu' belli e decisamente piu' interessanti,senza scomodare i TellTales.Poi sarà anche questione di gusti .


locutus ha scritto:Vuoi dire che i giochi non li traducono in Italia perché siamo tutti ladri? E' un po' troppo facile buttarla giù così: credo che in Polonia, Repubblica Ceca, Portogallo e Brasile piratino tanto quanto noi.


Sono d'accordo .
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il giovedì 27 giugno 2013, 11:49

locutus ha scritto:Mi piacerebbe che tu avessi ragione, Asterix, ma non riesco a vedere tutto questo amore per l'Italiano neanche nei titoli degli anni passati (se escludiamo l'epoca Lucas). Un distributore che propone cose che finiscono sugli scaffali, ha senz'altro più interesse di uno esclusivamente digitale che il prodotto sia localizzato. E' come se vai in una videoteca e trovi film non doppiati né sottotitolati: li compreresti?

Ma all'epoca così lontana cui ti riferisci i giochi o restavano completamente non tradotti oppure, se si optava per la traduzione, l'italiano non mancava (non ho mai sentito di giochi Sierra tradotti in 'turco' e non in italiano) ed anche in seguito fino ai giorni nostri l'italiano è stato sempre più presente fino a divenire pressochè scontato, non accadendo mai che gli fosse preferita una lingua meno diffusa come il polacco o il ceco (perchè non riesco a pensare che queste lingue siano addirittura più diffuse della nostra).
Non capisco del tutto la differenza che fai tra publisher retail e quello DD: entrambi hanno interesse alla maggiore collocazione sul mercato del proprio prodotto ed è evidente che in entrambi i casi la traduzione agevola il tutto.
Potrei al limite pensare che un distributore esclusivo per il mercato italiano abbia un netto e deciso interesse alla traduzione, sapendo che diversamente il gioco non attecchisce; tuttavia, se lo stesso distributore DD localizza in più lingue (contando quindi sui relativi mercati), non disdegnerà la traduzione anche italiana se intende rivolgersi anche a quel mercato. Se non lo fa, signiifica che quel mercato non è più tanto appetibile, come non lo sarebbe anche per il distributore retail, che anzi rischia di più. Voglio dire che in entrambi i casi verrà fatta una previa valutazione del mercato italiano e, se conviene, sarà predisposta anche la traduzione italiana, con la differenza che, mentre il distributore DD sa di incassare comunque e può rischiare una traduzione in più (che non costa poi tanto), quello retail potrebbe pensarci su più di una volta se fare o meno l'operazione.
Quindi per quanto si possa pensare che l'interesse del distributore retail 'esclusivo' per un dato mercato sia maggiore di quello DD, l'eventuale liberalizzazione formale delle traduzioni non giova più di tanto, perchè se il mercato è buono anche se il gioco viene distribuito retail in lingua originale gli si potrà tranquillamente applicare la patch (tollerata dallo sviluppatore); se non lo è, non lo venderà neanche con la traduzione già implementata.
E in definitiva la bontà di un mercato è data dalle vendite: se persino via DD - tornando al nostro esempio - si è ritenuto di non distribuire in italiano Night of the Rabbit, dev'esserci qualcosa che non va nel nostro mercato. E allora delle due l'una: o la pirateria lo sta affossando sempre di più, tanto da non rendere conveniente neanche più una sottotitolatura (per di più con vendita DD, meno onerosa), o dovremmo sconfessare quello che diceva poso sopra Mr. Spazzaneve, ossia che l'italiano è affezionato alla sua lingua: forse tra Telltale e Wadjet, che notoriamente non traducono, si sta abituando a giocare direttamente in inglese. Sarebbe veramente interessante per il nostro discorso conoscere i dati statistici di download dei titoli di queste SH da parte di IP di provider italiani per poter fare valutazioni più concrete del problema.
Forse, come accennavi sopra, è proprio la maggiore diffusione di Steam & soci a favorire un approccio più elastico al problema della lingua da parte dell'italiano medio, che magari si sta adattando.
Sul fatto che le licenze dei TellTales costino di più, non c'è dubbio: considera però che io sarei più propenso a comprare (anzi, nel mio caso a RIcomprare) un TOMI magari con doppiaggio, piuttosto che un Cat Lady (scusate se lo prendo a riferimento, sarà senz'altro un ottimo gioco, ma lo tiro in ballo per fare una differenza tra giochi indi e non).

La tua scelta personale potrebbe non essere quella degli altri e magari esser isolata, non giustificando l'operazione. Un doppiaggio costa molto e fa lievitare il prezzo del gioco. Oggi che è possibile acquistare giochi anche a pochi centesimi con i vari bundle (compreso lo stesso TOMI!), per poi fruire di una traduzione amatoriale, è ben probabile che molti utenti preferiscano usare i propri risparmi per titoli differenziati anzichè concentrarli su pochi ma doppiati (io stesso preferisco questa seconda scelta). Considera comunque che The Cat Lady, benchè a me non sia piaciuto tantissimo, sia qui che all'estero ha riscosso molti consensi, giustificando una traduzione almeno sottotitolata piuttosto che un doppiaggio di TOMI.
I Tales, nonostante la traduzione amatoriale già in circolazione, hanno sottotitolato ufficialmente in Italiano The Walking Dead. Che l'abbian fatto perché è una serie che tra fumetti e serial TV ha un pubblico più ampio di quello ristretto delle AG, non ci piove (anche se la stessa cosa si sarebbe potuta dire di Back to the Future e Jurassic Park), fatto sta che l'esistenza di una traduzione amatoriale non li ha fatti desistere da implementare il gioco con la lingua italiana già in modalità standard.

L'hanno fatto anche per le console, che notoriamente non beneficiano (almeno di solito) delle patch di traduzione. The Walking Dead peraltro ha avuto un successo planetario che ha fatto riflettere sull'opportunità di concentrare sforzi economici, mentre non può dirsi lo stesso per Back to the Future e Jurassic Park.
Non vedo cosa ci sarebbe di male a fare altrettanto con altri giochi già tradotti in modo amatoriale, che meritano, ma che da noi sono misconosciuti per via del fatto che sugli scaffali non sono mai arrivati e in DD sono solo in inglese. E' un po' il cane che si morde la coda, qui: non li localizzo perché non vendono e non vendono perché non li localizzo. Poi arriva un pirata: Oh! Cavolo, un pirata! Scappiamo.

Il 'male' sta nell'insufficiente ritorno economico: se ci fossero soldi da fare li farebbero subito. E' chiaro che se qualcuno si prende la briga di fare una traduzione amatoriale (con il tacito benestare della SH) l'eventuale distributore interessato perderà tale interesse, perchè il gioco in sè è già disponibile via DD, quindi la copia retail non serve, la traduzione anche già esiste, quindi si porrà la domanda: che lo faccio a fare?
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il giovedì 27 giugno 2013, 12:06

Ma il problema è chiaramente la segmentazione del mercato: quanti in Italia usano davvero il digital delivery legale? Quanti di questi ritengono importante una traduzione italiana?

Un conto diverso è il mercato retail dove vendi a un pubblico più casuale e puoi prezzare The Walking Dead a 40€ quando l'anno prima costava la metà in DD/eng... :roll:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il giovedì 27 giugno 2013, 15:09

Io non sono un addetto ai lavori, quindi non voglio insistere più di tanto.

Solo che penso questo: un conto è produrre un gioco e dire "Ok, sfruttando il DD e il mercato globalizzato io lo vendo a tutti: chi lo vuole se lo compra anche se è solo in inglese" e un conto è dire: "Sono un distributore che vuole investire su un titolo che mi convince, il mio mercato di riferimento è l'Europa e tra le principali lingue europee c'è l'Italiano, quindi per non perdere quel mercato (per quanto piccolo possa essere), traduco quel gioco anche in italiano".

Se per i Tales o i creatori di "The Night of the rabbit" l'italiano non è quasi mai un'opzione, è perché gli introiti che pensano di ricavare da noi sono inferiori allo sforzo economico che necessiterebbe per una traduzione (anche se io dubito che pagare qualcuno per dei sottotitoli possa essere una spesa così insostenibile). Ora, tu dici che noi non siamo appetibili per via della pirateria, io dico che non siamo appetibili per gli stessi motivi addotti da Mr.Spazzaneve: siamo un mercato piccolo e uno dei paesi meno anglofoni dell'occidente civilizzato. Mettici che dal 2007 siamo in piena crisi mondiale, e capisci perché nessuno abbia voglia di investire un centesimo.

Io sono uno di quelli che i giochi Tales li ha comprati in inglese, perché non è un grosso scoglio per me e perché ero stanco di aspettare in eterno una traduzione che non è mai arrivata (ufficialmente). Ma per uno come me che l'ha comprata in inglese, in Italia ce ne saranno 3 che non l'hanno fatto perché - pur essendo interessati al titolo - l'inglese non lo capiscono e altri 7 che non l'hanno comprato perché non gli piace il prodotto in DD e vogliono a tutti i costi il DVD con relativa custodia e manualetto. Non sono Pagnoncelli dell'IPSOS: basta leggere un po' di commenti su questo stesso forum per farsi un'idea dei gusti del giocatore/acquirente medio di AG, qui in Italia.

Lo so che non mi si può prendere ad esempio o come campione statistico, quando ti dico che un TOMI doppiato lo comprerei pur avendo la versione in inglese, però ti dico che un prodotto di qualità, pienamente localizzato, nel nostro paese ha più possibilità di vendere, rispetto alla Francia o alla Germania dove i soli sottotitoli in inglese potrebbero risultare bastevoli. Quindi, da noi il mercato già è piccolo di suo, c'è molta pirateria, la gente non parla inglese... non è che ti puoi lamentare se poi fai un gioco, non lo localizzi, e da noi non lo vendi. Ma la cosa triste è che effettivamente nessuno dei produttori si lamenta di questo: semplicemente noi non contiamo (per questo tutto l'amore verso la lingua italiana dei titoli del passato, io non lo leggo come "amore" ma come una necessità commerciale che ancora poteva essere soddisfatta in tempi di vacche grasse).

Broken Sword 5 non era previsto che venisse localizzato in Italiano e in Spagnolo: i baker hanno chiesto di finanziare specificamente questa parte del progetto, altrimenti alla Revolution non sarebbe passato neanche per l'anticamera del cervello.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Lehti il venerdì 28 giugno 2013, 1:50

Su invito di asterix777 ho dato una spulciata ai vari post in questo topic e devo dire che grosso modo sono d'accordo con tutti, però vorrei fare un paio di considerazioni.
È vero, quello italiano non sarà un mercato enorme, sia perché numericamente siamo "pochi" (ma le virgolette sono d'obbligo, visto che, facendo un conto molto alla buona e arrotondando per difetto, stiamo parlando di un potenziale bacino d'utenza di 15-20 milioni di giocatori), sia perché al di fuori dei confini italiani nessuno (o quasi nessuno) parla italiano. È vero che la conoscenza passiva della nostra lingua è ancora discretamente diffusa in Corsica, in Slovenia, in Croazia e in Albania ed è anche vero che quasi tutti i maltesi sono in grado di parlare (e dunque, di comprendere) l'italiano, ma resta il fatto che, nel mondo, quasi nessuno parla la nostra lingua, a parte noi italiani (e su questo argomento ci sono due libri interessanti: Italiano 2000 di De Mauro et al. e Il mondo in italiano di Turchetta et al.).
Certo, all'estero e in particolare negli Stati Uniti c'è chi fa studiare l'italiano ai propri figli per l'aura di prestigio che circonda la nostra lingua, ma sotto sotto lo studio dell'italiano non è altro che uno status symbol: si studia la nostra lingua perché fa figo.
Però i publisher (sia retailer che DD) commettono un errore non indifferente, tralasciando il nostro mercato. In un Paese dove soltanto il 7 e rotti percento ammette di parlare una lingua straniera a livello "buono", il publisher che decide di non localizzare (sottotitoli o doppiaggio, poco importa) si aliena in partenza il restante 92% del mercato. E no, questi numeri non li ho inventati, sono presi da una ricerca Censis del 2006, ulteriori informazioni qui e qui.
In fin dei conti, per chi opera nel settore della traduzione questa è una manna dal cielo. Voglio dire, è praticamente lavoro assicurato...
Anche se, finora, questo lavoro mi ha fruttato circa... 35-40 euro, dato che ho ricevuto una copia omaggio di ASA: A Space Adventure e una di The Night of the Rabbit (il link di ASA porta al mio blog, se è contro le regole del forum avvisatemi e provvedo a rimuoverlo).

Ho visto qualcuno menzionare i Wadjet Eye. Beh, ho contattato anche loro, offrendomi di tradurre Primordia gratis (di nuovo, cosa non si fa per il curriculum) e la loro risposta è stata:
Hi Lehti,

Thank you so much for the generous offer, but we aren't interested in translating at this time. While I understand you would be doing the work, there is a lot of internal coding that would have to be changed in order to accommodate it, as well as many graphical assets with English text that will have to be redone. These changes would have to be made by us and sadly we don't have the time or the energy to do that. This might change in the future, but for now we will have to decline. Sorry about that.

Thank you again, and best of luck,
~Miranda

Al che ho capito che erano un pugno di teste di figlio di Braccio di Ferro (scusate il francesismo, che ho comunque provato ad addolcire) e non ho insistito.

Una cosa simile mi è capitata mandando una mail a Paradox Entertainment, in cui proponevo di tradurre Europa Universalis IV, ma stavolta la motivazione è stata "se annunciamo che EU IV sarà ufficialmente in italiano, i nostri clienti si aspetteranno che anche tutte le patch e i DLC lo saranno, per almeno due anni, ma se vuoi puoi fare una traduzione come mod". No, cari, non vi do 45 euro così, a muzzo.

Ora, non voglio fare l'eroe della situazione, ma mi domando quante persone si siano premurate di inviare decine e decine di email (la maggior parte delle quali non ha ricevuto alcuna risposta) a diversi developer e\o publisher, offrendosi di lavorare gratis, pur di fare un minimo di esperienza? Scommetto poche, visto che chi ha risposto non ha mai detto nulla del tipo "no, grazie, abbiamo già chi può fare il lavoro".
Ma mi è bastato sentire le risposte di alcuni colleghi dell'Uni per capire come siamo messi male. La risposta solita è "ma chi te lo fa fare, gratis?", anche se la cosa che più mi ha lasciato basito è stata la risposta della mia ragazza: "In Aggemmania le agenzie di traduzione ti prendono anche senza esperienza".
Aggemmania [ˏag:ə'm:anja] s. f. Luogo immaginario, presente nell’universo di Arda, oltre che in quello di Narnia e di Nirn, le cui aziende offrono stipendi alti anche a gente senza alcuna esperienza, la disoccupazione non esiste e si può anche non andare a lavoro per un mese di seguito.
Numerose spedizioni geografiche sono partite alla ricerca di tale presunto luogo, ma nessuna di esse ha dato risultati rilevanti.
Studi autorevoli (Anderson & Fishburne 1999, Anderson 2001) hanno messo in luce come la metà degli abitanti dell’Italia meridionale abbia almeno un parente (solitamente, dal terzo al sesto grado) che vive Aggemmania, anche se tale parente è più sfuggente di un chupacabra e, ad oggi, non è mai stato avvistato.
Eh, infatti mio cuggino che sta Aggemmania c’ha il machinone grosso (S. Belisari)
Vedi anche: Cuggino, Elio e le Storie Tese, Cazzata


Scusate se magari verso la fine sono andato un po' OT, ma a volte sfogarsi fa bene :D
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Neo-Geo il venerdì 28 giugno 2013, 7:59

Mah, sinceramente non capisco che abbiano fatto di male i wadjet. Se ho capito bene gli hai proposto una traduzione gratis ma solo dei semplici testi. Se è così mi sembra legittimo che loro non ritengano opportuno di investire risorse sulla parte tecnica della traduzione.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda AprilSkies il venerdì 28 giugno 2013, 9:29

Lehti ha scritto: È vero, quello italiano non sarà un mercato enorme, sia perché numericamente siamo "pochi" (ma le virgolette sono d'obbligo, visto che, facendo un conto molto alla buona e arrotondando per difetto, stiamo parlando di un potenziale bacino d'utenza di 15-20 milioni di giocatori) ...


Decine di milioni di giocatori non saprei ... o meglio, credo che quelle cifre possano essere riferite a giocatori di videogames in genere; le avventure grafiche non sono certo un genere "campione di incassi", nel senso che imho sul totale dei giocatori forse il 5% gioca ad avventure grafiche; I giochi più venduti (quindi con milioni e milioni di giocatori sono i vari FIFA, mario, Battlefield, Assassins creed, ecc.)... e le avventure grafiche (a complicare la situazione) sono quelle che hanno bisogno del più oneroso lavoro di traduzione. Altri giochi di cosa hanno bisogno? Al massimo si deve tradurre Start game, Continue, Pause, Weapon, ecc. Lo so è una semplificazione eccessiva, ma era solo per rendere l'idea di quello che penso.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Neo-Geo il venerdì 28 giugno 2013, 9:35

AprilSkies ha scritto:
Lehti ha scritto: È vero, quello italiano non sarà un mercato enorme, sia perché numericamente siamo "pochi" (ma le virgolette sono d'obbligo, visto che, facendo un conto molto alla buona e arrotondando per difetto, stiamo parlando di un potenziale bacino d'utenza di 15-20 milioni di giocatori) ...


Decine di milioni di giocatori non saprei ... o meglio, credo che quelle cifre possano essere riferite a giocatori di videogames in genere; le avventure grafiche non sono certo un genere "campione di incassi", nel senso che imho sul totale dei giocatori forse il 5% gioca ad avventure grafiche; I giochi più venduti (quindi con milioni e milioni di giocatori sono i vari FIFA, mario, Battlefield, Assassins creed, ecc.)... e le avventure grafiche (a complicare la situazione) sono quelle che hanno bisogno del più oneroso lavoro di traduzione. Altri giochi di cosa hanno bisogno? Al massimo si deve tradurre Start game, Continue, Pause, Weapon, ecc. Lo so è una semplificazione eccessiva, ma era solo per rendere l'idea di quello che penso.



Beh questo non è proprio esatto. Pensa alla mole di dialoghi che può avere un gioco come Mass Effect, oppure un Elder Scroll come Skyrim! Insomma oggi come oggi di giochi narrativi tripla A non avventure ce ne stanno parecchi!
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda AprilSkies il venerdì 28 giugno 2013, 10:13

Si in effetti dimenticavo i giochi narrativi (sarà che non ne sono un gran fruitore).
Hai ragione. Cmq il concetto che volevo far passare è che le AG sono "acquistate" da una piccola percentuale dei giocatori totali, tutto qui.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il venerdì 28 giugno 2013, 10:34

Mì'inchino con devozione a Lehti, che da oggi è il mio nuovo eroe =D>
(se ti può consolare, spesso mi ritrovo anch'io nella condizione di "volontario forzato", quando si parla di essere remunerati per il proprio lavoro...)


Detto questo, se prendiamo per buona la sua analisi ed è vero che i publisher (qual'ora ancora ci fossero, perché poi il "problema" è che uno sviluppatore come i Tales o un indi, è publisher di se stesso quindi ha tutti gli eventuali costi di localizzazione solo sulle sue spalle), se è vero che i publisher retail e DD - dicevo - commettono un grosso errore a non localizzare anche in italiano ed è vero che, anche a voler far lavorare la gente gratis (in modo molto simile ai gruppi di traduzione amatoriale, quindi) oppongono un certo ostruzionismo dovuto al fatto che non esistono modi leciti per mettere mano al codice e loro, pur accordandosi col traduttore per pagarlo in pacche sulle spalle, non vogliono spendere soldi per modificare il gioco e o i successivi DLC (come se fosse una cosa negativa dire al cliente che anche i DLC saranno tradotti... ma insomma, lo vuoi vendere questo gioco o no??)
io leggo tutto questo come una conferma all'impressione che ho sempre avuto, che da noi i giochi non si traducono per una forma di pregiudizio sulla nostra lingua e sul nostro mercato.

Siccome non voglio fare il paladino dei pirati, sottolineo che sicuramente il fenomeno non ci aiuta, ma continuo a dubitare che sia quello che fa pendere l'ago della bilancia verso la non traduzione. Forse ha ragione Asterix quando dice che Steam e simili hanno in un certo senso "peggiorato" la situazione, perché hanno permesso a molte persone di comprare giochi in inglese senza attendere una localizzazione ufficiale, che dopo anni risulterebbe poco sensata. Ma c'è sempre il mercato retail, che nel nostro mercato 'anomalo' è ancora la prima (se non l'unica) scelta per molti clienti e - per quel tipo di mercato - una seppur minima localizzazione rimane d'obbligo.

Neo-Geo ha scritto:Mah, sinceramente non capisco che abbiano fatto di male i wadjet. Se ho capito bene gli hai proposto una traduzione gratis ma solo dei semplici testi. Se è così mi sembra legittimo che loro non ritengano opportuno di investire risorse sulla parte tecnica della traduzione.


Legittimo: si. Lungimirante? Be' dipende...

Se, come sostiene giustamente Asterix, lo sviluppatore spesso conta sul fatto che un qualche team di traduzione volenteroso un modo per bucare il gioco e tradurlo ugualmente (a costo zero e responsabilità zero per l'azienda, ovviamente) salti fuori prima o poi, è chiaro che non si ha alcun interesse a incentivare una traduzione che richieda del lavoro extra sul gioco.

Inoltre si può anche pensare che abbiano detto picche a Lehti perché sperano che un publisher vero, come ad esempio Zodiac che lo ha fatto con Gemini Rue, si faccia prima o poi avanti pagandoli per avere i diritti di localizzazione.

L'unica cosa certa è che, in questo limbo, l'unico che resta fregato è l'avventuriero italiano. Ci si può dare delle colpe se poi alla prima offerta su Steam i giochi li compriamo li e buonanotte (contribuendo così - ahinoi - alle mancate localizzazioni ufficiali)?

Purtroppo per come si è sviluppato il mercato è necessario che una localizzazione venga schedulata nel minor tempo possibile, perché se un titolo viene distribuito in un giorno solo in tutto il mondo, e non si danno garanzie o previsioni di nessun tipo a chi lo vorrebbe giocare nella propria lingua, come si può pretendere che la gente NON lo compri in inglese nel frattempo, aspettando una localizzazione che in alcuni casi non verrà mai?

Io temo che sia questa logica da parte degli sviluppatori, più che la pirateria in sé, che stia affossando ancora di più il nostro striminzito mercato. Sicuramente, calcolatrice alla mano, agire così deve convenire sul breve e medio periodo (altrimenti non lo farebbero: nessuno rinuncia all'opportunità di guadagnare, potendo), ma sul lungo periodo significa dare il colpo di grazia alle AG nel nostro paese, come ha scritto Luise nel titolo del topic.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Lehti il venerdì 28 giugno 2013, 16:01

Mì'inchino con devozione a Lehti, che da oggi è il mio nuovo eroe =D>
(se ti può consolare, spesso mi ritrovo anch'io nella condizione di "volontario forzato", quando si parla di essere remunerati per il proprio lavoro...)


E veniamo dalla stessa regione. Coincidenze? Noi di Kazzenger pensiamo di no.

nel senso che imho sul totale dei giocatori forse il 5% gioca ad avventure grafiche

Infatti non mi riferivo alle sole avventure grafiche, ma al mercato videoludico nel suo complesso.
Bada bene che il bacino d'utenza delle AG va avanti soprattutto grazie al fattore nostalgia: oltre a chi alle avventure c'ha sempre giocato e ha continuato a giocarci c'è chi si è riavvicinato al genere perché da bambino o da adolescente ha giocato a una o più avventure.
Per dare un'idea di quanto paghi la nostalgia, nel mercato videoludico di oggi, basti pensare a Megaman 8 e 9, che sono stati rilasciati da Capcom solo via distribuzione digitale con grafica 8 bit (WTF?!).

che può avere un gioco come Mass Effect

Per favore, non tiriamo in ballo Mass Effect... Credo di aver perso un bel po' di capelli grazie a quel finale assurdo.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il venerdì 28 giugno 2013, 16:14

Ringrazio anch'io Lehti per l'importante contributo, purtroppo povero di buone notizie.

Il problema rimane, dati censis a parte (è circa il 24% a dire di parlare una lingua straniera a un livello buono, il 7% si riferisce a "molto buono"), la segmentazione del mercato, ossia il fatto che tra i potenziali giocatori di avventure grafiche distribuite digitalmente (20-40enni tecnofili) una larga parte è disposta a giocare il gioco in inglese.

Con la distribuzione retail la storia cambia proprio perchè cambia il segmento di riferimento, e un negozio di certo non può permettersi di vendere in Italia una roba non localizzata [anche se è a volte è successo, ma son rarità].

Quindi un punto fondamentale è quello che solleva Locutus:

locutus ha scritto:L'unica cosa certa è che, in questo limbo, l'unico che resta fregato è l'avventuriero italiano. Ci si può dare delle colpe se poi alla prima offerta su Steam i giochi li compriamo li e buonanotte (contribuendo così - ahinoi - alle mancate localizzazioni ufficiali)?

Purtroppo per come si è sviluppato il mercato è necessario che una localizzazione venga schedulata nel minor tempo possibile, perché se un titolo viene distribuito in un giorno solo in tutto il mondo, e non si danno garanzie o previsioni di nessun tipo a chi lo vorrebbe giocare nella propria lingua, come si può pretendere che la gente NON lo compri in inglese nel frattempo, aspettando una localizzazione che in alcuni casi non verrà mai?

Io temo che sia questa logica da parte degli sviluppatori, più che la pirateria in sé, che stia affossando ancora di più il nostro striminzito mercato. Sicuramente, calcolatrice alla mano, agire così deve convenire sul breve e medio periodo (altrimenti non lo farebbero: nessuno rinuncia all'opportunità di guadagnare, potendo), ma sul lungo periodo significa dare il colpo di grazia alle AG nel nostro paese, come ha scritto Luise nel titolo del topic.


E' chiaro che se tutti ci rifiutassimo di comprare e giocare roba non localizzata, e contemporaneamente assillassimo i produttori per procedere a finanziare una traduzione (che, se si organizzano, non ha certo un costo spropositato... basta andare su eLance) o chiedere a qualche appassionato di tradurre aggratis per fare curriculum (sic), il fenomeno acquisterebbe tutt'altra importanza.

Purtroppo qui ad essere coinvolti sono la nicchia della nicchia, e quindi a lungo termine sì, diventerà "normale" non localizzare più una ceppa. Perchè comunque la traduzione va fatta prima di lanciare il gioco, altrimenti non ne varrà mai la pena [per nomi medio-piccoli] perchè la nicchia della nicchia comprerà in offerta sottocosto.

Però, ecco, possiamo sentirci in colpa a preferire l'offerta, o a pretendere il day-one?
Non è forse un mercato che si autoregolamenta?
Se mi sta bene così è perchè i giochi li pago poco e conosco bene l'inglese. Per me l'italiano avrebbe senso qualora si aggiungesse il doppiaggio - un buon doppiaggio - che però farebbe levitare il costo considerevolmente, e per giochi lo-budget è del tutto fuori discussione.

Come ho avuto modo di dire più volte in passato, io sarei disposto a pagare i giochi di più se questi fossero ben confezionati. Ma la situazione è che se sommiamo pirati e gente che piuttosto che sborsare 20/30€ si accontenta del gioco non doppiato, non localizzato, con valore di produzione sempre più basso, otteniamo un enorme segmento di mercato, e gli altri non contano più.

In fondo è democrazia, però non si può dire che non dispiaccia.

Ci siamo abituati ai giochi senza localizzazione audio, poi senza doppiaggio, poi senza filmati, poi senza longevità, adesso ci abitueremo ai giochi solo in inglese.
Forse il problema è proprio che sappiamo adattarci fin troppo bene.
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