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Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Il mondo delle Avventure Grafiche, dalle origini sino ai giorni nostri.

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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda experience86 il mercoledì 2 ottobre 2013, 21:24

Dorus ha scritto:Silent Hill 1 *.* che ricordi!
Tomb raider 4 *.* Stellare!
Resident Evil rebirth *.* Lunare!
Che giochi meravigliosi mi hai ricordati Luise. Sebbene mi trovino perfettamente d'accordo circa l'aumento di tette di Lara (quelle piramidali a punta erano un po' inquietanti) non posso far passar loro le orride svolte che hanno avuto sti giochi... Resident Evil in primis


Ma pure Tomb Raider non scherza. Dio mio, non vedevo l'ora di finire quello scempio. Per carità, bellissime scene d'azione, ma se volevo uno shooter mi compravo COF: Ghosts.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il giovedì 3 ottobre 2013, 14:44

locutus ha scritto:Se oggi l'essere macchinosi è un disvalore, questo spiega perché le AG abbiano così poca attrattiva.

E' vero: certo, non è che per giocare ad un'AG debba tornare necessario smanettare col DOS, ma il fatto che all'epoca lo si facesse e talvolta fosse addirittura necessario dimostra come le persone fossero un attimo più riflessive e disposte al ragionamento - pubblico DOC delle AG - mentre oggi è tutto mordi & fuggi.
E' proprio l'idea di mettersi davanti ad un PC per 'pensare' che non va più di moda.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il martedì 8 ottobre 2013, 18:39

Questo articolo parla di survival horror, ma il succo del ragionamento può essere applicato anche alle avventure grafiche: non vendono abbastanza da giustificare una produzione che non sia di nicchia.

After the GameCube remake of "Resident Evil" failed to meet sales expectations, he believed that appealing to the growing masses of action gamers was a way for the series to evolve and gather new fans.

He was right: The action-heavy "Resident Evil 4" was a massive success, but it also radically changed the direction of the series.

In 2012, Electronic Arts mandated that "Dead Space 3," the latest entry in its sci-fi horror series, must sell 5 million copies, or else it would not be financially viable to continue the franchise.

This is not a simple case of big publishers being greedy. Mainstream (or AAA) game development has reached a point of skyrocketed development costs where failure — or even moderate success — cannot be allowed. Every game must be a blockbuster, or else the publisher will lose money.

"The budget for those games has become higher and higher," said Morin, a veteran of major studios like Ubisoft and Naughty Dog who left behind the AAA world to work on smaller titles. The studio's first release was "Outlast," and old-fashioned horror game for a niche audience.

"[I] tried to convince Ubisoft to let us do a horror game for a little while," he said. "It didn't happen. The main reason was because they felt the maximum amount of copies it could sell was not enough for them."
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il giovedì 24 ottobre 2013, 17:17

Leggevo in questi giorni sul giornale della situazione, poco conosciuta, del mercato del lavoro dei traduttori in Italia. Pare che non siano solo "le avventure grafiche" ad essere morte... Anche la percentuale di libri tradotti nella nostra lingua è in continuo calo.
Questo nonostante i prezzi (pardon, gli stipendi) dei traduttori siano tra i più bassi in UE (anche 4€ a cartella).

D'altronde, come per i videogiochi, anche il nostro mercato del libro è irrisorio... gli italiani che leggono sono, ahimè, pochissimi e sempre in calo.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il lunedì 4 novembre 2013, 23:12

Non mi stupisce questo parallelismo tra letteratura e AG, purtroppo :cry:

Lehti ha scritto:
locutus ha scritto:Siamo d'accordo, infatti come detto un'infinità di altre volte per me è un grosso problema quello di non avere grossi distributori: oneri di localizzazioni e pubblicità, storicamente e fino a pochi anni fa, spettavano difatti a questo soggetto commerciale e non direttamente allo sviluppatore.

E c'è anche da ricordare che la pubblicità aiuta solo fino a un certo punto: chi non ha mai giocato ad una AG né ha intenzione di cominciare a giocarci non si fa di certo convincere da una pubblicità, per quanto questa possa essere accattivante e\o creativa.


Porto acqua al mio mulino: leggevo un articolo su questo sito http://www.gamemag.it/news/tornano-i-fi ... 49498.html

dove si parla della campagna kickstarting per il 3° capitolo di The 7th Guest, ingiustamente classificato come Film Interattivo, anche se è semplicemente un Puzzle Game in FMV e non un gioco basato sulla narrazione... in ogni caso, quello che ho notato sono i commenti di alcuni utenti, che riporto di seguito.


Commento # 1 di: Paganetor pubblicato il 04 Novembre 2013, 11:24

il genere non mi dispiace, ma ha ancora senso al giorno d'oggi? un po' come le avventure punta&clicca: le rigiocherei tutte, ma quelle di una volta!




Commento # 2 di: nickmot pubblicato il 04 Novembre 2013, 12:16

Ne facessero di nuove ti farebbe schifo?

Francamente le attendo da anni, e sarei ben felice se le producessero in un rigoroso 2D di alta qualità.
Certo lo humor delle avventure Lucas mi mancherà...


Commento # 4 di: Paganetor pubblicato il 04 Novembre 2013, 12:32

non è che mi dispiacerebbe se ne facessero di nuove, è solo che oggi come oggi prendono in prestito le glorie del passato e le "violentano" facendoci pseudo-FPS (Sindycate) o robe simili...


Ora, non so voi, ma io ho la netta impressione che 'sti ragazzi siano rimasti agli anni '90, come uscite di Avventure Grafiche :|

Credo che, a loro, un po' di pubblicità in tal senso avrebbe potuto giovare (questo per ribadire che l'essere di nicchia - per me - non è dovuto solo al fatto che il genere AG non si presta ad un'esperienza di gioco fruibile da tutti, ma sono convinto che molti di coloro che prima usavano il PC e da molti anni ormai usano la consolle siano convinti che il genere sia morto da tempo).
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il martedì 5 novembre 2013, 11:44

Però non possiamo nemmeno fare gli struzzi, Internet è libera e chiunque può informarsi sul fatto che escono ancora punta e clicca.

Se queste persone fossero davvero interessate, lo saprebbero. Interi portali digitali come GoG sono dedicati a distribuire anche giochi nuovi (come i Daedalic), i revamp di MI e la pubblicità a prodotti come Machinarium e TWD dovrebbe aver aperto una finestra sul genere anche negli anni passati. Steam distribuisce tanto l'ultimo Batman quanto The Book Of Unwritten Tales.

Cosa vogliamo, il cartellone di Gemini Rue in vetrina al Gamestop? Questo convincerebbe la generazione PlayStation ad avventurarsi in un genere così diverso da ciò cui sono abituati?

Ai nostalgici-poco-nostalgici (ossia quelli che ricordano le avventure anni '90 ma non gli interessa abbastanza da cercare informazioni oggi perchè GTA è più divertente) cosa racconti? Perchè a me è capitato di dover raccontare, e ho dovuto raccontare che sì, escono ancora e sempre, ma in effetti son bruttine, meglio se continui con Mass Effect.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il martedì 5 novembre 2013, 12:42

Overmann ha scritto:Cosa vogliamo, il cartellone di Gemini Rue in vetrina al Gamestop?


Mhh... si? :|

Questo convincerebbe la generazione PlayStation ad avventurarsi in un genere così diverso da ciò cui sono abituati?


Convincere no, ma lo scopo della pubblicità non è solo quello di convincere il consumatore (a dire il vero, ci sono pubblicità che sul prodotto che vendono non danno proprio alcuna informazione, a pensarci), ma di dire: "Hei, ci siamo anche noi".

In quell'ottica, io un cartellone di Cognition da GameStop lo metterei.

Ai nostalgici-poco-nostalgici (ossia quelli che ricordano le avventure anni '90 ma non gli interessa abbastanza da cercare informazioni oggi perchè GTA è più divertente) cosa racconti? Perchè a me è capitato di dover raccontare, e ho dovuto raccontare che sì, escono ancora e sempre, ma in effetti son bruttine, meglio se continui con Mass Effect.


Ma io racconterei che il 90% dei giochi che acquisto sono AG, quindi il mercato è ancora vivo e se ti sei rotto le balle di sparare ai tuoi amici online, potresti anche prendere in considerazione qualcosa di diverso :wink:
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Neo-Geo il martedì 5 novembre 2013, 13:07

Senza offesa ma mi sembra che voi giudichiate sempre le mosse commerciali dal punto di vista dei consumatori. Cosa sbagliata perchè nella realtà le cose non stanno così.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il martedì 5 novembre 2013, 13:30

Sinceramente sono anni - ora un po' meno, visto che le ag escono soprattutto in formato digitale - che da Gamestop le ag hanno più o meno la stessa visibilità degli altri giochi. Lo scaffale PC è sempre stato pieno di ag in bella vista. E anche le iniziative (di republishing ad esempio, ma anche di pubblicazione in edicola) non sono mancate...
E non solo da GS, anche da Feltrinelli ad esempio ricordo moltissime AG in bella vista, inclusi cofanetti o edizioni cartonate.
Non è che non ci si sia provato... Ma se non vende non vende... Inutile ribaltare il principio causa-effetto.


Ma io racconterei che il 90% dei giochi che acquisto sono AG


Il problema è che questa è esattamente la nicchia, mentre devi vendere a chi non gioca solo (o quasi) ag. E se sei abituato a giochi di un certo valore obiettivamente è difficile ignorare i difetti delle avventure di oggi.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Gikkio74 il martedì 5 novembre 2013, 16:43

Non ho avuto modo di leggere tutta la discussione per questioni di tempo e perché sto lurkando mentre lavoro, mi sono limitato alle ultime 4 pagine.
Secondo me la "morte" delle AG non si limita solo alla nostra nazione poiché questo genere ha avuto un calo in tutto il mondo.
Io penso che:

fattore sociale
1) La gente non ha più voglia di usare e sforzare il cervello più del necessario compito quotidiano che gli spetta. Pigrizia mentale dilagante.Vogliono "alienarsi" davanti allo schermo.

fattore sociale
2) Se non sanguina o spara non mi diverto.
Forse per fattore sociale ormai attira molto di più la violenza. Tutti i giochi violenti sono venduti e in particolare ovviamente gli sparatutto che personalmente NON SOPPORTO PIU'. Ma non solo i ragazzini che non vedono altro, ma coloro che creano SOLO sparatutto. SI ok devi mangiare lo capisco ma non parliamo di poveracci, qui parliamo di gente che ha risorse economiche e dovrebbe avere anche la responsabilità di far crescere, mantenere la "diversità biologica" anche nel game.

fattore sociale
3) La spinta "romantica e creativa" che ha caratterizzato gli anni 90 ormai non esiste. Sia da parte degli sviluppatori che dei fruitori, ormai la gente è smaliziata ormai, il mondo è piccolo e capolavori come THE DIG non verrebbero apprezzati come allora.

fattore sociale
4) L'interazione tra le persone passa dalla rete. Questo vale anche per i giochi, giocare insieme è una parte dei rapporti sociali.
L' avventura grafica è un rapporto con il proprio cervello è un libro, un momento "privato", qualcosa che ha a che fare con se stessi.. Questo non va più di moda se non puoi CONDIVIDERE TUTTI I FATTI TUOI qualsiasi essi siano per loro non è divertente.

fattore economico
5) I ragazzini spendono di più hanno accesso ai soldi di papà che per non sentirli li accontenta. I ragazzini vogliono gli sparatutto perché (ovviamente non tutti) non hanno quella calma e quella maturità per gustarsi un SYBERIA.
Il mercato segue chi spende di più quindi se i ragazzini vogliono gli M&M'S QUADRATI tali li faranno.

fattore economico
6) Beh inutile nascondersi dietro ad un dito c'è anche la pirateria. L'Italia su questo non è da meno anzi... posso portare l' esempio in computer grafica. A causa di questi signorini che rubano senza licenza, i dati dei consumatori per nazione vengono falsati.
PEr intenderci in Italia ci sono 1.000 licenze AUTODESK MAYA, ma i consumatori sono almeno il triplo. LA Autodesk vista la scarsa utenza, non pubblica più la traduzione dei manuali in italiano.
Stessa cosa credo che accada per le AG. MA sono solo mie elucubrazioni.


Se questo accade nel mondo e, parere personalissimo, credo che accada per i fattori sopra descritti, accade anche in Italia.
Ciao se hai un istante dai un occhio al [smilie=pirata.gif]
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il martedì 5 novembre 2013, 23:06

Neo-Geo ha scritto:Senza offesa ma mi sembra che voi giudichiate sempre le mosse commerciali dal punto di vista dei consumatori. Cosa sbagliata perchè nella realtà le cose non stanno così.


Puoi spiegarti meglio?

Overmann ha scritto:Sinceramente sono anni - ora un po' meno, visto che le ag escono soprattutto in formato digitale - che da Gamestop le ag hanno più o meno la stessa visibilità degli altri giochi. Lo scaffale PC è sempre stato pieno di ag in bella vista. E anche le iniziative (di republishing ad esempio, ma anche di pubblicazione in edicola) non sono mancate...
E non solo da GS, anche da Feltrinelli ad esempio ricordo moltissime AG in bella vista, inclusi cofanetti o edizioni cartonate.
Non è che non ci si sia provato... Ma se non vende non vende... Inutile ribaltare il principio causa-effetto.


Il fatto è che non puoi permetterti di esserci così passivamente, se il tuo scopo è quello di uscire (o tentare di uscire) dal mercato di nicchia. Non so se mi spiego...

Finché le AG sugli scaffali (quelle poche che ancora ci arrivano) stanno lì con l'aria di essere fondi di magazzino, anche se sono appena uscite, non è che si può pretendere che il fenomeno vada in controtendenza da solo.

Il problema è che questa è esattamente la nicchia, mentre devi vendere a chi non gioca solo (o quasi) ag. E se sei abituato a giochi di un certo valore obiettivamente è difficile ignorare i difetti delle avventure di oggi.


In linea di principio si, ma qui si discute del fatto che per molti videogiocatori le AG sono morte, anche se (come dici tu) si trovano sugli scaffali dei GameStop e in edicola. Comunque la si voglia vedere, c'è evidentemente qualcosa che non va a livello di comunicazione se l'impressione generale è quella.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Gnupick il martedì 5 novembre 2013, 23:58

Purtroppo il fenomeno dei - rubo l'espressione - 'nostalgici-non nostalgici', come giustamente dice Overmann, esiste eccome, e non credo che un pubblico simile sia DAVVERO interessato a questo genere, anche se è capace di citarti a memoria Curse of Monkey Island esclamando "Che ricordi *lacrimuccia*" .

Però non c'è da disperarsi, IMHO. Esistono - poche - avventure dirette al largo pubblico, come i titoli Quantic o ultimamente quelli Telltale, ma in generale il fenomeno del digital delivery e degli indipendenti ha fatto fiorire un sacco di medie e piccole avventure classiche e meno classiche. Ricordate inoltre che grossi budget non implicano per forza un gioco migliore, ma spesso solo uno più impersonale.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda experience86 il mercoledì 6 novembre 2013, 11:04

Sono d'accordo che la pubblicità non è il fattore FONDAMENTALE in un paese dove le avventure grafiche vengono spesso addirittura derise, però ogni tanto ci si dovrebbe sforzare di più anche in quel senso. A parte Cognition che è un titolo che può piacere o meno, un cartello al Gamestop sulla serie di Deponia con qualche commento alla "Il nuovo Monkey Island!" potevano pure mettercelo. Poi magari uno lo compra e non è d'accordo, ma altri come me ci si ritrovano con gioia e con sorpresa. The Whispered World viene osannato su internet nei siti specialistici e ignorato nei negozi. E come questi titoli molti altri che non arriverebbero mai alle vette del mercato, ma che nemmeno meritano di sparire nel nulla.

Poi purtroppo è una questione di mentalità che ormai in Italia associa il videogame al fucile potenziabile e alle teste che esplodono. Proprio l'altro giorno mostravo ad un amico l'avventura grafica che sto realizzando e mi sento dire "Bello, bello... però non potresti realizzare uno bello sparatutto?! O una cosa all'Assassin's Creed?! Minchia, beddu sarebbe."
A quel punto mi è presa una insana voglia di fargli un Tombstone Piledriver su un tappeto di puntine.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il mercoledì 6 novembre 2013, 13:44

Se non c'è mercato, non c'è mercato... Anche provando a sondare il terreno (prima di fare i trailer live action con Megan Fox devi almeno vendere qualche milionata di copie), è evidente che la gente non è interessata. E' chiaro che allora smetti anche di fare pubblicità (e localizzazione, e distribuzione... e produzione...) se non c'è mercato.

Siamo ancora qui tutti riuniti a chiederci come mai il nostro giocattolo preferito non piace a milioni di persone e non vende tantissimo? E' tornato pure Monkey Island, nel 2009... Ora sta tornando Broken Sword, l'anno prossimo Gabriel Knight... Tutte operazioni estremamente commerciali... Questo cambierà qualcosa? No.

Basta farsi un giro su google trends per accorgersi di come vanno le cose.

Divertirci nella nostra nicchia è lecito, ma sperare di (ri)conquistare il mondo ormai è un po' fuori portata.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il mercoledì 6 novembre 2013, 13:52

Overmann ha scritto:Siamo ancora qui tutti riuniti a chiederci come mai il nostro giocattolo preferito non piace a milioni di persone e non vende tantissimo? E' tornato pure Monkey Island, nel 2009... Ora sta tornando Broken Sword, l'anno prossimo Gabriel Knight... Tutte operazioni estremamente commerciali... Questo cambierà qualcosa? No.


Ma per me il nodo del discorso è proprio questo: com'è possibile che nonostante operazioni estremamente commerciali, nonostante da GameStop e in edicola questi giochi si trovino, nonostante i siti di Digital Delivery e quelli specializzati etc. etc.
ci sia ancora qualcuno che chieda: "Ma perché li fanno ancora i punta-e-clicca??"

Insomma, qui siamo un passo indietro rispetto al concetto di: "Lo conosco ma è di nicchia, è noioso, non mi piace, non lo compro". Qui si discute del: "Ma perché, esiste?"

Il fatto che non ci sia mercato, specialmente da noi in Italia, lo abbiamo capito. Ma qui abbiamo un problema di immagine e di visibilità che esiste a prescindere da quante copie può vendere Deponia con o senza un cartellone pubblicitario.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il mercoledì 6 novembre 2013, 16:35

Perchè, siccome non ti interessa, non ti vai a informare su Deponia, ma poi cadi dal pero quando ti dicono che escono ancora giochi come Monkey Island. Oppure vedi gli screen, i trailer, e li ignori perchè in realtà ti interessa il clone di CoD. Chi è interessato sa, chi non è interessato obiettivamente non viene investito di informazioni come può essere per prodotti più blasonati, ma questo accade proprio perchè i prodotti blasonati hanno spazio di vendita e le ag no (non viceversa).

Ovvio che è fastidioso trovarsi magari la recensione di Face Noir che ha la solita intro che leggiamo da 10 anni (genere morto blabla, ricordate la Lucas blabla), o leggere il commento del nostalgico-non-nostalgico che ogni volta che esce un'avventura con un po' di hype (da BTTF a Machinarium) fa il commentino su quanto erano belli i giochi Sierra.

Ma è chiaro ormai come il mercato sia spaccato tra chi sa e chi non sa, in mezzo c'è ben poco da recuperare.

Questo ovviamente in generale, poi è chiaro che ci sono prodotti che hanno avuto un marketing davvero pessimo come ad esempio Gray Matter.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda asterix777 il giovedì 7 novembre 2013, 11:51

Gikkio74 ha scritto:3) La spinta "romantica e creativa" che ha caratterizzato gli anni 90 ormai non esiste. Sia da parte degli sviluppatori che dei fruitori, ormai la gente è smaliziata ormai, il mondo è piccolo e capolavori come THE DIG non verrebbero apprezzati come allora.

Sante parole.

Gikkio74 ha scritto:4) L'interazione tra le persone passa dalla rete. Questo vale anche per i giochi, giocare insieme è una parte dei rapporti sociali.
L' avventura grafica è un rapporto con il proprio cervello è un libro, un momento "privato", qualcosa che ha a che fare con se stessi.. Questo non va più di moda se non puoi CONDIVIDERE TUTTI I FATTI TUOI qualsiasi essi siano per loro non è divertente.

Purtroppo è così: se non giochi in multiplayer e non fai sapere a nessuno quanti punti hai fatto e quali obiettivi hai raggiunto, ti senti fuori dal mondo.
Non è che non avvenisse in passato anche con le stesse AG, ma il fenomeno era molto meno frenetico e compulsivo.
Anche chi giocava le AG le condivideva con l'amico o scriveva alle riviste specializzate per parlarne, ma oggi avviene tutto nell'immediato: si osserva il risultato dell'altro giocatore, lo si commenta e via, il tutto istantaneamente.
E' ovvio poi che il rapporto personale con il gioco viene a mettersi in secondo piano e nel caso dell'AG viene a perdersi, cosicchè rimangono solo i duri e puri (cioè noi).

Overmann ha scritto:Ma è chiaro ormai come il mercato sia spaccato tra chi sa e chi non sa, in mezzo c'è ben poco da recuperare.

Proprio recuperando il tuo pensiero direi che è diviso tra chi vuole sapere e chi non vuole sapere.
L'informazione c'è ed è oggi anche più facilmente reperibile. Il disinformato è tale per scelta.
Non credo poi neanch'io che un cartello pubblicitario in più dia una smossa alle vendite, proprio perchè chi intende informarsi non ne ha bisogno e ritengo che il cartello abbia più che altro la funzione di 'eccitare' ulteriormente il consumatore che è già di per sè rivolto a quel tipo di acquisto.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda experience86 il giovedì 7 novembre 2013, 12:52

Non sono molto d'accordo sullo screditare il ruolo della pubblicità. Il marketing sembra una stronzata, ma oggi come oggi ci sono intere fasce di popolazione che si orientano su un prodotto solo perché è di moda. E la pubblicità ha il potere, se ben fatta, di FAR CREDERE che una determinata cosa vada di moda o sia tornata di moda. E' un pò fraudolento, magari, ma tanto lo fanno per ogni singola stupidaggine che vogliono farci credere essere la migliore e poi si rivela essere solo quella che può permettersi di ingaggiare la Saatchi per farsi la pubblicità figa con lo sponsor coatto.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda Overmann il giovedì 7 novembre 2013, 13:31

Gikkio74 ha scritto:fattore sociale
1) La gente non ha più voglia di usare e sforzare il cervello più del necessario compito quotidiano che gli spetta. Pigrizia mentale dilagante.Vogliono "alienarsi" davanti allo schermo.

fattore sociale
2) Se non sanguina o spara non mi diverto.
Forse per fattore sociale ormai attira molto di più la violenza. Tutti i giochi violenti sono venduti e in particolare ovviamente gli sparatutto che personalmente NON SOPPORTO PIU'. Ma non solo i ragazzini che non vedono altro, ma coloro che creano SOLO sparatutto. SI ok devi mangiare lo capisco ma non parliamo di poveracci, qui parliamo di gente che ha risorse economiche e dovrebbe avere anche la responsabilità di far crescere, mantenere la "diversità biologica" anche nel game.


Mah, gli sparatutto c'erano anche negli anni '90 e anche allora vendevano più di The Dig... Non è che ai tempi quando uscirono Doom, Quake e Half Life la gente li boicottava dicendo che la violenza fa schifo.

Che si sia abbassato il livello di impegno richiesto (indipendentemente dal genere di gioco) è vero, ma è una conseguenza dell'allargarsi del bacino di utenza e anche di fattori sociali come il fatto che il 16enne degli anni '90 ora lavora e ha meno tempo da dedicare ai giochi, in media.
Poi prodotti relativamente lunghi e complessi che vendono molto escono ancora (ad esempio Starcraft II).

fattore sociale
3) La spinta "romantica e creativa" che ha caratterizzato gli anni 90 ormai non esiste. Sia da parte degli sviluppatori che dei fruitori, ormai la gente è smaliziata ormai, il mondo è piccolo e capolavori come THE DIG non verrebbero apprezzati come allora.


Questo è un altro discorso di "superiorità storica" che trovo molto distorto. Semplicemente ora per fare un bel gioco, creativo e romantico, non sei limitato alle avventure grafiche.
E' almeno dall'esplosione di Half Life e Final Fantasy VII che i giochi sono "creativi e romantici" pur ibridando parti action, e tutt'oggi escono giochi con una forte vena creativa, e ne sono usciti sempre da Shenmue, ai Silent Hill, a Mafia a Shadow Of The Colossus passando per Bioshock, Assassin's Creed, Ni No Kuni, gli Uncharted, The Last of Us e millemila altri esempi.

Dobbiamo ammettere che molti (anche "di noi") ora trovano nei giochi d'azione - o ibridi - quello che un tempo trovavano solo nelle avventure grafiche. Se la storia di Alan Wake è molto più interessante di quella di Secret Files 3 mica posso vergognarmi di giocare a un action. Se i milioni con cui è fatto Bioshock me lo rendono molto più coinvolgente degli slideshow di un'ag fatta con due soldi mica posso vergognarmi di ammetterlo.

fattore sociale
4) L'interazione tra le persone passa dalla rete. Questo vale anche per i giochi, giocare insieme è una parte dei rapporti sociali.
L' avventura grafica è un rapporto con il proprio cervello è un libro, un momento "privato", qualcosa che ha a che fare con se stessi.. Questo non va più di moda se non puoi CONDIVIDERE TUTTI I FATTI TUOI qualsiasi essi siano per loro non è divertente.


Mah, non mi convince molto neanche questo.
Noi appassionati alla fine facciamo comunella da sempre nelle varie community per parlarne, ed esistono social network interamente dedicati ai libri, come aNobii, che funzionano alla grande.

Ovvio poi che il gioco online abbia tolto fette di mercato ai giochi offline, ma questi continuano ad uscire e vendere benino, al di fuori della nicchia delle ag.

fattore economico
5) I ragazzini spendono di più hanno accesso ai soldi di papà che per non sentirli li accontenta. I ragazzini vogliono gli sparatutto perché (ovviamente non tutti) non hanno quella calma e quella maturità per gustarsi un SYBERIA.
Il mercato segue chi spende di più quindi se i ragazzini vogliono gli M&M'S QUADRATI tali li faranno.


Il mercato è fatto dai 30enni, non dai ragazzini... Anche qui è inutile fare uno scontro generazionale.
Sarebbe quasi più sensato dire che gli americani sono superficiali e preferiscono CoD mentre noi europei, spinti da una vena artistica da sempre nel nostro DNA, siamo troppo pochi per fare mercato.


fattore economico
6) Beh inutile nascondersi dietro ad un dito c'è anche la pirateria. L'Italia su questo non è da meno anzi... posso portare l' esempio in computer grafica. A causa di questi signorini che rubano senza licenza, i dati dei consumatori per nazione vengono falsati.


In effetti il fatto che i mercati più interessati alle ag siano anche i più sensibili alla pirateria (almeno per Italia e Spagna, in Germania le cose vanno infatti un po' meglio) è un dato interessante. Però la pirateria tocca tutti i generi, quindi - in alcuni casi - può dare il colpo di grazia alle ag, ma non è lei ad averle messe al tappetto.
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Re: Le avventure grafiche sono morte...in Italia

Messaggioda locutus il giovedì 7 novembre 2013, 17:34

experience86 ha scritto:Non sono molto d'accordo sullo screditare il ruolo della pubblicità. Il marketing sembra una stronzata, ma oggi come oggi ci sono intere fasce di popolazione che si orientano su un prodotto solo perché è di moda. E la pubblicità ha il potere, se ben fatta, di FAR CREDERE che una determinata cosa vada di moda o sia tornata di moda. E' un pò fraudolento, magari, ma tanto lo fanno per ogni singola stupidaggine che vogliono farci credere essere la migliore e poi si rivela essere solo quella che può permettersi di ingaggiare la Saatchi per farsi la pubblicità figa con lo sponsor coatto.


Sono d'accordo con te. E' vero che di norma è la domanda che genera l'offerta, ma se fosse sempre vero nessuna azienda si troverebbe mai spinta ad innovare o a sperimentare cose nuove. La pubblicità, per definizione, spinge il consumatore ad acquistare un dato prodotto, quindi ha la pretesa di "creare" (in certa misura) una domanda.

Ora, sull' effettivo potere persuasivo della pubblicità io non metto bocca, perché poi ci sono molti fattori in base ai quali un acquirente (specie in tempi di crisi) decide SE e COSA acquistare, indipendentemente dallo spot. Tuttavia, Mulino Bianco sforna flauti da una vita e da una vita li pubblicizza. Se lo fa non è per far conoscere il prodotto (non esiste al mondo qualcuno che non lo conosca!) ma per 'continuare ad esserci' nel mare magnum di tutti gli altri prodotti sul mercato.

Chi comprava flauti anche prima continuerà a comprarli, chi non li comprava non credo sia stato convinto da Banderas a cambiare idea... quindi il discorso: "Si, ma tanto non è che il cartellone di Gemini Rue fa vendere più copie" sarà anche vero (certamente lo è), ma non è quello il meccanismo che m'interessava sottolineare.
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