marcus brody ha scritto:Il punto è non provare a tutti i costi a rinchiudere in queste gabbie delle creature magari un po' sgraziate e imperfette, che non si adattano perfettamente al loro contenitore, e cercare di cacciarcele dentro a forza!
io preferisco di gran lunga pensare a un gioco come The Cave [...] come un tentativo non riuscito (per me) di traslare proprio quel tipo di narrazione articolata che descrivi come peculiare del genere adventure all'interno di un gameplay diverso da quello classico.
Poi, se invece ti fa dormire sonni più tranquilli confinarlo nel recinto dei puzzle-game, per evitare dissidi filosofici e pericolosi conflitti di identità, padronissimo di vederla in questo modo.
Il punto è che la gabbia del puzzle-adventure a The Cave non sta mica stretta. E' un puzzle-game che contemporaneamente "tenta di traslare quel tipo di narrazione articolata tipico degli adventure" nel proprio gameplay che è comunque quello di un puzzle-game.
Quindi è un puzzle-adventure, ce ne sono a dozzine.
Poi non è che non dormo se anzichè chiamarlo puzzle-adventure lo chiamiamo videogioco, mi sembra solo un po' più preciso al fine di far comprendere al lettore cos'ha davanti.
Se preferite possiamo far finta che i puzzle-adventure non esistano, che le graphic novel non esistano, inserire tutto in un unico calderone e ogni volta spendere un paragrafo per dire che "ok, è un'avventura grafica ma non aspettatevi dialoghi, personaggi approfonditi, una storia che si sviluppa" o viceversa "chi cerca un elemento di sfida dovrebbe tenere presente che sì, un'avventura grafica però si gioca da sola, non ci sono puzzle, per il 90% del tempo si clicca e si segue la storia e per il restante 10% si compiono azioni che non rappresentano una sfida".
Io credo che le categorizzazioni, e le sottocategorizzazioni, siano nate per risparmiarci tutto questo...