Simo the best ha scritto:Nuovo trailer dietro le quinte e pre-order della versione deluxe. Andate in homepage
Onesto-onesto-onesto: a me continua a non dispiacere...
Moderatori: Simo the best, Adrian
Simo the best ha scritto:Nuovo trailer dietro le quinte e pre-order della versione deluxe. Andate in homepage
Bloody_Eugene ha scritto:Il gioco sarà in Inglese, Tedesco e Francese.
Ormai ho una sorta di amore-odio verso la Telltale...
Bloody_Eugene ha scritto:Il gioco sarà in Inglese, Tedesco e Francese.
Ormai ho una sorta di amore-odio verso la Telltale...
Master Of Lightning ha scritto:Ormai Jurassic park è una storia che conoscono tutti e quindi non credo verrebbe una grande Ag
Diduz ha scritto:
Tu sei veramente eroico a sperarci ancora, io ho lasciato la questione alle spalle ormai.
Bloody_Eugene ha scritto:"Non avremmo neanche problemi a dare il benvenuto alle traduzioni fatte dai fans"
Zenox ha scritto:sempre su spaziogames ho letto pure una notizia che mi rattrista e che mi fa ridere, pare che due dipendenti della Telltale abbiano messo apposta voti alti su Metacritic per Jurassic park....cosa non si fa per portare a casa la pagnotta.
Gnupick ha scritto:WARNING: POST ECCESSIVAMENTE TEDIOSO E LUNGO.
Finito.
Innanzitutto, c'è da sgombrare il campo a un equivoco di fondo. Se cercate un'avventura grafica classica, lasciate perdere: JP non lo è… nè i Telltale hanno detto che lo fosse, comunque.
Pensieri sparsi :
- Il gioco è composto per più della metà della sua durata da Quicktime Events, quindi in sostanza bisogna premere il tastino giusto al momento giusto, così come accade in alcune sezioni di parecchi titoli d’azione e in larga parte anche in Fahrenheit. Le ‘pause’ fra una scena d’azione e l’altra, per così dire, sono occupate da enigmi di stampo adventure o dialoghi a scelta. Ora, non avendo nulla contro i laser game e apprezzando molto la spettacolarità delle sequenze, ho preferito i QTE ai momenti adventure. Questi ultimi, infatti, li ho trovato esageratamente semplici e poco stimolanti, ma c’è da dire che un INTERO gioco fatto solo di QTE mi avrebbe stancato, quindi si può affermare che le pause servono al loro scopo: ricaricarsi in vista della successiva scena d’azione.
- A proposito dell’action, infatti, mi tocca tirar giù il cappello perché le sequenze davvero ben fatte e molto inventive. Manca il ‘polso’ del buon vecchio Stevie, certo, ma la cosa viene compensata da una spettacolarità elevatissima: i protagonisti del gioco, infatti, affrontano situazioni assai più estreme e varie rispetto ai personaggi del film, con un sostanzioso e continuo cambio di location (quindi c’è molto di più di quello visto nelle pellicole).
- La trama riprende un po’ gli stilemi del film d’azione alla “Aliens”, per intenderci, e somiglia più a quanto visto nel secondo film piuttosto che nel primo (e non solo per il rapporto fra il protagonista maschile e la figlia, che sembra ricreare quello fra Malcolm e Kelly). Nonostante i personaggi sembrino tagliati con l’accetta, col tempo qualche sorpresa salta fuori (certo, il solito clone di Vasquez potevano evitarlo, però la costaricana ha un suo ruolo preciso nella storia). In effetti, ciò che ho apprezzato maggiormente è proprio la sensazione di assistere a una vicenda corale: cinque personaggi che interagiscono a volte insieme e altre in coppia, ma che si aiutano e si scontrano continuamente. Certo, non è un fattore nuovo in un film d’azione medio, ma in un’avventura questo genere di cose non si vedono praticamente mai (ma neanche nei videogiochi in genere, a dire il vero, che sono sostanzialmente esperienze solitarie). Non solo, ma il concept da film interattivo non solo permette personaggi più imprevedibili, ma anche risvolti meno scontati: anche se si fa ‘tutto bene’, insomma, se la storia vuole che qualcuno ci lasci le penne… allora accadrà lo stesso. Quindi, nessuno è al sicuro… … SUSPENSE .
- Una volta definiti i personaggi, le interazioni e i pericoli diventano sempre più sofisticati, in una sorta di climax veramente ben riuscito. Mi è davvero piaciuto il montaggio (quasi 'lucasiano') nel terzo episodio, con i tre gruppi impegnati a lottare su fronti diversi, uno peggio dell'altro .
- Purtroppo non tutto va bene. Come già detto, le sequenze adventure non sono un granchè, non si capisce perché non abbiano dato il controllo del personaggio ma si siano limitati a procedere per ‘blocchi’ in cui ci si può solo girare lo sguardo e interagire (cosa che probabilmente funziona meglio su IPad). Inoltre è chiaro che il gioco perde il confronto con titoli dal budget più elevato: bisogna però ammettere che lo sforzo tecnico/grafico dei TT è stato davvero incredibile questa volta, non solo per la varietà di locazioni (paradossalmente ci si sente in un ambiente molto meno ‘finto’ e limitato rispetto a Ritorno al Futuro o Tales of Monkey Island) ma per il lavoro dietro ogni singola sequenza d’azione, dalla regia fino a passare alle coreografie, piene zeppe di animazioni di ogni tipo. È anche presente qualche bug (a me è capitato quello – fastidiosissimo – della sparizione del cursore) e qualche glitch sonoro, e in generale ogni tanto si sente la mancanza di qualche effetto sonoro in più.
- Il gioco E’ Jurassic Park! Al contrario di Ritorno al Futuro, qui i TT sono riusciti a catturare lo spirito della serie (come accaduto anche con Tales of M.I.). Se inizialmente si fa leva sulle citazioni, con un primo episodio pieno di rimandi che si colloca più o meno durante le vicende del primo film e che cerca di ricreare situazioni simili (con tanto di finale al museo), in seguito l’avventura prosegue per conto suo e si scopre che l’isola è molto più grande e complessa di ciò che si credeva. Per quanto riguarda la trama, come previsto non sono presenti guizzi o divagazioni sorprendenti, però riesce efficacemente ad approfondire alcuni aspetti dei film, come la deficienza dell’enzima lisina dei dinosauri del parco, un imprevedibile livello ‘sottomarino’ o la storia dell'isola prima che fosse acquistata dalla InGen. Il resto è occupato, come detto, dalle interazioni e scopi (spesso ambigui) dei protagonisti, con tanti dialoghi scritti piuttosto bene.
- Le mie sequenze preferite:
La ‘fuga’ sul rollercoaster, il duello al coltello col Raptor (!), il sacrificio di Oscar, la scazzottata nel finale con successivo arrivo del T-Rex. No, ragazzi, è proprio roba tosta: EPICA. Comunque le scene ad alto tasso di spettacolarità si sprecano, e in un modo o nell’altro un po’ tutte hanno un loro perché. Inoltre è anche presente una vena creativa che francamente non mi aspettavo, come il geniale Mexican Standoff nel finale, col T-Rex che blocca tutti. Fico!.
- È anche chiaro che qualcosa è andato perso nel passaggio dai 5 episodi ai 4. In particolare il quarto episodio risulta un po’ sbilanciato (e non solo perché mi sembra che duri meno degli altri, i quali si assestano intorno alle 3 ore di gioco ognuno), con troppe ‘pause’ nella prima parte, e c’è anche qualche salto narrativo un po’ straniante Un momento prima è allarme rosso perché il gruppo s’è diviso e poi nella scena seguente sono tutti lì di nuovo: qualcosa è stato tagliato. Inoltre non si capisce se l'isola viene infine bombardata o no: presumibilmente sì. E' forse questo il tassello mancante della timeline (lo dico da non esperto della serie)? Perchè in effetti gli altri film sono ambientati altrove, e Isla Nublar non viene praticamente più menzionata.
- L'interfaccia, almeno su PC, non è decisamente un granchè.
- Come in Fahrenheit, si ha l’impressione più di controllare la ‘regia’ (il film, insomma) che il personaggio vero e proprio. In genere la scelta è corretta perché conserva la forza e l’imprevedibilità dell’intreccio, però in un paio di occasioni mi sono sentito un po’ idiota, per esempio in un dialogo marzulliano nel terzo episodio, in cui mi toccava fare sia la domanda che la risposta (!). Surreale.
- Nonostante i frequenti scontri (in cui il più delle volte i protagonisti ne escono indenni o quasi), i dinosauri del parco non risultano mai meno pericolosi di quelli del film. Tranne forse il Dilophosaurus, quello un po’ sì. Tremendamente letali i dinos ‘velenosi’ (di cui non ricordo il nome), che però spariscono dal gioco senza grosse spiegazioni (probabilmente a causa di qualche altro taglio), peccato. Davvero supercazzuto il duello Oscar vs raptor, che riesce perfino a essere verosimile nel risultato sia grazie a una sequenza altamente spettacolare sia per il modo in cui viene ‘caricata’ l’impresa successivamente.
- La linearità può in effetti essere un limite. Certo, si tratta di una storia d’azione quindi grosse scelte a parte ‘scappare dai dinosauri’ non ce ne sarebbero comunque, però questo può essere considerato un difetto oggettivo della struttura. A me non ha dato particolarmente fastidio, ma riconosco che i ‘bivi’ possono, se realizzati bene e in linea con il prodotto, dare qualcosa in più.
Insomma, la mia ‘teoria’ secondo cui BTTF sarebbe stato migliore senza voler per forza essere l’adventure che non era, trova un po’ conferma in questo JP, che è più dichiaratamente votato ai non avventurieri, e cioè a quell’utenza casual che i TT tentarono già di raggiungere con il primo Bone. Le ammiccate verso gli avventurieri si riducono (nelle ‘pause’ adventure, che pur essendo funzionali allo scopo si rivelano forse la parte meno riuscita), e probabilmente il gioco risulterà più appetibile per i videogiocatori meno scafati e per i fan della serie. Personalmente tollero i QTE anche in dosi massicce (purchè realizzati discretamente e supportati da un buon ‘contorno’), quindi ho trovato il gioco piuttosto coinvolgente.
È certamente un titolo migliorabile, ma alla fine JP si è rivelato essere per me una ‘cazzatona divertente’, dal ritmo assai più elevato rispetto un'avventura grafica media (e infinitamente più di BTTF). Forse avrei barattato parte dei QTE con qualche sequenza simil action come quelle viste in BTTF, Tales e Wallace&Gromit, ma magari sarà per la prossima volta.
Qualcuno potrebbe dire ‘se volevi il film, allora perché non hai visto un film piuttosto che giocare a qualcosa di tanto pilotato pieno di QTE?’. La risposta è che no, non è la stessa cosa che vedere un film, poiché il giocatore è chiamato praticamente sempre a compiere qualche azione in linea con ciò che avviene su schermo, e la cosa regala molto più coinvolgimento e adrenalina rispetto alla fruizione ‘passiva’ su schermo. D’altra parte io non credo che si possa criticare aprioristicamente un gioco solo perché appartiene a un genere poco usuale: in fondo un Time Crisis non può essere bistrattato solo perché non si ha il controllo del personaggio. Se poi i QTE o i vari automatismi non piacciono proprio allora c’è poco da fare: meglio evitare di avvicinarsi a questo gioco.
Consigliato solo a chi non disdegna esperienze meno (video?) ‘ludiche’. Sarà interessante vedere quanto incasserà, soprattutto considerando i voti non esaltanti raggranellati dalla critica specializzata (ma, considerando tutto, credevo anche peggio, eh).
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